Inserito da
Pseudonimo: Lucia
Pseudonimo: Lucia
Inserito da
Pseudonimo: Margaret
Pseudonimo: Margaret
Domanda allo psicoterapeuta:
In riferimento alla mail di prima.. Vorrei spiegarle che ormai ho assunto una posizione di distacco. Il dedicare altro tempo ai miei era riferito anche a delle possibili sedute di psicanalisi. Forse vorrei solo andare oltre e anche stare a parlare di ciò che mi è stato tolto mi da l'idea di ribadirne l'importanza. Credo ormai di aver ben razionalizzato le carenze avute. Ma ciò che non capisco è se mi sono abituata all'idea di avere poco e se tutto il mio carattere ne è una conseguenza. Le dico anche che so su cosa dovrei lavorare, per crescere come persona; con l'aiuto di uno psicologo ho superato abbastanza la sociofobia (nel senso che il livello di ansia si è abbassato, sono più serena, sto bene con tante persone intorno anche se ovviamente all'inizio non risulto molto espansiva). Ma forse, a volte, la ferita è grande e il problema non è più alla portata del singolo. Non so se ho superato questa soglia.. Però nel tempo sono migliorata. Sono una persona molto più equilibrata. Ma la ferita c'è sempre. A questo punto, ringraziandola per la disponibilità, le chiedo altre due cose..: -A distanza di tanti anni ormai, per chiudere il capitolo, forse dovrei spiegare ai miei (soprat a mio padre, mia madre è avvolta da una vita nella sua depressione e non saprebbe neanche di che parlo) il danno che hanno fatto. Vorrei che almeno capisse, ma anche la sua situazione non è felice e forse potrei risparmiarglielo. -Altra domanda.. Le ASL offrono servizi di psicanalisi? Non so se potrei permettermi di andare da un privato. La ringrazio ancora, Cordiali saluti.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Margaret,
da una parte non vorrebbe neanche più fermarsi, in analisi a parlare "dei suoi", dall'altra, avrebbe voglia di andare da loro, suo padre, a dirgli di "quanto male abbiano fatto". Lasci perdere, tempo ed energie sprecate. Non capirebbero ma, soprattutto non è la verità. Il padre e la madre che lei ha dentro, non sono il padre e la madre storici, sono quelli che lei ha vissuto. Sono quelli che lei si tiene dentro, sono quelli che lei ripete, sono lei.
Lei lascia intendere che in fondo le basterebbe un lavoro comportamentale, imparare a gestire la rabbia. Può darsi, la psicoanalisi pensa di no ma, anche noi non abbiamo la verità. Non esistono servizi di psicoanalisi nelle ASL.
Aggiunto: Luglio 2, 2011
Inserito da
Pseudonimo: giacomo
Pseudonimo: giacomo
Domanda allo psicoterapeuta:
Egregio dottore Zambello
Mi vergogno un pò a farle questa domanda ma se mi consente gliela vorrei porre; siccome lei è anche medico cosa ne pensa se mi facessi sterilizzare? potrei lo stesso continuare ad avere rapporti sessuali? Grazie per una eventuale risposta.
Arrivederci
Risposta del Dott.Zambello: Certamente lei continuerebbe ad avere la sua normale libido ma, perché farlo?
Aggiunto: Luglio 1, 2011
Inserito da
Pseudonimo: Margaret
Pseudonimo: Margaret
Domanda allo psicoterapeuta:
Buonasera Dott.Zambello, vorrei avere un suo parere sulla psicoanalisi e la sua applicazione. Sono una ragazza di 26 anni, con una vita quasi regolare, sto finendo gli studi universitari, vita sociale non intensa ma appagante. Non mi sottovaluto, ottengo buoni risultati nelle cose che faccio ma.. Sono molto insicura, ho avuto periodi sociofobici (quasi superati), tendo a pormi in una situazione di inferiorità rispetto agli altri (pur sapendo di valere). Spesso mi sento triste e molto amareggiata. Ora arrivo al punto.. Spesso penso che questa mia situazione sia stata causata dal rapporto con i miei genitori. Potrei dire, per riassumere, che per tanti anni in cui ho vissuto con loro (dall'infanzia sino alle superiori) raramente parlavano con me, mai attenzioni, interesse per la scuola, per lo sport, per le mie amicizie. Sempre problemi, lavoro, liti, disattenzioni e guai vari. Mai affetto. Capisco che si va avanti.. Ma forse dovrei provare a superare questo rancore. Oppure no? A volte penso che, se così poco mi hanno dato nella vita, non dovrei dedicargli altro tempo. Forse bisogna guardare oltre, come tutti, perchè ogni persona ha i suoi problemi e sa di se.. Ma il mondo non si ferma. La ringrazio.
Risposta del Dott.Zambello: Gent. Margaret,
lei ha ragione, la soluzione dei nostri problemi passa attraverso il superamento di questi: "andare oltre", come lei dice. C'è purtroppo un problema. Spesso quelle persone che ci hanno fatto del male, quelle che vorremmo tanto dimenticare, sono dentro di noi, introiettate. Ci comportiamo rispetto a noi stessi, come loro avrebbero voluto, siamo come loro. Allora la "lotta" non è contro qualcuno all'esterno ma rispetto noi stessi. Qui, la psicoanalisi la può veramente aiutare.
Aggiunto: Luglio 1, 2011
Inserito da
Pseudonimo: Avril
Pseudonimo: Avril
Domanda allo psicoterapeuta:
Carissimo Dr. Renzo Zambello, premetto che sono una ragazza che ama il suo ragazzo con cui sta insieme da otto mesi e che non è una ragazza immatura che prende alla leggera quest'argomento, ho quindici anni e ho un grave problema. Durante le attività sessuali (sesso) non arrivo mai all'orgasmo sebbene provo piacere e sebbene sia stimolata adeguatamente. Inoltre non riesco a provare piacere con la masturbazione poichè riesco a raggiungere l'orgasmo solo con le contrazioni che riesco ad effettuare solo a gambe incrociate. Per di più non vorrei deludere o scoraggiare il mio compagno e non ne ho parlato con lui e, infatti, crede che io non abbia problemi... ma non è esattamente così. So che i miei problemi potrebbero anche essere influenzati dalla crescita e dalla maturazione del mio apparato sessuale.. ma sinceramente non prendo in considerazione molto quest'eventualità. Non so proprio a chi rivolgermi e sarei davvero grata se lei mi aiutasse a risolvere questo problema che mi preoccupa parecchio dato che persiste sempre e per il quale provo l'orgasmo solo da sola con le contrazioni. Spero che possa aiutarmi; attendo impaziente sue notizie. La ringazio. Avril
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signorina,
ci sono milioni di donne che sono sessualmente reattive. sono capaci di orgasmi multipli ma non hanno orgasmi durante il coito. Questo non significa che queste donne non provino piacere durante il rapporto, semplicemente il coito non è abbastanza stimolante per permettere loro di arrivare all'orgasmo.
Per tanto tempo ci si è chiesti se il comportamento era di origine nevrotica, o l'amante inefficace o fosse semplicemente una variazione della sessualità femminile.
Oggi, personalmente ma soprattutto da ciò che leggo da autorevoli colleghi, siamo convinti che si tratti di una fisiologica variazione della soglia di eccitazione della donna.
Lei è molto giovane, il suo corpo cambierà ancora molto, non se ne faccia quindi un cruccio e mi creda, se vorrà un giorno abbassare la sua soglia di piacere, smetta di pensarci e sia felice con il suo ragazzo.
Aggiunto: Luglio 1, 2011
Domanda allo psicoterapeuta:
Buon giorno dottore. e' da un po di tempo che mi sento a terra.sono sposato da 18 anni ho una figlia di 14 anni e non riesco ad avere piu' un rapporto con mia moglie siamo indifferenti,tanto che mi sono ritrovato a tradirla con un'altra persona,lo so non e giusto ma cosi' e' stato. e non parlo piu' in casa con la figlia .dopo l'ennesima lite vista tra mamma e papa' si e' dustaccata e non sono piu' il suo eroe.o almeno e quello che sento.Qualche anno fa' ho tentato il suicidio,la mia bambina aveva solamente pochi anni ed io egoisticamente ho pensato solo a me. ora da quel giorno sono passati 9 anni e mi sento nuovamente in depressione.non riesco piu' a sorridere. eppure ho una vita sociale,ho amici,interessi,ma non riesco a ritrovare la fiducia che avevo,tanto che si sta riperquotendo anche nel mio lavoro,sono impiegato in un' azienda dove non trovo piu' stimoli,tanto che ho tentato di avere parlarne al mio capo per farmi avere nuovi stimoli. abbiamo parlato anche di separazione ma non credo di essere pronto a stare da solo.forse non lo voglio.lo psicologo che mi sta seguendo da pochi mesi non mi ispira fiducia,l'ho anche fatto presente al consultorio dove vado e mi hanno risposto che e' quello altrimento mi hanno invitato a cambiare struttura.Sono stato anche da una spichiatra che miha diagnosticato una depressione e disturbo della personalita' consigliandomi uso di farmaci ,cosa che io ho rifiutato sempre di assumere.cosa posso fare? a chi mi posso rivolgere?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Melo, lei chiede a me ma in realtà già sa la risposta:assumere la terapia farmacologica e, se se la sente, intraprendere una psicoanalisi.
Nel suo caso, per quello che capisco io, servono a poco i colloqui con lo psicologo, ha bisogno di qualcosa di più strutturato e con una impostazione dinamica.
I problemi sono: lei ha voglia di farsi curare? Ha il tempo per farlo, lo sa che una psicoanalisi è lunga, faticosa? Si dia delle risposte e poi decida.
Aggiunto: Giugno 30, 2011
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dottore, da qualche mese ho iniziato, a causa fondamentalmente di una grave depressione con fobia sociale, dovuta a molteplici fattori storici personali e "contestuali" ambientali, una psicoterapia junghiana (almeno questa era la mia intenzione,qd l'ho contattato, essendosi lui, sul curriculum formato al Cipa) solo che mi trovo alle prese con alcuni dubbi circa il metodo ed alcune convinzioni del terapeuta circa le quali, mi piacerebbe capire se rientrano in effetti in tale tipo di psicoterapia. Dopo poco dall'inizio della stessa, egli mi ha detto che voleva lavorare sul "qui ed ora", con un metodo cog/comp, poi procedere con l'analisi, poi condurle contemporaneamente. Il problema è che praticamente ad ogni seduta mi parla della Legge di Attrazione, mi dice di "trasformare", attraverso ad es., la scrittura (dato che scrivo abbastanza bene ad es., dei racconti, per me stessa )fatti negativi accaduti nella mia vita in fatti positivi, cioè raccontare uno stesso fatto, ma con esito per me positivo. Inoltre, utilizza spesso riferimenti al libro "il segreto" di R. Byrne, secondo il quale tutto si può fare, che consiglia di leggere.
Ha cercato di "stimolarmi" a fare un sacco di cose e dato che io dentro vivo, purtroppo, con la consapevolezza di "non riuscirci", qs ha aumentato il mio senso di frustrazione ed impotenza, in modo esponenziale (anche se già ce l'ho dentro), insieme ad una sorta di confusione e senso di frammentazione interiore, anche rispetto alla capacità di organizzare e riorganizzare i miei pensieri. Anche quelli relativi a ciò che conosco bene di me, insomma, mi è venuta una gran confusione. In qs periodo, ho avuto anche comportamenti poco "accorti" e fatto entrare in casa, attenendomi a certe idee e "speraze" -dovute anche alla solitudine -, persone strane ed estranee e dopo ciò ho subito, per la prima volta nella mia vita, dei furti.
Anche alcune emozioni "transferali", importanti, per il loro senso, è come se -avevo provato a parlarglarne - si presentassero ma, le dovessi mettere o si mettessro, da sole, in qs caos, in un angolo. temo in proposito che subito, mi faccia disatnziare, come già accaduto, dal mio bisogno di parlarne, per capire e condividere qs aspetti.
Può aiutarmi a capire un pò meglio qualcosa della situazione in cui mi trovo? Cioè se per uno junghiano possono essere normali certi riferimenti e convinzioni e per un pz, sentirsi in certi modi? La ringrazio molto per la risposta e per le delucidazioni che vorrà darmi. :!sadsmile:
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signorina,
non ho elementi, né posso dare giudizi sulle terapie dei colleghi. Se lei sente che il lavoro che sta facendo con il collega non le corrisponde, gliene parli, gli esprima chiaramente, come ha fatto con me i suoi dubbi e le sue difficoltà. Poi, a distanza di un po' valuterà l'opportunità di continuare o interrompere, sempre concordando e presentando al suo terapeuta le sue motivazioni. La terapia è un rapporto, ognuno dei due mette ciò che ha e conosce, può funzionare o no, l'importante è che se ne abbia consapevolezza
Aggiunto: Giugno 30, 2011
Inserito da
Pseudonimo: Giovanna
Pseudonimo: Giovanna
Domanda allo psicoterapeuta:
Salve mi chiamo Elisa e circa un anno fa sono arrivata al pronto soccorso perchè come mi hanno detto i medici ho avuto un attacco di gatrite. Dopo quell'episodio io ho sempre la paura di stare male , tra un mese mi sposo e la paura di stare male quel giorno mi sta logorando cosa posso fare per superare questa fissazione??
Grazie di tutto.
Risposta del Dott.Zambello: Questa mattina sono stato dal dentista e il collega, un bravo professionista, posato, mi diceva:Vedi, ciò che rende un po' difficile il mio lavoro in questo periodo, sono le richieste di pazienti che cercano, all'ultimo minuto, prima delle vacanze, di risolvere cose che si trascinano da tanto. Cambiano le specializzazioni ma i pazienti, noi, le nostre dinamiche, sono sempre le stesse.
Evidentemente, lei signorina, utilizza un meccanismo chiamato: conversione in organo. Significa che quando l'ansia a livello mentale diventa troppo alta, converte questa in un disagio fisico per "liberare" un po' la mente. E' un po' una fregatura, perchè poi quel disagio convertito in disagio fisico è difficilmente elaborabile, recuperabile, tende a cronicizzarsi.
Che fare? Si sposi, si diverta, siate felici, faccia felice suo marito e poi, quando sarà tornata, a settembre, chieda aiuto ad uno psicoterapeuta.
Auguri.
Aggiunto: Giugno 29, 2011
Powered by PHP Guestbook 1.7 from PHP Scripts
Pseudonimo: Lucia
Domanda allo psicoterapeuta:
Mi dispiace molto, ma sono molto convinta di quello che
penso.