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Pseudonimo: Un trentenne in estrema difficoltà
Pseudonimo: Un trentenne in estrema difficoltà
Domanda allo psicoterapeuta:
Salve dottore, la mia vita si è fermata a quando avevo 16 anni (quando ho lasciato la scuola perché non ero in grado di rapportarmi con i miei coetanei, ero sempre a disagio con tutti, stavo male e non riuscivo più a studiare e ad alzarmi dal letto la mattina per andare a scuola), ora sono un trentenne solo come un cane, senza nessuno, senza amici. Ho sempre pensato di essere un predestinato che avrebbe fatto grandi cose nella vita, che come per magia, sarebbe accaduto qualcosa che mi avrebbe fatto svoltare, ma, ovviamente, i miei sogni di gloria non si sono mai concretizzati, con costante delusione e frustrazione; avrei voluto nascere un campione di calcio, di basket o di formula 1, oppure un cantante famoso e per qualche tempo pensavo davvero che lo sarei diventato (sempre magicamente). Non ho nessun amico, ho sempre avuto solo amori platonici o “virtuali” (tramite chat), sono anni che mi trascino, che vegeto, non ho mai lavorato (perché sono un incapace totale e proprio non riuscirei a lavorare e ad avere rapporti con i colleghi), non uso la macchina, sono quasi sempre chiuso in casa, ho paura dei rapporti sociali, ho il terrore delle altre persone, provo un odio e un’invidia sfrenata per coloro che si sono realizzati, che hanno successo. Io non sono capace di fare niente di niente, mi mantengono in tutto e per tutto i miei genitori (sto cominciando a pensare che a loro piaccia questa situazione dato che non fanno nulla per aiutarmi). Ho avuto una brutta infanzia (mio padre mi ha picchiato e umiliato fino a quando avevo circa 12 anni, poi ha avuto una specie di “redenzione”, ma comunque questo non cancella quello che mi ha fatto quando ero un bambino; mia mamma, quando mio padre se la prendeva con me, non mi ha mai difeso). La mia situazione va avanti da così tanto tempo che non so nemmeno identificare le cause “precise” del mio malessere e del mio blocco esistenziale, è tutto troppo complicato e ingarbugliato. Ho la tragica consapevolezza di avere buttato la mia giovinezza, vorrei salvare almeno il mio futuro, ma non so dove sbattere la testa, non so cosa fare, mi sento in balia di meccanismi mentali più forti della mia volontà e ai quali non riesco a oppormi, non basta volere razionalmente di cambiare, io non ce la faccio, non basta volerlo razionalmente. Sono come anestetizzato nei confronti della vita, il senso di impotenza è un’abitudine per me, non ho autostima (ma spesso, però, mi piace pensare di essere un genio incompreso), non riesco a fare niente, provo un senso di impotenza e rassegnazione totale. Non sono in grado di vivere, mi sento un fallito senza speranza. Cosa posso fare? (Per favore, non mi risponda in maniera semplicistica “vada a lavorare”, perché magari potessi farlo: io, nello stato in cui verso ora, non sono in grado di lavorare). Dovrei fare una psicoterapia? Di che tipo? Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signore, credo di avere detto e scritto molto su quello che la affligge. Si chiama narcisismo patologico. Lei non ne ha alcuna colpa è responsabilità ma, solo lei può decidere di uscirne e, solo con una psicoterapia dinamica.
Si guardi i miei due video su Youtube sul narcisismo patologico.
Aggiunto: Ottobre 29, 2018
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Pseudonimo: chiara
Pseudonimo: chiara
Domanda allo psicoterapeuta:
Dottore è vero che devo lavorare sulla mia indipendenza psicologica ma la domanda mia penso sia abbastanza lecita: se io odio l'odore del pesce (sorella che non ha una buona considerazione degli psicologi) non faccio la pescivendola (fidanzato psicoterapeuta).
Risposta del Dott.Zambello: Forse è lecita o per lo meno comprensibile ma, a che serve? Risposta: niente.
Quindi, si faccia i fatti suoi e lasci perdere.
Aggiunto: Ottobre 29, 2018
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Pseudonimo: chiara
Pseudonimo: chiara
Domanda allo psicoterapeuta:
Mi chiamo Chiara e ho 35 anni. Sono la primogenita e perchè i miei genitori non hanno avuto un matrimonio felice, ne ho sofferto molto ritrovandomi a fare la mamma a mia mamma. Ho una sorella più piccola di me di 5 anni. Lei è stata trattata da mia madre come una principessa: lei non doveva essere coinvolta nei problemi di famiglia. So solo che per sfogarmi io sono recata da uno psicoterapeuta per alleviare le sofferenze del mio passato e questa cosa, tenuta da me segreta, è venuta fuori e a conoscenza di mia sorella. Sono stata derisa da lei dicendomi che lo psicoterapeuta è il classico strizzacervelli. Ho scoperto però che lei si è fidanzata con uno psicoterapeuta da ben 3 anni e che non lo presentare in famiglia perchè dice che la cosa, che secondo me non è vera, non è una storia arrivato a un punto serio. Mi chiedo, può una donna che denigra la professione di uno psicoterapeuta, avere una relazione con uno psicoterapeuta? Non è un pò un controsenso?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora Chiara, lei ha avuto una vita non facile. Finalmente a 35 anni potrà sentirsi un po' indipendente
Lo sia. E allora, me lo permetta: ma che gliene importa a lei della vita di sua sorella?
Cerchi la sua indipendenza economica ma soprattutto psicologica. Faccia quello che le sembra giusto e lasci che gli altri vivano la loro. Mi creda, non c'è nessuno, forse, sua sorella compresa, che non abbia problemi.
Aggiunto: Ottobre 28, 2018
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Pseudonimo: nicolas
Pseudonimo: nicolas
Domanda allo psicoterapeuta:
buongiorno, cosa ne pensa della terapia breve strategica?
Risposta del Dott.Zambello: Le confesso Signor Nicolas che non provo molta simpatia per Giorgio Nardone e tutta la sua scuola.
Però la conosco poco e non voglio esprimere giudizi che sarebbero il frutto del preconcetto.
Aggiunto: Ottobre 25, 2018
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Pseudonimo: Sara
Pseudonimo: Sara
Domanda allo psicoterapeuta:
Buonasera dottore
Vorrei porle due domande. Cosa prova il terapeuta quando saluta definitivamente un paziente che ha avuto in cura per anni? Ha un po' di dolore insieme alla gioia? Ci sono pazienti che le sono stati più cari e che non dimenticherà mai? Sto finendo la mia terapia e ho paura. Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Nel libretto che ho scritto per parlare dei miei pazienti e di me in termini psicoanalitici, affermo, senza retorica che la ricchezza più grande che ho quotidianamente sono i miei pazienti.
Certo che mi porto dentro ognuno di loro. Direi che io sono grazie a loro. La psicoterapia è una relazione e ogni relazione forma, cambia.
Aggiunto: Ottobre 22, 2018
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Pseudonimo: alda
Pseudonimo: alda
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno dottore! Ho parlato piu volte con il mio compagno proponendogliterapia di coppia per migliorare la nostra comunicazone e la qualitadella nostra relazione. I buoni sentimenti ci sono( almeno da parte mia) e sarebbe bene provare. Ma mi dice che mon e' disponibile adaiuto esterno. Di andare io in terapia cercando di capire cosa non va in me che lo rende 'estraneo'a casa. Mio figlio si e'laureato coj il massimo dei voti e la menzione. La motivazione dell'encomio e' meravigliosa. Un veto trionfo. Tutto bellissimo ma lui naturalmente si e' eclissato. Non ha partecipato alla foto con i miei familiari. A casa abbiamo ospitato parenti ns. Di entrambe le parti. Suo figlio felicissimo e' rimasto con noi un paio di giorni....lui e' sparito. Non mi ha aiutato. Si e' rintanato in camera. Suo figlio mi ha invitato a non prendermela e agodermi la festa. La sua anziana zia coj cui vado d'accordo mi ha detto che si e' accorta che non era ' in forma'. Non ha neanche comunicato a suo fratello che sta fuori il lieto evento( tra l'altro ha un figlio appena piu grande e chiede di noi). Non ha voluto portare in uff. I confetti ( mi coboscono ma forse ignorano l'esistenza di mio figlio?!). Quando non e' al centro dell'attenzione va in crisi..come da copione ha cercato di avvelenarmi nel giorno piu importante per me cone mamma. Ma sono orgogliosa e felice e saro' come sempre al fianco di mo figlio anche per le scelte future. Gli ho riconosciuto il merito, dopo l'ultimo esame prima ancora del trionfo...di aver contribuito, giacche' siamo (per me) famiglia dall'anno della naturita'a questo successo tutto nostro di famiglia appunto. Si distacca, dice che bisogna correre ai ripari. Che sbaglio. Che dipende da me, che pretende di sentirsi a suo agio cob niu. Ma per colpa mia non puo' '...mi creda sono veramente stanca e se continua cosi non so come si potra' recuperare. Aldila della terapia che rifiuta..crede sia in nalafede? Vuole mollare famiglia ? Che ne pensa. Grazie davvero per la sua risposta. Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Non lo so Signora cosa pensa e fa il suo compagno. Forse ha ragione lei: fa il bambino.
Se così fosse, dipende da lei quanto vuole fargli fare questo ruolo.
Aggiunto: Ottobre 22, 2018
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Pseudonimo: Edo
Pseudonimo: Edo
Domanda allo psicoterapeuta:
Gent.mo dottor Zambello,
grazie per la risposta alla mia precedente domanda.
Io idealizzo e mi perdo nel fantasticare di avere molti soldi e di essere ricco; però, non ho nessun “slancio pratico”. Una parte di me vorrebbe avere questi “slanci pratici” volti a guadagnare molto denaro; un’altra parte di me pensa che fare qualcosa per arricchirsi significhi perdere la propria fantasia, la propria creatività, la propria “bontà”, la propria “innocenza e purezza infantile”, la propria ironia, la voglia di scherzare e giocare, di perdere la propria autenticità, insomma.
Quando ero bambino, i miei genitori mi leggevano spesso la fiaba della Piccola Fiammiferaia; mia mamma e mio papà hanno sempre avuto una visione “cristiana” dei soldi: i poveri sono sicuramente persone più buone e meritevoli del Regno dei Cieli rispetto ai ricchi (considerati persone con poco cuore, poco buone). Temo che questa visione abbia contagiato anche me; ma io non la voglio (razionalmente la rifiuto, ma inconsciamente non lo so).
Non riesco a trovare un equilibrio tra queste due parti di me, non riesco a farle “andare d’accordo” (da sempre, predomina quella che “schifa” i soldi). Mi trovo in condizioni economiche non buone e, nonostante ciò, non riesco a fare nulla per uscirne (mi limito a fantasticare di essere ricco, in futuro).
Sarei pronto anche ad affrontare una psicoterapia per risolvere questo problema.
Mi scuso per la lunghezza.
Se può, mi dia un suo parere.
Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Prima di prendere un appuntamento con uno psicoterapeuta, le conviene prima superare la sua accidia che si manta di ideali francescani. In realtà forse lei ha solo poca voglia di "sporcarsi le mani ". La smetta di sognare e faccia quello che deve fare. Tanto mi creda, non avrà mai da porsi problemi per i troppi soldi.
Aggiunto: Ottobre 21, 2018
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Pseudonimo: Saturnus senex
Pseudonimo: Saturnus senex
Domanda allo psicoterapeuta:
Mai e poi mai nulla servira’ a niente. Questo è ciò che è e non é possibile che non sia. Perché ostinarsi? Minutaglia, minutaglia, questo è ciò che la gente desidera. Ma, a questo punto, perché Loro non ascoltano una bella canzone pop? Scusi lo sfogo, ma lei ed io sappiamo che la vita è una lacrimevole trappola. Perché dibattersi in una tonnara senza scampo? Perché tutti questi danari? Perché questo soggiorno con la libreria, vuota e piena di antiche carte, editti, trattati, e stampe ai muri che, mute, non cessano però di parlarci? La parola è perduta per sempre: si abbia almeno la decenza di tacere.Tutti.
Risposta del Dott.Zambello: Il suo stesso lamento rivela un un desiderio, una speranza. Ed è così. Fino all'ultimo respiro l'uomo urla un grido di aiuto, speranza. Lei dice che è tutto inutile e non si accorge che nel momento stesso in cui lo dice fa un atto di fede.
Aggiunto: Ottobre 21, 2018
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Pseudonimo: Sisifo
Pseudonimo: Sisifo
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dott. Zambello, ogni tanto leggo sul suo blog che consiglia, quando richiesto, una terapia psicodinamica. Credo di averne capito le motivazioni (che potrebbero essere riassunte "semplisticamente" nel pensiero: non si concentri sul sintomo ma cerchi di capirne le cause e modificare gli aspetti disfunzionali della sua personalità) ma, da ignorante, non sono mai riuscita a capire quali indirizzi di psicoterapia possano considerarsi tali. Ho solo capito che la cognitivo-comportamentale non lo è. Ma tutti gli altri? Sistemico relazionale, Gestalt, umanistica ecc... lo sono oppure no?
Risposta del Dott.Zambello: Lei ha ragione, sostanzialmente la psicoterapia si suddivide su due grandi categorie: psicodinamica e cognitivo-comportamentale. Queste due categorie sono in effetti antitetiche l'una a l'altra. Tutte le altre sono una sintesi o una copia delle due: la dinamica e il cognitivismo. Poi, non è vero fino in fondo, ad esempio, la teoria dell'attaccamento è un ponte tra le due.
Forse vi è un terzo tipo, la psicoterapia di Lowen. È un tipo di psicoterapia dove al centro vi è il corpo.
Detto questo, la psicoterapia è un rapporto tra due persone. Ciò che fa la differenza non è tanto la teoria ma la capacità dei due di stare assieme. La capacità del terapeuta di capire il paziente.
Aggiunto: Ottobre 21, 2018
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Pseudonimo: Chiara
Domanda allo psicoterapeuta:
Dottore io non chiedo a lei una risposta che abbia una verità assoluta perchè lei non conosce ne me ne mia sorella. Però avere una sua chiave di lettura mi servirebbe meglio a conoscere mia sorella o vedere in lei un carattere che forse non conosco fino in fondo. Si tratta di ipocrisia il suo comportamento o egoismo nel vedere un mio comportamento a essere felice. Dirò di piū, lei ė sempre stata gelosa del rapporto con mia madre ma non si è mai resa conto che mia madre scaricava i suoi fallimenti su di me che io ho assorbito.