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Domanda allo psicoterapeuta:


Dott. ho riletto quanto le ho scritto e mi sono accorta che emerge pteoccupazione per il rapoorto di coppia e non la gioia per aver vinto un ricorso dopo 14 anni!!!! Il pensiero di lui e della sua infelicita cronica oscurano anche il mio legittimo orgoglio per esserci riuscita e la gioia per la novita. Ci sono anche rusarcimenti! Insomma qualunque marito sarebbe felice per il
Successo della propria donna e delle conseguenze economiche. Lui mi stressa dicendo che l' avv. deve stare dietro ancora allaa sentenza che e' un incapace...insomma smorza, blocca e circoscrive la cosa. Ai suoi amici non hs neppure comunicato la novita'.. con.me non una dola patola sul ruolo da laureata e su settore piu vicino ai.miei interessi.invidia? Paura? Un mio successo e" una deminutio per lui che non ama il suo lavoro? Non sopportsa che sistemeremo un po' di debiti accesi in passato da lui? Sta nelle cose che in famiglia il bene di uno e' il bene di tutti. Perche ha difficolta a riconiscere il bene che accade e di cui puo' beneficiare anche lui? Alla base c'e' secondo me una scarsa autostima e la presunzione di controllare tutto. Di questa vicenda, nata moolto prima che ci conoscessimo , si e' poi occupato nel tempo ma mettendosi sempre contro l'avv che non volli cambiare. Insomma dottore sono sfibrata. Dice che lo controbatto in continuaxione, che non lo stimo...mi attacca in continuaxione. Non mi domina e sa che non puo' riuscirci. Sta male non si sente amato. Ma non e' cosi. Se non gli volessi bene nin starei qui Le pare? la prego di dirmi cosa pensa Grazie
davvero


Aggiunto: Luglio 16, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno dottore. Ho vinto quel famoso ricorso e quindi cambiera' il mio lavoro, il mio contesto in ufficio. Avro' piu tempo libero. Voglio riespandermi. Darmi la possibilita' di imparare quella 'leggerezza'di cui ho bisogno e che mi consentirebbe una maggiore serenita. Voglio riscoprire la mia felicita. Si nasce felici. Vivere felici credo sia la nostra missione. Dare del nostro meglio vivendo sereni , in pace con se stessi. Non e' giusto sentirsi sempre in ansia, colpevolizzati da chi non ha abbastanza autostima da affrontare la vita con il sorriso o comunque accettando i propri limiti e rispettando gli altri. Voglio lavorare su di me. Vorrei su di noi parlando del mio compagnpo. Ma come sa, lui non e' coinvolgibile. Lui e' contro. Di default. Non crede in niente e in nessuno. La circostanza di questo 'successo' continuera a mettrci alla prova. Mi sento gia' stanca per ogni obiezione, critica, insoddisfazione mi verra' scagliata contro.del resto lui solo lavora ( secondo lui). Io faccio poco (secondo lui....8 ore uff. e casa) e adesso.....saro' una ruba stipendio nel pubblico...figurarsi...mentre lui porta i pesi del mondo... mi dice ultimamente ' sono stanco di sentirmi stanco'...non ha voluto festeggiare il suo compleanno fuori.. ( per il quale gli ho fatto regali e, preparato cenetta e torta). indomma continua ad essere una vittima ( di se stesso). Gli ho detto che mi fa stare male la sua infelicita' cronica..ma sembra non capire che ha solo questa vita e gli anni che restano per imparare a sorridere (dentro). Suo figlio in giro in cerca del senso del vivere non gli sta insegnando niente, la sua vita insieme a me dopo anni di vedovanza e senza lavoro non gli da evidentemente quello che gli e' necessario .Il suo di lavoro che lo stanca, come stanca il lavoro di tutti, gli da dignita e senso. Dovrebbe essere grato alla vita per quello che ha. Io sono grata a Dio per ogni giorno, per mio figlio e anche per lui perche gli voglio bene come ne voglio a suo figlio. Voglio sorridere dottore. La mia vita e' unica e io con lei. E" un dono e voglio fare meglio che posso e mi piacerebbe che chi sta intorno a me condividesse questi semplici e fondamentali principi. E non che si logorasse in pessimistiche congetture e sentimenti negativi..come posso coinvolgerlo? lo vedo impaurito da me in altri contesti..meno conrollabile...ma perche non si rilassa e si rasserena? Andra'meglio anche dal punto di vista economico...ma forse non tollera che cio accadra per causa mia...maschilista e orgoglioso...non so se capira mai che cosa significa amare. A volte dubito di aver capito io che cosa significa vivere, ma non smetto, non smetto mai di credere e provarci.. mi dia un consiglio dottore. Lui ha solo me ma era abituato ad una moglie dipendente in tutto e per tutto. Io sono l' opposto e forse non tollera questo. suo figlio e' fuori e quando e' partitome lo ha affidato...lui e' ctitico con suo padre. Gli vuole bene ma non condivide carattere . Lui crede di essere in credito nella vita e pretende che gli altri facciano come vuole lui. La risposta del figlio e' chiara. Il mio.modo di essere nin e' esattamente in.linea con cio che vuole da chi gli sta accanto. ( nel suo.matrimonio controllava vita spese tempo a cssa di sua moglie). Mi ha allontanata dai miei familiari. Al lavoro serve che vada , ma migliorare carriera , conoscere gente nuova, e' troppo.... vedremo che succedera. Credo nin sia un problema mio. Io devo vivere quests bella novita'. A lui l'intelligenza per capire e apprezzare. Giusto? Grazie per le sue preziose parole

Risposta del Dott.Zambello: Complimenti, ha ragione ma, la smetta di voler cambiare il suo compagno. Lui é cosi. Stop.


Aggiunto: Luglio 16, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile dottore,
La ringrazio per le belle parole, anche se purtroppo a chi è come me servono a ben poco. Per quanto io possa lavorare su me stessa per accettare quello che sono e "trovare la mia strada" come dice lei, purtroppo ci sarà sempre il rifiuto degli altri. Io potrò anche arrivare a "volermi bene" e a volere bene ad altre persone ma servirà a ben poco, perché non sarà mai corrisposto.
Il mio terapeuta, che è una persona ottimista, mi ha detto che il 95% delle persone mi rifiuterà a causa della mia patologia (ma temo che saranno il 100%) e che il rifiuto degli altri è una cosa che devo imparare ad accettare, dato che le persone subiscono un trauma quando vengono a sapere che non sono normale e che alla gente, giustamente, non piace avere a che fare con la malattia. Soprattutto dice che non potrò mai avere un rapporto del tutto normale con le donne, perché per loro rappresento un trauma maggiore che per gli uomini e io comunque mi sentirò sempre inferiore a loro.
Solo che a me di accettare questa cosa non mi va, o meglio, non voglio dovere restare sempre sola e vivere da handicappata, non voglio una vita così piena di ostacoli e di limitazioni, perché già ne ho subite anche troppe. Per questo ho pensato di iniziare in percorso di fine-vita, sempre che me lo permettano.

Risposta del Dott.Zambello: Le auguro di no, che non glielo permettano.


Aggiunto: Luglio 4, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile dottore,
sono in terapia da alcuni anni, ne ho 26, sono figlio adottivo, molto amato dalla famiglia, ma allo stesso in crisi e arrabbiato con il mondo, che di questa cosa di non sapere le mie origini sembra volermene fare una colpa. Per fortuna il percorso intrapreso mi sta aiutando a crescere e superare questa crisi, anche con l'aiuto dei miei genitori, persone rare e stupende. Qualche tempo fa ho preso parte, come animatore, in un gruppo parrocchiale dove ci sono bambini e adolescenti. Uno di questi ragazzi, ho capito essere figlio adottivo del mio terapeuta e della moglie (è una cosa che per le caratteristiche di etnia non si può non notare). nel frattempo ho chiesto di lavorare con il gruppo dei ragazzi più grandi per non incontrarlo. Io al mio terapeuta ho parlato sempre, continuamente, a volte anche con rabbia nei confronti dei miei genitori, che non lo meritano, dei miei problemi di figlio adottato, ma da quando ho scoperto che questa cosa riguarda anche lui, dall'altra parte dell'essere genitore, ho come un bloocco che non so come superare e forse non so se cambiare dottore o dirgli della cosa e vedere se poter continuare con lui. Io ho paura che le mie parole sulla mia sofferenza abbiano potuto fargli male e che così non mi possa aiutare. Mi aiuti a prendere una decisione, dottore, in base alla sua esperienza cosa farebbe?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Boris, la condizione base in ogni psicoterapia è che si cerchi la massima chiarezza. È proprio nella ricerca di questa chiarezza relazionale con il terapeuta che il paziente si accorge dei sui preconcetti e limiti.
Anche il terapeuta avrà i suoi limiti ma, lei non deve fare né da terapeuta è tanto meno da padre a lui.


Aggiunto: Luglio 3, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile dottore,
Purtroppo sto sempre peggio. Ho perso ogni speranza di poter mai avere una vita normale. Non avrò mai figli, non avrò mai un uomo né tanto meno amici o amiche, perché tutti continueranno a rifiutarmi a causa del mio aspetto fisico e della mia malattia, come hanno fatto fino ad ora. Ho affrontato in questi 30 anni di vita tanti di quei problemi fisici e psicologici, cattiverie e discriminazioni da parte di chiunque, a partire dai miei famigliari, che la sola idea di doverne affrontare ancora e via via di peggiori fino alla vecchiaia, mi è insopportabile. L'idea di passare tutta la vita con questa malattia mi è insopportabile.
Nessuno merita una malattia come la mia. Nessuno, neanche la persona peggiore, merita una vita di solitudine e di disprezzo da parte dei normali.
Ho deciso, la settimana scorsa, di contattare alcune associazioni che si occupano di SMA, che fanno sostanzialmente da tramite con alcune cliniche svizzere. Mi è stato spiegato come iniziare la procedura di richiesta di SMA ma mi è stato anche anticipato che probabilmente non ho i requisiti previsti dalla legge elvetica per questa pratica.
Certo è una decisione difficile, che non prenderò in tempi brevi né a cuor leggero. Ma, se devo essere sincera, mi sembra, ogni giorno che passa, la cosa migliore da fare, nella mia condizione.
Avrei solo voluto poter vivere una vita normale, come quelle di tutte le donne che possono essere definite tali. Avere le stesse possibilità di tutte le ragazze sane e belle che vedo ogni giorno per strada, ma ora so che tutto questo non sarà mai possibile. Sono molto triste, perché io vorrei poter vivere come tutte, ma è certo che una vita con questa malattia non la voglio. Non più. E sono troppo stanca per riuscire a lottare ogni giorno contro tutto questo.

Risposta del Dott.Zambello: Cara Signora, la sento, finalmente, ŕealistica non più delirante. Mi creda, anche se le sembra impossibile, le sono vicino e provo per lei una profonda tenerezza.
Non è vero, lo so con certezza che non è vero che non esiste possibilità per sentirsi bene con se stessa. Ognuno di noi ha una sua "virtù", un dono da far crescere; donare. L'aspetto biologico della genitorialità è in fondo elementare. Anche gli animali hanno figli ma essere, padre o madre è ben altro.
Lei troverà sicuramente il suo ruolo.
Un abbraccio.


Aggiunto: Luglio 2, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno dottore grazie per la risposta, stamattina la mia ragazza mi ha riferito che le è venuto il ciclo e mi ha chiesto di perdonarla, io l'ho perdonata ma devo riflettere se la continuazione di questo rapporto ci fa bene o male, io sono della convinzione che tale rapporto sia caratterizzato dalle nostre rispettive psicopatologie, dalla mia parte credo di essere un grande narcisista. Distaccarsi credo che sarebbe la soluzione migliore per entrambi ma soprattutto per questa ragazza, voglio che trovi la sua strada indipendentemente da me senza che soffra.
P.s. il prossimo libro che leggerò sarà proprio il suo dottore.
Grazie e buona giornata.

Risposta del Dott.Zambello: Grazie. Parlo proprio del narcisismo: il mio.
Il sottotitolo del libro era: "Se ce l'ho fatta io!".


Aggiunto: Luglio 1, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno dottore le scrivo perché sto vivendo un momento poco piacevole in cui la mia fidanzata mi ha lasciato dopo che ha eseguito il test beta hcg sul sangue che è risultato negativo. Nonostante tale risultato lei sosteneva che non era valido poiché era stato eseguito solo dopo due giorni dal ritardo mentre io invece cercavo di convincerla che in cinta non poteva esserlo, anche per il fatto che anni fa dopo aver avuto il secondo figlio dal suo ex marito ha chiuso le tube. Lei allora mi ha detto che capiva benissimo che questo bambino io non lo volevo e che in realtà non la amavo e, andando via mi ha minacciato di stare tranquillo che abortirà ma io non lo saprò mai quando ciò avverrà. E' da due giorni che non la sento da quando appunto ha fatto il test. La domanda che le pongo dottore è la seguente, in qualità di medico escluderebbe una gravidanza oppure c'è qualcosa? Mentre la domanda che pongo al psicoterapeuta è: dove ho sbagliato con questa ragazza? Ammetto di avere sbagliato.
Grazie, spero che adesso le sia arrivata, scusi ancora per il disturbo...

Risposta del Dott.Zambello: Come medico, penso che sia difficile che la sua ragazza sia incinta. Come psicoterapeuta penso che la sua ragazza non volesse un bambino e, forse, anche il vostro rapporto fosse logorato.
Non so se lei abbia sbagliato, sicuramente ha sottovalutato un po' la stanchezza fra voi.


Aggiunto: Giugno 30, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buonasera dottore mi scusi per il distrubo, volevo solo accertarmi che la mia domanda le fosse arrivata perché non la trovo tra le domande poste dagli altri utenti.
Un caro saluto

Risposta del Dott.Zambello: Infatti. Non vedo alcuna domanda recente a nome Luca.


Aggiunto: Giugno 29, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno dott. Zambello, nel giro di pochi giorni, la paura di ingrassare si è trasformata in compulsione a mangiare; credo di avere un problema con il cibo: pensa che potrei rivolgermi a un analista?

Risposta del Dott.Zambello: Si trovi uno/a psicoterapeuta che lavori con pazienti con disturbi alimentari.


Aggiunto: Giugno 29, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buonasera e grazie per la risposta. Potrebbe darmi anche qualche "indicazione" di tipo psicologico? Perché so che questa paura di ingrassare è una "trappola" della mia mente, ma non riesco a superarla

Risposta del Dott.Zambello: Vede Signora, la volta scorsa sono stato volutamente leggero perché di fatto non so cosa sottende questa sua paura ad ingrassare.
In realtà non so se è una forma di dismorfismo camuffato, oppure una paura che nasconde la necessità di cambiare. Ho ancora è un sintomo di una forma di anoressia? O semplicemente lei non vuole invecchiare?
Non so niente e quindi non le posso suggerire niente.
Se la paura la infastidisce tanto, chieda aiuto ad uno psicoterapeuta.


Aggiunto: Giugno 25, 2019
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Medico psicoterapeuta e psicoanalista


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