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Domanda allo psicoterapeuta:


Grazie dottore per la sua risposta. Sono credente e la preghiera e' presente nella mia vita. Mi fa stare bene dentro e spero che mi aiuti a mantenermi equilibrata e serena con gli altri. Ma quello di cui ho bisogno in questa fase della mia vita, credo sia nello specifico, con il mio compagno, un metodo per disinnescare il processo per il quale scatta la lamentela per un nonnulla e poi il silenzio,. Vorrei sorprenderlo co una reazione diversa. Votrei fargli capire non a parole che la vita e' solo una e che intodsicare se' e gli altri con manifestaziotni continue di indodfisfazione su totyo e tutti stanca e toglie energia , vita e complicita'. Che le relazioni cosi' si lacerano e che l'abitudine non puo' soddisfare perche' e' una non scelta di vita. Do altro e ho bisogno di altro. Parlarne non ha prodotto che musi lunghi, silenzi e rifiuto di capire. Come se solo lui fosse stanco. Non lo.voglio a tutti i costi. Vorrei che pensasse veramente di perdermi e scegliesse tra noi e il nulls perche qui io non mi ritrovo e tra il nulla e me. Scelgo di coltivarmi e riespandermi. Ma se vuole recuperare pet non perderci sono la petsona piu felice del mondo. Non so dottore se ho espresso in manieracomprensibile cio che sento....si puo' fare qualcosa?grazie

Risposta del Dott.Zambello: Non lo so cosa vuole fare il "Buon Dio", per definizione, può tutto, quindi lei ha buoni motivi di sperare.
Sul piano reale, la relazione tra lei e il suo compagno, mi sembra indirizzata ad un ripetersi stanco di comportamenti nevrotizzanti.
Avrebbe una possibilità di verificare quel interesse empatico
5che lei cerca quotidianamente da lui: lasciarlo. Si accorgerebbe come si attiverebbero in lui tutti quei canali emotivi che ora sembrano chiusi. Però, non le assicuro proprio che poi rimarrebbero nel tempo aperti, anzi.


Aggiunto: Luglio 16, 2017
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Domanda allo psicoterapeuta:


Grazie dottore. Scusi tutti gli errori..
la foga nello scrivere...credo che la vita non sia una prova di resistenza....ma l'unica occasione per essere felici. Almeno come predisposizione, stato d'animo...bisognerebbe sentirsi intimamente grati alla vita per ogni giorno, sorriso, occasione. Per il sole,il sonno l'amicizia. La fiducia.l'amore di chi ci ama e di chi amiamo. Poi accade di tuuto. Lo sappiamo bene. Davvero ditutto. La differenza la facciamo noi con il nostro modo di vivere e accogliere le cose. Tanti errori nostri, abbandoni, pericoli difficolta economiche, di lavoro e malattie. Solitudini. Lutti. Pero' qualunque cosa si stia vivendo la leggerezza , l'accoglienza per cosi dire, non dovrebbe abbndonarci, la capacita' di vedere il bichhiere mezzo pieno. Di sorridete e di sorprenderci anche solo per la meraviglia di un fiorellino che sboccia sulla pianta in balcone. Non mi vogio intristire. Lavoro con i malati terminali( ufficio) . Devo trovare il bello ogni giorno. A. Ho bisogno di sentirmi amata , come tutti e di sapere chele persone che amo e di cui mi prendo cura mi amano, sanno apprezzare le tante piccole o grandi cosr che viviamo insieme. Sono stata molto felice con il mio compagno e abbiamo affrontato problemi economici, di lavoro mancante...adesdo che potremmo vivere meglio forse ha paura di petdere il controllo, come fice lei, su di noi e sulle nostre aspettative. Forse teme di non essere abbastanza anche se economicente puo dare fi piu. Mi manca un po' di leggerezza. Mi spiace accorgermi che spesso temo in anticipo chrcritichera, che discuteta du questo e quello. Spesso accade e quando non e' cosi....mi sono rovinsta la giornata e ho perso sppunto la leggerezza. Ho bisogno di conservare l'amore pet la vita. Per me e' irrinunvisbile. Non solo da rimproverare perche' e' stanco. Ok. Lo diamo tuuti. Ma io non gli vomito addosso cattiverie e insicurezze. Devo trovare il modo fi respirare a pieni polmoni. lo yoga secondo lei mi potrebbe aiutare? Grazie
. :o

Risposta del Dott.Zambello: Ha ragione. La felicità è in noi. Come é possibile avvicinarsi ad essa o per lo meno, avere la consapevolezza di percorrere la strada giusta per raggiungerla o per lo meno avvicinarsi? Questa è la domanda più importante che come uomini possono porci.
Io non ce l'ho la risposta, tanto meno una risposta che vale per tutti.
Penso che la terapia junghiana è una di queste possibilità. La meditazione, la preghiera e anche lo yoga forse, sono altre possibilità.


Aggiunto: Luglio 15, 2017
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno dottore. Rieccoci. Non c'e' proprio pace per me. Le ho scritto l'ultima volta qualche mese fa racvontandole vhe il moo compagno, forse troppo stanco per un lavoro pressante ( direttore personale di azienda con 300 persone) aveva perso serenota e voglia di vivere. Siamo partiti 5 gg. A giugno. Bel viaggio. Siamo stati bene insieme ma un giorno ha avuto da ridire perche la mia intenzuone di sndare ib palestra per sentirmj megkio e rimanere in forma non gli e' piaciuta e ha montato un a disvussione infinita mimacviando di ripartire subito. Poi rientrato il tutto. Lo scirso fine settimana siamo andati al mare in un nostro posto. Scoperto per cado e che per noi rappresenta beneseere cimplicita e totalerelax. Tornati lunedu. Gia stamattina pet quakcisa fyoru posto a casa ha mintaro un macello dicendo che io e mio figlio con cui vuvismo xe ne freghiamo di lyi. Che non ne puo piu e ha deciso di andare via. Non ne posdo piu io di questa instabilita affettiva , di queste continue lamentelw, dekka sua insicurezzq. Io lo amo anche con tutti i difetti. Lui taglua il capello in 4 e ha sempre da lamentarsi. Spara a zero sul laviro, sulla casa sui miei difetti insopportabili. Rovina tutto. Non e' affettuoso ne' accomidante pretende attenzioni continue. Avro' sicuramente sbagliato milte cosr in questo rapporto. Che adedso e' vosi. Sono statamolto felice.adedso non lo.riconosco e non do come recupetare e lo vorrei ma lui approfitta e si lamenta se.pre. non sorride mai.e questo non lo sopporto. Graxie per la sua risposta

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
si dia pace. O lei accetta il suo compagno così, con i suoi alti e bassi, con la sua rigidità caratteriale, con il suo bisogno nevrotico di tenere tutto sotto controllo tutto o, lo lascia. Mi creda, possibilità che le cose cambino non ne vedo.


Aggiunto: Luglio 14, 2017
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Domanda allo psicoterapeuta:


Le spiego. Se entro in un' aula e dico ho lasciato un posto ben remunerato per fare corsi di formazione in vari enti che é cosa diversa da un couch dove per couch intendendo un motivazionale e non un formatore, non ti presenti con un materiale scopiacciato. Preparare materiale fa parte del tuo lavoro visto che hai lasciato un altro per fare solo questo e cioè insegnare. Preparare materiale ė didattica e non fare ricerca. Poi scrivi sulla carta di fare un corso e poi ne fai un altro, quanto professionale sei?
Ora, visto che le ho spiegato quello che lei voleva sapere, mi può spiegare aggressività che mi frega?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Dottore,
Che le piaccia o meno, tutti i rapporti umani sono regolati da una pulsione con la quale facciamo i conti tutti: l'aggressività.
Lei, per quello che capisco io, gestisce male la sua. Le conseguenze sono inevitabili.
Ora, io non sono il suo analista, non so bene come è perché ciò accada , né di quanto lei ne sia consapevole. Come le dicevo prima, se ne ha consapevolezza, investa in questo.
Se non le serve, lasci cadere quanto le ho detto.
Altro non so.


Aggiunto: Luglio 9, 2017
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile dottore,
ho passato la soglia dei trentanni, laureato ma non lavoro. So che lei non è esperto in psicologia del lavoro ma vorrei un consiglio comportamentale.
Quest'estate sono stato contattato da una agenzia di lavoro interinale molto prestigiosa per svolgere un corso gratuito che ha per oggetto il funzionamento della grande organizzazione organizzato. Beh ho detto vado: imparo qualcosa anzichè stare a casa.
Ho avuto una piccola discussione con il formatore.
Premesso che il fornatore non sta rispettando il programma che dovremmo fare avendo lui avuto un'esperienza in risorse umane e non nella grande distrubuzione organizzata e quindi si fa altro. Sono stato considerato bambino quando, in seperata sede e non in pubblico, gli ho fatto notare che il materiale che stava usando veniva distribuito dalla mia università e dalla mia professoressa per l'esame di organizzazione aziendale. Mi ha detto: "sei un bambino, sei ancora ancorato al mondo universitario chiuso mentalmente perchè pensi allo studio; a me non interessa quando esamino un ragazzo le sue conoscenze ma quello che mi puoi dare. Sei un agnellino che non può svolgere lavoro di responsabilità perchè sei buono e non va bene".
Sinceramente a freddo ci sono rimasto male ma poi ho pensato a due cose: la prima che un professionista non si copia il materiale di un altro professionista perchè poi è anche un reato che è quello di plagio; la seconda è il ricordo di un pensiero espresso da una opinionista in un programma televisivo e cioè che il potere deve essere dato a persone che hanno delle conoscenze e delle competenze altrimentì la società va allo sbaraglio.
Seguirò il corso e ,come al solito, vedrò di prendere il meglio che una persona mi può dare. Ma la mia difficoltà e che questo formatore ogni poco lancia lo slogan del tipo " se sarete venditori o lavorete in un'azienda dovete pensare solo a vendere, a fare profitto e cose del genere".
Io nel lavoro vorrei vedere anche altro e mi chiedo se oggi avere ancora dei valori è un valore. A voi la risposta!?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Dottore ,
Purtroppo non sono neanche un comportamentista, faccio lo psicoanalista.
Però, se me lo concede, avrei comunque qualcosa da suggerirle.
Caro Dottore, il problema per lei, non è la carenza di lavoro e tanto meno che il formatore si serva di testi preparati da un insegnante universitario ma, la sua aggressività.
Lei, contrariamente forse a ciò che appare a livello superficiale, lei cova dentro di se' una grande aggressività che alla fine la "frega".
Se vuole impegnare il suo tempo e energie, lasci stare la formazione professionale e lavori su se stesso.

Mi dice per curiosità perché un formatore, un coach che lavora in una società, non dovrebbe usare testi universitari o ricerche universitarie preparate da antri? Non è mica un insegnante universitario dal quale ci si aspetta originalità e ricerca personale. Un formatore deve utilizzare, insegnare a utilizzare nel migliore dei modi, secondo le sue categorie e quelle del Società per cui lavora, tutto ciò che conosciamo al fine di produrre.
È legge del mercato.


Aggiunto: Luglio 8, 2017
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Domanda allo psicoterapeuta:


Grazie dottore

Aggiunto: Luglio 4, 2017
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gent.mo dottor Zambello grazie per la risposta.
Lei ha detto che il terapeuta non illude il paziente, e che il paziente trova da sé una via di uscita quando sente la frustrazione per un rapporto amoroso mancato. Nel mio caso però, non illudere una persona equivale a farla soffrire e a farla cadere in un esaurimento. Voglio tutelare quella persona, ma nello stesso tempo voglio anche tutelare i miei reali sentimenti. Quella persona non ha la forza per trovare una via d'uscita, laddove sentisse che con me non può avere una storia d'amore. Dove sto sbagliando dottore?

Risposta del Dott.Zambello: Tutto.
Mi permetta Signor Eros, se lei vuole tutelare la sua ragazza, la allontani prima possibile da lei. Lei è un narcisista pericoloso. Nella realtà lei non riesce a rinunciare a quei benefici secondari che le arrivano da una ragazza che l'ama. Il risultato finale prevedibile: sofferenza e dolore per entrambi.
Si guardi dentro, eventualmente si faccia aiutare e decida di essere coerente con se stesso e con gli altri. Non si preoccupi, la sua ragazza è capace di amare, troverà sicuramente il modo di farlo realmente e corrisposta. Non la rovini.


Aggiunto: Luglio 3, 2017
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gent.mo dott Zambello, ho un "problema" a cui non riesco a trovare soluzione..cercherò di essere concisa: ho un figlio di 3 anni e mezzo che amo più di me stessa...però dottore...mentre glielo dico mi sento la peggior madre del mondo perché mio figlio è insopportabile...dispettoso, super attivo, vuole fare SOLO di testa sua, non ascolta..scappa e non si gira manco se mi sgolo gridando il suo nome...eppure mi creda, non sono una di quelle mamme che non gliele ha mai date o lo abbia lasciato fare...mai! Eppure mi ritrovo così: con un bambino cui il gioco preferito è diventato farmi impazzire, ma che contemporaneamente è capace di slanci d'amore che lo rendono speciale! Vorrei solo che lei mi consigliasse come comportarmi, cosa fare...magari sbaglio qualcosa...penso continuamente che sono un incapace e che rimpiangerò questa età adesso tanto odiata...mi aiuti con un suo buon consiglio e scusi del tempo rubatole. Cari saluti.
P.s. Mio figlio è un bambino normalissimo, frequenta l'ausilio e le maestre mi dicono che è solo esuberante ma dolce e socievole...
Mi perdonino tutte quelle persone desiderose di bambini...

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora Elena,
la sua domanda meriterebbe una risposta molto articolata che qui non ho la possibilità di darle.

Le consiglio però di leggersi il libro della Klein "Invidia e Gratitudine". E' un libriccino di poche più di 100 pagine in cui credo lei possa trovere molte risposte al comportamento di suo figlio.


Aggiunto: Luglio 3, 2017
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile dottor Zambello buongiorno. La ringrazio per il tempo che mi sta dedicando, le sono grato. Adesso le spiego il problema: sono fidanzato da due anni con una ragazza, lei è pazzamente innamorata di me, io di lei un pò meno, il rapporto comincia a farmi sentire soffocato perchè lei è molto assillante. Così, una volta, ho provato a lasciarla, e lei scoppiando a piangere, mi ha minacciato che se la lasciassi si sentirebbe male, e si farebbe venire un esaurimento,che non devo giocare con i suoi sentimenti, così sono tornato sui miei passi, dichiarandole falsamente il mio amore per lei. In tutto questo una soluzione ci sarebbe, fare in modo che sia lei a lasciarmi, che si stanchi di me, ma come? A questo proposito mi è venuto in mente il rapporto tra paziente e terapeuta, dove il paziente, non di rado si innamora del terapeuta, ma poi con il tempo si stanca e lo lascia, lo abbandona; quante volte le sarà capitato a lei dottore? Per questo mi sono rivolto a lei. Vede, io penso che ci siano delle analogie tra il rapporto amoroso, e il rapporto terapeutico, dove, da una parte il paziente si innamora del terapeuta che poi lascia, dall'altra parte, la morosa usa il partner per non stare male, ma poi non lo lascia. Quale consiglio mi darebbe per far sì che la ragazza si stanchi di me e mi lasci? La ringrazio anticipatamente per una sua eventuale risposta. Cordiali saluti.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Eros,
lei confonde un po'. I rapporti d'amore, comunque siano strutturati, devono aiutarci e aiutare l'altro/a a crescere non a "stancarsi", cioè ad esaurire la propria capacità libidica.
Certo, in ogni crescita ci sono momenti di sofferenza, a volte anche duri, forti ma, devono essere vissuti come tali e non "coperti" da un atteggiamento falso.
A 30 anni si deve aver il coraggio di esprimere con chiarezza, se pur con il massimo rispetto dell'altro, i propri sentimenti.
Il terapeuta non illude mai il proprio paziente con false promesse. E' proprio la frustrazione, il dolore di un rapporto amoroso che non può essere vissuto che aiuta il paziente a sentire in sé la forza per cercare una via di uscita.


Aggiunto: Luglio 3, 2017
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve volevo capire se il nostro rapporto di coppia vi è amore o solo sesso. Cerco di spiegarmi meglio. Circa 10 anni fa ho tradito mia moglie e sono stato scoperto e ho dovuto confessare. Lei mi ha tenuto in casa anche per amore di due bimbi dicendomi che mi avrebbe perdonato ma tutte le volte che è arrabbiata mi ricorda quello che ho combinato e inoltre spesso mi da dell'immaturo. Io sono rimasto a casa tenendomi un forte senso di colpa e per amore dei figli. Adesso spesso litighiamo e mi ricorda le cose, ma poi dopo saniamo il tutto a letto. Abbiamo una forte intesa sessuale ma dopo il sesso ognuno si gira dall'altra parte. Vorrei capire questo meccanismo mentale. Certo ci sarebbero tante cose da raccontare ma spero di aver dato l'idea. Attendo le vostre risposte. Buona giornata

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Fabius,
ciò che noi chiamiamo amore, è di fatto una realtà emotiva interna ad ognuno di noi, diversa e mutevole. Eticchettiamo come amore la passione adolescenziale, che altro non è che un vero stato alterato di coscienza voluto dalla natura ai fini della sua continuità, dove prevalgono prevalentemente meccanismi narcisistici e che poi, inevitabilmente scompare.
I motivi per cui le coppie stanno assieme, sono infiniti. Spesso avviene su compensazione di nevrotica.
Mi sembra che voi di "compensazioni" ne abbiate trovate più di una, il sesso, i figli, la casa..
E poi, Signor Fabius, convivere è un mestiere. Bisogna imparare a farlo bene, con il massimo del risultato possibile. Ciò implica che dobbiamo lavorare soprattutto sulle nostre difficoltà più che su quelle della nostra compagna/o.


Aggiunto: Giugno 24, 2017
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