Una società sempre più sessualizzata.
Le perversioni sessuali. Viviamo in una società apparentemente sempre più sessualizzata, dove contemporaneamente aumentano i disturbi sessuali. Perché? In questo articolo mi riferisco specificamente a quei disturbi sessuali di origine psicogena. Li elencheremo e cercheremo di trovarne le cause e la possibile terapia.
Elenco delle più comuni perversioni sessuali o parafilie.
Quando parliamo di perversioni sessuali ci riferiamo essenzialmente ad alcuni problemi psicologici chiamati Parafilie che sono:
l’Esibizionismo Voyeurismo, il Sadismo e Masochismo, Feticismo, Pedofilia e Travestitismo.
Determinare che cos’è deviante e cosa non lo sia implica stabilire cos’è normale e cosa non lo è. Determinare ciò, nel campo della sessualità, comporta il pericolo di rifarci a categorie morali.
Freud: un bacchettone
Le valutazioni di questi problemi sessuali riflettono la società che le esprime. Basti pensare che Freud, si lui, nel 1905 definiva l’attività sessuale come perversa “quando è focalizzata su regioni del corpo che non siano i genitali” . Allias: il sesso orale per lui era una perversione. Non parliamo poi dell’omosessualità.
Le categorie sociali.
A nessuno oggi verrebbe in mente di etichettare come perversa una pratica orale-genitale e si ammette che le coppie “normali” abbiano una varietà di comportamenti sessuali. Nonostante questa indubbia maggiore tollerabilità sociale è indiscutibile che alcune persone soffrano di disturbi sessuali con conseguenti disagi psicologici. Qual’è allora la variabile in gioco? La pervasione dell’Io. Solo quando l’Io si sente pervaso da comportamenti compulsivi che ne limitano di fatto la sua potenzialità. Solo allora siamo autorizzati a parlare di disturbo sessuale.
Interpretazione psicoanalitica delle perversioni sessuali
Lo stesso Freud aveva notato che tracce di perversione sessuale potevano essere trovate virtualmente in ogni persona. Ma, McDougall nel 1986 lo correggeva e poneva delle restrizioni: Egli affermava che: “ fantasie perverse si riscontrano regolarmente in tutto il comportamento sessuale adulto. Ma tendono a causare pochi problemi in quanto non vengono esperite come compulsive. “
La quantità e la qualità.
Ancora una volta la psicanalisi ci insegna che non è la qualità ma la quantità che fa la differenza, Non è la presenza di fantasie ma la necessità di realizzarle in maniera compulsiva.
La schiavitù che il paziente sperimenta rispetto a queste fantasie e la loro pervasività nell’Io.
Stoller (1985) scrisse che le perversioni sono “la forma erotica dell’odio”. Egli asseriva che la crudeltà e il desiderio di umiliare e di degradare il compagno o la compagna e anche se stessi, è la determinante per classificare un comportamento come perverso.
Bacchettava anche lui.
Cause e terapia dei disturbi sessuali
Per la verità, l’eziologia e le cause di tali disturbi sessuali sono in parte ancora un gran mistero. Alcuni autori e studiosi hanno suggerito fattori biologici. Nella visione classica psicanalitica tali disturbi sessuali sono considerati delle fissazioni o regressioni a forme di sessualità infantile che persistono nella vita adulta.
Teorie analitiche
Essenzialmente sono due le teorie psicanalitiche che tentano di spiegare le parafilie. Una quella di Stoller che le vedeva come un’espressione del desiderio di umiliare.
La seconda di Mitchell (1988) che interpretava le perversioni sessuali come una sfida alla prepotente influenza della figura materna interna.
E’ suggestiva l’interpretazione di Mitchell. Infatti, in alcuni casi, l’area delle perversioni sessuali è l’unica area nella quale il soggetto riesce ad affermare la sua indipendenza.
La psicoterapia dei disturbi sessuali
La psicoterapia dei disturbi sessuali non è facile. Spesso il paziente è resistente, tende razionalmente a sottovalutare il suo comportamento sessuale, negandolo come problema. Solo i pazienti che provano un certo disagio per i loro sintomi, possono essere in grado di superare una iniziale resistenza e formare una alleanza terapeutica con il proprio psicoterapeuta . Solo allora paziente e terapeuta potranno iniziare a cercare i significati inconsci del sintomo e la loro funzione all’interno della personalità del paziente.
Caso clinico.
Un giorno venne da me un signore di oltre 60anni, manager di successo , “inviato” dalla moglie. Venne da me perché, uso le sue parole: “ era stato beccato dalla stessa mentre eccitato, ‘spionava’ il suocero in bagno”. La moglie inorridita lo obbligò a sottoporsi ad una psicoterapia. Fin dalla prima volta mi disse: “io non ne ho proprio nessun bisogno”. La psicoterapia infatti non iniziò proprio. Ci accordammo per alcuni incontri conoscitivi e poi, di comune accordo ci salutammo.
Mi si può dire che c’erano tutti i motivi per fare una terapia. Forse, ma non c’erano le condizioni minime: lui non ne sentiva il bisogno.
Chi può dire se ha sbagliato.
Nella sessualità non vi sono categorie a priori. L’unica variabile è come si sente lui e gli altri che gli stanno attorno.
Video correlato: http://youtu.be/mo0kk9SDyBk
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http://www.psicoterapiadinamica.it/2012/05/la-mia-sessualita-problematica/
http://www.psicoterapiadinamica.it/2009/10/fantasie-sessuali-estreme/
Di Renzo Zambello il libro ” Ricordi e riflessioni di uno psicoanalista “ Ed. Kimerik
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