Soffro di disturbo bipolare. Ci sono speranze? Finalmente si.
Spesso sottovalutati, i disturbi mentali sono destinati a divenire una delle principali fonti di disabilità e dolore nel mondo. Da sempre, in Psichiatria non c’era speranza per il disturbo bipolare. Una persona su quattro in Europa soffre di una malattia psichiatrica, in Italia l’8% della popolazione, con alti costi sociali. Si stima che almeno una persona su cento, circa cinque milioni in Europa nel corso della vita sia colpita da una malattia mentale. Il meeting della World Psichiatric Association di Firenze ha dedicato attenzione al disturbo bipolare. Il disturbo bipolare è una malattia che mina fortemente la qualità di vita dei pazienti, dei loro familiari e degli addetti alle cure. Curare la patologia significa ripristinare la salute mentale ma anche massimizzare l’integrazione sociale dei malati.
La cura che da speranza per il disturbo bipolare.
In pratica il migliore trattamento è rappresentato da un approccio olistico che combini farmaci e terapia psicologia. Oltre, supporto sociale e familiare, dieta, esercizio fisico e programmi basati sugli stili di vita.
Al congresso sono stati anche presentati i dati di uno studio con il farmaco Aripiprazolo che per i pazienti con disordine bipolare. Il prof. Vieta, psichiatra dell’Università di Barcellona ha affermato che il farmaco costituisce un’opzione per il trattamento. A suo dire, presenta i benefici di buona sicurezza e tollerabilità a lungo termine. Il disturbo bipolare è caratterizzato dal fatto che il paziente passa dalla mania alla depressione con diverse gradazioni. Nella forma grave il disturbo bipolare può causare, nel quindici per cento dei casi, il suicidio. Questo è la terza causa di decesso tra le persone tra i quindici e i ventiquattro anni.
Purtroppo il disturbo bipolare è una malattia che dura tutta la vita con stati d’ansia parossistici. Il paziente accusa una tensione estrema, indotta da sostanze stupefacenti, disturbi alimentari e iperattività sessuale. Tutto questo associato a emicrania, malattie della tiroide, obesità e diabete di tipo due, oltre che malattie cardiovascolari.
Il disturbo bipolare: sintomi.
Purtroppo il disturbo bipolare è spesso associato con anche con l’alcolismo, tossicodipendenza, iperattività, panico e gravi comportamenti antisociali. È assai difficile da parte dello psichiatra giungere a una diagnosi precisa di questa patologia. Sappiamo soltanto che il problema colpisce entrambi i sessi e che l’età media d’insorgenza è di ventuno anni. Spesso i pazienti con forme lievi sono soggetti a un giudizio assai severo da parte della società. Le donne sono classificate, quando il disturbo ovviamente ha forme limitate e sono etticchettate come lunatiche. Per l’uomo nella migliore delle ipotesi c’è il giudizio d’instabilità emotiva. Il trattamento nei casi gravi prevede l’impiego del litio, della carbamazepina e dell’acido valproico in combinazione con farmaci antipsicotici.
La clinica, la psicoterapia
La ricerca medica ha dimostrato che il trattamento più efficace è una combinazione di psicoterapia di sostegno insieme a farmaci che stabilizzano l’umore. La difficoltà del terapeuta è soprattutto quella di modulare le terapie secondo l’aggressività della patologia. È certo comunque che il trattamento deve durare a lungo e non può essere interrotto in tempi brevi. I recuperi migliori si ottengono quando ci sono una diagnosi corretta e un trattamento completo. Il trattamento comprende la psicoterapia e una maggiore attenzione sociale a un cambiamento radicale dello stile di vita. Quest’attenzione globale può evitare le ricadute e permettere alla maggior parte dei pazienti di svolgere una vita più tranquilla e serena.
di: Giancarlo Calzolari
da: http://iltempo.ilsole24ore.com
Commento del Dott. Zambello.
Soffro di disturbo bipolare, posso guarire? Si, è vero, c’è speranza per il disturbo bipolare. E’ vero, in caso di depressione bipolare, vi é la necessità di integrare in maniera sinergica più approcci terapeutici. Approccio che deve essere: farmacologico, psicoterapeutico e sociale. Finalmente anche una Società di Psichiatri riconosce che c’è speranza per il disturbo bipolare. Si riconosce anche l’indispensabilità della psicoterapia in un progetto terapeutico a lungo termine. Si è capito che la risposta terapeutica non può valutare solo il sintomo.
L’intervento psicologico.
Ma credo sia ancora un po’ sottovalutata l’importanza dell’intervento psicologico. Questo non ha solo lo scopo di sostegno ma di risposta all’eziologia della malattia. E’ chiaro che su questo punto si apre la vecchia spaccatura tra la concezione organica della malattia mentale e quella psicologica. Chiaramente non sono io che posso dirimere l’ annosa diatriba. Diciamo che mi accontento, per il momento di constatare che hanno preso atto che la psicoterapia é importante.
Di Renzo Zambello il libro ” Ricordi e riflessioni di uno psicoanalista “ Ed. Kimerik
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Salve, ho 32 anni e soffro di bipolarismo da quando ne avevo 17, il mio primo ricovero in psichiatria in ospedale. Ho iniziato ad essere seguita dal SIMAP della zona, ma il problema più grande inizialmente è stato l’abituarmi ad essere costante con la cura ed ogni volta che smettevo andavo via di testa, entravo in un mondo tutto mio dove ogni cosa era distorta dalla mia “fantasia incubo” e finivo in ospedale di nuovo. La mia diagnosi l’ho fatta un po’ da sola con gli anni, i dottori (psichiatri) con cui ho avuto a che fare, e con cui ho a che fare ora, si limitano a darmi le medicine, a parte ultimamente che sono seguita da una psicologa associata al dottore.Soffro di attimi di depressione, a volte mi rendo conto di avere diversi comportamenti che ho paura non facciano parte della mia persona e mi mettono a disagio, mentre altre manie di grandezza ma soprattutto nervosismo e inadeguatezza per via dei soliti pensieri che mi dicono che posso dar fastidio a chi mi sta vicino. Il mio umore cambia anche solo dopo un discorso o una parola che non mi và giù e mi agito e divento aggressiva…. Poi tanto altro. La sicurezza che ho è che tutto questo parte dalla mia infanzia, terribile sottolineo, e l’adolescenza ancora peggio, ma non ho certo aiutato tutto questo anzi…ho iniziato presto con gli alcolici e gli stupefacenti… Ora sto finalmente mettendo a posto la mia vita, da circa 2 anni ho iniziato ad eliminare tutto ciò che contaminava il mio corpo, ho una visione più razionale delle cose e penso che tutte le persone, anche se in maniera impercettibile soffrono della mia stessa patologia, solo non amplificata. Le medicine mi aiutano davvero ma tagliare con l’autodistruzione è il primo passo verso la guarigione. Di droghe ne ho usate “poche”, ma l’alcool, se è una dipendenza, è davvero la bestia peggiore!!! Ora voglio solo capire me stessa, ho 32 anni e la testa ancora di un’adolescente, è ora di crescere e di rendersi conto quali sono i veri problemi nella vita! La depressione è solo il capriccio di chiedere di più dalla vita e chi muore di fame lo sà bene! Comunque il modo per ringraziare il mio dottore è questo perchè son sicura che tutto ciò che ho scritto non lo dirò mai nei pochi minuti di seduta. Grazie per il vostro lavoro. I.
Grazie a lei. Continui, vedrà che ci riuscirà.
Quando avevo 32 anni, mi diceva mia nonna: ” …ma tu sei un bambino, hai ancora una vita davanti…”. Era una saggia mia nonna.