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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile dott.
Che tipo di farmaci o altre sostanze consiglierebbe di assumere e in che quantità, a chi volesse togliersi la vita nel modo meno doloroso e più sereno e sicuro possibile?

Risposta del Dott.Zambello: Si faccia una bella tisana con Camomilla, Melissa e Tiglio.
Non si accorgerà di niente. Andrà nel mondo delle nuvole in pochi minuti.


Aggiunto: Giugno 4, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buon giorno Dott.Zambello;le scrivo in un momento di estrema stanchezza,sto anche valutando l eventualità di una psicoterapia,credo che potrebbe farmi solo bene. Ho 32 anni e sono una giovane Neurologa abbastanza soddisfatta di me stessa e della mia carriera professionale,felicemente sposata da 5 anni con un uomo che stimo,amo molto e mi rende felice. Sono sempre stata abituata a costruire con sacrifici e tanta determinazione tutto ciò che desideravo senza mai abbattermi e il non riuscire a farlo adesso in questo momento mi destabilizza non poco,il problema è che io e mio marito desideriamo tanto avere un bambino e dopo aver goduto a pieno dei primi 4 anni di matrimonio dove ci siamo concentrati maggiormente su di noi come coppia,crescendo insieme e dedicandoci a ciò che più ci piaceva,nell ultimo anno abbiamo maturato la decisione unita al grande desiderio di diventare genitori perché pronti ad accogliere una nuova vita con responsabilità e amore,ma dopo mesi e mesi di tentativi scopriamo che mio marito ha una severa astenozoospermia;la cosa inizialmente ci abbatte ma non demordiamo e iniziamo le cure che ad oggi continuano e delle quale attendiamo gli effetti,anche se la gravidanza non arriva. :!cry: io comincio pian piano a non accusare piu bene il colpo quando mi ritrovo con 2 cognate incinte che ostentano le loro gravidanze e un " amica" che mi nasconde volontariamente la gravidanza per 5 mesi,facendomi intendere che non me l avesse comunicato per scaramanzia,al tutto reagisco malissimo ma imploso con loro,sfogandomisolo con mio marito,mia madre e una cara amica.Pian piano inizio a sentirmi inadeguata,incapace di gestire il tutto,la frustrazione e ciò viene rinforzato dalle mie cognate che sottilineano queste diversità con frasi " non puoi capire cosa si prova,non sei ancora madre ecc... " anche su Argomentazioni che nulla hanno a che fare con la gravidanza. Ovviamente queste persone hanno intuito che io e mio marito abbiamo qualche problema nello riuscire a concepire anche se noi ufficialmente non abbiamo mai parlato di nulla con loro. Mi creda dottore la situazione mi sta sfuggendo di mano,non capisco come faccia la gente a non avere un minimo di empatia,a non pensare a come possa sentirmi io quando ostentano i loro pancioni. Come posso imparare ad affrontare queste cosa? Mi sento costantemente sotto pressione,la gente non fa altro che chiedermi quando avremo dei bambini,altri mi ricordano che sono " vecchia"
con i miei 32 anni e devo darmi una mossa,tutti questi giudizi gratuiti,queste affermazioni buttate a caso mi fanno tanto male,provo a non pensarci,a lasciar scorrere e a concentrarmi sul lavoro e su mio marito che rimane il mio grande punto fermo e di forza insieme alla mia famiglia,ma non è facile...

Risposta del Dott.Zambello: Capisco Dottoressa ma, lo dico soprattutto alla collega, la cosa più importante che siamo chiamati a conquistare crescendo è: imparare ad accettare la realtà. La realtà sono i nostri limiti, quelli delle persone che amiamo, quelli delle persone che ci circondano. La realtà prevede il riconoscimento che è accettazione dei limiti, condizione sine qua non per riconoscere anche ciò che siamo e valiamo.
Ma scusi Dottoressa , che le importa di ciò che pensano e dicono le sue cognate? La vita è sua. Lei deve rendere conto solo a se stessa. La vita di coppia è sua e di suo marito. Gli altri devono rimanere fuori. Si goda la sua gioventù e lasci che la natura eserciti il suo influsso. Mi creda, decine di volte ho visto che quando la coppia smette di lottare contro ciò che sente come un destino ingiusto, improvvisamente trova ciò che cercava.


Aggiunto: Giugno 4, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


La psicoterapia dinamica è indicata per i disturbi ossessivo compulsivi?

Risposta del Dott.Zambello: Meglio la cognitivo-comportamentale.


Aggiunto: Giugno 4, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno Dottor Zambello. Le scrivo in un momemto in cui sono stanca. Sono tanto stanca. Sono stufa della cattiveria della gente e del giudizio cattivo gratuito. Sono figlia unica di due genitori cattivi e narcisisti che si sono lasciati quando ero piccola. Guerre continue tra avvocati e tribunali e io dimenticata da nonna, zie, amiche.. Lasciata sola sempre e utilizzata solo per ripicche e dispetti.
Mi sono formata una famiglia, bellissima che adoro. Ma a quel punto son tornata buona. Due genitori mai stati in grado di fare i genitori che vogliono giocare a fare i nonni solo quando si ricordano o ne hanno voglia.
I miei suoceri l'opposto. Pensavo di aver trovato in loro la mia famiglia mancata e ci avevo creduto. Ma volevano una donna del sud per il figlio e non gli sono mai andata molto a genio.
Questo, unito alla loro invadenza e al loro cercare di comandare ha portato ad un allontanamento definitivo.
Ho cercato un po' l appoggio dei miei genitori, a volte mi illudo di averlo ma mia mamma è troppo presa dalla sua vita e si ricorda di me/noi solo quando si annoia.
Mio padre, ex uomo di carriera privo di qualunque dimostrazione d'affetto (un esempio: alla nascita del mio primo figlio, entra in camera mia, guarda il nipote poi guarda me e l'unica frase che pronuncia è: sei rimasta in carne, non sei ancora dimagrita) sa solo giudicare e darmi costantemente della fallita. Perché non ho seguito le sue orme, perché la facoltà da me scelta faceva schifo, le scuole scelte per i miei figli fanno schifo, la mia casa fa schifo, la mia macchina fa schifo, il mio stipendio fa schifo..
Ieri lo porto a vedere la nostra nuova casa, su insistenza dei bambini. Casa comprata con tanti sacrifici, fatiche e sogni. Casa indipendente con un bellissimo giardino in cui possano giocare. Entra e non dice una parola.
Poco fa mi dice che la casa fa schifo, che solo noi potevamo scegliere una tale schifezza, che non se ne fa una ragione.
Sono una scema e per l'ennesima volta mi son sentita umiliata, calpestata nell'orgoglio e nella dignita di essere umano.
Mi sento in balia dei suoi attacchi cattivi come se distruggesse ogni volta i miei momenti felici.
Trovo che il fallito sia lui, senza amici, senza famiglia con tanta cattiveria e zero amore per chiunque. Ma ogni volta finisco in questo turbine di tristezza.
Sono stanca di una famiglia del genere. Vorrei supporto, calore, risate, leggerezza.
Con mio marito e i miei figli sono felici, sono il mio mondo. Ma qualcuno riesce sempre a farmi sentire una piccola nullità

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora, si dia pace, non avrà mai i genitori che desiderava.
Parla di bisogno leggerezza; ha ragione, i primi ad averne bisogno è suo marito e i suoi figli.
C'è un unico modo per trovare quella leggerezza che lei auspica: perdonare i suoi genitori. Non si aspetti nulla da loro, le danno quello che sono capaci.


Aggiunto: Giugno 2, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


La ringrazio per la risposta. Sono in un momento di sconforto e disperazione; c'è un consiglio che si sentirebbe di dare quando ci si trova "nell'angolo buio" della vita e ci si sente perduti?

Risposta del Dott.Zambello: Si, la certezza che se allunghi la mano, c'è qualcuno che te la può prendere.


Aggiunto: Maggio 28, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Quando si tocca il fondo (e forse si è andati anche più giù), come ci si può rialzare? Come e dove trovare la forza?

Risposta del Dott.Zambello: Credo che il "mito" più bello e significativo da un punto di vista psicologico, ci venga proprio dal Vangelo.
Mi riferisco al tradimento di Giuda e Pietro e la conseguente loro disperazione nell'Orto degli Ulivi.
Ciò che salva Pietro e la sua speranza nella comprensione di Gesù.
Ciò che ci salva, è sperimentare che l'altro non ci giudica.
La psicoterapia è una delle esperienze possibili.


Aggiunto: Maggio 27, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Dottore sono sempre quel disparato 35enne. Giustamente lei non conosce ne me e ne i miei genitori e quindi non si può esprimere a riguardo. Ma io le pongo un altra domanda sui generis. Molti genitori hanno paura che i figli maschi possano essere gay e fanno di tutto per crescerli come superuomini. In alcuni casi accade il contrario: la mamma in primis femminizza il figlio e il padre tacitamente sembra essere d'accordo. Perchè secondo lei? Non mi risponda che non può rispondere perchè le sto chiedendo di un caso sui generis.

Risposta del Dott.Zambello: Non ho nessuna difficoltà a risponderle.
Spesso le madri tengono i figli legati a sé. Il modo per riuscirci, sono infiniti. Così pure, il complesso di Laio, il padre di Edipo che vuole "uccidere " il figlio, è un mito millenario.
Ma alla fine, lei ha 35 anni, è l 'unico responsabile della sua vita. La smetta di dare la colpa a sua madre, a suo padre. A 35 anni noi siamo il padre e la madre di noi stessi.


Aggiunto: Maggio 25, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno, sono circa dieci anni che soffro psicologicamente e il mio disagio psichico si è abbastanza radicato in me. Se intraprendessi una psicoterapia e mi impegnassi a tornare alla vita, pensa che potrei farcela a ritornare padrone e artefice della mia vita?

Risposta del Dott.Zambello: Non lo so. Come faccio a saperlo?
Una cosa so, la psicoterapia non le può dare niente che lei già non abbia in potenziale. La psicoterapia può solo aiutarla a capire come lei funziona

Ma perché ciò avvenga , lei lo deve volere.


Aggiunto: Maggio 24, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Chiedo scusa se scrivo a quest’ora di notte ma avevo bisogno di sfogarmi.Spero che mi risponderete.
Sono un maschio di 35 anni che vivo ancora a casa con i genitori per mancanza di loro.
Non sto bene con me stesso perché ho avuto un’educazione femminile dovuta da una mamma ignorante e un padre assente. Essendo cresciuto nella periferia povera di Napoli potete immaginare i tanti atti di bullismo con i miei genitori compiacenti perché hanno sempre fatto finta di non vedere.
Ho parlato con uno psicanalista, facendo un paio di incontri graduiti: la sua risposta è stata che se sei stato cresciuto più al femminile è normale che ti senti tale.
Sto cercando di uscire di casa per essere indipendente ma ieri è successo un episodio che mi ha fatto innervosire. Sto studiando per un corcorso e ho contattato un professore per delle ripetizioni su alcuni argomenti che mi sono ostici pagandomi da solo le lezioni con dei risparmi che avevo. Tutto all’insaputa dei miei. Domenica il professore mi chiama per spostare la lezione che dovevo avere lunedì. Prende la telefonata mia madre che mi fa: vai a ripetizione da un professore, ti sei assicurato che non è gay (il termine usato comincia con r.) Possibile che da una donna mi devo sentire ste cose? Sono cresciuto in mezzo alle femmine, una mamma che da bambino mi ha ripetuto che non devo avere amici maschi perché avere amici maschi è da gay, andare in palestra per poi farsi la doccia dopo gli allenamenti è da gay, ecc.
Ma io mi chiedo, come una mamma può fare questo a un figlio? Come un padre può rimanere indifferente e non fare nulla?
Grazie!

Risposta del Dott.Zambello: Ma io mi domando: perché continua a chiederselo. Sua madre continuerà a fare e dire quello che lei sa fare e dire. Così suo padre.
È lei che può cambiare, non chiedere agli altri di farlo.
Se ne vada. È giovane, può andare dappertutto. E, non si porti con sé rancore e rabbia ma la voglia di crescere, amare e farsi amare.
Il mondo è la sua casa.


Aggiunto: Maggio 20, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno dottore, spero di iniziare il prima possibile una psicoterapia psicodinamica perché ormai non riesco più a vivere decentemente: l'invidia mi sta distruggendo sia psicologicamente sia fisicamente, ho paura di aver bisogno di assumere psicofarmaci (sono perennemente triste e frustrato, non riesco a pensare lucidamente, dormo male, ho disturbi gastrici, passo dall'inappetenza al troppo appetito, ho pensieri suicidi). Pensa che avrei bisogno di psicofarmaci (da affiancare, ovviamente, alla psicoterapia)?

Ma perché sono preso d'assalto da questa invidia feroce? Cosa può esserci sotto? Ormai ho perso la voglia e la gioia di vivere

Risposta del Dott.Zambello: Sono tutti temi che lei affronterà in terapia.
Il problema dei farmaci lei lo potrà chiedere al suo terapeuta, se riterrete opportuno glieli prescrivera' lui se medico. In caso contrario si troverà, per i farmaci, un medico che la segua sul piano farmacologico.


Aggiunto: Maggio 15, 2019
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Medico psicoterapeuta e psicoanalista


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