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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno Dottore. Ho bisogno di un consiglio e pensavo che forse qui posso chiedere a Lei.Ho deciso di abbandonare la mia psicoterapia, perchè a distanza di un anno non solo i miei problemi sono rimasti, ma anche la mia disistima e la mia depressione non sono guarite anzi aumentate, in corrispondenza del fatto che mi sento in colpa per essere io stessa responsabile della mia incapacità a stare meglio, oltre al fatto che ormai la terapia mi demoralizza moltissimo. Ho detto tutto al mio terapeuta che ovviamente non è d'accordo, ma dice che la mia è resistenza...Io credo che mi rivolgero' ad uno psichiatra...Lei come interpreta la mia situazione? Grazie.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Selene,
che le posso dire, come posso valutare ciò che è in atto tra lei e il suo terapeuta? Non lo so. D'altra parte, non viva una eventuale sospensione come una scelta irreversibile. Ci sarà tempo e magari maggior esperienza per valutare e decidere consapevolezza.


Aggiunto: Aprile 6, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile dottor Zambello,
Sono un ragazzo venticinquenne, e vivo ancora con i miei genitori. In questi giorni è capitato che tutti nella mia famiglia si sono ammalati, una forma virale influenzale, abbastanza debilitante, probabilmente dovuta anche al cambio di clima repentino, con febbre, tosse, stanchezza generale. Ci stiamo curando. Il problema però è mio padre (che ha 65 anni,pensionato, nonostante sembri decisamente più giovane) o meglio, la sua reazione alla malattia. Nonostante visitato dal medico di base, e avvertito sulla durata del decorso eccetera sembra totalmente uscito di sé, in una specie di delirio, depressione, ansia, che lo sta totalmente trasformando rispetto alla persona sempre apparentemente equilibrata e razionale che è. Sostiene di stare malissimo, di non riuscire ad aprire più gli occhi, di stare andando in coma, di volere morire, piange spesso, si è totalmente abbattuto. Inoltre continua a dire di stare peggio di me e mia madre e che la sua condizione è dovuta all’avere preso dei farmaci (antistaminici da banco ,presi per due giorni 5 giorni fa, o antibiotici che minaccia di sospendere), inventando delle teorie patogenetiche fra le più strampalate e parziali. Frequentando l’ambiente sanitario, a me non sembra che clinicamente abbia qualcosa di grave , anche se rimane sempre il dubbio dato come dichiara di stare; la pressione è perfetta (e lui sostiene di svenire), non ha più febbre, si alimenta. Posto che portarlo in pronto soccorso non mi sembra il caso, la situazione è però ai limiti dell’ingestibile, soprattutto per mia madre, da un punto di vista emotivo. Va detto che anche in passato, mio padre, per malattie varie non gravissime che si è trovato ad affrontare ha avuto questo atteggiamento quasi regressivo ad un livello infantile, poi sempre rientrato, anche se mai l’ho visto come ora.
Volevo chiederle che ne pensa, e soprattutto cosa fare, cioè come bisogna porsi davanti a questa cosa con che atteggiamento, posto che spronare non serve a migliorare la situazione. Grazie molte.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Jack,
molte persone in caso di malattia regrediscono e "ritornano bambini". La cosa di per sé non è un male, anzi, se ci pensa è un meccanismo che viene sfruttato dal medico, dall'infermiere per ottenere la massima collaborazione da parte dei pazienti. Ho visto in ospedale illustri manager regredire e diventare come dei bambini che parlavano solo della loro cacca, cibo, cure. Va bene, poi, una volta "guariti" ritrovano immediatamente al loro ruolo adulto. In fondo, credo sia un sistema di difesa psicologico ma anche fisico per allentare un po' il sistema di allarme, di controllo dell'adulto per giovarsi dei vantaggi secondari di un bambino che viene curato ed accudito da altri. E' vero però che in alcuni casi, il meccanismo regressivo può attivare vecchi nuclei ad esempio ipocondriaci che l'adulto teneva sotto controllo.
Accudisca suo padre, gli faccia da padre rassicurante e controlli che il ritorno alla vita adulta sia nella norma. Se così non fosse chieda aiuto ad uno psicoterapeuta o, in caso di ansia troppo forte al medico.


Aggiunto: Aprile 5, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno, negli ultimi mesi ho avuto tre attacchi di lipotimia ma senza perdita di coscienza. Sensazione improvvisa di mancamento imminente, seguita da pallore e paura, il tutto che poi sfocia in attacchi di panico abbastanza lunghi (mezz'ora circa). L'ultimo attacco si è presentato con sensazione di mancamento associato a  forti e velocissime palpitazioni: ero seduto, mi hanno fatto sobbalzare dalla sedia, credevo di essere sul punto di svenire ma sono rimasto in piedi. ogni volta che mi alzo in piedi ho vertigini e mi assale la paura di crollare come questa estate. da due mesi faccio psico terapia transazionale ma i sintomi sono peggiorati. dovrei affidarmi ai farmaci e quindi ad uno psichiatra? grazie

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Marco,
il protocollo in caso di attacchi di panico, si sta ormai delineando come un iniziale sinergismo tra la terapia farmacologica e quella psicologica. La prima sarà lasciata dopo alcuni mesi e proseguirà quello psicoterapeutica.


Aggiunto: Aprile 3, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


salve dottore,
ho 34 anni, sposata da 7 e sto con mio marito da 15 anni,x fortuna ancora con una forte affinita' sessuale.
So di piacergli e me lo fa capire in tutti i modi.il problema e' mio, le spiego, a volte durante il rapporto mi capita x provare piacere, di pensare a ragazze belle e formose che potrebbero piacere a mio marito,forse xhe' in quel momento non mi sento proprio "sexy" non so se sono stata chiara.ho paura di non piacergli in quel momento e quindi penso a lui con un altra.la mia domanda e' puo' essere normale o mi e' anche sorto il dubbio di avere qualche propensione verso le donne???? grazie.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
in psicologia non c'è un "normale" o "non normale", queste sono categorie morali che nulla hanno a che vedere con la psicologia e tanto meno con la psicoanalisi. Ciò che ci interessa è ciò che eventualmente disturba il rapporto e nel suo caso lei sembra farsi pervadere da "fantasmi" del passato. Ho l'impressione che più che una incertezza di identità lei sia insicura. Il suo Io è incerto e lei si difende con una regressione a stadi adolescenziali. Io non credo che questa incertezza dell'Io sia percepibile solo durante il rapporto sessuale, probabilmente è uno stato che la accompagna da molto tempo. Se così fosse, si faccia aiutare, non per allontanare i fantasmi ma per rafforzarsi.


Aggiunto: Aprile 2, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve dott. Zambello sono un ragazzo di 22 anni , da quando ho iniziato la mia vita sessuale credo di soffrire di eiaculazione precoce , fino ad ora ho condotto i miei rapporti sessuali tra alti e bassi assumendo una modalità di stop and start ,non so se lo faccio in modo adeguato perché a volte il problema si ripresenta in maniera più evide una base organicaente, poi adesso ho incontrato una lei che è abbastanza esigente e nn sembra disposta a sottoporsi alla mia modalità di fermarmi e ripartire, quando mi trovo di fronte al problema ingigantito dalla situazione la voglia di risolverlo diventa stressante, esiste la possibilità di risolverlo definitivamente rivolgendosi a lei o ad un altro specialista per un trattamento che sia farmacologico o psicoterapeutico.....???!!! I tempi orientativamente quali sono?!! La ringrazio .....

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signore,

la eiaculazione precoce può essere l'esito di precedenti problemi infiammatori o avere una base organica che la sostiene, ad esempio una ipersensibilità del glande soprattutto vicino all'orifizio dell'uretra. La stragrande maggioranza dei casi però è su base psicologica o prevalentemente su base psicologica. Si instaurano nel soggetto ansia e una particolare attenzione al suo pene che lo spingono verso una precoce soluzione del rapporto. A frustrazione si aggiunge frustrazione e l'uomo entra in una spirale difficile.

La terapia è oggi sia farmacologica che psicologica. I due interventi devono essere sinergici. Il terapeuta deve essere un sessuologo, medico ma con un approccio psicoterapeutico.


Aggiunto: Aprile 3, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gent.mo Dott. Zambello,

mi chiamo Giorgia ho 35 anni abito a Brescia, sono alla ricerca di uno psicoterapeuta nella mia città ma non so orientarmi nella scelta. Ha un nominativo da segnalarmi?
La ringrazio. Buona Sera.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
le invio i seguenti nominativi, tutti psicoanalisti della SPI:

Brescia BENINI Fabio (030) 2403496 (030) 3775625 fabio_benini@libero.it
Brescia BOLBERTI Vera (030) 2005909 (030) 2005909 verabolberti@yahoo.it
Brescia CALDERA Renato (030) 360312 renatocaldera@tiscali.it
Brescia CASTELVEDERE Massimiliano (335) 7910858 massimiliano.castelvedere@spiweb.it
Brescia DE GIORGIO Graziano (338) 9695576 (030) 3701051 gradegi@tin.it
PANIZZA Sandro (338) 5340983 (0365) 72549 sandro.panizza@virgilio.it


Aggiunto: Marzo 31, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve Dottore,sono il ragazzo che le ha scritto ieri riguardo il problema legato al sesso. Sono rimasto stupefatto dalla sua risposta perchè penso abbia centrato in pieno il problema visto che le uniche mie attenzioni quando lo faccio,per lo meno all'inizio del rapporto,sono concentrato sul mio pene e non sulla persona con chi lo faccio e riconosco anche di essere un narcisista.Volevo,pertanto,chiederle quale specialista potrebbe aiutarmi a tal proposito o se potrebbe,per caso,aiutarmi lei visto che io abito a Pavia e potrei raggiungere facilmente Milano. Grazie !

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Alex,
il terapista dovrebbe essere uno psicoterapeuta dinamico. Io lavoro a Milano, non sono vicinissimo e la terapia non è breve. Veda lei.


Aggiunto: Marzo 31, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve dott. Zambello, mi piacerebbe sapere il suo parere sulla clinofobia, in particolare sulla paura di addormentarsi, più che di coricarsi, e sulle cause. Se ne parla poco, lei pensa che possa nascondere un discorso di abusi subiti? E quindi la paura di essere vulnerabili durante il sonno? Grazie

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Mariam,

La clinofobia o paura di coricarsi, è la manifestazione comportamentale, esterna che ha però la sua eziologia nell'inconscio come risultato di un meccanismo di difesa. Ciò significa che esiste nel passato di chi è soggetto a questa fobia, un particolare evento che collega il coricarsi ad un trauma emozionale che può essere stato provocato da qualsiasi fatto di vita reale o anche immaginativo, come una scena di un film. La persona fobica associa in maniera errata la situazione reale, come coricarsi ad una emozione che è depositata nell’inconscio che in realtà può avere origine da infinite situazioni. La terapia consigliata in questi casi, se non vi sono disturbi di personalità è certamente quella cognitivo-comportamentale e in alcuni casi l’ipnosi.


Aggiunto: Marzo 31, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve dottore,sono un ragazzo di 22 anni e dopo aver avuto un rapporto sessuale finito male all'eta' di 17 anni ( forse perché ero stanco) non riesco più a vivere il sesso in maniera tranquilla e spassionata come prima.Sono sempre ansioso prima di avere un rapporto e alterno volte in cui va tutto bene, a volte in cui fatico ad avere un'erezione soddisfacente per avere un rapporto completo e addirittura volte in cui non riesco neanche ad eccitarmi durante i preliminari. Mi darebbe un consiglio su come affrontare la cosa visto che convivo con questo problema da anni ormai? Grazie!

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Alex,
lei continua a "fare l'amore con il suo pene". Voglio dire che alla base del rapporto sessuale c'è l'incontro con l'altro/a. Sono curioso, mi eccito, provo piacere perchè "incontro" qualcosa di diverso da me che mi completa. Come sono io, già lo so, non ci penso proprio. Lei continua a pensare al suo pene e lui, poverino, un po' si stanca...dopo tanti anni, già lo dovrebbe conoscere.
Scusi il tono un po' leggero ma le vorrei far capire che dietro a questo disagio, non c'è tanto una disfunzione erettile ma una tematica di altra natura: narcisistica.
Non si spaventi, si faccia aiutare ma, lo ripeto, non per aiutare "lui" a funzionare meglio ma, a capirsi un po' di più lei, tutt'intero.


Aggiunto: Marzo 31, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile dott.re Zambello sono una mamma disperata che le scrive.Ho due figli di 16 e 17 anni.Francesco di 17 ultimamente ci stà dando moltissimi problemi a livello comportamentale. Inveisce con rabbia contro tutti noi poi continua ad acarezzarsi la pelle e lavarsi spesso le mani e le braccia....Io e mio marito nn sappiamo neanche cosa voglia dire abracciarlo perchè vive ogni minuto con qst fobia che nessuno lo deve sfiorare!!!!!Cosa devo fare???come comportarmi???...forse meglio un incontro???

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
lo porti da un neuropsichiatra infantile, meglio in una struttura universitaria. Se lei abita nei dintorni di Milano, chieda un appuntamento con il Primario prof.ssa Francesca Neri dell'ospedale San Gerardo a Monza.


Aggiunto: Marzo 29, 2012
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Medico psicoterapeuta e psicoanalista


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