L’ Ipnosi funziona come psicoterapia? Nuove scoperte scientifiche. Nuova era.
Ipnosi funziona come psicoterapia. Dopo secoli di alterne vicende non prive di ostracismo culturale, l’ipnosi è oggi considerata una possibile risposta clinica. Ma soprattutto è una via importante per la ricerca e la sperimentazione terapeutica.
Cos’è l’ipnosi?
L’ipnosi è una condizione di modificazione dello stato di coscienza. E’ molto simile al sonno ma, indotta da uno psicoterapeuta.
L’ ipnosi è uno stato normale?
L’ipnosi non è quindi, come generalmente si crede, uno stato eccezionale ma una alterazione della coscienza, ma bensì “ uno stato di normalità”.
Tutti noi, passiamo continuamente da uno stato di vigilanza ad uno di rilassamento. Infatti alterniamo stati di razionalità a uno stati in cui prevalgono le emozioni.
Esempio:
Immaginiamoci alla guida di una macchina in un rettilineo in cui non esistono pericoli imminenti. Automaticamente, senza che noi lo vogliamo, entriamo in uno stato di momentanea “ipnosi” per uscirne al primo incrocio.
Lo facciamo automaticamente. E’ normale.
Ipnosi-terapia
Cos’è che differenzia allora lo stato di ipnosi-terapia da uno stato di ipnosi quotidiano? Fondamentalmente due cose:
La prima: la durata del tempo ipnotico. E’ il terapeuta che decide il tempo, quando e quanto profondo deve essere lo stato di modificazione della coscienza. Il terapeuta ha la possibilità di indurre una trance ipnotica.
La seconda: la possibilità da parte del terapeuta di comunicare con l’inconscio del paziente seminando. Come dicono gli ericksoniani, Il terapeuta semina metafore, immagini segni e simboli. Egli poi lascia che sia l’inconscio del paziente a cogliere in un processo mitopoietico, ciò che gli serve. Si realizza così un processo di auto-guarigione.
Indicazioni cliniche per l’utilizzo dell’Ipnosi.
L’ipnosi clinica trova indicazione in numerosi stati di disagio psichico: ansia, fobie e può essere d’aiuto in alcune malattie psicosomatiche.
Ipnosi e attacchi di panico
Personalmente invece e con me molti colleghi, oggi, crediamo un po’ meno alla possibilità di utilizzare l’Ipnosi negli attacchi di panico e per le depressioni.
Pregiudizi.
E’ vero che tutt’oggi persistono diversi pregiudizi sull’ipnosi. Il più comune è l’idea che durante l’ipnosi si possa perdere totalmente il controllo della propria volontà. La conseguenza: non avere consapevolezza di quello che potrebbe accadere durante la trance.
Non ultima, la paura che l’ipnosi crei uno stato di dipendenza psicologica.
A tale proposito bisogna anzi tutto precisare che durante l’ipnosi non si realizza mai un processo di completa frattura tra il conscio e l’inconscio. Tale frattura avviene solo in alcuni casi patologici gravi che il terapeuta deve saper riconoscere prima di procedere ad un’ induzione. In questi casi non si deve fare l’Ipnosi. Ad esempio: è fortemente sconsigliata l’Ipnosi nei casi Borderline. Il paziente potrebbe scivolare verso uno stato psicotico difficilmente poi recuperabile.
Lo stato del paziente.
In situazioni “normali”, dove si induce solo uno stato alterato di coscienza il paziente rimane sempre in uno stato di sufficiente attenzione. Non farà mai niente che non voglia effettivamente fare.
È vero comunque che lo stato di ipnosi mette il paziente in una situazione in cui le difese dell’Io si abbassano. E’ per questo motivo che tale intervento deve essere eseguito solo da uno psicoterapeuta. Ma soprattutto l’Ipnosi ha senso solo all’interno di una strategia terapeutica.
Nota personale: nella pratica clinica non uso più da anni l’ Ipnosi. Ho fatto la scelta professionale di praticare solo come Psicoterapeuta dinamico e Psicoanalista.
Articolo pubblicato anche su : www.farmasalute.it
Articoli sullo stesso tema:
http://www.psicoterapiadinamica.it/2009/03/da-erickson-ai-tutors-dagli-sciamani-ai-psicoterapeuti/
http://www.psicoterapiadinamica.it/2008/07/con-lipnosi-ti-convinco-a-guarire/
Di Renzo Zambello il libro: “Ricordi e riflessioni di uno psicoanalista”. Edizioni Kimerik.
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