Provo ansia generalizzata e sono depressione. Cosa devo fare?
Quando il terapeuta sente chiedere: provo ansia generalizzata e sono in depressione, cosa devo fare? Deve allertarsi.
Anzitutto deve chiarire se si tratta di ansia reattiva a qualcosa di interno. Il disturbo d’ ansia generalizzata spesso si associa ad una depressione mascherata rendendo difficile per lo psicoterapeuta distinguere quale sia il disagio prevalente. L’ ansia generalizzata infatti è fra i disturbi d’ansia quello con la più alta percentuale di coesistenza di due o più patologie (comorbilità).
Chi soffre di ansia generalizzata molto spesso tende a somatizzare. Il quadro sintomatologico è ibrido e appesantito da un umore e pensieri depressivi.
Diagnosi
In realtà l’ ansia generalizzata richiederebbe fosse valutata come un disagio a sé stante. Non confusa con la paura dell’attacco di panico né con l’ansia ossessiva, ad esempio: l’ipocondriaca o la paura di apparire in pubblico. Chi soffre di ansia generalizzata apparentemente non avrebbe motivo di essere preoccupato, eppure percepisce l’ansia come talmente pervasiva.
Il paziente è concentrato su sentimenti fortemente apprensivi che hanno come oggetto i familiari, il lavoro, la salute e il futuro.
Questi pazienti sono costantemente nell’attesa che succeda qualcosa di brutto a se stessi o alle persone loro care.
Conseguenze
La conseguenza di questo continuo stato di tensione mentale e fisica è che il sistema neuro-vegetativo è continuamente attivato. Il paziente ha problemi pressori, cardiaci e gastroenterici. Sono compromessi i rapporti interpersonali e affettivi.
Molto spesso queste persone hanno delle difficoltà lavorative e i loro rapporti sessuali sono fortemente alterati.
Ansia generalizzata: terapia
Che fare? Non è una risposta facile per il terapeuta anche perché spesso lo stesso sintomo è confuso con una malcelata depressione o viene somatizzato.
E’ chiaro a tutti che la risposta più ovvia è il farmaco. Però, mai come per il disturbo d’ansia generalizzata, i farmaci che non sono un trattamento risolutivo. Infatti, l’uso di solo farmaci rischia di innescare meccanismi di dipendenza.
La terapia che scardina i meccanismi più profondi è la psicoterapia.
Le possibilità sono due:
Una terapia comportamentale dove il paziente impara a contenere l’ansia, a non farsi pervadere e a limitarne il più possibile i danni relazionali.
La seconda possibilità: una terapia psicodinamica dove l’ansia è considerata la punta di un iceberg.
Meccanismi e scopo della psicoterapia dinamica
Lo scopo della terapia dinamica è svelare quei conflitti profondi che emergono nel sintomo. L’ansia è l’epifenomeno non la causa. L’esito positivo della terapia consisterà nella capacità che acquisirà il paziente di usare l’ansia come un segnale di un conflitto che lo obbliga all’introspezione e alla comprensione di sé. Quando questo avviene, il paziente non sarà più vittima dell’ansia ma la userà come un campanello di allarme.
L’ansia gli permetterà di frequentare il suo inconscio.
Diventerà veramente: “padrone a casa sua”.
Di Renzo Zambello il libro: “Ricordi e riflessioni di uno psicoanalista”. Edizioni Kimerik.
Video: Ansia e Psicoterapia
Contatti:
Lo studio del Dott. Renzo Zambello è in via Amico Canobio 7, CAP 28100 Novara. Cellulare 3472282733, Aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 19 .