La depressione silenziosa negli adolescenti: un problema che dovrebbe allertare tutti
Depressione silenziosa: bambini e adolescenti “normali”, che un giorno, senza un perché’, decidono di farla finita con la vita.
Quello che e’ successo ad Avellino, dove un dodicenne si e’ buttato dal balcone dopo un banale rimprovero dei genitori conferma la necessita’ di prestare attenzione. Purtroppo la depressione silenziosa dei bambini, non sempre e’ evidente. Ma, se non trattata può’ portare a conseguenze drammatiche. E’ l’allarme lanciato da Carlo Cianchetti, professore di neuropsichiatria infantile all’Universita’ di Cagliari. I bambini sono sempre più’ depressi, avverte Cianchetti, e soprattutto sempre meno seguiti.
“Per chi conosce e segue il proprio figlio il disagio per quanto nascosto si manifesta, se non altro attraverso altri segnali come lo scarso rendimento scolastico. Ma bisogna avere dialogo, attenzione, altrimenti i problemi si aggravano“.
Depressione silenziosa: sintomi.
Attenzione ai comportamenti dei bambini e degli adolescenti, dunque, anche perche’ sono in un’eta’ in cui si e’ “senza pelle”: “Non sono in grado di affrontare eventi negativi, come una bocciatura o un rimprovero. Eventi che per gli adulti sono più’ facilmente assorbibili senza traumi”. E poi non va sottovalutata l’innata tentazione alla sfida, anche fatale, di quegli anni. “L’adolescente e il bambino – sottolinea il neuropsichiatra – hanno spesso reazioni impulsive, non controllate. E spesso, senza pensare alle conseguenze che possono essere senza ritorno”. Nel caso in cui si riscontrino segni di depressione, segnala l’esperto, “bisogna subito rivolgersi a un medico. Magari a partire dal medico di famiglia, per poi, se necessario, interpellare uno psicologo o un neuropsichiatra infantile”. (AGI)
Commento del Dott. Zambello
Si, è un problema enorme quello della depressione silenziosa degli adolescenti. L’adolescenza è già di per sé un periodo difficile, di crescita. Il ragazzino si stacca dalla famiglia, non senza fatica ed inevitabili traumi e cerca un mondo gruppale nuovo dove inserirsi, sentirsi protetto. Ha ragione il Neuropsichiatra, l’adolescente non ha ancora una “pelle”. Il suo “Io” deve ancora strutturarsi, crescere, definirsi. A questo scopo una volta c’erano le grandi istituzioni: la scuola in primis, il gruppo politicizzato o il gruppo della chiesa. Poco importava l’ideologia, c’erano dei gruppi dove l’adolescente entrava e portava a termine la sua maturazione personale. Poi, verso i 22, 23 anni, il ragazzino, ragazzina si interessava a rapporti un po’ più ristretti, di coppia. I gruppi si sfaldavano ed iniziava l’età adulta.
La situazione oggi.
Ora non c’è più niente, o poco. Soprattutto sono venute a cadere le figure genitoriali di riferimento. Ad esempio, l’uomo che rappresentava un ideale politico, religioso, sociale. O, padri capaci di captare l’interesse e l’identificazione del/della giovane. I padri si sono liquefatti, non hanno più struttura, purtroppo anche all’interno della famiglia. Risultato: depressione silenziosa dei figli. Silenziosa perché non sanno di che disperarsi e hanno perso le speranze.
Video: Depressione e Psicoterapia del Dott. Zambello
Del Dott. Renzo Zambello il libro: ” RICORDI E RIFLESSIONI DI UNO PSICOANALISTA”. Ed. Kimerik
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