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Domanda allo psicoterapeuta:


il mio ragazzo soffre di attacco di panico.. ne e sotto cura ma nulla gli attachi le tormentano la vita??cosa devo fare x aiutarlo??

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signorina,
per primo si convinca lei che dagli attacchi di panico si esce e definitivamente.
Aiuti il suo ragazzo a chiedere aiuto. Sappia che gli specialisti sono lo psicoterapeuta e lo psichiatra.


Aggiunto: Settembre 16, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Chiedo questa mattina a mia moglie (sposati da 29 anni): "ma tu sei felice?". Risposta testuale: " mi fai domande angoscianti, a quest'ora, ora che devo andare a lavorare".
Mia moglie ha una lavanderia in proprio, io sono un libero professionista. Tre figli maschi, un matrimonio che forse non si doveva fare. Ho cercato il dialogo da sempre ed in tutti i modi: risposte rimandate a data da destinarsi. Fino all'ultima di questa mattina 9 settembre 2011, ore 8. Che faccio, mi devo separare per poter vivere e sopravvivere in qualche modo?
Grazie


Aggiunto: Settembre 12, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


soffro di insicurezza e vivo da sola e non riesco ad accettare il mio compagno lo reputo una cosa che danneggia la mia solitudine e il mio mondo isolato che mi sono creata ed inoltre molto spesso cambio repentivamente idee e cose senza stabilita !!!ho sempre il cuore in gola e ho problemi motori e non riesco a fermare mai la mente a pensare e non riesco a dormi !!! vorrei dei consigli come risolvere

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Paolotta

Chieda aiuto ad un medico. Lei si descrive in uno stato ansioso che non riesce a centenere aggravato da sensi di colpa. Sarebbe bene capire la natura di questo stato. I medici che la possono aiutare sono lo psichiatra (con una terapia farmacologica) e lo psicoterapeuta.


Aggiunto: Settembre 12, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


CARO DOTTORE SONO UNA MAMMA DI 36 ANNI DI DUE BIMBE UNA DI 7 ANNI L ALTRA DI SEI MESI ,QUANDO HO PARTORITO DELLA PRIMA SONO STATA MALE PERCHè AVEVO DELLE COLICHE ED HO COPERTO TRAMITE ACCERTAMENTI DI AVERE UN DOLICO COLON E QUINDI DEVO STARE ATTENTA CON L ALIMENTAZIONE BERE ACQUA ECC.. COMUNQUE PER ESSERE BREVE DA ALLORA TRA ALTI E BASSI LA MATTINA HO PAURA DI STARE SOLA E DI SENTIRMI MALE SOPRATUTTO ORA CHE HO LA PICCOLINA ...POTREBBE DARMI QUALCHE CONSIGLIO?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Mary,
lei dice che da sette anni si porta dentro uno stato di ansia che si era palesato in seguito alla scoperta di un polipo intestinale. Nel frattempo penso abbia eliminato il polipo, partorito un'altra bambina e l'ansia continua. Vuol dire che l'ansia non dipendeva dal suo stato fisico ma, da altro.
Non so se nel frattempo lei abbia "pasticciato" un po' con farmaci ma sembra evidente, forse anche a lei che la via da seguire è una psicoterapia.


Aggiunto: Settembre 11, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve...io per 5 anni ho sofferto di attacchi di panico e ansia...per tutto questo tempo ho preso medicine:sereupin 20mg e lexotan gocce 15 al momento del bisogno...poi nn cè l'ho fatta più e da sola(sentendomi meglio)ho iniziato a scalare...sn arrivata prima a metà pillola di sereupin e poi a giorni alterni fino a smettere di prenderela....sn stata bene x 3 mesi ma ora il calvario è ritornato....nn dormo bene...e la mattina mi sento agitata...nervosa!!!...sn andata in erboristeria e mi ha dato una tisana rilassante e delle gocce di tillia tomentosa...ho un bimbo di 10 anni...e nn voglio che lui vede quando sto male...e in più ho tanta paura...xchè pensavo fosse tutto finito invece...mi consiglia lei qualcosa????il mio terrore è quello di svenire x strada o quando sn cn il mio bimbo e farlo spaventare.... :!cry: secondo lei e la sua esperienza cm posso tornare a vivere????avevo iniziato una terapia cn una psicologa super brava ma purtroppo nn cè la faccio economicamente e ho dovuto lasciare tutto....aiutooo :!mad:

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
lei dimostra come "le medicine" spesso, non sempre, rimandino il problema. Lei lo sa bene, la soluzione, nel caso suo, passa attraverso la psicoterapia. Capisco i problemi economici. In questo caso non c'è soluzione, deve tornare, presto, alla terapia farmacologica per almeno 8, 9 mesi e magari, nel frattempo, lei avrà trovato la soluzione per riprendere il rapporto con la sua terapeuta.


Aggiunto: Settembre 11, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


buongiorno, sono laura ho 53 anni, 3 mesi fa ho perso il mio compagno di vita per una grave malattia .aveva solo 55 anni. E' stata una morte improvvisa e inaspettata visto che oramai stava bene da 2 anni.dopo aver diagnosticato e curato la malattia.ora io non riesco accettare tutto questo continuo esssere malinconica e incline al pianto per nulla, conduco la mia vita normalmente vedo i miei amici che frequentavo con lui......... ma lui non c'e piu'! tutto questo invece di rasserenarmi mi intristisce ancora di piu'.Cosa posso fare? riusciro' da sola a uscire da questa questa situazione? Ringrazio e saluto

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Laura, il dolore di perdere il proprio compagno di una vita è immediatamente lacerante ma diventa spaventoso quando, poi, ci si accorge di essere rimasti soli ma dimezzati. E' solo parzialmente la realtà, certo, l'altro/a se ne è andato, non c'è più ma, non è vero che chi rimane è rimasto una metà. Freud ci insegna che occorre tempo ma le auguro di accorgersi che tutto l'amore, quanto aveva investito su di lui è ancora suo. Le auguro , nel tempo che sarà necessario che lei ritorni la donna che sa amare, che è contenta di sé che può investire il suo affetto con e su chi vorrà.


Aggiunto: Settembre 9, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Egregio dottore la ringrazio per la risposta così repentina. Nonostante tutto io non credo che la mia ex terapeuta sia cattiva e abbia tali comportamenti verso tutti i suoi pazienti (se così fosse o dovessi scoprirlo, senza fallo mi adopererei perché non possa più esercitare la professione,ho elementi in tal senso. Persone più deboli di me potrebbero restarci secchi e la mia coscienza non potrebbe rimanere inerme). Sicuramente come terapeuta ha commesso errori imperdonabili e in alcun modo giustificabili......ma come donna io credo che lei sia entrata in un profondo conflitto e che il suo aspetto vero sia quando si lascia andare (del tipo dopo che si è operata mi ha chiamato per fissare un incontro terapeutico....io le dissi, ma dai riposati ancora....lei disse va be ma sono tre settimane...c'è un certo legame.....subito dopo disse----cioè con tutti i miei pazienti c'è un certo legame ...ovvio per mascherare quello che si è lasciata sfuggire [ io riuscì a percepire questo....quelle cose impercettibili che non si possono spiegare]). Un conflitto tra il suo ruolo e la donna...credo che abbia provato o provi qualcosa ma che lo neghi a sé stessa prima forse perché non accetta o non vuole accettare che da professionista sia successo questo....me lo fa pensare anche il fatto che dopo che le ho comunicato fermamente che volevo interrompere la terapia, quasi nel salutarci (per la prima volta con la mano.....spesso e volentieri li si faceva con abbracci)mi ha detto "non posso svestirmi del mio ruolo" al che le ho dovuto ribadire che il suo ruolo non esisteva più.....anche in questo caso estremo la terapia era la sua difesa estrema. Di certo non è una bella cosa e proprio perché nell'ambito terapeutico mi sarei trovato in svantaggio nel parlare della cosa (e anche perché volevo parlarle da uomo e non da paziente)ho rifiutato di farlo e lei correlativamente (almeno a caldo spero in futuro no) mi ha detto che l'unica sede per parlarne era il suo studio....insomma aveva paura di soccombere nel campo reale della vita......Probabilmente la mia terapeuta dovrebbe lei stessa analizzarsi (quasi si sono invertiti i ruoli tra me e lei in alcuni casi) ma sento di amarla e di poterle stare vicino facendole capire che mi basta stare solo in sua compagnia ove mai fosse onesta e non si chiuda in una fortezza inespugnabile di difesa mentale....in quel caso neanche un'arma nucleare riuscirebbe a scardinare detta fortezza "è possibile vincere la forza di gravità, ma non la forza di repulsione che l'anima esercita quando vede un'altra anima avvicinarsi ed esporsi". Quando penso a tutto questo che sto vivendo ho anche dei sentimenti di rabbia ma detta rabbia cede il passo ai miei sentimenti che reputo reali ....Ancora grazie mario

Aggiunto: Settembre 8, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile dottore, Vorrei tanto avere una risposta da una persona competente e di sicura esperienza relativamente ad un rapporto terapeutico che ho instaurato con una psicoterapeuta. Mi perdoni la possibile confusione nello scrivere e nell’esporre ma, in tale momento, sono molto agitato. Mi sono innamorato della mia terapeuta ma questo stato di cose, a mio modesto
parere non è legato ad un fenomeno di transfert poiché non mi ha preso il suo
senso di accadimento e l’aiuto che la stessa mi da bensì la sua persona.
Ho visto nella mia terapeuta il lato umano e le sue sofferenze passate che
sono trapelate nello sviluppo della terapia e la sua dolcezza di fondo (non
terapeutica). Ad esempio nel riprendere la terapia dopo un lutto che le è
capitato, alla fine della stessa lei mi ha abbracciato forte a sé dicendomi che
mi ha sentito molto vicino. In quel momento io ho sentito una cosa strana senza
che, tuttavia, l'idea di qualcosa di diverso dal semplice rapporto terapeutico
mi balzasse in testa (almeno a livello razionale). Nello stesso incontro,
facendole presente un momento di difficoltà in cui mi sono trovato quando non
faceva studio per il lutto, al suo chiedermi del perché non l'avessi chiamata
io, le ho risposto che non l'avevo fatto per lasciarla tranquilla nel suo
momento di dolore. Lei mi disse “tu mi vuoi bene” . Io dissi “ma non credo.. è
solo educazione” lei ancora “no ti mi vuoi bene”. Quindi già in quel momento
lei aveva percepito qualcosa e sapeva di un mio bene per lei ancor prima che io
capissi qualcosa, Questo a fine 2010. Agli inizi del 2011 la mia terapeuta mi
affida la gestione di una sua pratica legale (sono un avvocato) ben conscia
delle mie capacità professionali che le porto brillantemente a termine
facendole ottenere un ottimo risarcimento dopo che i precedenti legali non
erano stati in grado di farlo. Questo successo è stato preceduto da un momento
di frizione in quanto la stessa si faceva influenzare da pareri di un sedicente
esperto nel campo medico legale che altro scopo non aveva se non affascinarla.
Per fortuna dopo se ne è resa conto e seguendo la mia linea ha avuto un congruo
risarcimento.
Dopo il conferimento dell’incarico (prima dell’arrivo del risarcimento) la mia
terapeuta ha cominciato ad avere atteggiamenti strani che io giustifico con il
fatto che in qualche modo si stesse prendendo di me.
Del tipo: quando sarai importante non dimenticarti di me, non ci dobbiamo
perdere di vista. Io con te non mi stanco a fare la terapia sei cosi
volenteroso, così candido così puro. Gli abbracci tra noi sono diventati più
frequenti (mi prendeva pure al mano). Col passare del tempo, ho cominciato a
provare qualcosa per lei. Insomma tutta sembrava prendere forma. In una
terapia, mi propose di uscire a mangiare una pizza con dei nostri amici in
comune e mi disse pure che avremmo dovuto fare tante cose insieme (non in
terapia questo era chiaro). Io felicissimo, toccavo il cielo con una mano…… Ad
una inaugurazione di una pizzeria di amici in comune, non vedendomi ha chiesto
in giro dove io fossi con fare interessato. A pasqua. in risposta ad un mio
semplice messaggio di auguri. lei mi manda la seguente risposta “Essere nei
tuoi pensieri mi rende felice….anche io spero di rivederti presto…”. Me sembra
che un messaggio del genere non venga scritto da un terapeuta ad un proprio
paziente e che in ogni caso tutti gli episodi di cui sopra (esemplificativi)
non siano consoni ad un rapporto terapeutico.
Ad ogni buon conto io comincio a crederci sempre di più e giammai lei ha messo
le cose in chiaro. Mi sembra ovvio che dopo questi episodi (nell’area si
sentiva in ogni caso qualcosa che a parole non si può descrivere) io ho
cominciato a lasciarmi andare e ho creduto veramente che stesse iniziando
qualcosa di magico. Avevamo un colloquio invidiabile anche al di fuori dello
stretto campo terapeutico
Io sono diventato un poco più ardito, nel senso che mi esponevo di più (anche
un bacio sul collo) ed ecco cominciare gli atteggiamenti di chiusura netti e
diametralmente opposti ai precedenti. Comincio ad incolparmi del non aver avuto
pazienza. E’ arrivata al punto di dirmi che un nostro amico in comune non
poteva fare terapia con lei perché era coinvolta per l’amicizia perché lui non
era come me che ero un semplice paziente.
Nel frattempo siamo usciti in gruppo dopo diverso tempo (io mi sono ingessato,
lei si è operata) e siamo stati benissimo tutti insieme (due fratelli, io e
lei) al punto che ha proposta di rivederci subito dopo le vacanze più spesso.
Nel frattempo è venuto il suo compleanno, io dall’estero le ho fatto recapitare
dei fiori bellissimi e lei mi ha risposto con seguente messaggio “svegliarsi
col profumo dei fiori……grazie di cuore”. Quando sono tornato dell’estero ovvero
da Londra, l’ho chiamata e lei mi ha detto “sai ti ho pensato molto spesso”. Io
mi domando e dico ma se non vuoi che una persona si avvicini a te perché mi
comunichi che mi hai pensato sia pure circostanziando per i pregressi disordini
Londinesi? Io credo che se una persona è indifferente del tutto non venga
pensata molto spesso. Il fatto che mi avesse pensato me l’ha comunicato a
chiare lettere e me lo ha ribadito in terapia dove tra le altre cose ha
riaperto il discorso dei fiori ricevuti per il quale era felicissima. Insomma
se avesse voluto tenermi a distanza non avrebbe riaperto il discorso visto che
già mi aveva ringraziato. Premetto che io prima di lasciarmi andare con i sentimenti ci sono andato molto piano. Ma i suoi atteggiamenti mi hanno liberato in tal senso.
Io credo che tutti questi atteggiamenti strani, per me profano (una volta mi disse di chiamarla per fissare l’appuntamento per la terapia se mi faceva piacere…..ma come io sono un tuo paziente e devo chiamarti per la terapia peraltro se mi faceva piacere….. qualche volta mi ha chiamato per sapere a che ora era l’appuntamento (una scusa) visto che se l’è segnato sull’agenda), siano dettati da
un turbamento che la mia terapeuta (una bellissima donna) abbia provato per me
o provi ancora (ma neghi a sé stessa). Non so che fare, ad un mio amico proprio
ieri ha detto che era normale che un paziente (io paziente) provasse affetto per la terapeuta
che l’aiuta in che mi ha fatto pensare che lei voglia ricondurre tutto ad un
fenomeno trans ferale (spero di sbagliarmi) magari per coprire i suoi errori e
mettersi al riparo. A questo punto ho interrotto il rapporto terapeutico facendo presente i miei sentimenti da me dichiarati estranei a fenomeni transferali. Lei invece voleva dire proprio questo. Di fronte a questo io ho rivendicato l’autonomia dal transfer dei miei sentimenti per i quali chiedevo solo rispetto e non condivisione fermo restando che avrei le avrei spiegato le mie ragioni fuori dalla stanza terapeutica da uomo a donna e non da paziente a terapeuta. Non me l’ha permesso, insisteva per affrontare il discorso su altri binari (oramai il rapporto terapeutico è divantato la sua difesa) dicendo o lo fai qui o non lo fai da nessuna parte. Io sono stato irremovibile e nonostante il mio voler andare via diceva siediti….io non ho accettato e di fronte alla mia fermezza (dettata dalla consapevolezza di quello che provo)……prima di andare via mi ha detto “io non posso svestirmi del mio ruolo (da cui troppo spesso ha deviato a mio parere)….io le ho ricordato che il suo ruolo non esisteva più……..mi ha detto io più di un’amicizia non ti posso dare…..io non le avevo chiesto nulla…..Penso di aver fatto quello che dovevo fare…….Non capisco la sua reazione così abnorme e ferma nel negare con forza che avessi qualche minimo di sentimento reale per lei (forse perché in cuor suo sa che ha errato? Perché è spaventata…lei è una donna che dopo una lunga storia per anni non è stata più con nessuno se non una breve parentesi di un mese quattro anni fa). Al di là delle domanda che mi faccio su di lei credo di aver fatto per me la scelta giusta….oramai il rapporto terapeutico era compromesso (io facevo i progressi ma perché avevo capito dove lei mi voleva portare e fino a quando non ho saputo tramite il mio amico cosa pensava pensavo che restare in terapia era una buona strategia in attesa di instaurare un rapporto più frequente al di fuori). Ho perso due cose la donna e la terapista, l’unica cosa che posso provare a fare e recuperare la donna. Se analizzo le cose con calma io credo che la sua condotta
faccia acqua da tutte le parti e perché mai ha avuto allora tutte queste oscillazioni se non prova nulla?
Vorrei avere delle risposte in merito, sono a pezzi……mi conviene non cercarla? Cosa posso fare per avvicinarla?
Sono a pezzi ma in quanto persona coriacea non cadrò, tuttavia, iniziare un
altro percorso con un altro professionista sarà dura.
Cordialmente la saluto grazie in anticipo
Mario

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Mario,
che brutta storia che lei racconta. Una donna con una impronta isterica che seduce un giovane uomo di talento servendosi del suo ruolo e potere di psicoterapeuta.
Non vede che la sua terapeuta "gioca" sadicamente con lei.
Sia chiaro, non sono così bacchettone e neanche sono sceso dalle montagne da non sapere che anche i terapeuti si innamorano, hanno piccole o grandi incongruenze ma, ci deve essere un'etica professionale, e direi anche un po' di coerenza umana. Se c'è per il terapeuta un coinvolgimento emotivo troppo forte che va oltre il lavoro terapeutico, si interrompe la terapia.
Freud metteva come condizione indispensabile per una buona terapia l'astinenza. Cioè lo star fuori da parte del terapeuta dalle emozioni del paziente, rimanerne neutro. Non è così e forse non è nemmeno giusto, Jung ce lo ha insegnato ma non si può fare della terapia il luogo dove si mescolano assieme i sentimenti del paziente e quelli del terapeuta. Se così è non si sta facendo terapia, si fa altro dove però il paziente è in una posizione di svantaggio.


Aggiunto: Settembre 7, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


una sera di quest'estate ho alzato il gomito a tavola facendo anche una cena ricca di carne , poi andato a letto ,mi sono alzato alle 5 del mattimo sudatissimo e con addosso un'aggitazione assurda siccome spesso soffro di ipertenzione emotiva , lo misurata era 155/100 allora ho preso 10gocce dedi lexton ma niente corso in ospedale, pressione 177/110 mi danno del valium fanno gli esami del caso (soloun esame del sanque ) e mi dicono che va tutto a posto ma di fare degli esami ,cosi ho fato dal controllo glicemico in diverse ore del giorno a esami di laboratorio a ecografie addominali (fegato,reni ecc) al controllo al cuore ed ecografia alle arterie del collo ma tutti gli esami hanno rispecchiato solo i trigliceri a 500 e il colesterolo a 230 ,cosi o preso tanto omega 3 a pillole 3 al giorno , ma nella settimana a venire mi sono sentito stranissimo smandamenti , testa pesante sensi di terrore paura oppressione il mio medio pensa attacchi di panico..... premetto che ha un mese e mezzo che non fumo più la ringrazio anticipatamente

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Max,
personalmente mi disturbano sempre "le diagnosi", le etichette, servono a stigmatizzare, bloccare, una situazione che invece è in movimento. Certo, penso anch'io che lei abbia "usato" un malessere fisico, la cena abbondante,lo stato di leggera ebrezza alcolica, il fisico ha un po' ceduto, forse un momento di ipotensione ma sul quale si è inserito, strutturata una un simbologia psicologica. Credo che lei esprima fisicamente un disagio psicologico che deve essere valutato, elaborato.
Ha due possibilità: aspetta, mette delle toppe con i farmaci o, affronta il problema all'interno di colloqui psicoterapeutici. Anche in questo caso non ho la più pallida idea, e forse anche lei, di cosa si può trattare, come affrontarlo ma, forse, se il sintomo persiste, vale la pena di tentare.


Aggiunto: Settembre 7, 2011
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Domanda allo psicoterapeuta:


EGREGGIO DOTT-ZAMBELLO FINO AQESTO MOMENTO CHE STO SCRIVENDO NON HO AVUTO RISPOSTA SONO LA PERSONA CHE HO CHIESTO....HO 69 ANNI MIA MOGLIE 66 E ANCORA ATTIVO PER FAR SESSO IO NON CI RIESCO PIù PERCHè SONO INFARTUATO E MI ANNO SCONSIGLIATO DI PRENDERE IL VIAGRA PERò TEMPO FA O LETTO SUL PC CHE IN ERBORISTERIA DA MOLTO TEMPO CE UNA RICETTA INVENTATO FORSE DA UN MONACO MA IO NON MI RICORDO IL NOME MA VORREI SAPERE SE è VERO CHE FACENDO SESSO NON NUOCE AL CUORE. CON OSSERVANZA ASPETTO UNA SUA RISPOSA(GRAZIE)

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signore, non conosco le fitoterapia, mi dispiace. Sono certo che il sesso se fatto con moderazione e dopo alcuni mesi dall'infarto non solo non fa male ma aiuta a sentirsi meglio.


Aggiunto: Settembre 5, 2011
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Medico psicoterapeuta e psicoanalista


Dott. Renzo Zambello
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