Soffro di eiaculazione precoce, cosa posso fare?
Quando un paziente mi dice: soffro di eiaculazione precoce, cosa posso fare? Mi sforzo di fargli capire che la eiaculazione precoce è un disagio che investe tutto il paziente. Non si tratta di trovare una scappatoia farmacologica ma affrontare tutto il Sé. Significa anzitutto verificare che non vi siano problemi fisici, ormonali e per ultimo, con me, blocchi nevrotici che agiscono con il sintomo.
I problemi fisici e psicologici che sono alla base della Eiaculazione precoce e dell’Impotenza sono molto complessi e polispecialistici. La Eiaculazione Precoce e l’Impotenza sono disturbi sessuali che, se pur con intensità e frequenza diversa, toccano la maggioranza della popolazione maschile.
Sono sempre più frequenti i giovani al di sotto dei trent’anni che si rivolgono ad uno specialista per chiedere aiuto perché soffrono di questi disagi chiedendo una terapia per la eiaculazione precoce. Il problema che si pone è: quale specialista? Si perché, di questi disturbi si interessano gli Urologi, gli Andrologi, i Sessuologi, gli Psicoterapeuti e ognuno di loro sembra fornire una soluzione che, molte volte, è profondamente diversa da quella degli altri specialisti. E allora?
Di cosa parliamo quando diciamo terapia della eiaculazione precoce?
Faccio un esempio. Credo che noi tutti abbiamo una idea di cosa significa Eiaculazione Precoce ma, quand’è che la si può definire tale? E’ solo un fatto soggettivo o obbiettivo e, c’è un parametro di riferimento? Misurato su cosa? Sul tempo di penetrazione, sulla soddisfazione soggettiva o su quella della coppia? E ancora, quando parliamo di Impotenza, stiamo parlando di un episodio transitorio o reiterato e, da quanto tempo? E’ presente fin dal petting o subentra dopo, magari nel momento della penetrazione? Si presenta anche durante la masturbazione oppure, durante questa, è totalmente assente?
Da queste poche riflessioni, si capisce subito che le variabili sono veramente tante e che è difficile, non solo dare delle definizioni ma anche proporre una terapia.
Corpo e psiche sono unite.
Purtroppo paghiamo ancora retaggi di una medicina che per secoli è stata solo organicistica e parallelamente una ricerca psicologica che prescindeva dal corpo. E, sia in un caso che nell’altro, la presunzione, il delirio, di avere o poter avere tutte le risposte. Ma, oggi, forse è il caso di dire basta.
Il mio approccio terapeutico.
Vi dico cosa faccio io quando mi si presenta un caso di Eiaculazione precoce o Impotenza, come mi rapporto col paziente e cosa intendo per terapia della eiaculazione precoce. E’ chiaro che per me la terapia della eiaculazione precoce non è né solo farmaci, né solo psicoterapia. Ho poi ben presente che la terapia della eiaculazione precoce investe specialisti diversi, quindi:
Eiaculazione precoce: Tappa 1
Anzitutto mando, se non c’è già stato, il paziente dall’ Urologo o Andrologo per escludere che non vi siano cause organiche: malformazioni, esiti di infezioni, problemi neurologici, diabete, problemi vascolari, ormonali, etc.
Eiaculazione precoce: Tappa 2
Solo dopo l’esclusione di cause organiche, valutiamo assieme la terapia della eiaculazione precoce possibile. Per quanto mi concerne, come psicoterapeuta, la terapia della eiaculazione precoce può essere sia comportamentale che dinamica. E’ infatti evidente che è ben diverso, se a sostenere una apparente difficoltà erettiva c’è un’ansia da prestazione per un “Io” un po’ debole, da un blocco per pervasione di fantasie persecutorie, in una struttura psicologica di tipo paranoide.
E, non è neanche vero, almeno per quanto mi concerne che, in quanto psicoterapeuta non mi faccio mai carico del sintomo. Dipende. Se mi trovo davanti ad un ragazzo giovane che affronta i suoi fantasmi edipici, mi guardo bene dal prescrivergli un farmaco “che lo fa ritardare” ma che gli toglierebbe la possibilità di “diventare uomo”. Se invece ho un adulto, di circa quarant’anni che affronta tematiche di tipo narcisistico che verosimilmente lo impegneranno per un lungo periodo, non sono così sadico da non aiutarlo alleviandogli il sintomo. Poi, affronterà il resto. Certo, devo essere sicuro di una collaborazione terapeutica attiva da parte del paziente, prima di prescrivergli il farmaco.
Solo farmaci come terapia della eiaculazione precoce?
No. Ad esempio, questi ragazzi che si impasticcano prima di andare con la loro donna, se dietro ci sono problemi psicologici, ben presto, la pasticca non farà più niente e loro cadranno in uno stato di frustrazione e mancanza di desiderio che renderà difficile ogni altro intervento.
Effetti collaterali delle terapie farmacologiche.
Molte volte mi sono arrivati pazienti con un vissuto di lunghe terapie farmacologiche che, a loro dire, li avevano rovinati. Poi, diventa difficilissimo intervenire, anche da un punto di vista sintomatico.
Come medico considero il sintomo sempre come un prezioso allarme ma anche. Certo, diventerebbe una inutile sofferenza quando questo ha fatto il suo servizio di allertare il paziente. Qual è il medico che manterrebbe volontariamente il “mal di denti”, una volta intrapresa la terapia?
Purtroppo, credetemi, molti pazienti, troppi, preferiscono mantenersi i loro disturbi, piuttosto, dicono che “impasticcarsi “ inutilmente.
Mi chiedo, che convenienza c’è in tutto questo?
Prima di navigar lontano, bisogna conoscere quello che si ha vicino e, se si guardano attorno, tra i loro colleghi, all’Ordine dei Medici, forse trovano ciò che cercano. Ad esempio guardate l’Elenco degli Psicoterapeuti.
di: Renzo Zambello
Di Renzo Zambello il libro: “Ricordi e riflessioni di uno psicoanalista” ed. Kimerik
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