La salute della mente: come i disturbi psichici influiscono sulle malattie, più rischi, cure irregolari. Parla lo psichiatra Mario Maj
Salute della mente e del fisico sono un tutt’uno.
Non c’è buona salute (fisica) senza buona salute della mente. Il detto latino “mens sana in corpore sano” non è altro che il titolo con cui Lancet ha recentemente pubblicato un articolo. Si tratta di uno studio condotto da un gruppo congiunto di ricercatori europei sulle conseguenze fisiche dei disturbi psichici. In particolare le conseguenze della depressione sull’incidenza di alcune patologie. Per l’Italia ha partecipato il team che fa capo a Mario Maj, direttore del dipartimento di Psichiatria del II Ateneo di Napoli. “La depressione è in assoluto la malattia che contribuisce maggiormente alla disabilità della popolazione mondiale“, premette Maj. Continua: “Un contributo che si identifica nel 10 per cento di tutte le patologie non infettive“.
La mancanza della salute della mente
Rende più vulnerabili.
Insomma, oltre a essere disabilitante di per sé, la depressione e le sue manifestazioni rendono le persone più vulnerabili a numerose malattie fisiche. E, spesso, ne è la causa che ne determina il decorso peggiore.
Il primo esempio arriva dal diabete mellito. Chi soffre di sindrome depressiva corre un rischio di svilupparlo del 37 per cento in più rispetto a un soggetto sano. Non solo. I diabetici depressi hanno maggiori probabilità di essere colpiti dalle principali complicanze.
Complicanze nei diabetici.
Esse sono: retinopatia, nefropatia, neuropatia, disfunzione sessuale e complicanze macrovascolari. “Sia nei diabetici che negli infartuati la presenza di una depressione maggiore si associa a una mortalità due volte più elevata”. Continua il docente, “e va ancora peggio se si sottovaluta il protocollo terapeutico. In quelli che hanno avuto un infarto e sono pure depressi, l’incidenza di nuovi eventi cardiaci dopo 18 mesi è del 7.4 per cento”.
Come si spiegano questi dati?
Correlazione tra salute della mente e malattie fisiche
“Le persone depresse”, risponde Maj ” presentano più frequentemente fattori di rischio. Ad esempio: l’ obesità, fumo, abuso di alcool, ridotto esercizio fisico e abitudini dietetiche poco corrette. Inoltre, i pazienti depressi possono presentare alterazioni biologiche che predispongono alle cardiopatie ischemiche. O, ancor peggio, interferiscono con il metabolismo glicidico. Tra le prime vanno ricordate l’aumentata attivazione piastrinica, la ridotta variabilità della frequenza cardiaca, la disfunzione endoteliale. E ancora: l’iperattività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. E’ significativo poi, l’aumento dei livelli della proteina C reattiva e di altri markers infiammatori. “.
Aderenza alle terapie
La depressione influenza il decorso la prognosi di alcune malattie fisiche. Questa è la conseguenza di un minor ricorso alle cure mediche o l’assunzione irregolare dei farmaci prescritti dei depressi. Questi ammalati affetti da patologie fisiche hanno una probabilità più che doppia rispetto agli altri pazienti di non aderire alle terapie mediche. Ancora, i depressi hanno una probabilità significativamente più elevata di non attenersi al protocollo terapeutico prescritto. Dimenticano di assumere i farmaci o non li prendono del tutto. Cosa fare in queste situazioni?
Tutti i medici dovrebbero rendersi condo dell’importanza della psiche nella genesi e decorso delle malattie dei loro pazienti, afferma Maj.
E,conclude , “serve una collaborazione quotidiana tra specialisti e psichiatri in ospedale anche in Italia“.
Video: Depressione e psicoterapia a cura del Dott. Zambello
Del Dott. Renzo Zambello il libro: “Ricordi e Riflessioni di uno Psicoanalista” . Ed. Kimerik.
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Lo studio è in via Amico Canobio 7, CAP 28100 Novara. Cellulare 3472282733, e sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 19 .
sono d’accordo allego il mio bog con le mie esperienze….
grazie