Arrossire, non è una malattia ma, il corpo che parla
Può capitare di arrossire violentemente quando si è al centro dell’attenzione o in situazioni di grande imbarazzo. Per alcune persone questo problema. E’ connesso a fattori psicologici legati alla paura di commettere errori o di esporsi in pubblico, può avere delle ricadute nella sfera sociale. Un articolo pubblicato dalla rivista The Lancet illustra le possibili soluzioni tendendo forse troppo a considerare questo disagio come una vera e propria malattia.
I trattamenti possibili
Cambiano a seconda della gravità del problema e possono essere proposti in sequenza o in combinazione. Si può partire da una psicoterapia mirata a facilitare la convivenza con il problema. Si lavora sull’autostima, sulla dominazione del senso di imbarazzo e sulla paura di esporsi. Può essere completata da tecniche di rilassamento, yoga, training autogeno la cui efficacia varia sostanzialmente tra i soggetti.
Terapia farmacologica
Il passo successivo è una terapia farmacologica che cerca di contrastare i sintomi fisici e le conseguenze psicologiche di questo disturbo. I betabloccanti come l’atenololo, ad esempio, possono ridurre le palpitazioni che spesso accompagnano il rossore. Una soluzione veramente estrema è l’interruzione del nervo simpatico. Questa può essere eseguita tramite divisione irreversibile o inserzione di graffette removibili che interrompono la connessione nervosa.
Considerazioni
Questi interventi oltre a non essere quasi mai completamente risolutivi, ad essere spesso molto costosi. Possono avere una serie di effetti collaterali e far sentire “malata” la persona che soffre di questo disagio. Disagio che fra l’altro, è caratteristico della natura umana.
E’ semplicemente accentuato in alcuni caratteri. È comprensibile il disagio riportato da chi soffre di questo problema. Occorre però sminuirne la ricaduta sociale, non prestandoci troppa attenzione quando insorge, è forse più efficace di qualsiasi intervento medico.
Fonte: Nicolaus M, Paes T, Wakelin S. Blushing: an embarassing condition, but treatable. The Lancet 2006; 367:1297-98.
di: caterina visco
Commento del Dott. Zambello,
Mi è capitato spesso di incontrare pazienti che elencando i loro disagi dicano di arrossire in pubblico o quando sono in tensione. Mai ho colto questo disturbo di arrossire come una malattia a sé stante ma, un segnale un sintomo.
Appunto, una luce rossa che si accende.
Che facciamo, risolviamo il problema svitando la luce? Evidentemente no. Anzi mi sembra un segnale carico di presumibilmente di tante buone cose. In chi arrossisse, c’è energia che si muove, c’è sensibilità, intelligenza. E’ vero, arrossire denota una insicurezza dell’Io ma, ci si può lavorare. Se c’è energia, forza, verrà fuori qualcosa di buono.
Ragazze/i che arrossite, siate contenti, avete tanta energia da spendere e dare. Eventualmente fatevi aiutare ma non prendete pastiglie.
Del Dott. Renzo Zambello il libro: ” RICORDI E RIFLESSIONI DI UNO PSICOANALISTA”. Ed. Kimerik
Contatti:
Lo studio è in via Amico Canobio 7, CAP 28100 Novara. Cellulare 3472282733, e sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 19 .
Io ho sofferto di eritrofobia per 11 anni e alla fine ho vinto la paura di arrossire dopo che tutte le altre soluzioni non avevano funzionato. Anche l’intervento chirurgico di simpatectomia che ha solo danneggiato (credo irreparabilmente) il mio corpo.
Racconto la storia di come ho superato l’eritrofobia sul mio blog personale.