La psicoterapia funziona o è un’illusione?
Ho letto oggi un lungo articolo su Repubblica dove vengono riportati alcuni dati sperimentali atti a dimostrare la scientificità o meno della Psicologia. Per la verità si estrapola dall’articolo che si trattava dei risultati di una ricerca del Prof. Brian Nosek che insegna in una Università della Virginia che ha ripetuto ciò che era già stato fatto con un campione molto più ampio alcuni anni prima.
Ricerca di una conferma scientifica.
Il tentativo era di dare una risposta ” scientifica” ad una annosa domanda: la psicoterapia funziona o è una illusione? Chiaramente, gli scienziati che si sono posti questo “fondamentale” quesito avevano anche scientificamente stabilito le obbiettive regole per dare una definitiva risposta: se funziona deve rispondere ai criteri galileiani, in primis: la ripetitività.
Mi chiedo, ma si può essere più sciocchi?
Non mi scandalizzo che ci siano dei detrattori della psicoterapia e ancor più della psicoanalisi. Ognuno è libero di leggere e vedere quello che vuole o è capace di vedere ma, non capisco come ben 270 ricercatori, o meglio operatori della psiche abbiano accettato di sottoporsi a queste verifiche. Mi meraviglia sempre quando un collega che ha scelto di lavorare nella dimensione dello spirito, di incontrare il suo paziente in un rapporto dove la medicina è la parola legata alle emozioni, poi, decida di verificare la “ripetitività” dell’evento.
In una psicoterapia giocano variabili non misurabili.
In tanti anni di lavoro ho imparato che ciò che conta nella psicoterapia sono il rapporto paziente-terapeuta, l’empatia e l’esperienza del terapeuta.
D’altra parte negli anni, sono state numerose le ricerche che avevano confermato l’efficacia della psicoterapia. Cito ad esempio l’importante lavoro sul campo di Seligman M.E.P. (1995), che sintetizzò i i suoi risultati in tre affermazioni:
- La psicoterapia funziona in misura rilevante
- I trattamenti a lungo termine conducono, in genere, a risultati migliori e più stabili nel tempo rispetto a strategie a breve termine
- Non vi sono differenze significative tra i vari approcci. Certo in questa seconda variabile c’è la formazione, l’età del terapeuta ma, questo era già risaputo da anni.
Verifiche con mezzi e linguaggi inappropriati.
Volere verificare questi dati con il linguaggio matematico e fisico, è pazzia. Ha ragione Recalcati quando scrive: “Ogni caso è per lo psicoanalista unico, non riproducibile e non comparabile”. Ovvero, nel mondo dei sentimenti tutto è unico e irripetibile. Aggiungo, ad una sola condizione: che sia un rapporto vero.
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Di Renzo Zambello il libro ” Ricordi e riflessioni di uno psicoanalista “ Ed. Kimerik