Domanda allo psicoterapeuta:
Salve,
Sono una ragazza di 30 anni . Laureata in psicologia, quindi del settore :) il mio problema è l’ansia ... non riesco a gestirla il più delle volte.. mi sento spesso sotto stress e si ripercuote fisicamente con stanchezza, poca concentrazione ,ecc..
Sono presa di ansia quasi sempre, ma quella principale è l’ansia da prestazione lavorativa..ogni volta che devo svolgere un colloquio o in generale fare qualcosa di nuovo.. entro nel panico ...invalidante.. cosa mi consiglia?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Collega,
bisognerebbe fare una diagnosi differenziale, si faccia aiutare a farla. I termini sono: se alla base della sua ansia c'è una struttura nevrotica, lei può affrontare una terapia cognitivo-comportamentale. Se invece è un sintomo di legato ad un disturbo di personalità, l'approccio più adatto è la terapia psicodinamica. Non si può, in teoria, escludere a priori che vi sia un fatto organico.
Aggiunto: Settembre 15, 2018
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Pseudonimo: Sisifo
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Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dott. Zambello,
La ringrazio della risposta. I n realtà non ho mai fatto una seduta di psicoterapia via Skype, per cui non avevo idea delle criticità che lei ha evidenziato.
Ho solo pensato che, se si desidera un qualche tipo di contatto fisico-affettivo con una persona e ciò non è possibile, generando sofferenza e frustrazione, la cosa migliore fosse non incontrare più questa persona de visu.
Non credo, infatti, che si possano volere contatti affettivi se l'interlocutore rimane solo virtuale. Ma probabilmente pecco di ingenuità.
In ogni caso, non mi è più possibile continuare a desiderare parole di affetto o abbracci che non arriveranno mai.
Aggiunto: Settembre 14, 2018
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Pseudonimo: Sisifo
Pseudonimo: Sisifo
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dott. Zambello,
Oggi deve essere il giorno del transfert, evidentemente. Pure la mia domanda verte su questo tema.
Per quanto mi riguarda ho talmente paura di qualsiasi tipo di emozione di tipo positivo io possa provare verso il mio terapeuta, che gli ho chiesto di passare da sedute vis-à-vis a consulenze via skype. Qualche mese fa aveva rifiutato, ora mi ha detto che potremmo prendere in considerazione di alternare una seduta di persona a una via skype, se la cosa mi fa sentire più tranquilla. Ne dobbiamo discutere ancora.
è una decisione che non avrei voluto prendere, e mi rattrista, ma credo che sia necessaria. Anzi, temo che l'alternanza di sedute non sarà sufficiente e che si debba arrivare per gradi alle sole sedute via skype, anche se questo lo potrà dire solo il tempo.
Lei pensa che non vedere più il mio terapeuta di persona sia la decisione migliore oppure no?
Era meglio quando provavo solo rifiuto e rabbia nei suoi confronti, sinceramente. Vorrei che ci fosse in commercio un farmaco in grado di annullare il bisogno affettivo e il desiderio di contatto umano, di eliminare qualsiasi tipo di sentimento positivo (che sia attaccamento, affetto, amicizia...), perché tanto per quelli che non sono nati normali, come me, non sarà mai ricambiato.
Risposta del Dott.Zambello: È triste quello che dice ma, soprattutto, è triste che lei pensi che rinunciare ai sentimenti, belli o brutti che siano, sia una soluzione.
Non lo è.
Riguardo poi alla modifica del transfert via Skype, le assicuro che non c'è alcuna modifica, agisce allo stesso modo. Anzi, le sedute in Skype sono un po' più faticose sia per il paziente che per il terapeuta. Si è infatti "obbligati" al dialogo continuo. I silenzi che sono una valvola di desaturazione, non sono praticabili.
Aggiunto: Settembre 14, 2018
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Pseudonimo: Anna
Pseudonimo: Anna
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Pseudonimo: Tiziana
Pseudonimo: Tiziana
Domanda allo psicoterapeuta:
Dottor Zambello, buongiorno. La seguo da molto e la stimo tanto, per questo avrei bisogno di un suo parere.
Ho passato 15anni d'inferno grazie a due suoceri "padroni" che hanno sempre fatto di tutto, senza nasconderlo troppo, per farmi scappare. Facendola breve le dico che abitiamo porta a porta e stiamo cercando da qualche anno di scappare da questa casa, di nostra proprietà ma che non riusciamo ancora a vendere anche avendo portato l'immobile ad un prezzo ridicolo.
Si sono dimenticati dei miei figli (due bambini piccoli) a cui non fanno mai nemmeno un augurio di compleanno, quando mio marito ha comunicato che sarebbe diventato ancora papà della piccola, non si sono nemmeno fermati a guardarlo in faccia sbofonchiando qualcosa del tipo "contento tu.." . Salvo poi, mostrare i loro comportamenti prepotenti quando ci incontrano.
Se passa mio marito con i bambini, silenzio di tomba.
Se passo io li trovo (sopratutto il suocero) appostati ovunque.
Lo trovavo a scuola ad esempio ed è stato più volte ripreso dalle maestre per gli atteggiamenti (i bambini uscivano e lui mi si parava davanti, tirandoli praticamente dalle mani delle maestre per far in modo di essere il primo a prenderli, tenerli in braccio anche 40minuti e non darmeli nemmeno sotto ripetute richieste) poco importava se magari avevamo appuntamento dal medico piuttosto che lo sport ecc ecc
Il suo scopo era farmi capire che lui comandava e che dei bambini decideva lui. Più volte anche detto.
Durante una litigata tra lui e mio marito ha esplicitamente detto... Ma QUELLA (che sarei io) ha capito che qui dentro non conta? Ha capito che come amo io i bambini lei non li amerà mai?"
Eppure ho fatto di tutto per fargli vivere i bambini, io sono cresciuta coi nonni e ne riconosco l'assoluta importanza.
Ma lui al bambino più grande parlava male di me, di noi. Non rispettava le nostre scelte. Lo ha più volte malmenato per poi dire che il bambino era bugiardo.
Morale.. Dopo infinite litigate i nostri rapporti si sono rotti. Mio marito dopo sfuriate colossali non parla più con i suoi genitori.
Ecco il punto è questo.
Mio suocero continua con i suoi continui appostamenti e, mi creda, io sono disperata.
Per me è diventata una violenza psicologica. Lo so che sostanzialmente non fa niente di male ma mi sento in trappola, braccata. Non mi godo niente con i miei figli.
Ogni volta che esco è lì davanti che ci fissa, se rientro lo trovo davanti a noi, scendo con la macchina e lui è dietro di me. Sono disperata e passo le notte insonni all'idea della mattina dopo in cui devo uscire di casa coi bambini e lui sarà lì. Durante il weekend per me uscire è un incubo e lo faccio solo se c'è mio marito. Altrimenti stiamo in casa. Ma non è vita..
E se lo incontro faccia a faccia non mi saluta ma come minimo mi toglie i bambini dalle mani, li tiene in braccio finché decide lui (e il grande ha 7 anni, non 2 e vive male questa cosa).
Ho iniziato a soffrire di claustrofobia.
Non so più cosa fare, forse le sembrerò una pazza ma sto malissimo
Mi perdoni per il lungo post di sfogo
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Tiziana,
ha ben donde per non essere contenta e sentirsi male.
Non vedo soluzioni possibili se non andarsene.
Litigare tutti i giorni non porta alcun vantaggio né a lei né ahi bambini che sicuramente vivono queste tensioni
Andatevene il più presto possibile.
Aggiunto: Settembre 13, 2018
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Pseudonimo: Selene
Pseudonimo: Selene
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dottore,
il mio terapeuta, di punto in bianco, ha cambiato studio. Me lo ha comunicato il giorno stesso che avevo appuntamento.
Quando sono andata mi pareva tutto bruttissimo, mi sento tradita, nn ritrovo più il mio spazio sicuro. Gli ho detto che avevo rabbia e nn mi piaceva, ma ha alzato,e spalle dicendo che i cambiamenti fanno parte della vita. Io odio questo studio nuovo, mi sento tradita, defraudata, senza più sicurezze, a disagio e provo una rabbia infinita.
Vorrei un suo parere. Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signorina,
Sei anni fa dovetti improvvisamente cambiare studio anche io. Non fui contento, né i miei pazienti ma, non era possibile diversamente, come dice il suo terapeuta: questa è la vita.
Oggi a distanza di anni, sono contento di aver cambiato.
Aggiunto: Settembre 6, 2018
Domanda allo psicoterapeuta:
gent dott .zambelli e' meglio esternare la delusione la rabbia, lo sdegno verso chi ci ha procurato un grande dolore { mio marito e mia figlia che vivono bene lo stesso senza di me e degli altri 2 figli) e passar per matta oppure soffrire dentro, andar in depressione e rimurginare? a volte ho la percezione che 48 anni di matrimonio siano stati irreali, un sogno e un incubo e che non valga la pena di vivere. iniziero' un percorso di psicoterapia a Trieste ma parto con il piede sbagliato perche' la volonta' nasce dentro di noi e nessuno me la puo' regalare. Aggiungo che vivo sola, ho 68 anni,e che ho una grande dipendenza affettiva ,nel senso che ho bisogno di essere al centro dell attenzione affettiva . Mi sono sempre sentita poco amata. graxie e distinti saluti.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
colgo in lei tanto dolore. Una angoscia che ha elementi che vanno oltre lo psicologico, come lei dice, somatizzati. Bisogna che lei si fermi un po'. Si prenda cura di sé. Mi permetto di suggerirle, oltre ad un intervento psicoterapeutico che sicuramente la aiuterà, cerchi un aiuto farmacologico.
Non so se il terapeuta che vedrà è un medico, se non lo fosse, parallelamente vada da un medico.
Certo che la aggressività va vissuta altrimenti come lei dice si trasforma in depressione ma, certamente, non va agita.
Buona giornata.
Aggiunto: Settembre 1, 2018
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Pseudonimo: andrew
Pseudonimo: andrew
Domanda allo psicoterapeuta:
Dottore ho un problema. Ho 30 anni e sono un tipo che mi sono sempre comportato bene nella vita.
Non mi piace fare il furbo! Eppure stamane mi è successa una cosa mi ha fatto rimanere male.
Ho lavorato in una scuola per 6 mesi come personale ata. Stamattina, anche per capire se il personale mancasse, ho chiamato la scuola per augurare il buon inizio dell'anno scolastico e per capire se ci fossero possibilità di una chiamata. Sono stato liquidato bruscamente in 10 secondi dalla mia superiora. Mai io dico: uno si comporta bene, è gentile, a volte fa il fesso per non fare la guerra perché una cortesia se la potevo fare, la facevo, ho subito angherie dai colleghi gelosi perché lavoravo e rispettavo l'orario di lavoro al minuto e alla fine si viene trattati male?
Ho la mentalità da bambino come dicono tutti per pararsi la coscienza o credo in valori che oggi nessuno crede?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Andrew,
capisco il suo dispiacere e non riesco ad immaginare il motivo che ha spinto la sua ex superiore a comportarmi in maniera così poco sensibile. Glielo vada a chiedere di persona. Tanto, cosa rischia?
Comunque, mi sembra che nella sua domanda lei faccia intendere di aver capito che essere troppo accomodanti non serve mai. Conviene sempre, pur bel massimo rispetto difendere se stessi.
Aggiunto: Agosto 31, 2018
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile Dottore
Mi scuso ma mi sento ragazzo,nonostaste l'eta.Il mio problema e iniziato verso i 50anni,da anni non ho piu relazioni,so solo che da giovane venivo dopo tanto tempo e continuavo giorno e notte,ora ho difficolta nell'erezione e vengo subito,ho provato anche la pillola blu per poco e buoni risultati.Sono gia contento che non faccio piu pipi rossa e la febbre oltre i 40.Ora prendo 2 avdodart alla settimana.
Risposta del Dott.Zambello: L' Avdodart è un buon farmaco per curare l'ipertrofia prostatica benigna. Purtroppo, in alcuni casi, interferisce dell'erezione. Solo il suo medico può decidere con lei il meglio da farsi.
Aggiunto: Agosto 30, 2018
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Pseudonimo: M
Domanda allo psicoterapeuta:
Gent.mo Dott. Zambello,
qualora una persona si accorgesse di essere un "puer aeternus" (nella definizione che ne dà Marie-Louise von Franz e lo stesso Jung) e di avere, tra le altre cose, un totale rifiuto del lavoro (nel senso di non lavorare proprio), cosa potrebbe fare? Una psicoterapia junghiana potrebbe giovare?
La ringrazio e la saluto cordialmente
M
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signore, l'analisi può solo aiutarla a capire come lei funziona.
La crescita personale è in funzione solo del suo disagio. Del suo bisogno di "uscire dal dolore". Se non prova disagio, sofferenza, nessuno ha gli strumenti per farla crescere, individuarsi.
Ma, se questo è il suo bisogno, l'analisi junghiana è uno degli strumenti.