Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno dottore,
io sono una ragazza di 20 anni. Ultimamente sono sempre nervosissima non sopporto nessuno e piango in continuazione. Mi vengono degli attacchi isterici.
Non riesco a capire come mai. Sono fidanzata da un anno, all'inizio che stavo insieme col mio fidanzato non andava molto bene perchè lui non riusciva ad accettare che ero stata con altri prima di lui. Mi trattava male e mi rinfacciava le cose. litigavamo sempre. Ora ha smesso con questa storia però io ormai sono prevenuta perchè appena dice qualcosa lo attacco perchè ho paura che mi attacchi per qualcosa.
Poi anche con i miei non va tanto bene, ho cambiato lavoro da poco e da quando ho cambiato lavoro mia madre mi tratta malissimo perchè al posto mio ci deve andare lei.
Mi può aiutare devo capire come superare sta cosa, perchè quando ero piccola ho avuto una specie di esaurimento nervoso. Io non me lo ricordo ma i miei genitori me lo hanno raccontato (durante le medie).
E praticamente avevo iniziato come ora ero sempre isterica e non sopportavo nessuno.
La prego non ci voglio ricadere.
Mi dia una mano.
Ringrazio già per la risposta.
Cordiali saluti Roberta.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Elisabetta,
lei ha 20 anni, sta diventando donna, sta uscendo definitivamente dal complesso rapporto con i genitori. Si prepara ad andare "sola" nella vita. Come molti adolescenti pensa che questo possa avvenire solo se "uccide" i genitori, se li fa fuori (chiaramente nel senso metaforico). Ci vorrà un po' per capire che non è così, che si può vivere bene da soli, senza "eliminare" per forza gli altri. Noti bene che quando dico genitori non mi riferisco solo ai suoi genitori biologici ma ad ogni figura parentale adulta. Veda la sua difficoltà sul lavoro, forse anche con il suo ragazzo.
Lei ha ragione a ricordare un precedente periodo simile a questo, probabilmente quando è passata dall'età infantile a quella adolescenziale. La sua costante è la difficoltà a gestire, immaginare la sua aggressività.
Si faccia dare una mano da uno psicoterapeuta, mi creda, basta poco e lei ne avrà grandi benefici.
Aggiunto: Agosto 31, 2011
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Pseudonimo: MELI
Pseudonimo: MELI
Domanda allo psicoterapeuta:
Ma si puo mai guarire da questa cosa che sembra che sia diventata biologica, guarire da questa maledetta paura di trattare una pressione arteriosa minima 8.5 come una vera e propria malatia una tachicardia come segnale di morte che i battiti nn si calmeranno che una febbre nn si fermerà fino a farti morire che questa febbre e un segnale di morte che questa pressione e un segnale di morte che questa tachicardia e un segnale di morte, ma si puo mai guarire di tutto questo sia che sia una malatia patologica in corso o sia che nn ci sia.Perche il corpo reagisce automaticamente cosi. Ma cos'è sta roba?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma/o Meli,
lo dice lei stessa, la risposta è no. Nessuno risolverà mai il problema della morte. Essa è il nostro limite, è dove tutti ci fermiamo, dove non si può vedere oltre.
Ma in lei c'è un problema che intuisce anche se ancora non lo capisce. A tutti noi "uomini" è difficile accettare l'idea della morte, del limite invalicabile, del poi buio. Pensi a tutta la speculazione filosofica. Anche la religione è un tentativo di trovare una risposta ma, rimane un limite invalicato. Lei, non lo accetta, non elabora, non vive la depressione della sconfitta, soffre scompostamente come un bambino che non vuole rinunciare al gioco, all'onnipotenza.
Aggiunto: Agosto 31, 2011
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Pseudonimo: Marco
Pseudonimo: Marco
Domanda allo psicoterapeuta:
Caro dottore ho purtroppo da tempo un dubbio che mi tormenta.Ho trentasei anni una laurea in psicologia e tra due anni dovrei diventare uno psicoanalista ma da qualche tempo ho come la sensazioni che tutti i miei sforzi non serviranno a nulla.Detto da tanti questa professione offre pochi sbocchi lavorativi.E' vero....? Mi consiglia qualcosa? Grazie.
Risposta del Dott.Zambello: Caro Collega,
Le auguro che nei due anni che le mancano a terminare la formazione lei impari che noi non “vendiamo” niente. Non c’è un mercato più o meno fiorente per gli psicoanalisti. Lei non deve aspettarsi che gli altri la riconoscano come psicoanalista, lei deve sentirsi tale.
Se questo è il presupposto di cosa si preoccupa? Lei aiuterà quelli che le chiederanno aiuto.
Ma la domanda forse sta a monte, lei è proprio sicuro di voler fare lo psicoanalista? Se la questione è puramente economica, lei ha ragione, ci sono specializzazioni, anche nel nostro settore, molto più remunerative.
Aggiunto: Agosto 30, 2011
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Pseudonimo: Fortunata
Pseudonimo: Fortunata
Domanda allo psicoterapeuta:
Accettare regali(maglie,pantaloni,oggetti simbolici) dal paziente,accettare dolci,mangiarli con lui/lei in seduta,ridere,scherzare con il/la paziente,accettare che il/la paziente vada tre volte alla settimana in seduta pur sapendo che il/la stesso/a paziente ci va solo "per stare un po' con lo psicoterapeuta",permettere al/la paziente ,in difficoltà economica ,di pagare anche "negli anni avvenire",e alla fine,dare la colpa al paziente se continua a sperare in un amore futuro,è secondo lei, "normale" in una psicoterapia?
cosa significa,veramente e profondamente,rispettare le regole del setting?C'è un atteggiamento classico dello psicoterapeuta ,anche di fronte a pazienti che hanno profondamente bisogno di essere amati?Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Si, far capire al paziente che lo/a psicoterapeuta non sarà mai il compagno la compagna. Nel momento in cui lo fosse non sarebbe più lo/a psicoterapeuta.
Vede, detta così la cosa sembrerebbe adirittura banale e quasi assurda, in realtà non lo è. Perchè? Il, la paziente ha bisogno, un bisogno che non è maturato a volte si è bloccato, altre volte ha deviato. Il lavoro terapeutico sta proprio nel riconoscere, accettare questo bisogno e imparare ad indirizzarlo verso "oggetti" possibili che aiutino a crescere. Mi creda Signora, è un "lavoro" difficile per tutti.
Aggiunto: Agosto 26, 2011
Inserito da
Pseudonimo: Dott. Zambello
Pseudonimo: Dott. Zambello
Domanda allo psicoterapeuta:
Ben Ritrovati a tutti.
Sono contento di riprendere a leggervi, sentirvi e stare con voi. Spero che le vacanze siano state utili a tutti. So che purtroppo le condizioni generali, politiche, sociali sono preoccupanti. Il mio compito non è quello di leggere e commentare i fatti politici ma, non si può certo negarli, prescinderne, anzi, questi sono e devono essere presenti nel lavoro psicologico che noi facciamo.
In questo mese ho ricevuto tantissime lettere. Non posso sinceramente rispondere e forse non sarebbe nemmeno utile.
Chiedo alle persone che sono ancora interessate di RIPROPORMI LA DOMANDA, risponderò appena possibile.
Aggiunto: Agosto 29, 2011
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Pseudonimo: giovanna
Pseudonimo: giovanna
Domanda allo psicoterapeuta:
gentile Dott. Zambello!
nessun problema, tutti possiamo sbagliare. Le consiglio comunque di riposare, i professionisti come lei hanno delle responsabilità e capiscono anche meglio di altri quando è il caso di staccare un pò per riacquistere energie. Non le nascondo, per sincerità, e per rispetto nei suoi confronti e nei miei, che questo suo errore ha intaccato la fiducia che riponevo in lei, allo stesso tempo mi ha ancora una volta insegnato l'indulgenza anche nei miei confronti. ma la prego, se è stanco riposi prima di inviare messaggi nella rete!
Un saluto
Risposta del Dott.Zambello: Touché.
Aggiunto: Luglio 11, 2011
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Pseudonimo: giovanna
Pseudonimo: giovanna
Domanda allo psicoterapeuta:
Mi scusi Dott. Zambello, ma questa volta non ho davvero compreso. Cosa c'entra la fonologia con la fenologia in riferimento alla sua precedente risposta?
grazie
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Giovanna,
ha ragione, non centra niente. Volevo dire Fonologia che è è quel ramo della grammatica che studia i suoni linguistici dal punto di vista della loro funzione (trasmettere significati) e della loro organizzazione in parole a partire dalle unità distinte di suono, i fonemi.
Chiedo scusa ma, sono un po' stanco e mi e scappato un bel strafalcione. Grazie.
Aggiunto: Luglio 11, 2011
Domanda allo psicoterapeuta:
Egregio Signor Zambello,
Mi scusi. E' possibile avere la dislessia degli adulti a causa di un trauma cranico. Non riesco a concentrarmi negli studi. Arrivederci e grazie.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Filippa,
la dislessia è una sindrome classificata tra i Disturbi Specifici di Apprendimento e la sua principale manifestazione consiste nella difficoltà che hanno i soggetti colpiti a leggere velocemente e correttamente ad alta voce. Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inatteso in rapporto alle altre abilità cognitive. (La fenologia è la scienza che si occupa della classificazione e registrazione degli eventi rilevanti nello sviluppo degli organismi).
Lascerei quindi stare la dislessia e, se non esiste alcun substrato organico, penserei invece ad una possibile depressione post traumatica.
Aggiunto: Luglio 10, 2011
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Pseudonimo: Elisabetta
E-mail: Contatti
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno dottore,
Sono di nuovo Elisabetta. Volevo ringraziarla per la sua risposta PRA sono un po' più tranquilla.
Grazie ancora cordiali saluti.