Esiste il paranormale? Alcuni scienziati ci credono, la maggior parte risponde con dei preconcetti.
La domanda: esiste il paranormale scienziati e gente comune se l’è sempre posta. In questi giorni su Repubblica l’ennesimo articolo del solone di turno che elencava scienziati, finanche premi Nobel per la fisica, per la chimica e addirittura per la medicina, che avevano deviato così tanto nella loro ricerca scientifica da credere nel paranormale.
Avete letto bene: paranormale.
Poveretti, pensate che triste fine.
Il cantore della vera scienza diceva che uno di questi ha così tanto deviato che alla fine è stato allontanato anche da Wikipedia.
Ma si può perdere credibilità più di così?
Farsi allontanare da Wikipedia.
Vi faccio alcuni nomi.
Isaac Newton. A lui dobbiamo eccezionali scoperte come la legge di gravitazione universale e le leggi del moto e, ancora, la teoria corpuscolare della luce e quella del calcolo differenziale.
Poveretto, era però anche un alchimista e un grande studioso della Bibbia.
Oliver Lodge. Scoprì le onde elettromagnetiche e quelle radio. Ipotizzò molto prima di Guglielmo Marconi l’utilizzo delle onde nella tecnologia dei telegrafi senza fili.
Era arrivato, pensate un po’, ad interessarsi di sedute medianiche, meritandosi giustamente la derisione e l’allontanamento dalla comunità scientifica.
Lodge sostenne addirittura la possibilità di fenomeni telepatici e l’esistenza dell’aldilà. Obbiettivamente era troppo ed hanno fatto bene a mandarlo via. Via, via.
Charles Richet. Medico e fisiologo. Le sue scoperte sull’anafilassi gli valsero nel 1913 il premio Nobel .
Durante tutta la sua vita, purtroppo anche lui portò avanti un altro tipo di ricerche. Era un sostenitore delle capacità del cervello umano di proiettare la propria energia per scatenare eventi fisici nell’ambiente circostante.
L’elenco potrebbe continuare ancora per molto. Permettetemene ancora due:
Pierre e Marie Curie. Si proprio loro che nel 1903 vinsero il Premio Nobel per gli studi sulle radiazioni. Successivamente mentre Pierre dedicava la sua attenzione al magnetismo e alla cristallografia, Marie vinse un secondo Nobel nel 1911 per la scoperta del radio e del polonio. I coniugi Pierre e Marie Curie hanno ricoperto un ruolo importantissimo nella comunità scientifica e forse non tutti sanno che anche loro nutrivano un enorme interesse nei confronti dei medium.
Pensate che Pierre pochi giorni prima di morire , nel 1906, arrivò a scrivere ad un amico: “Ci troviamo di fronte, secondo me, ad un mondo sconfinato di cose nuove e stati fisici di cui non abbiamo alcuna concezione”.
Forse aveva già perso un po’ di lucidità, poveretto. Si, deve essere proprio così.
Cos’è il paranormale.
A parte l’amara ironia dei fatti, che piaccia o no, ci sono e ci sono stati, grandissimi scienziati che hanno creduto nel paranormale.
Intanto faremmo bene a chiederci cosa si intende per paranormale?
Il termine paranormale si applica a quei fenomeni che non seguono le leggi della fisica, della chimica e degli assunti scientifici e, se misurati secondo il metodo scientifico, non sono verificabili.
Anche Dio quindi, da un punto di vista epistemologico, è un’esperienza paranormale.
Non sostengo che la scienza ufficiale, non si interessi di paranormale e non cerchi di definirne i meccanismi, anzi.
Pensate che in Italia c’è addirittura il CICAP, Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze . Il comitato “promuove un’indagine scientifica e critica nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri e dell’insoliti”. ( Dal loro sito).
Si pongono però almeno due problemi che potrebbero di fatto vanificare questa attività di ricerca e controllo. Il primo è l’interferenza di chi osserva l’oggetto osservato, il secondo, la possibilità che quello che si cerca di misurare, si muova, esista su piani che non seguono le leggi della fisica e chimica conosciute.
Come diceva Pierre Curie: “Ci troviamo di fronte ad un mondo sconfinato di cose nuove e stati fisici di cui non abbiamo alcuna concezione”.
Per quanto riguarda l’interferenza di chi osserva, ha scritto un bell’articolo Michael D. Sofka ( Scrittore americano studioso di psicologia ed epistemologo). Egli si chiede: “ La scienza è il metodo migliore che abbiamo a nostra disposizione per acquisire conoscenza? Risposta: Dipende dal tipo di conoscenza che stiamo cercando di acquisire”. Egli sostiene: “Prima di tutto la scienza è comunque un’attività umana. In quanto tale, i suoi metodi e le sue conclusioni sono influenzate dalle assunzioni psicologiche, sociologiche, storiche, religiose e politiche del singolo scienziato e della comunità scientifica.”
Ad esempio, i risultati degli esperimenti della PEAR (The Princeton Engineering Anomalies Research -programma di ricerca presso la Princeton University che studiava la parapsicologia) . Secondo Sofka, al PEAR avevano ottenuto risultati che erano la prova scientifica dell’ esistenza dei fenomeni paranormali. Prove, lui dice, leggibili dagli scettici e da chiunque altro. Eppure il programma è stato chiuso. Perché? Non si è capito. I pareri degli scienziati sono molto discordanti.
Non ho visto i dati. Non li posso valutare. Mi permetto di suggerire un’immagine che chiaramente non ha niente di scientifico né tanto meno storico, ma ha la presunzione di interpretare meccanismi più profondi. Penso infatti che il mondo scientifico stava ai ricercatori della PEAR come la Chiesa del ‘600 stava a Galileo. Galileo non poteva aver ragione. Era troppo sovversivo rispetto alle sicurezze della Chiesa. Galileo aveva torto e basta. Il PEAR aveva torto e basta. Non poteva aver ragione.
Paranormale e Sincronicità
C’è un precedente illustre che dimostra come, da un punto di vista psicologico, sia difficile abbandonare le nostre categorie interne e aprirsi a possibilità diverse, a volte apparentemente antitetiche. Il precedente ce lo fornisce proprio Einstein. Lui il genio, il padre della teoria della relatività, Einstein polemizzò con i sostenitori della meccanica quantistica ritenendola debole e insufficiente. Inutile dire che sbagliava. Lui aveva ragione sulla sua teoria, ma era vera anche l’altra. E alla fine, la teoria della relatività ha portato a numerose e interessanti assunti dal punto di vista teorico (traiettorie della luce nei campi gravitazionali, i modelli cosmologici e abbiamo iniziato a capire i buchi neri). Da un punto di vista pratico: il sistema di posizionamento dei GPS. Ma, la meccanica quantistica ci ha dato i computer ed appare come un mare senza fine dove potremmo continuare a pescare.
Vi piacerà sapere che uno dei padri della meccanica quantistica è stato Wolfagang Pauli. Quel Pauli che assieme ad Jung ricercava e scriveva sulla Sincronicità. Ecco appunto, la sincronicità, un fenomeno paranormale.
Chi può misurare la sincronicità? Chi può ripetere un fenomeno sincronico? Nessuno. Indi, la sincronicità è un fenomeno paranormale. Ma, esiste! Ne facciamo esperienza tutti i giorni. O no?
Ma ora chiediamoci che se ne fa l’uomo della sincronicità e di tutti gli altri fenomeni paranormali, che senso hanno? Li può sviluppare dentro di sé?
Vi confesso che sono domande che mi faccio anch’io. Non ho risposte. Si, ecco, forse rispetto ai soloni che hanno delle certezze, io di certezza non ne ho neanche una .
Una si: Pierre Curie aveva ragione : “L’uomo è un mondo sconfinato di cose nuove e stati fisici di cui non abbiamo alcuna concezione”.
Secondo me ne abbiamo una percezione nei sogni. Chi lavora un po’ coi sogni o semplicemente si sofferma a pensare ai suoi, ben presto si accorge di come il nostro inconscio si alimenti, costruisca immagini e simboli che fino a quel momento non gli appartenevano. L’uomo, durante il sogno, molto spesso, pesca nell’inconscio collettivo e utilizza e si arricchisce di nuovi vissuti.
Si, il sogno è la via per l’Inconscio, la fonte dei fenomeni paranormali. Senza il sogno non possiamo vivere ma, è anche vero che gran parte di questi vengono censurati dall’Io e non arrivano mai alla coscienza.
E allora come faccio in una situazione di veglia a mettermi in una condizione dove l’inconscio possa fluire nel mio Io?
Ve lo dico nel migliore dei modi che conosco: pregate, pregate, pregate.
Tanto, sono già destinato a seguire la strada dei poveretti. Loro almeno avevano carte in regola per contrastare la condanna. Io non ho niente, solo la mia parola. Però ne sono certo, la preghiera è la via maestra.
Sono impazzito? Spero di no, è che ho capito perché il Vangelo dice : «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe» (Lc 17,6).
Questa è la potenza dell’inconscio collettivo che abbiamo dentro ognuno di noi.
Ma possiamo arrivarci, prostrati come davanti all’Infinito, mettendo a tacere l’Io, creando una situazione di equilibrio che va oltre le nostre nevrosi.
Lì, solo in quel peculiare momento possiamo sperimentare il contato con l’inconscio collettivo che si può manifestare, in un fatto sincronico, in una capacità telepatica, in un fenomeno di telecinesi e in mille altre possibilità, ognuna legata alla struttura psichica del soggetto e alla realtà esterna ma sempre in episodi unici ed irripetibili.
Quindi porsi il problema di misurarli, ripeterli o ancor più, utilizzarli per motivi utilitaristici, è sciocco, frutto di stupida presunzione o povertà culturale. Persi il problema se esiste il paranormale è saggio, pensare di poterlo utilizzare, è folle
Volete prendere contatto con voi stessi, con il vostro inconscio, pregate.
E’ chiaro che fa lo stesso se meditate o fate magari una passeggiata nei boschi, o sul bagnasciuga al mattino. Leggete poesie, un bel libro, andate a vedere una mostra o affrontate un percorso psicoterapeutico. Fate quello che volete, l’importante è che riusciate ogni tanto a far tacere il vostro Io e ascoltiate lui, l’inconscio. E, se vi chiedete se esiste il paranormale? Non rispondete no, sospendete il giudizio.
Buona preghiera a tutti.
Contatti:
Lo studio del Dott. Renzo Zambello è in via Amico Canobio 7, CAP 28100 Novara. Cellulare 3472282733, Aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 19 .
Brano tratto dal libro“Ricordi e riflessioni di uno psicoanalista” di Renzo Zambello ed Kimerik