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Pseudonimo: D.
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Domanda allo psicoterapeuta:
Dottore, l'invidia mi sta mangiando vivo ormai. Ho letto quello che ha scritto sul suo blog e ho capito che una parte del problema è che non riesco a rinunciare a fantasie onnipotenti e che sono talmente perso nel guardare le vite altrui e paragonarmi a esse che non riesco a impegnarmi per coltivare le mie "qualità". Poi, c'è da dire che io, da parte mia, mi impegno pochissimo nel cercare di concretizzare le mie aspirazioni e che col tempo non so nemmeno più quali siano i miei reali desideri, dato che sono sempre impegnato a paragonarmi con gli altri. Ormai invidio quasi tutti (dall'operaio all'amministratore delegato). Vorrei riuscire a realizzarmi, sia professionalmente sia umanamente, ma, nello stato psicologico in cui sono ora, la vedo molto difficile...
Risposta del Dott.Zambello: Capisco, lei vive una situazione difficile ma soprattutto "povera". Può uscirne, chieda aiuto ad uno psicoterapeuta di formazione psicodinamica.
Aggiunto: Maggio 12, 2019
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Pseudonimo: Sisifo
Pseudonimo: Sisifo
Domanda allo psicoterapeuta:
Il mio non è affatto un delirio.
Non voglio raggiungere un ideale impossibile,non voglio essere la migliore, non voglio essere né ricca né famosa. Voglio avere solo tutto quello che le donne vere hanno: un corpo sano e senza handicap e un apparato genitale normale e perfettamentefunzionante. Tutte sono donne, tutte tranne me. E voglio essere una donna vera anche io, come loro. è un mio diritto, non un delirio, e lo pretendo.
Aggiunto: Maggio 8, 2019
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Pseudonimo: Sisifo
Pseudonimo: Sisifo
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dottore,
Ieri ho provato a parlare al mio terapeuta di ciò che le avevo scritto qualche giorno fa. Ma lui ha voluto parlare del fatto che quelle con la mia patologia hanno qualche deficit cognitivo e neurologico (discalculia, disgrafia, difficoltà viso-spaziali ecc...). Ha voluto soffermarsi in particolare sulla difficoltà di riconoscere le espressioni facciali e il linguaggio non verbale.
Secondo il mio terapeuta spesso interpreto male queste espressioni nell'interagire con gli altri, il che, unito alla mia ipoacusia (attualmente se non vedo il viso di chi mi parla, non riesco a capire ciò che mi si dice) crea molte difficoltà di comunicazione, con conseguente rabbia e frustrazione da parte mia,quindi va a finire inevitabilmente che mi isolo.
Sì però poi mi ha detto che per questi problemi ormai non si può fare niente,che non vale la pena fare dei test per vedere se effettivamente io abbia questo deficit e in che misura.
Ormai sono adulta e si doveva intervenire quando ero bambina.
Sì,ma 25/30 anni fa non si conoscevano questi problemi, i medici pensavano solo a farci crescere di statura e a controllare che non avessimo patologie cardiache, renali o altro correlate alla sindrome. Le bambine di adesso vengono aiutate anche da neuropsichiatri e psicologi per sopperire a queste difficoltà, noi all'epoca no, per cui di cosa stiamo parlando?
Secondo il mio terapeuta almeno la consapevolezza di avere queste difficoltà di relazione e che me le devo tenere così come sono (ipoacusia inclusa, che è inoperabile, anzi degenerativa, quindi va peggiorando ogni anno che passa e non ci si può fare nulla), dovrebbe aiutarmi. Invece mi fa solo incazzare ulteriormente.
Poi mi ha presentato un'Ansa su una ricerca sperimentale su tessuto ovarico artificiale. Peccato che sia pensato per donne che hanno avuto il cancro e a cui sono stati conservati gli ovociti prima di asportare le ovaie, non per chi, come me, non ha ovociti a disposizione. Il mio terapeuta dice che forse è la strada, e che tra magari 20 anni o più quelle come me potranno avere delle ovaie artificiali funzionanti, e dei figli. Sì, peccato che io avrò allora più di 50 anni,anche 60 quindi per me non si potrà fare niente. Quindi cosa me l'ha portata a fare sta ricerca, che ancora non hanno provato a fare sta cosa su nessuna donna, è ancora tutto all'inizio?
È da quando mi hanno diagnosticato la malattia quasi 30 anni fa che mi dicono "eh magari tra 15 o 20 anni si troverà una cura...". Ma non è vero niente, sto ancora aspettando ma dov'è sta cura?
A fine seduta mi è sembrato tutto quanto talmente inutile e senza speranza che quasi mi è sembrato ingiusto pagare il terapeuta alla fine. Cosa lo pago a fare se non mi dà mai possibili soluzioni a nulla, e per qualsiasi cosa mi dice che c'è poco o nulla da fare? A questo punto tanto vale che io mi ammazzi. Almeno la smetterei di vivere questa vita schifosa e senza speranza.
Risposta del Dott.Zambello: Ecco il delirio! Funziona: o lui mi dice quello che io mi aspetto, se ciò non avviene anzi mi manda informazioni che mi fanno male, o lo "faccio fuori" o mi faccio fuori.
Signora non è così per nessuno. Sempre, sempre gli altri sono limitati rispetto ai nostri bisogni. E, noi siamo limitati rispetto al nostro ideale.
I limiti nostri o degli altri sono infiniti. Eppure, questo è crescere: diventare uomo o donna creativo. Ognuno di noi può fare qualcosa di unico. È unico.
Aggiunto: Maggio 8, 2019
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Pseudonimo: Sisifo
Pseudonimo: Sisifo
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dott.
So che lei pensa che io sia una pazza, che deliri e che, parole sue, se mi dessi dei pugni in testa male non mi farebbe. Io di lei penso che non dovrebbe giudicare le persone, specie quelle di cui non conosce nulla, ma spesso lo fa, dall'alto della sua etica e della sua morale cristiana di sto cavolo che non sopporto.
Detto questo, vorrei chiederle se è opportuno o meno che io parli al mio terapeuta di alcuni episodi brutti capitati tantissimi anni fa, ma che purtroppo spesso tornano alla mia memoria così dal nulla, senza che io lo voglia e senza una ragione apparente. Sono ricordi non voluti che mi fanno stare molto male e mi angosciano ma non capisco perché, visto che dovrebbero essere ormai morti e sepolti da un pezzo.
Di queste cose non ne ho parlato mai con nessuno, e non so se avrebbe senso farlo ora. Anche perché la mia paura peggiore è che il mio terapeuta non capisca, che possa ritenerli inutili e insignificanti, e che possa ritenere che io sia stupida a pensarci ancora dopo così tanti anni. Anzi, al di là del suo giudizio,temo proprio che possa non comprenderne l'importanza/la gravità, e allora sarebbe come "dare perle ai porci". Mi perdoni l'espressione,ma sarebbe come fare uno sforzo enorme e provare sofferenza per niente, se l'interlocutore non è in grado di dare il giusto valore a ciò che gli raccontiamo. Se succedesse quello che temo so che mi sentirei sola,non compresa, mi metterei a piangere e siccome non sopporto di piangere e di essere debole, diventerei subito aggressiva e rabbiosa e mostrerei ancora una volta il peggio di me.
Non voglio che succeda e non so cosa dovrei fare. Se mi convenga rischiare e raccontare o non dire niente, tenermi tutto per me.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora, lei sa cosa penso rispetto ad alcuni suoi eccessi. Lei me li racconta e io sento il dovere di dirle ciò che provo, sicuro come sono sempre che e' solo il mio pensiero e so, quanto questo sia fragile. Poi è vero, ho uno spirito religioso della vita, non cattolico e tanto meno ho una morale cattolica. Certo, ho una mia ettica professionale e umana,questa si. È il mio faro. In questo mi sento tanto kantiano.
Detto ciò, sono certo che lei farebbe bene a parlare di tutto con il suo terapeuta ma, non si aspetti una risposta, una condivisione. Il terapeuta le darà quello che sarà capace ma, lei avrà dato "forma" ai suoi fantasmi. È questo che è importante.
Buona giornata.
Aggiunto: Maggio 5, 2019
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Pseudonimo: Chiara
Pseudonimo: Chiara
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile Dottore,
Ho paura. Due anni fa, abbiamo perso il marito di mia mamma in nemmemo 6mesi. Un uomo sano, forte e che ha sempre tenuto alla sua salute, senza vizi come alcol o fumo.
Morto per un tumore del sangue, rapido e veloce.
È stato il mio primo e vero lutto. Fino ad allora avevo perso solo i miei nonni a causa dell'età avanzata.
Ho scoperto improvvisamente che la morte non fa sconti e colpisce chiunque.
Tre mesi fa è morta mia zia. La zia del cuore.
In due mesi un brutto male se l'è portata via dopo atroci sofferenze.
In questi giorni un amico di famiglia viene ricoverato per un dolore alla testa e scoprono essere in metastasi.
Oggi il funerale di un altro amico di mio padre. Un malore la scorsa settimana e trovano metastasi ovunque.
Sono terrorizzata. Ho paura di perdere le persone che amo, ho paura di lasciare i miei figli
Non ho mai avuto paura di niente, ad oggi ho paura di fare un qualsiasi esame.
Ho paura quando qualcuno vicino a me sta male e quando sto male io
Risposta del Dott.Zambello: Si Chiara. Noi siamo mortali, facciamo i conti con la morte, fin dalla nascita. È questo il vero senso della vita. Cercare e vivere la gioia della vita. Avvertire il miracolo della sua possibilità e godere, ringraziare dentro di noi.
Poi la morte. Non sappiamo perché e il dopo. È allora, se non ci sostiene la fede, cerchiamo con il cuore leggerò la gioia di essere vivi.
Aggiunto: Maggio 4, 2019
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Pseudonimo: indeciso
Pseudonimo: indeciso
Domanda allo psicoterapeuta:
È mia intenzione iniziare una psicoterapia, a tal proposito ho cercato su Internet un po' di nominativi di terapeuti della mia città; dopo una "scrematura", sono in dubbio tra due nominativi (entrambi a orientamento psicoanalitico) e non so davvero quale scegliere. Tempo fa ho fatto una psicoterapia con un terapeuta scelto "a caso" (la terapia non ha avuto risultati soddisfacenti) e adesso ho il terrore di affidarmi a un professionista che non fa al mio caso e non in grado di aiutarmi davvero a guarire. Questa volta voglio fare una scelta consapevole e azzeccata. Come faccio a decidere quale terapeuta (tra i due) contattare?
Grazie, cordiali saluti
Risposta del Dott.Zambello: Che problema c'è?
Prima prende appuntamento con uno, fa uno o due incontri e lo dice fin dall'inizio. Poi fa uno, due incontri con l'altro e poi decide.
Aggiunto: Aprile 28, 2019
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Pseudonimo: alda
Pseudonimo: alda
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno dottore. Sempre ansia e difgicolta a casa. Quel famoso ricorso che mi riguarda ( vd. Mail precedente) sembra podsa avere edito favorevole. Ma in questo momento ho problemi sul lavoro che svolgo. Per questo motivo non potro' accompagnare mio marito in aeroporto sabato che a sua volta deve accompagnare il figlio. Il figlio si e' licenziato e con la dua fidanzata ha deciso di intraprendre un percorso di vita nel sud del mondo pet trovare un equilibrio di vita. Era un manager in carriera e ha buttato via la sua realta' attuale pet vivere in modo diverso. Questa sua scelta ha fatto sprofondare mio marito che va avanti negli anni e lavora con fatica psicologica ( vd. Mail precedenti) in uno stato di preoccupazione e frustrazione enorme. Il giovane sembra contento e comunque sta lanciando una sfida al suo destino. Ma ovbiamente suo padre e' in ansia. Io con lui. Ma sabato non posso accompagnarli. Il mio uff.da mesi ha programnato intervento formativo con coach esterno per riforma aziendale e,di recente ho avuto brutta discussoone con il presidente della societa che spero di lasciare presto quando si aprira' on concreto nuovo lavoro. Mio marito mi accusa di averlo abbndonato. Di non aver capito che e' fondamentale mia presenza con lui. Mi ero offerta di andare domenica mattina( figlio parte dom. Pomeriggio) ma dice che non ha senso. Dovevo mollare l'ufficio e andare con lui sabato. Sto creando solco in un raporto gia' molto complesso. Dice che l'ho abbandonato. Ma jin e" cosi dottore. Proprio questo sabato hanno imposto in uff. Fissandola da marzo la formaxione azuendale e vengo da una strigliata del capo( di cui mio marito non vuole sentire parlare perche odia discutere di lavoro a casa). Insomna io sarei il mostro. Lui da mesi non ki parla ne' di lavoro ne' di altro. Si lascia vivere senza parlare. Sono preoccupata. Adesso mi ha detto che mentre io sto per uscire da un tunnel ( per nuovo lavoro) lui sta sprofobdando in un pozzo. E io non lo aiuto secondo lui. Sono preoccupata. Viviamo veramente male. Grazie per il sup consiglio
Risposta del Dott.Zambello: Impari da suo figlio: dica basta a ciò che non è possibile.
Il resto: sono problemi di suo marito. Lei non è onnipotente. Se non é possibile é inutile parlarne.
Aggiunto: Aprile 25, 2019
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Pseudonimo: Fabio B.
Pseudonimo: Fabio B.
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno, ho trent'anni e mi sono reso conto di aver sbagliato tutto nella vita, vorrei tornare ai miei sedici anni e rifare tutto da zero; la consapevolezza di aver buttato trent'anni di vita mi deprime molto, mi butta a terra e mi fa pensare al suicidio. Sono veramente sfiduciato e terrorizzato dal futuro, mi sento in un vicolo cieco. Alla mia età, è troppo tardi per cambiare vita e risollevarsi?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Fabio, credo di capire, conoscere il suo dolore. Però, da fuori, da terzo, le posso dire che lei è un "fortunato ". Potrà, se lo vorrà, salvarsi, dare un senso alla sua vita. Rinascere, diventare se stesso. É il racconto del poeta: Dante. Dante, se vorrà, potrà andare, raggiungere la sua metà: il paradiso, la sua Beatrice. Ma c'è una sola via, capire che è un eletto e, affrontare l'inferno. Certo, può farsi accompagnare da un Virgilio. Al di fuori della metafora; ora lei veramente può vivere la sua vita o sprecarla nell'autocommiserazione. Decida. Però, tutti, Dante, Gesù,Sidarta, tutti, abbiamo bisogno all'inizio di una guida. Di uno che porti con noi il peso di questo vita. Si trovi un terapeuta, meglio se dinamico.
Buona giornata.
Aggiunto: Aprile 25, 2019
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Pseudonimo: Cristiano
Pseudonimo: Cristiano
Domanda allo psicoterapeuta:
Dottore, scusi il gioco di parole, ma come posso aiutare il mio terapeuta ad aiutarmi?
Risposta del Dott.Zambello: Nel libretto che ho scritto, una autobiografica, racconto come "pazientai" tanto prima che il terapeuta mi "sentisse" per quello che ero. E, forse, non l'ha mai capito fino in fondo. Eppure, non ho dubbi, devo tutto al mio rapporto con lui. È questo forse il segreto di un vero rapporto, psicoterapeutico compreso: accettare e vivere i limiti, nostri e degli altri.
Aggiunto: Aprile 17, 2019
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Domanda allo psicoterapeuta:
ADORO LA PSICOLOGIA, VORREI ENTRARE IN QUESTO SETTORE PER CAPIRE LA MIA COSCIENZA. LA MIA SETE DI APPAGARE CIO CHE NON TROVO NELLA VITA.
Risposta del Dott.Zambello: Non so chi sia lei, né di quanti anni ha. Comunque sappia che è sempre possibile realizzare ciò che noi veramente vogliamo . Ho scritto una autobiografia per testimoniare questo:
RICORDI E RIFLESSIONI DI UNO PSICOANALISTA. Ed. Kimerik.