Inserito da
Pseudonimo: alda
Pseudonimo: alda
Domanda allo psicoterapeuta:
Dottore graxie per la sua risposta. Non so pero' come intervenire in quanto il mio compagno e' ormai molto lontano anche se faccio sforzi sovrumani per cercare di portare avanti tutto quanto. Proprio ieru sera mi ha detto che alla "lunga" la nostra storia non regge, che questa non e' una famuglia, che io lo contraddico continuamente e che "quando sara' possubile andra' via. Ha detto che vuole sciogliere il gruppo parlando di noi. Gli ho detto che vederlo cisi sempre oppositivi e scontante mi fa male e che so che questi lavoro gli pesa ma che glu vogluo bene e che sino qui e cerco di fare il mio megluo. Mi dice che sono incapace di cambiare e di comportarmi come dovrei(!?). Sono stanca e non so du cosa mi divrei rumproverare. Mi dice che il lavoro e' sopravvivenza e nient'altri e che glu manca suo figlio. Pensavamo di fare un viaggii, una piccola pausa di riposo. Puo essere utile proporgli di andare a trovare suo figlio? (Anche se viaggia molto per lavoro). Mi creda non si piu che cosa fare. Forse dovrei rassegnarmi alk'idea che non mi vuole piu bene. O forse e'una scomposta e disperata richiesta di aiuto.
Ho vinto un ricorso contro la P.A. e attendi di poter prendere un posto di lavoro migliore. Aspetta che guadagni di piu per lasciarci o che altro? Gli ho detto che se lui e' cosi infelice nonostante io cerchi di fare il posdibile per dare serenita alla ns. Famiglia anche io dono stanca e spero sempre di poterlo sentire piu vicino e meno critico nei confronti di tutto e tutti. Sono molto agitata. Stanitte non abbiamo dirmito. L'ho sentito rugirarsi nel letto e sispirare. Sono pteoccupata oer ka dua salute e oer tutti noi. Vuole veramente andare via? Sta male o nin mi ama piu? Cosa posso fare? La prego ho uns gran confusiine e molto molto dolore. Mi aiuti a capite. Grazie davvero
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Alda,
capisco il suo disagio e sento anche la sua sofferenza ma, mi creda, le tematiche che lei pone vanno oltre la mia competenza, soprattutto in questo contesto.
Aggiunto: Aprile 2, 2017
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno dottore,
Ho letto nel suo profilo le sue specializzazioni e prima di contattarla per prendere un eventuale appuntamento vorrei chiederle se secondo lei potrebbe aiutarmi.
Dopo qualche mese di analisi presso un freudiano ho deciso di smettere perché sebbene riconoscessi il valore del mio analista, trovavo che l'analisi freudiana fosse troppo focalizzata sul passato e poco sul presente/futuro. Sono sempre stata attratta dall'appeoccio junghiano e quindi eccomi qui.
La domanda che le pongo però è se lei pensa di poter essere d'aiuto per i miei problemi che dipendono da insicurezza e poca autostima che mi hanno portato a non fare mai veramente ciò che desidero (e che ignoro) ma a svolgere il mio dovere per scappare da situazioni, vale a dire lavorare per andare via da casa quando ero giovane e fondamentalmente per non dipendere da nessuno, nemmeno oggi che ho 40 anni. Il problema è quindi duplice: da un lato non mi fido di nessuno e quindi vivo alla ricorsa e faticosamente senza essere in grado di abbandonarmi all'interno delle relazioni (che si traduce in relazioni sentimentali anche lunghe a seconda del partner ma dove il sesso o il piacere del sesso terminano dopo 1-2 anni); dall'altro io non so più cosa sono, cosa so fare, cosa mi piacerebbe fare e in generale vivo nel terrore di non essere all'altezza delle situazioni specialmente lavorative sebbene lavori da oltre 20 anni nello stesso campo, con un fastidio e un imbarazzo insuperabile nello stare al centro dell'attenzione, nel mettermi in mostra che quindi mai mi permetterà di avanzare.
Le chiedo infine cosa ne pensa dell'ipnosi, visto che rientra fra le sue competenze, e in che casi pensa che sia utile.
La ringrazio molto e le auguro una buona giornata, la mia inizia alle 4, con la solita insonnia.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Gianna,
lei sa che una psicoterapia è anzitutto una relazione, un rapporto. Né lei e, tanto meno io, sappiamo a priori se questo funzionerà. E' per tale motivo che chiedo a tutte le persone che si rivolgono a me, prima di iniziare una psicoterapia, di incontrarsi per almeno tre volte. Lei potrà capire se le cose che io le dirò le corrisponderanno, le sentirà come sue e io, se gli strumenti che uso potrebbero servirle.
Ho abbandonato l'ipnosi come terapia ormai da 15 anni, semplicemente i risultati erano troppo transitori.
Aggiunto: Aprile 3, 2017
Inserito da
Pseudonimo: urlo di munch
Pseudonimo: urlo di munch
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile renzo,
vorrei tanto morire perché sono stanco di vivere in questo mondo. Vorrei tanto morire nella speranza di andare in paradiso e di trovare una pace eterna. Sono stanco dell’umilità, dell’ignoranza e dell’ipocrizia delle persone.
In questi giorni sto seguendo il caso di Emanuele Morganti. La gente del paese, dopo la sua morte, è scesa in piazza facendo una fiaccolata; la stessa gente oggi è andata al funerale per dargli un ultimo saluto. Fossi stato la madre di quel ragazzo, io avrei fatto il funerale a porte chiuse perché la gente è andata a curiosare al funerale e ha voluto mostrare la propria smania di protagonismo nella fiaccolata. Dico questo perché nessuno quella sera ha avuto, non dico il coraggio di intervenire perché era impossibile, ma almeno di fare una chiamata ai carabinieri che, tra l’altro, è gratuita.
Sono stanco della maleducazione. Mi sento strano se la mattina esco e faccio il biglietto della metropolitana, se faccio la fila alla posta e sto in silenzio aspettando il mio turno, se quando entro in un negozio dico buongiorno e grazie se ricevo un’informazione. Più che strano, è la gente che mi fa sentire strano. Molti mi dicono che sono da vecchio o da frocio, quando osservano il mio modo di fare, essere educato fondamentalmente, di essere all’antica se faccio alcuni discorsi come volermi sposare e invecchiare con mia moglie, crescere dei figli e dargli dei principi. Mi metto sempre in discussione e perciò mi pongo la domanda se sono sbagliato e mi rispondo dicendo che sono sbagliato e che hanno ragione gli altri e lo dico perché se avessi ragione io, se fosse corretto il mio modo di fare, sarei il padre eterno sceso dal cielo e sarei la persona più narcisista di questo mondo. Insomma come posso capire se a volta sto nel giusto senza considerarmi il padre eterno dal cielo?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signore,
lei sembra così sicuro nel giudicare gli altri falsi e superficiali. Non lo so, da cosa le deriva questa certezza? Forse dal fatto che lei si è trincerato dietro a comportamenti rigidi e un po' stereotipati che lei cataloga come buoni e giusti?
Mi chiede dove sta l'equilibrio? Non lo so, ogni uno e ogni tempo ha il suo. Forse l'unico modo per scoprirlo è non giudicare. Provare pietà, tolleranza e coltivare la speranza rispetto agli altri ma, soprattutto rispetto a noi stessi.
Aggiunto: Aprile 1, 2017
Inserito da
Pseudonimo: alda
Pseudonimo: alda
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno dottore, sono molto preoccupata per il brutto momento che stiamo vivendo il mio compagno ed io. La nostra storia la conosce gia' perche' le ho scritto in passato. In breve convivismo da 4 anni. Lui adesdo va per i 61 ed io ne ho 54. Ci vogliamo un gran bene, ma non riusciamo piu a parlare davvero di noi. Due anni fa lui ha trovato, dopo anni di dolorosa inattivita'e conseguenti gravi disagi ,un lavoro come direttore del personale in un'azienda con 250 dipendenti su tre sedi. Inizialmente spaesato ma contento, oggi anche se ha ricevuto attestati di stima e una revisione in avanti del compenso, e' nervoso, abulico. Si dichiara sempre stanco. Questo fine settimana siamo stati bene insieme fuori citta', ma sento che non e' sereno anche se la dituazione economica sia notevolmente migliorata. Io lavoro part-time da diversi anni. mi occupo della casa e della famiglia ( mio figlio di 24 anni vive con noi e va per la laurea). Non ho nulla da rimproverarmi, ma difficilmente riusco a "sentirlo" rilassato. Contento. Non ha alcun senso di riconoscenza nei conftonti della vita. Era vedovo e non aveva lavoro. Adesso ha di nuovo una famiglia e un lavoro impegnativo di, ma che gli ha ridato dignita' e serenita' economica. Brontola su tutto dal traffico alla politica. Con me non parla. Risponde a monosillabi, non mi chiede mai come passo le mattine ( lavoro di pom.) O come va al lavoro. Si limita a darmi i soldi per pagare le bollette o a chiedermi se ho sentito gli amici per uscire nel w.e.. Sto male. Ci siamo amatu molto, moltissimo. Siamo stati vicini e fortislsimi insieme quando le difficolta' economiche sono state enormi e abbiamo superato grandi disagi tutti e tre( suo figlio da anni vive e lavora fuori). Dovrebbe essere grato alla sua vita,che gli ha tolto tanto ma gli ha ridato nuove posdibilita'. Invece lo vedofragile e scontento. Sono delusa e preoccupata. Non gli dico nulla, cerco di tenere bene la casa, di essergli vicina ma ho l'impressione di vivere con un convalescente a vita. Non si puo parlare petche lo si puo disturbare, non si puo chiedere perche si infastidisce. Non sopporta che che mi ricavi spazi e non chiede nulla di me. Ultimamente ho espresso la volonta di andare in palestra. Ha reagito dicendo che voglio andare per "acchiapoare" ( ancora non mi sono iscritta..) Avvilente....mi consigli, la prego su come posso, se possibile, ravvivare il ns. Rapporto. Io lo amo ancora....di lui non sono sicura. Non so come e cosa fare. Attendo la sua risposta. Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Alda,
non so niente del suo compagno e pochissimo anche di lei.
Non voglio proprio fare alcuna ipotesi dinamica, non servirebbe a nulla.
Mi chiedo invece se lui ha preso in considerazione una fase bornout. E' possibile. In questo caso l'unico intervento possibile è il riposo e farmacologico.
Aggiunto: Marzo 30, 2017
Inserito da
Pseudonimo: zani
Pseudonimo: zani
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno dottore, da anni soffro d'ansia e attacchi di panico. La prima volta circa 20 anni fa mi ha portato all'utilizzo di psicofarmaci prima il seropram poi (visto che dopo qualche anno che lo utilizzavo gli attacchi di panico sono tornati) efexor. L'ansia in quegli anni non si è mai del tutto placata, è scomparsa solo dopo la nascita di mio figlio 9 anni fa. Un'anno e mezzo fa gli attacchi di panico sono ricomparsi e da 6 mesi sto seguendo una psicoterapia, ma in questi 6 mesi non è migliorato nulla. Non so più cosa fare. grazie
Risposta del Dott.Zambello: Personalmente considero gli attacchi di panico un sintomo, non la malattia. Ciò significa che fin tanto che si cura il sintomo, la malattia potrebbe continuare.
Purtroppo gli psicofarmaci e alcune psicoterapie mirano a far superare il sintomo e il risultato in alcuni casi è deludente.
Non mi ha detto che tipo di psicoterapia sta facendo.
Lei sa che le psicoterapie si suddividono essenzialmente in due grandi categorie: Cognitivo-comportamentale e dinamico.
La più adatta a lei, forse, sarebbe quest'ultima, la psicodinamica.
Aggiunto: Marzo 15, 2017
Inserito da
Pseudonimo: Giulio
Pseudonimo: Giulio
Domanda allo psicoterapeuta:
Buonasera dottore scusi se la disturbo a quest'ora, sono quello dell'altra volta, la ricontatto perchè devo confessarle una cosa che l'altra volta ho omesso di dirle perchè mi vergognavo, e cioè che la ragazza con cui ho avuto un rapporto era una prostituta. Il preservativo a un certo punto si è rotto e abbiamo interrotto il rapporto. Ho molta paura. Non so perchè tutta questa paura dopo 15 anni. Mi scusi ancora, non la disturberò più, buonasera.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signore,
per quanto concerne il dubbio c'è un solo modo per uscirne: andare a fare il Test HIV. Si accorgerà che sarà negativo e così si metterà l'animo in pace.
Ma, purtroppo e lei lo sa, non è così facile. Lei deve aver paura, deve pensare di "avere qualcosa che non funziona". Perchè? Non lo so, perchè dovrei saperlo?
Le dicevo già nelle e mail precedenti, l'unico che la può aiutare a dirimere queste domande è uno psicoterapeuta. Quando dico psicoterapeuta, dico lo psicoterapeuta in una situazione di psicoterapia, non certo via mail.
Aggiunto: Marzo 8, 2017
Inserito da
Pseudonimo: Luigi
Pseudonimo: Luigi
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dottor Zambello, grazie della risposta. Scusi se le rubo ancora un po' di tempo. In che senso ci sono dentro di me delle tematiche legate al sesso e alle malattie che dovrei affrontare con uno psicoterapeuta? Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Luigi,
vorrei che lei capisse che non sono un "mago" e non posso immaginare come lei sia strutturato.
Però, sospetto che un signore, non so bene quanti anni lei abbia, che si pone un problema di salute per un rapporto accaduto 15 anni prima, qualche pensiero ipocondriaco legato al a sesso, lo covi.
Se con è così, lasci cadere e continui tranquillo la sua vita ma, se fosse vero, l'unico modo per cercare un po' di chiarezza dentro di sé, è affrontare una psicoterapia.
Aggiunto: Marzo 7, 2017
Inserito da
Pseudonimo: Luigi
Pseudonimo: Luigi
Domanda allo psicoterapeuta:
Buon giorno dottor Zambello, la contatto perché ho un po' di paura e lei essendo sia medico sia psicoterapeuta e psicanalista spero potrà aiutarmi.
Vengo al punto; ieri sera ho guardato alla televisione un programma dove parlavano di un signore che era sieropositivo e consapevolmente aveva incontri con le persone senza protezione. Io mi sono un po' spaventato perché circa qundici anni fa durante un rapporto con una ragazza che non conoscevo approfonditamente il preservativo si è rotto. Abbiamo interrotto il rapporto immediatamente. Da allora non ho mai fatto il test dell'hiv, un po per paura e un po perché col passare del tempo non avendo sintomi particolari riconducibili alla malattia non mi sono preoccupato. Ma ieri sera sono affiorate delle paure inconsce che vorrei risolvere. Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Buon Giorno Signor Luigi,
chiaramente io non posso dirle con certezza che lei non ha preso l'HIV. Come potrei?
Posso però dirle che è molto, molto improbabile che questo sia accaduto.
In primis, è statisticamente provato che se un uomo ha un rapporto con una siero-positiva ha una probabilità su mille di infettarsi. Tenendo conto che verosimilmente la sua amica non era siero-positiva e in più non avete neanche avuto, senza preservativo, un rapporto completo, direi che la probabilità si riduce a zero.
Detto questo, è possibile che lei abbia delle tematiche, sue interne, legate al sesso e alle malattie che la disturbano e che potrebbe affrontare con uno/a psicoterapeuta.
Aggiunto: Marzo 7, 2017
Inserito da
Pseudonimo: raffaele
Pseudonimo: raffaele
Domanda allo psicoterapeuta:
Me lo può benissimo dire. Non mi offendo perchè so che lei non lo direbbe per offendermi. la paura è che essendo molto religioso, ho sempre onorato il padre e la madre. E il mio credo religioso mi ha fregato. Lei può dire che è una scusa usata da me ma mi creda che non l ho è affatto.
Il problema poi è un altro: ammesso che vada a lavare cessi pure a 1000 km di distanza, mi troverò sempre dietro di me una mamma che mi dirà del fallito perchè vado a pulire i cessi e che sono regredito nella scala sociale.
Aggiunto: Marzo 6, 2017
Powered by PHP Guestbook 1.7 from PHP Scripts
Pseudonimo: Sisifo
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno,
Sono nata con una patologia genetica che ha importanti ripercussioni sul mio corpo e tra le tante cose mi impedisce nella maniera più assoluta di avere figli. Io sono, in pratica, un'anomalia genetica e ho bisogno di sapere chi ne è il responsabile. Ho bisogno di sapere se l'errore genetico era già presente nell'ovocita o nello spermatozoo da cui sono stata generata (in tal caso la colpa è di uno dei miei genitori e voglio sapere quale) o se invece erano normali e l'errore è sopravvenuto dopo la fecondazione (in quel caso la colpa è solo mia). Ritengo molto più probabile la seconda ipotesi ma la medicina non riesce a darmi risposte certe, così come non esiste una cura per la mia condizione.
Fino a poco tempo fa ero in terapia per cercare di affrontare e magari superare tutto ciò. Ma la settimana scorsa il terapeuta mi ha accusata di trarre vantaggio (!) dalla mia patologia riconducendo ad essa tutto ciò che di negativo mi succede, evitando così di prendermi la responsabilità dei miei sbagli. Non avevo nessuna intenzione di starmene lì a sentire le sue accuse, per cui me ne sono andata via a metà seduta sbattendo la porta arrabbiata. E siccome non glie ne avevo dette abbastanza in seduta, il giorno dopo gli ho scritto una mail piena di insulti. Credo proprio che ormai non ci sia più nulla da recuperare nella mia vita, che è stata uno sbaglio fin dall'inizio.
Risposta del Dott.Zambello: So bene che rischio che lei mi mandi a quel paese come il suo terapeuta ma non posso farle notare una cosa logica. Se lei si sforza con tutte le sue forze a trovare delle risposte la dove non ci possono essere magari è un modo per non vedere situazioni dove lei può fare qualcosa. O no? Sicuramente che il suo terapeuta avesse torto?