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Pseudonimo: ANNA.
Pseudonimo: ANNA.
Domanda allo psicoterapeuta:
Speculazioni in che senso? Io ho posto un quesito generale, perchè gli uomini tradiscono.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
mi lasci dire, dalla mia esperienza di vecchio che ne ha viste tante che gli uomini tradiscono come le donne. Peraltro, statisticamente sarebbe difficile il contrario. Poi, generalizzare, tutti gli uomini, tutte le donne induce a errori. Ci sono uomini che tradiscono, altri sono fedeli, donne che tradiscono, altre no. Siamo ognuno diverso dall'altro.
Se poi sottintende che la sessualità degli uomini si muove su piani e tempi diversi da quelli della donna, le dico: si è vero. Gli uomini hanno una sessualità diversa da quelle delle donne. Un uomo se è interessato da una donna la vede a pezzi: il sedere, i seni le gambe.. La donna coglie l'uomo nella sua interezza. E' giusto, sbagliato? E' la natura, funzioniamo così.
Aggiunto: Ottobre 22, 2016
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Pseudonimo: anna
Pseudonimo: anna
Domanda allo psicoterapeuta:
Mi chiamo Anna e non sono sposata. Una mia collega di lavoro è in crisi profonda perchè suo marito, da quando è sposata, la tradisce continuamente. Lei non lo la lascia per i figli e perchè essendo di origini meridionali e religiosa, il matrimonio è matrimonio. Lei stai in crisi. Al di là della sua crisi, vorrei capire perchè un uomo nel suo inconscio non ha scelto una partner stabile ma è sempre alla caccia di sesso occasionale per poi ritornare dalla propria moglie come niente fosse. Basta che respiri e che c'è un contenitore, una vagina, pronta ad accogliere il suo membro che lui si butta a fiondo. Questo capita in molti uomini. Perchè? E' un continuo riaffermare del proprio essere maschio e quindi ci sono problemi di identità maschile e quindi un'omosessualità latente da coprire facendo sempre sesso con le donne o si è alla ricerca della madre perduta visto che questo marito di questa collega era un mammone?
Risposta del Dott.Zambello: Non lo so proprio Signora Anna, perché il marito della sua amica va sempre in cerca di donne.
Evidentemente gli piacciono.
Il resto sono speculazioni che non mi appartengono e che non dovrebbero appartenere neanche a lei.
Aggiunto: Ottobre 22, 2016
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Pseudonimo: Claudio
Pseudonimo: Claudio
Domanda allo psicoterapeuta:
buonasera dottore, avrei una domanda da porle. ho dovuto interrompere la terapia con il mio vecchio terapeuta, dato che si è dovuto trasferire in un altra città. Lui mi ha consigliato dei colleghi con i quali continuare. Io ho provato qualche incontro con questi, e lui mi ha assicurato che sono bravi professionisti, ma c'è un problema...non riesco a fidarmi, non riesco a trovare il feeling che provavo con il primo, l'ammirazione e il rispetto che mi comunicava. Può essere che mi sia fissato su di lui o semplicemente devo cercare altrove? Non riesco a capire. Per esempio il mio primo terapista stava di fronte a me, vis-a-vis, mentre questi siedono a novanta gradi, dicendomi che è per facilitare il paziente che così non è obbligato per forza a guardare dritto in faccia il terapeuta. A me la cosa mi ha lasciato un pò perplesso, non dovrei imparare a "guardare in faccia le mie paure"? Magari non è una cosa rilevante e sono io che esagero, non so... lei come farebbe per decidere? la ringrazio
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Claudio,
il distacco dal terapeuta. soprattutto se la terapia non si è conclusa, è sempre un trauma.
Lei deve utilizzare questo disagio per capire come "lei funziona".
Ogni terapeuta ha il suo setting, non c'è uno giusto e uno sbagliato. Importante è che questo poi venga rispettato.
Aggiunto: Ottobre 20, 2016
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Pseudonimo: alda
Pseudonimo: alda
Domanda allo psicoterapeuta:
Dottore grazie per la tempestiva risposta. Purtroppo il mio compagno non crede nel valore della psicoterapia anche se concordo con lei che potrebbe essere utile per sentirsi meglio. Il lavoro stanca ma e' stata una grossa opportunita averlo trovato....non puo continuare a vivere cosi e anche noi in casa ne risentiamo. In che altro modo posso aiutarlo? Grazie
Aggiunto: Ottobre 18, 2016
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Pseudonimo: alda
Pseudonimo: alda
Domanda allo psicoterapeuta:
Dottore grazie per la tempestiva risposta. Purtroppo il mio compagno non crede nel valore della psicoterapia anche se concordo con lei che potrebbe essere utile per sentirsi meglio. Il lavoro stanca ma e' stata una grossa opportunita averlo trovato....non puo continuare a vivere cosi e anche noi in casa ne risentiamo. In che altro modo posso aiutarlo? Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
le possibilità terapeutiche in caso di depressione si dividono essenzialmente su tre tipi di protocollo: !) Farmacologico, 2) Farmacologico-psicoterapeutico, 3) Psicoterapeutico.
Da tempo si è constatato che l'associazione psicoterapia più farmaco da i risultati più soddisfacenti però, se per motivi vari, non è possibile, si sceglie sicuramente il solo farmaco.
Aggiunto: Ottobre 17, 2016
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Pseudonimo: alda
Pseudonimo: alda
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno dottore,
Sono insieme al mio compagno da quasi 6 anni. Io ho 53anni .lui 60. Lui vedovo io divorziata.con figli grandi entrambi. Il mio vive con noi. Il grande lavora e vive fuori. Conviviamo da quasi 4 anni. Ci siamo innamorati davvero quando non ce lo aspettavamo piu dalle rispettive vite. Io ho sempre lavorato. A lui termino il contratto da dirigente wuando perse la moglie. I primi tempi sono stati pieni d"amorems von difficolta economiche. Abbiamo csmbiato casa giacche'in quella dove abitava lui edove confluimmo mio figlio ed io era troppo cara. Da quando sismo qui ha trovato inaspetatamente a 59 anni lavoro come direttore del personale in un gruppo con oltre 250 dipendenti
L'azienda va bene ma vome dipendente da proprietario capacissimo ma grezzo e risoluto soffre come per l'orario fi lavoro assorbente. Da quando lavora e' ontrattabile, spre stanco, non dorme, salta il padto a pranzo per riposare prima di rientrare nel pomeriggio. E' svostante wusndo non assente. Non mi desidera piu'. Cede quanfo dono io ad accarezzarlo ma difgicilmente prende l' inixiativa. E' iprrcritivo nei confrinti drl mondo...non sopporta nulla....tutto e' un problrma! Io ho vinto un ricorso e cambiero presto lavoro. Da part/time da privati prendero un posto fulltime c/o amministrazione e chiedero risarcimento per i 10 anni che mi hanno fatto perdere anziche asdumermi a suo tempo....credo che da una parte sia contemto ma in fondo no perche credo che non voglia perdere il ruolo fi cspofamiglia anche se non fa altro che ripetermi che gli piacerebbe andare in pensione anche se non ne ha assolutamente i requiditi. Prima di questo lavoro e' stato disoccupato 7 anni e vivevamo con il mio picvolo stipendio equalche piccolo risparmio suo. Sono preoccupata per tuttoil contesto. Lo amo ma temo che si senta fuori da tutto. Suo figlio e' indipendente e lontano.....e' solo stressato e stsnco per lavoro o devo pensare altri? Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
non conosco il suo compagno ma, lei descrive un persona un po' depressa.
Se così fosse, il suo compagne trarrebbe un grande vantaggio da una terapia mirata, breve ma con la sinergia farmacologica-psicoterapeutica.
Aggiunto: Ottobre 17, 2016
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Pseudonimo: Andrea
Pseudonimo: Andrea
Domanda allo psicoterapeuta:
Si ok, avevo capito che erano rimasti bambini però quando io dico ok c è un problema che non è di mia competenza e faccio lo strafottene mi sento in colpa, poi se affronto la problematica e qualcosa va male, loro criticano pesantemente e ancora di più stai male. Åa gara a chi è più bambino che coivolge anche me però non la capisco perché io da adulto non so come comportarmi davanti a tutto ciò e da adulto le chiedo un consiglio su di me.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Andrea,
il giovane diventa adulto nel momento in cui diventa autonomo. Mi capisca, non intendo una autonomia economica ed abitativa, o per lo meno non solo quella. L'adulto è colui che si fa carico delle sue responsabilità e non si aspetta che gli altri lo supportano e contemporaneamente non si dispiace troppo di quello che gli altri dicono.
Nello specifico, non si aspetti riconoscimenti e gratificazioni dai suoi, probabilmente non li sanno dare. Nel contempo lavori su se stesso per capire cosa lei può fare per diventare sempre più autonomo.
Aggiunto: Ottobre 13, 2016
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Pseudonimo: andrea
Pseudonimo: andrea
Domanda allo psicoterapeuta:
Caro dottore,
ho 30 anni e vivo con i miei perchè non lavoro e non trovo lavoro. Vorrei porle una domanda o meglio vorrei un consiglio da lei. In casa mia, fin da bambino, i miei genitori non hanno mai affrontato i problemi della vita quotidiana. Un esempio banale: si rompe il frigorifero di casa e mio padre non fa nulla per comprarne uno nuovo o chiamare un tecnico per ripararlo ma aspetta me che mi informo sul da fare fino a quando mi reco in un centro commerciale e ne compro uno nuovo per risolvere il problema. Per fortuna mi dà la disponibilità economica per farlo perchè io non lavoro. Ma io in tutto questo mi sento piccolo e mi assalgono i sensi di colpa quando, nel risolvere un problema che non è di mia competenza, qualcosa va storto. Là i miei genitori mi vomitano addosso il non essere buono, il non essere capace di nulla e tutto il resto. Allora in questo caso mi sento terribilmente in colpa. Allora nella mia testa dico che nei problemi di casa non ci devo più mettere dito e anche quando davanti a un problema di casa faccio lo strafottente mi sento in colpa. Come comportarmi?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Andrea,
mi sembra che in casa sua si faccia a gara a chi rimane più piccolo degli altri. E' una gara a rimanere bambini, a non prendersi le proprie responsabilità.
Però, lei a 30 anni non può chiedere ai suoi genitori di cambiare, di essere diversi da come sono. Nel bene e nel male hanno fatto la loro vita.
E' lei che deve costruire la sua, con coraggio.
Aggiunto: Ottobre 12, 2016
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Pseudonimo: ondazzurra@gmail.com
Pseudonimo: ondazzurra@gmail.com
Domanda allo psicoterapeuta:
Salve Dottore,sono una donna credente e vorrei chiederle questo. Domenica alla messa durante l'Omelia il sacerdote ha detto che tutti noi abbiamo il dovere di accogliere l'altro.Ha aggiunto:" Accogliere l'altro significa fargli spazio,stare un po' meno comodi,stare un po' meno tranquilli, di quella tranquillita' che nulla ha a che vedere con la pace di Dio.Questo rende la nostra vita piu' bella".La mia domanda è la seguente: a quale tranquillita',secondo lei,faceva riferimento il sacerdote?Voleva intendere l'indifferenza?o la serenita??
Non so per quale ragione,ma quelle parole mi stanno ossessionando...mi aiuti,dottore!
P.S.: quanto costa una seduta con lei?
Lara
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
bisognerebbe chiederlo a lui. E' impossibile fare esegesi di un discorso di un prete che non si conosce.
Detto questo, semplicemente penso che facesse un riferimento pratico, di natura logistica: accogliere un altro significa diminuire lo spazio a disposizione, perdere un po' della nostra tranquillità. Poi ha aggiunto un riferimento su un piano diverso, metafisico, ovvio per i cattolici: la tranquillità, la pace che perdiamo qua sulla terra, a casa nostra, nulla è rispetto a quella che ci guadagneremmo nei cieli.
Mi perdoni, è quello che capisco.
Dopo cose così alte, non me la sento di parlare di soldi.
Se vuole mi chiami in studio.
Aggiunto: Ottobre 11, 2016
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Pseudonimo: misya
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno Dott.Zambello,
Sono mamma di un bambino di 7anni. Mio figlio fin dalla tenera eta ha sempre portato I capelli lunghi, inizialmente perche aveva dei bellissimi ricci e piu avanti (quando I ricci son diminuiti) li ha tenuti lunghi per una sua libera scelta.
Sovente capita che venga scambiato per una bambina, nonoatante sia evidentemente vestito da maschietto,anche perche ha dei lineamenti molto molto delicati.
Lui non si sconpone, risponde semplicemente "sono un maschio"'
Ora pero parlando con la nuova maestra, mi è stato detto che a scuola un bambino le scherza spesso dicendogli "sei una femmina" e che secondo loro il bambino rimane mortificato quindi sarebbe consigliabile tagliargli I capelli.
Edoardo non vuole. Premetto che per noi in casa non ci sono problemi sulla lunghezza ma il dubbio mi è sorto quabdo la maestra mi ha detto che I bambini cominciano ad affermare la loro identita sessuale a questa eta e il fatto di essere scambiato per una bambina potrebbe mandarlo in confusione.
Edo non mi pare affatto essere confuso. Fa giochi da maschio, gioca con maschi, dice di avere una fidanzatina ma soprattutto io non ho mai pensato che potessero essere dei capelli a confondere il bambino.
Nella mia "ignoranza" ho sempre pensato di dover valorizzare le diversita e non dover cercare di fare di mio figlio un clone dei suoi coetanei.
Trovo anche sbagliato tagliare I capelli ad un bambino per evitare prese in giro. Credo sia piu importante educare I bambini alla diversita..che si tratti di capelli o di colore.
Ma dopo la chiaccherata con la maestra probabilmente ho sbagliato.
Ho suggerito a edo di fare una prova e tagliarli perche cmq poi ricrescono ma non vuole.
Cosa mi consiglia?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
non glieli tagli ma, aiuti suo figlio a sopportare una frustrazione da parte dei compagni. Troverà lui poi il modo per ribadire le proprie caratteristiche.
Per la verità, lei ha fatto anticipare a suo figlio una tematica: l'identità. l'identità compresa quella sessuale ma non solo, solitamente viene affrontata nella seconda parte dell'adolescenza. Fino a quell'età, è bene che il bambino si identifichi, prima nella famiglia e poi nel gruppo, dove del gruppo acquisisce anche il modo di vestire e il linguaggio. Poi, più tardi, si staccherà dal gruppo e cercherà sempre più la sua strada.
A tale scopo, una volta le grosse agenzie educative, compresa la scuola, esigeva che tutti i bambini fossero vestiti allo stesso modo. Così, la polizia, i militari, la chiesa etc.
Oggi, fortunatamente o meno, tutto è diventato un po' più fluido, ci sono sempre meno regole ma, il bambino è esposto a sempre più difficoltà e pericoli.
Aiuti Edoardo,in questo senso. Lei mamma, deve capire che ci sono dei tempi per tutto.