Esiste una predisposizione genetica all’ansia. La scienza lo conferma
Predisposizione genetica all’ansia, esiste? Difficilmente però l’ampio spettro di forme che possono assumere i disturbi di ansia potrà essere ricondotto a un solo gene. Una variazione genetica a carico di un gene è fortemente associata a tratti caratteriali dell’ ansia. Lo ha dimostrato un gruppo di ricercatori del Massachusetts General Hospital (MGH). “Abbiamo trovato che variazioni in questo gene sono associate a timidezza e comportamenti inibiti nei bambini, e a una personalità introversa nell’adulto. Vi è inoltre una particolare reattività delle aree cerebrali coinvolte nell’elaborazione della paura e dell’ansia“, ha detto Jordan Smoller. Egli ha diretto la ricerca e firma con i colleghi un articolo sulla rivista Archives of General Psychiatry. “Ciascuno di questi tratti costituisce un fattore di rischio per lo sviluppo del disturbo da ansia sociale, uno dei più diffusi negli Stati Uniti.“
Predisposizione genetica all’ansia? Sicuramente una componente familiare.
Da tempo è stato rilevato che la tendenza a sviluppare disturbi d’ansia può avere una componente familiare. Tanto da indurre a supporre l’esistenza di una predisposizione genetica determinata verosimilmente dall’interazione fra più geni. Però, considerato l’ampio spettro di forme che possono assumere i disturbi d’ansia sembrava difficile. Soprattutto tenendo conto dei complessi schemi di ereditarietà coinvolti e l’identificazione di specifici geni correlati alla suscettibilità a tali disturbi.
Esito della ricerca sulla predisposizione genetica all’ansia.
La ricerca condotta conferma ora che un gene presente sul cromosoma 1, è associato anche nell’uomo a un temperamento ansioso. Dopo che ciò era stato dimostrato nel topo attraverso la creazione di topi che esibivano un comportamento particolarmente timoroso e timido.
“Ora cercheremo di studiare se le diverse varianti genetiche che siano effettivamente associate a particolari forme del disturbo d’ansia ” dice Smoller.
Complessità dei disturbi d’ansia
Tuttavia, a mostrare la complessità dei disturbi d’ansia e come essi siano difficilmente riducibili a un singolo tratto genetico viene un’altra ricerca condotta da neurobiologi. In particolare dall’Università dell’Illinois a Chicago e pubblicata sul Journal of Neuroscience. Essa dimostra come la correlazione fra livelli elevati di ansia e insorgenza e mantenimento dell’alcolismo sia mediata da una proteina dagli effetti ansiolitici, chiamata Arc. Questa si attiva in risposta alla produzione di un fattore di crescita nervoso, detto BDNF che è stimolata dall’esposizione all’alcol. Il fattore BDNF svolge una funzione essenziale nella produzione delle spine dendritiche. Queste essenziali per la creazione e il mantenimento di una fitta rete di comunicazione fra le cellule cerebrali.
Azione della proteina Arc
Come spiega Subhash Pandey, che ha diretto la ricerca, quando i livelli della proteina Arc diminuiscono nell’amigdala, diminuisce anche il numero di spine dendritiche. Mentre nei topi abituati all’alcol aumenta il consumo della sostanza. Quando, attraverso somministrazione farmacologica, i livelli cerebrali di Arc tornano a livelli normali, diminuiscono sia i livelli di ansia, sia il consumo di alcol. “Questa è la prima prova diretta del processo molecolare che avviene nei neuroni che è responsabile della comorbilità di ansia e alcolismo. E, crediamo abbia un ruolo di primo piano nei meccanismi di dipendenza da alcol”, ha concluso Pandey . Quindi, esiste una predisposizione genetica. (gg)
Da:http://lescienze.espresso.repubblica.it
Video del Dott. Zambello: Ansia e Psicoterapia
Del Dott. Renzo Zambello il libro: “Ricordi e Riflessioni di uno Psicoanalista” . Ed. Kimerik.
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