Domanda allo psicoterapeuta:
Ciao.Mi chiamo Arianna, ho 20 anni. Da circa 5 anni soffro di attacchi di panico. Tutto è iniziato una sera, mentre mi incamminavo per andare a casa di una mia amica, ero in una via dove non c'era nessuno e ho iniziato a stare male, mi girava la testa e sudavo freddo, poi proseguendo una signora mi ha visto si fermò e mi chiese cosa avevo e mi accompagnò lei dalla mia amica. Pensando a quello che mi era successo mi domandai " e se quella signora non c'era?? e se stavo male e non c'era nessuno con me??" Da quel giorno io ho il terrore di stare da sola a casa, in giro, ovunque vado deve esserci qualcuno con me, perchè ho paura di stare male e che con me non ci sia nessuno.Ho provato a stare da sola ma proprio non ce la faccio, inizia a girarmi la testa.Inizialmente andai da una psicologa ma solo x poche sedute..Mi disse che quando mi accadeva, dovevo mettermi la mano nello stomaco e sentirmi il respiro. Poi quando credevo di aver superato la mia paura, smisi di andare alle sedute. Ma mi sbagliavo, perchè la paura non mi era passata e andando avanti col tempo è come se mi fossi arresa e al posto di superarla ci sto convivendo con questa paura. Ma ora ho capito che non posso continuare così, io voglio davvero superarla e riprendermi la mia vita. Devo andare a convivere col mio ragazzo, che oltretutto lavora di notte, e al solo pensiero di stare a casa da sola, sto male!! Vorrei tanto essere forte, Più forte di questa paura che mi sta impedendo di vivere come qualsiasi altra ragazza. Spero di essermi spiegata bene e che qualcuno possa aiutarmi a capirci qualcosa. Grazie..
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Arianna,
lei si è spiegata benissimo e mi creda, per quello che capisco io, lei fatica, ha paura a crescere a diventare adulta. Gli attacchi di panico sono un pretesto, una "scusa" per continuare a fare "la bambina". Lei non è colpevole di questi involontari comportamenti. La psicoterapia non deve solo concentrarsi su tecniche atte a superare il sintomo, l'attacco di panico ma soprattutto a capire il perché,
Aggiunto: Marzo 15, 2012
Domanda allo psicoterapeuta:
buon giorno dott.mi aiuti per favore, io nn ho nessuno sono sola..da piu di 2 anni, convivo con un uomo che ha lasciato moglie xche vivere con me.ma lui mi dici che nn avra mai il coraggio di portaren i suoi figli a casa dove viviamo insiemi,ma anche xche la ex moglie nn lo permeti..lui nn ha coraggio di andare in giro con me, dici che ha paura che i figli possono sappere, se x caso sono nel centro comerciale e lui e li, fai finta di nn vedermi, se entro in un ristoranti che c'e lui fa finta di nn conoscermi dicendomi che i proprietari del ristoranti sono suoi clienti...
lui lavora tutto il giorno, prendi i figli nel matino per portargli alla scuola e prima di venire a casa passa da loro x salutare, arrivando a casa mangia dormi e se chiedo di parlarmi mi dici sono stanco sono stanco, soltanto qdo a volgia di farre l'amore nn e stanco.
dentro di casa dici di amarmi di nn vivere senza di me.
qdo lui ancora viveva con la ex, lui a chiesto la separazioni dicendo a lei che nn riusciva a vivere i figli senza di me, ma vivendoci insiemi io nn esisto piu, lui adesso vivi solo x i figli, sabato e domenica tutto il giorno con loro io a casa sola fino alle 22 di sera.mi aiuti per favore...
Risposta del Dott.Zambello: Che le posso dire Signora? Lei lo sa già, con quest'uomo non c'è futuro a meno che, lei non si accontenti a fare la comparsa. Io non so consigliarle niente ma si chieda: Voglio rimanere "vuota" per tutta la vita?
Aggiunto: Marzo 15, 2012
Domanda allo psicoterapeuta:
salve dottore. mio figlio è nato il 22/6/2005 e a tre anni e mezzo gli è stato diagnosticato un ritardo del linguaggio, cosicchè ha cominciato a fare logopedia e psicomotricità, che tutt'oggi continua a fare, anche se il linguaggio ormai è stato superato, ma si sono presentati altri problemi: quest'anno è in prima elementare e abbiamo riscontrato problemi di inserimento perchè quando c'è il classico chiacchiericcio in classe durante le lezioni, il bambino entra in uno stato confusionale che lo agita e lo porta anche a piangere. inoltre dopo le prime tre ore comincia ad essere stanco e a rendere sempre meno. litiga con tutti i compagni. è disordinato, e cosa che già avevamo riscontrato, ogni volta che gli si dice di fare una cosa gli si deve ripetere più volte perchè è distratto da altre cose (gioco, tv, attenzione rivolta altrove). il rendimento scolastico fin'ora è alto perchè il bambino è comunque molto intelligente ed ha portato in pagella tutti 9 e 10, ma tende ad isolarsi e non riesce a socializzare. Poi le voglio raccontare un episodio successo a capodanno: c'era musica ed eravamo seduti al tavolo e lui ha comincato a piangere lamentando che non sopportava la musica, allora a turno io e mio marito lo abbiamo portato via dal locale. Lo abbiamo distratto giocando a carte e quando siamo tornati nello stesso locale con la stessa musica anzi con il volume ancora maggiore, solo perchè era impegnato a giocare a carte si era tranquillizzato. il dottore sciuto di siracusa non ha ancora fatto una diagnosi, ma le sarei grata se lei mi desse la sua opinione. grazie
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
se il suo medico non ha fatto diagnosi, tanto meno la posso fare io che non conosco suo figlio.
Le consiglio comunque di interpellare un Neuropsichiatra Infantile magari del Policlinico di Catania. Le lascio alcuni riferimenti:
Università di Catania
UNITA' OPERATIVA NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Direttore : Prof. Domenico Mazzone
Ambulatori:
Denominazione: "Autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo"
Collaboratori: Dott. Luigi Mazzone
Dott.ssa Valentina Genitori D'Arrigo
Martedì dalle ore 9.00 alle ore 14.00
Contatti: 0953782898 (Reparto)
0953782668 (Ambulatorio)
e-mail: progettoautismo@policllinico.unict.it
Ubicazione: piano terra
Aggiunto: Marzo 15, 2012
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Pseudonimo: Stand-Bye
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Domanda allo psicoterapeuta:
Quindi in sostanza lei cosa mi consiglierebbe? Chiedo una sua opinione pratica perchè restare in stadbye non credo possa durare a lungo, qualcosa devo fare, ma cosa? La prego sia gentile, mi dia davvero un suo pensiero sincero anche se è complicato, se fosse un mio amico, cosa mi consiglierebbe?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
vede che lei confonde. Io non sono un suo amico e, come terapeuta lo so bene, non voglio e non ho alcun consiglio da darle. Il mio compito è di dirle come funzionano le cose, poi, deve fare lei la sua scelta. Se è incerta, continui ad informarsi. Per quanto mi riguarda finisco qui. Auguri.
Aggiunto: Marzo 14, 2012
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Pseudonimo: Dan
Pseudonimo: Dan
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno dottore, ho quasi 33 anni, sei mesi fa mi sono sposata e sono caduta in depressione, ho ansia tutto il giorno e non riesco a piangere avevo ansia anche prima del matrimonio ma non ne ho parlato con nessuno sono dipendente da mio marito a livello affettivo, eppure non mi sento sposata rifiuto l'idea ho paura di aver trovato in lui una mamma che mi coccola e protegge e finché convivevamo andava bene ma come faccio ora a immaginarmi mamma? ho paura che mi lasci ma vorrei star da sola per un po' e imparare ad essere indipendete e consapevole di me stessa senza aver bisogno sempre di protezione ma ho paura della solitudine ho paura della separazione ho paura della vita di tutto forse da lui ho preso tanto mi sono guardata nei suoi occhi ma ora che devo dare sono spaventata non mi sento in grado ho paura che se passa questo treno diventero' arida e sola ho tanta tanta paura dottore prendo anche sonirem ansiolitici e antidepressivi prima stavo bene ansia nella norma ma negli ultimi tempi mi era presa l'ansia di sposarmi ma che stupida non era un desiderio reale ho paura di non uscire dalla depressione lui mi sembra l'unica cosa che hop eppure la sto distruggendo e ho fantasie sessuali su altri uomini ho paura di rimanere intrappolata in una vita sbagliata come mia mmamma eppure per paura di essere sola mi sono volita sposare ora pero' chiedo a lui di badare a me come una bambina? non é giusto si stancherà ho paura
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
la smetta di dire ho paura, ho paura e, prenda il treno che le sta passando davanti. lei non si accorge ma, la sua sofferenza le sta dando una grande possibilità:diventare adulta. Non ce la farà da sola, chieda aiuto ad uno psicoterapeuta. Non scelga il primo che le capita, lo cerchi, vada a parlare con lui, una due volte e poi decida. Richieda espressamente che abbia una formazione psicodinamica. Io non so dove lei abita ma cerchi fra gli elenchi dei link che le metto in calce:
http://win.spiweb.it/soci_sito/soci.asp
http://www.aipa.info/i ndex.php?p=cerca_analista
http://roma.cipajung.it/index.php/soci/11-soci -analisti
http://www.milano.cipajung.it/index.php/soci/104-soci-in-forma zione
Aggiunto: Marzo 13, 2012
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Pseudonimo: Stand-Bye
Pseudonimo: Stand-Bye
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentilissimo Dr. Zambello,
ho letto l'articolo del giornalista e la sua risposta, per non citare il seguito di commenti che non sono riuscita ancora a leggerli tutti. Ebbene le scrivo perchè non mi è chiaro il suo concetto: "lo psicoteraputa non deve prescivere farmaci", ma è solo una questione di laurea, un pezzo di carta? Le spiego, ho scoperto da poco di avere la depressione ansiosa con mania compulsiva. Lo psichiatra mi ha dato nell'immediato dei farmaci (...che io mi son rifìiutata di prendere perchè non ho ancora metabolizzato la cosa e non sono ancora capace di accettarla!) e mi dice di fare un controllo, come è giusto che sia, dopo un mese. Nel frattempo mi ha detto di stare a casa da lavoro perchè devo stare tranquilla, altro non mi ha dato da fare. Nel frattempo stavo andando da uno specialista omeopata per delle intolleranze alimentari, anche quelle scoperte da poco, e lui è anche uno psicoteraputa. Già che ero li per un controllo, gli racconto l'accaduto e lui subito pronto ad appoggiare il mio rifiuto sui psicofarmaci perchè sono ancora giovane per incominciare questa strada, consigliandomi delle medicine alternative omeopatiche che sono meno nocive sull'organismo. Sinceramente le sto prendendo e sembrano davvero funzionare, mi sento un po' meno in ansia, anche se è vero che sono a casa e non ho contatti con gli elementi che mi stressano, sarà il binomio? Lo psicoteraputa mi consiglia anche un supporto psicologico da integrare, per lo più la terapia cognitivo comportamentale che potrebbe seguire lui stesso in maniera blanda e nel bisogno far intervenire la sua collega psicologa specializzata appunto in PCC. Ancora non ho preso nessuna decisione su come pensare di uscirne, sono in uno stato di standbye anche perchè non ho soldi per seguire sia il psicoterapta e lo psichiatra che ancora non sa che non prendo le medicne e al controllo non so nemmeno cosa raccontargli. Lei invece che mi sembra sappia bene il fatto suo cosa mi consiglia di scegliere, qual'è la strada migliore?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
da quello che lei avrà letto, i modi per affrontare la depressione come, molti dei disagi psicologici, sono tanti. Io non credo ci sia un modo giusto ed uno sbagliato. Molto dipende dal paziente da quello che cerca oltre il sintomo. Ad esempio, molto spesso le depressioni nascondono una frustrazione affettiva, sociale. Trovare una risposta che é compensatoria rispetto a questi bisogni frustrati, a volte, non sempre, aiuta veramente. Ciò premesso, io credo che il terapeuta non deve porsi come sostituto di qualsiasi bisogno del paziente, ma lo deve aiutare a leggere la sua situazione e trovare, fuori dalla terapia, la soluzione. Per questo motivo, gli psicoanalisti, altri non lo fanno, distinguono bene la terapia farmacologica da quella della "parola", psicoanalisi. Mescolare i due interventi é confusivo, non aiuta il paziente a cercare fuori del setting analitico e lo spinge a pensare che li, in terapia, può trovare ogni risposta, il che chiaramente, non è vero.
Ci sono altri motivi, simbolici che da sempre hanno spinto lo psicoanalista a non usare le medicine e la parola con lo stesso paziente. La pastiglia è qualcosa di "orale", stimola una risposta antica, primaria, la parola è qualcosa che viene, nella crescita del bambino molto dopo, soprappore i due interventi non è utile. So bene che invece, in diverse terapie , ad esempio nelle cognitive-comportamentali queste valutazioni non vengono fatte e, ripeto, non è assolutamente vero che siano un errore, dipende da chi e come vengono usate.
Aggiunto: Marzo 13, 2012
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Pseudonimo: Paola F.
Pseudonimo: Paola F.
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Pseudonimo: Anonima83
Pseudonimo: Anonima83
Domanda allo psicoterapeuta:
Salve..mi permetto di riscriverle in quanto alla mia prima domanda,penso lei abbia centrato il problema...
Perchè le riscrivo? Mi sono svegliata stanotte di colpo con tachicardia,sudorazione,incubo in testa martellante anche da "sveglia"... poi passato però è rimasto senso di stordimento che mi spaventa molto. Volevo chiederle se secondo lei sono collegate due cose.. cioè la mia paura dell'instabilità (ho terrore di giramenti di testa,vertigini,stordimenti,sensazioni di svenimento e i miei attacchi di panico prendono così) con il fatto di non sentirmi MAI al sicuro. E' come se io sentissi sempre qualche minaccia su di me,da parte di persone e/o cose.. Ho terrore di sentirmi male perchè non saprei cosa potrebbe succedermi nel caso io fossi incosciente. Razionalmente direi nulla di strano,però dentro di me,non so perchè,mi sento sempre in pericolo.. (non so se può servire,ma da bambina vivevo in clima di violenza anche se non direttamente su di me). Grazie ..
Risposta del Dott.Zambello: Buongiorno a lei.
Certo che la sua sintomatologia notturna è uno dei suoi sintomi "somatizzati". Però, oltre a smetterla di definirsi anonima, come le ho suggerito la volta scorsa, lei dovrebbe smetterla di lamentarsi e chiedere aiuto, non a me che non posso fare niente ma, ad uno/a psicoterapeuta che la possa veramente aiutare.
Da soli, all'inizio, non facciamo niente. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci indichi la strada. Come scriveva Manzoni: 'Il coraggio, uno, se non ce l'ha, mica se lo può dare'.
Aggiunto: Marzo 13, 2012
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Pseudonimo: rosy
Pseudonimo: rosy
Domanda allo psicoterapeuta:
salve dottore, innanzitutto voleva ringraziarla in quanto e ' grazie a lei se siamo riusciti(quasi) a risolvere il problema di mio fratello,certo la strada e' lunga, ma lei ci ha dato la prima dritta.
lui soffre di disturbo di personalita' e' in cura da uno psicoterapeuta che dalla seconda seduta e' riuscito a convincerlo a prendere i farmaci, in quanto lui era molto negativo...li prende da un mese e mezzo e devo dirle che abbiamo ottenuto gia' ottimi risultati e' molto piu' tranquillo,finalmente si riesce a parlare...oltre al suo problema sta vivendo anche la separazione da sua moglie e purtroppo nn voluta da lui.come puo' capire la situazione nn e' delle migliori.cmq il problema e' un altro lui fuma cannabis da anni, forse, e pare nn abbia mai smesso, dice di usarlo come terapia antistress,lei crede che nel momento in cui stara' bene, smettera' da solo o avra' bisogno di una "comunita".grazie in anticipo.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Rosy,
il problema del fumo, in suo fratello mi sembra quello meno importante. Lasciatelo lavorare con il suo terapeuta. Cercate di essere disponibili ma meno invasive possibile. Quando comincerà a star bene avrà bisogno di persone che lo stimano, non che gli ricordano quanto è stato male. Disponibili ma, un passo indietro.
Aggiunto: Marzo 12, 2012
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Pseudonimo: Carlo
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentilissimo Dr. Zambello,
volevo chiederle cosa pensa della psicoterapia della Gestalt e sapere secondo Lei per che tipo di problemi è indicata. La ringrazio fin da ora per la sua disponibilità.
Carlo B.
Risposta del Dott.Zambello: La parola tedesca Gestalt significa forma, schema, rappresentazione. La Psicologia della Gestalt é detta anche psicologia della forma. E’ una corrente psicologica riguardante la percezione e l'esperienza. L'idea fondamentale di questa psicologia è riassunta nella famosa massima: " Il tutto è più della somma delle singole parti".La Gestalt contribuì a sviluppare le indagini sull'apprendimento, sulla memoria, sul pensiero e sulla psicologia sociale. Questi credo siano i campi di intervento di questa psicologia, la vedo un po’ meno utilizzabile in clinica