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Domanda allo psicoterapeuta:


Grazie Dottore, Lei ha mostrato una enorme delicatezza e sensibilità nelle informazioni che mi ha trasmesso. Quanto al mio psicoterapeuta, ci tenevo giusto a precisare che è un medico psichiatra ed è per questo che mi sono affidata a lui. Volevo altresì correggermi: io Le ho scritto che ho appena accennato delle mie paure al mio medico più che altro perchè lui sembra aver mostrato poca importanza a questo aspetto del mio disagio. Invece sembra essere interessato più ad altro. Inoltre, malgrado la mia richiesta talvolta anche insistente di prescrizione di anti-depressivi (in passato ho assunto daparox e anafranil con effetti sorprendenti), e nonostante io gli abbia detto che gli ansiolitici in fondo mi danno una sensazione di benessere momentanea ma non credo risolvano il mio problema alla radice, lui continua ad asserire che io non sono in uno stato depressivo,che l'unico strumento per poter uscire da questa condizione (lui addirittura afferma che io ne sono già uscita....)è giocare sull'autostima,sulle aspettative di vita e sugli interessi. Detta così sembra a mio parere un pò un circolo vizioso.Ed io sto cominciando a perdere le speranze. La ringrazio e la saluto cordialmente. Aurora

Aggiunto: Maggio 26, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gent.mo Dott. Zambello.Innanzitutto La ringrazio anticipatamente per aver dato a me, così come a tante altre persone, la possibilità di comunicare, di confrontarci e quindi di poter condividere i malesseri e le paure che purtroppo spesso ci attanagliano.Ho 35 anni e alterno lunghi periodi di benessere psico-fisico a momenti bui e difficili.In particolare è da due anni e più, a seguito di una separazione, che vivo in un continuo stato d'ansia con attacchi di panico e agorafobia.Prendo quotidianamente ansiolitici e sto facendo psicoterapia ma la mia condizione non migliora affatto.Ma ciò che in assoluto mi sconvolge l'esistenza quotidiana rendendo mediocre la qualità della mia vita è un continuo, assillante ed incontrollabile pensiero sulla morte, sull'ineluttabilità della vita e la caducità delle cose, sull'inizio e la fine, sull'infinito... E' come se ogni cosa che dico, faccio, penso o programmo mi appare inutile, perchè è inutile ai miei occhi la vita stessa.Anche il semplice lavorare, o l'affannarsi per conseguire un obiettivo, il nutrirsi e persino l'amare..tutto è "passeggero", tutto invecchia, tutto si consuma e tutto finirà non lasciando alcuna traccia.Possono sembrare pensieri stupidi ed infantili, e talvolta me ne vergogno (non Le nascondo che il mio psicoterapeuta non sa di questa mia paura così folle, gliel'ho solo accennata) ma mi fanno vivere la quotidianità in maniera triste, incolore, per certi aspetti angosciante privandomi, così, di tutte quelle piccole gioie che ogni singolo evento può sortire.Insomma la mia è una non-vita.E mi sento smarrita, vuota, continuamente in uno stato d'ansia. La ringrazio per la Sua attenzione. Aurora

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Aurora,

grazie a lei di aver condiviso con noi le sue emozioni. Non sono per niente né stupide né insignificanti. Lei lo sa bene che attorno a queste tematiche, l'uomo da sempre ha speculato filosofando e spesso non si è data una ragione, tanto meno io che non sono un filosofo. Non ho una risposte da darle su questo piano, le posso solo parlare della mia piccola esperienza personale e di quella che leggo professionalmente negli altri. Mi creda, a me piace vivere e se anche non so cosa lascerò dopo la mia dipartita, vedo che ora è utile è bello vivere con gli altri. Sarei però un po' disonesto con lei se non le facessi notare due cose: la prima, si chieda perchè non parla di queste cose con il suo terapeuta. Non credo che il "non detto" sia solo queste tematiche, forse, c'è molto di più. Vale la pena dirlo, dirselo. La seconda, è che noto elementi depressivi. Forse, invece di prendere generici ansiolitici, varrebbe la pena considerare una terapia a base di antidepressivi. Ne parli con uno psichiatra.


Aggiunto: Maggio 25, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gent.mo Dr. Zambello le volevo chiedere quali sono le condizioni mediche-cliniche per cui uno psichiatra a cui mi sono affidato, unicamente per usufruire della sua conoscenza in campo psicologico, non propriamente psichiatrico, tanto che non conoscevo nemmeno la natura della sua professione poichè egli si è presentato a me, suo cliente-paziente, unicamente come psicologo; possa aver intuito che fosse necessario iniziare un trattamento a base di Risperdal(medicinale di fascia A) dopo solamente una seduta di un'ora? conoscendo in parte, per passione, qualche "meccanismo" di una "seduta",devo precisare che tale psichiatra non poteva possedere quadri clinici ne tanto meno psicologici essendo egli la prima figura professionale di quel tipo a cui affidavo i miei pensieri e la mia persona. la ringrazio anticipatamente per la sua cortesia.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Abelardo,

non ne ho la più pallida idea i di come il collega sia pervenuto alla convinzione che lei abbia bisogno di uno psicolettico. E' chiaro che se questo è un medico, ha tutto il diritto di farsi una diagnosi e prescrivere le medicine che ritene più opportune. Ma lei non è mica obbligato a crederci né tanto meno a prenderle. Forse, io, mi sentirei "obbligato" a chiedere un'altro parere.


Aggiunto: Maggio 25, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve ho quasi vent'anni e frequento il primo anno di università.Sono completamente sola e nessuno mi conosce per davvero e non posso parlare con nessuno.Coi miei genitori e sorelle non c'è e non c'è mai stato un vero rapporto e non ho neanche un amicizia vera.Infatti ho dei problemi a stare in mezzo alle persone:quando sono con gli altri vorrei solo stare sola mentre quando sono sola penso che avrei potuto farmi tanti amici.L'unico è il mio ragazzo che mi ascolta.Ma da un po' di tempo non mi sopporta più e io odio il fatto che abbia una vita e non viva per me.Sono egoista e invidiosa di tutti e vorrei stare al centro dell'attenzione ma poi se capita voglio solo nascondermi.Non ho alcuna ragione di vita e mi sento spesso inutile:non ho mai voglia di studiare,non faccio alcuna attività.Spesso la notte piango o passo la mattina a guardare la tv per non fare niente.A volte mi sveglio e penso che in quel giorno cambierò tutto ma non succede mai e ritorno ad essere tristissima..Cosa devo fare?Può uno psicoterapeuta aiutarmi?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Giulia,
visto che lei è così brava a descrivere il suo disagio mi permetto di "classificarlo". Lei soffre di narcisismo patologico. Non centra niente la vanità. Sono meccanismi antichi che la bloccano a bisogni e modalità infantili.
Lei ha il coraggio e la forza di "dirsi" tutto questo, lo utilizzi per chiedere aiuto. Certamente lo psicoterapeuta la può aiutare, è il suo campo di intervento ma deve cercarsi uno psicoanalista. Solo la psicoanalisi ha gli strumenti per rimuovere questi tipi di ostacolo.

Guardi negli elenchi
della SPI: http://www.cmp-spiweb.it/
o dell' AIPA: http://www.aipa.info/
o del CIPA: http://www.cipajung.com/profilo.htm


Aggiunto: Maggio 25, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gent.mo Dott. Zambello, soffro da anni di ansia, depressione ed attacchi di panico. Ho fatto delle cure farmacologiche c/o il DSM della mia zona, ma senza ottenere risultati soddisfacenti, nel senso che ho delle ricadute, ormai abbastanza frequenti ( le ultime due ad agosto 2010 e maggio 2011). Ho visitato il suo sito ed i suoi video e mi sarebbe piaciuto essere seguita da lei nel mio cammino verso la guarigione. Ho fatto circa 3 anni di psicoterapia, in modo devo dire non molto costante, e la mia psicoterapeuta mi ha consigliato la terapia di gruppo. Per me andrebbe bene, ma purtroppo si svolge ogni venerdi' dalle 08.00 alle 00.00, a 60 km dal mio paese, e non me la sento di guidare da sola in una strada molto pericolosa, a quell'ora di notte. La mia psicoterapeuta mi ha detto che se non faccio la terapia di gruppo a quell'ora non posso più continuare da lei. Io devo dire che ci ho provato, ma la cosa mi crea talmente tanta ansia che non riesco ad essere costante, e tutto questo si sta rivelando un incubo piuttosto che una guarigione. Ho anche fatto un incidente con l'auto mentre stavo andando, ho distrutto la macchina e sono viva per miracolo. A questo punto vorrei sapere da Lei se ci sono nella zona di Roma o Latina degli psicoterapeuti che conosce e che reputa validi, perchè in questo modo non posso più continuare. Grazie Azul

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Azul, non si disperi. A Roma ci sono tanti psicoterapeuti validi. Le consiglio di guardare il sito www. aipa.info. C'è una sessione con tutti i nominativi degli psicoanalisti di Roma, provincia e altri sedi in Italia. Li contatti magari via e mail e verifichi un po' la disponibilità.


Aggiunto: Maggio 23, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile Dottor Zambello,

la depressione è un problema che tocca anche gli uomini

o solo le donne? E se si per quali cause gli uomini

soffrono di depressione?

Cordiali Saluti

Elena

Risposta del Dott.Zambello: Gent,na Signora Elena,
ho già risposto a questa domanda ad una signora che si firmava Carla il 6 maggio.


Aggiunto: Maggio 22, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentilissimo dottore
vorrei sapere cosa spinge un giovane a fare sempre le cose all'ultimo momento. Ho un figlio di 17 anni e ,quando deve fare qualcosa anche una valigia, aspetta sempre l'ultimo istante. Questo si riflette negativamente su tutte le sue attività anche scolastiche con risultati negativi. Non riesco a capire la causa che lo spinge a non essere puntuale. La ringrazio anticipatamente per i sui consigli.

Risposta del Dott.Zambello: Cosa spinga suo figlio al ritardo cronico, non lo so ma un risultato certamente lo ottiene: dovete sempre pensare a lui, aspettarlo, aiutarlo. Mi sembra un vantaggio secondario non trascurabile ma che forse costa un po' troppo a suo figlio. E' inutile parlarne, non lo sa neanche lui il perché ma, lei lo può aiutare: non lo aspetti più, lasci che perda qualche treno o aereo. Finché c'è la "rete di protezione" è difficile imparare a rischiare in proprio.


Aggiunto: Maggio 22, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Spett.le Dott. Zambello,
in base alle mie precedenti del 13 e del 15 maggio mi sento in dovere di raccontare a Lei e a chi ha letto la mia storia il finale. Innanzitutto grazie per riavermi messo con i piedi per terra. Ieri sono andata a lezione e come al solito è stata più terapia; il mio tutor non aveva risposto alla mia e-mail perchè non apre la posta nel fine settimana. La domenica sera mi ha risposto comunicandomi che, consapevole del dispiacere che mi dava, di certe situazioni si deve parlare di persona e così abbiamo fatto; nel frattempo io ho elaborato i suoi consigli di "non farmi troppo male mio risveglio".Il mio tutor, nonchè psicologo,ieri mi ha insegnato che prima di tutto bisogna voler bene a sè stessi per amare gli altri e se un divorzio è necessario bisogna trovare il coraggio di affrontarlo perchè quando i figli usciranno dal nido sarà peggio. Io gli ho confessato che per me è stata una settimana di dolore per cancellare l'attrazione che provo verso di lui, lui mi ha detto che gli equivoci si risolvono dialogando, ma allo stesso tempo dopo aver parlato due ore (mi ha raccontato il divorzio dei suoi genitori durato due anni come cammino) mi ha confessato .... con lunghi silenzi ... che non capisce come mai con me riesce a confidare cose che non dice a nessuno. Era sincero, io naturalmente ho fatto tesoro dei suoi consigli Dott. Zambello (resta coi piedi per terra e non rovinare un bel rapporto con un tutor con cui devi studiare ancora 1 anno). In fondo penso che anche Lui si stia innamorando di me ma che abbia tante insicurezze. Ci vorrà tempo e penso che sarà il destino a decidere. Alla fine mi ha chiesto in quale paese abito, pensi che abitiamo a soli 5 chilometri di distanza. Lei cosa ne pensa sul mio finale? La ringrazio vivamente e penso che se avrò bisogno di una consulenza per il mio divorzio verrò da Lei. Buona giornata.

Risposta del Dott.Zambello: Auguri.


Aggiunto: Maggio 20, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


salve ho 17 anni sn una ragazza e da molti anni che mi capita che mi fisso .. prima mi fissavo perchè non m sentivo bene ho fatto controlli e non ci ho piu' pensato .. ora mi fisso e penso che m spavento che esco pazza,ho depressa o che soffro d fissazioni .. e mi fisso !anke se nn penso mi vengono lo stesso da pensare ! .. quando sto cosi' voglio stare a letto e non ho appetito perchè senno' o sensi di vomito.. cerco di uscire esco e lo stesso mi vengono i pensieri ... mi spavento moltissimo che puo' essere? cmq se mi sfogo con mia madre e gli dico xkè mi sento cosi giu'? lei dice è normale eio ritorno felice poi dopo 10 minuti ricado.. rispo grazie mille dott

Risposta del Dott.Zambello: Non si spaventi, soprattutto dica a sua madre di non spaventarsi ma, le chieda di accompagnarla da un neuropsichiatra infantile. Vada in una struttura pubblica, meglio in una struttura universitaria.
Io non so dove lei abita ma, se abita vicino a Milano, si faccia accompagnare al servizio di Neuropsichiatria infantile del S. Gerardo di Monza.


Aggiunto: Maggio 18, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gent.mo
dott.Zambello,
ho bisogno di un consiglio..mio fratello da pochi mesi è separato da sua moglie, non la ama piu e pur avendo riprovato in passato ad "amarla" non riesce a viverci piu insieme e ha deciso di lasciarla per non creare un ambiente falso e pesante in casa date le continue liti tra loro... quando si sono fidanzati erano molto giovani e dopo pochi mesi di fidanzamento una bambina è stato il motivo del matrimonio (ma non della separazione).. mia nipote adesso ha sei anni e da circa una settimana inizia ad odiare il padre perchè lei le dice cose non vere tipo che ha un'altra e altro ancora ,parla male di suo padre (e credo anche i nonni) e di conseguenza la bambina credo stia "proteggendo" la mamma e non vuole nè andare al parcogiochi nè andare a comprare un gelato nè vederlo...gli risponde sempre "non lo so" ad ogni richiesta come se avesse paura di una reazione della mamma perchè diversamente quando la bimba è con lui cambia atteggiamento ed è felice....mio fratello vuole assumersi tutte le responsabilità economiche e morali senza obiezioni e se non fosse per la legge se ne prenderebbe cura dato che chi lavora è lui e non lei.
Io le chiedo gentilmente come deve comportarsi con sua figlia come parlarle come farle capire che non deve avere paura, che il papà è presente.
E anche se detto e ridetto (invano) di non comportarsi in certi modi in presenza della bambina, e, dato che c'è un muro e poca comprensione dall'altra parte ho bisogno di una strategia per fare agire la mamma nei confronti della bambina diversamente e di farle capire che l'unica preoccupazione della mamma deve essere adesso la salute mentale della bambina ma soprattutto come deve agire mio fratello con la piccola ad i suoi rifiuti??
La ringrazio in anticipo,
distinti saluti.

Risposta del Dott.Zambello: Lei descrive un caso che è, purtroppo, simile a tanti, tantissimi altri.
Genitori, la mamma, nel suo caso, così almeno lei dice che si serve della figlia per "punire", sparlare del marito che è anche il padre.
E' assolutamente inutile entrare in gara con la madre, né tanto meno cercare di convincere verbalmente la figlia della "verita". I figli non devono, mai, entrare in queste questioni, devono essere il più possibile salvaguardati. L'unico modo è di non parlare mai di queste questioni e quando si parla dell'altro genitore parlarne sempre in termini positivi o tacere.
Il padre deve difendere, anche davanti al giudice, il tempo che deve stare con la figlia. Stare con lei liberamente mai in competizione con la madre, rinunciando anche alla tentazione di essere più bravi e buoni. Bisogna essere se stessi. Poi quando la figlia diventerà grande, capirà, da sola.


Aggiunto: Maggio 18, 2011
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Medico psicoterapeuta e psicoanalista


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