Sono anziano e sono depresso. Anziani, un problema sociale sempre più grande
Sempre più spesso qualcuno dice: Sono anziano e sono depresso
I problemi psicologici degli anziani sono molteplici. In questo articolo intendo prendere in considerazione uno dei disturbi più frequenti negli over 60: la depressione. La società di oggi tende a svalutare gli anziani e a privilegiare i giovani e nel contempo tende a considerare l’invecchiamento come una malattia. A collegare alla stessa sintomi come l’apatia, l’astenia, i disturbi della memoria e lo scadimento delle condizioni fisiche. L’idea che le capacità mentali declinino con l’età è estremamente diffusa e particolarmente negativa nei suoi effetti. Non è così, le performance non diminuiscono con l’età , ma i processi di apprendimento si compiono più lentamente. L’anziano è inoltre esposto a situazioni stressanti legati a un numero maggiore di eventi di “perdita” e all’avvicinarsi della morte.
Calo dell’autostima dell’anziano
Queste condizioni favoriscono un calo dell’autostima. La donna sembra più sensibile alla mancanza di relazioni sociali, ai problemi finanziari e alla paura della morte.
La depressione negli anziani
La depressione negli anziani può presentarsi mascherata, cioè l’anziano può utilizzare disturbi somatici per comunicare uno stato depressivo. Anche una diagnosi di pseudodemenza, dovuta da alterazione della memoria, dell’orientamento e della funzione intellettiva, può complicare la situazione. Non è facile definire esattamente quanto la sintomatologia depressiva sia direttamente causata dalla malattia fisica e quanto sia invece legato alla reazione psicologica. In ogni caso la depressione tende a svilupparsi a procedere in maniera indipendente anche quando il disturbo organico viene trattato in maniera adeguata. In altri casi i problemi psicologici sembrano essere legati all’emarginazione sociale, alla povertà , alla deprivazione culturale e all’isolamento.
La psicoterapia negli anziani
Anche il pensionamento può essere causa di disadattamento. Che fare? L’età avanzata non costituisce una controindicazione a molte forme di psicoterapia. Anzi, l’esperienza recente insegna che trattamenti come la psicoterapia breve e di sostegno possono giovare. Bisogna tener conto che l’anziano quasi sempre presenta una rigidità psicoaffettiva che ostacola il superamento delle difese. La depressione risponde infine molto bene a un aumento delle stimolazioni sociali e più in generale.
Si può affermare che qualsiasi intervento che limiti in qualche misura il senso di solitudine può considerarsi terapeutico.
di: Ennio Salamone
da:http://www.bergamosette.it
Commento del Dott. Zambello
Sempre più spesso lo psicologo, come ogni altra figura professionale nel campo medico, viene chiamato a confrontarsi con gli anziani. Sono d’ accordo con il il Dott. Salamone che per quanto concerne la richiesta psicologica, essa può trovare una buona risposta in psicoterapie brevi e mirate. Ma, non faremo un buon servizio di informazione se non mettessimo in primo piano che, prima di ogni altro intervento, bisogna fare una diagnosi differenziale.
Diagnosi differenziale
Mi sembra che sia, o possa essere, una fuga in avanti, una scorciatoia, la diagnosi di depressione reattiva al disagio sociale. Troppe volte ho visto pazienti anziani, curati per una non ben definita depressione con segni di una non ben definita demenza senile. E, non erano mai stati fatti gli esami clinici. Ad esempio la ricerca dei Folati, della Vit.12 o del TSH o ancora, una TAC della base dell’ encefalo. Temo sempre che sia più facile, costi meno, curare un paziente come “depresso” che fare delle diagnosi differenziali.
Di Renzo Zambello il libro ” Ricordi e riflessioni di uno psicoanalista “ Ed. Kimerik
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un anziano bipolare puo’ essere curato con antidepressivi x risolvere il suo problema di orientamento?
Gent.mo Signor Piano,
colgo l’occasione della sua domanda per fare una precisazione di ordine medico. Anche gli anziani possono essere curati, anzi, devono essere curati dalla depressione ma lo deve fare lo Psichiatra in accordo con il Geriatra. E’ importante infatti che il medico conosca quali siano le funzioni epatiche e renali del paziente. La posologia, di qualsiasi farmaco, deve sempre tenere conto di queste due importantissime funzioni fisiologiche che nell’anziano possono modificarsi sensibilmente.