Domanda allo psicoterapeuta:
Salve dottore...sono una ragazza di 22 anni....diplomata sia a Scuola Che in Estetica. Sono incinta di quasi cinque Mesi...l abbiamo voluto...ho un uomo accanto Che non mi fa man care nulla e Che amo.....una famiglia eccezionale....credo di essere felice e Che non mi ma ca niente...pero il problema e Che il mio stato d animo nn lo dimostra...non riesco a godermi questo periodo stupendo...mi faccio prendere da insonnnia e ansia... E sopra tutto da paure...quali la gravidanza....il parto... Quando penso ke sn felice ho paura Che tutto finis ce...e quinidi non riesco a godermi quell attimi di felicita.... Nn credo di esser normale.... Cosa ne Pensa ?
Risposta del Dott.Zambello: Ma no, Maria, stia tranquilla, lei è normalissima. Una giovane donna che si prepara a "far crescere", cosciente che ancora deve crescere lei. E' così giovane. Scriveva P. Neruda: "Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità".
Voleva dire che bisogna volerlo ma, sopratutto, sapere aspettare per crescere. Lei ha tanto tempo, ci metta la pazienza.
Aggiunto: Agosto 15, 2014
Domanda allo psicoterapeuta:
Caro dottor zambello sono 6 anni,ho 35 anni,che faccio una terapia junghiana per attacchi di panico e fobie ossessive,i risultati integrativi sono molto buoni ma vorrei tentare una terapia cognitiva comportamentista, volevo cortesemente chiederle se fare contemporaneamente entrambe poteva positivo oppure sono terapie che vanno in conflitto.Cordialmente.
grazie.
Risposta del Dott.Zambello: Premesso che non ho la piu' pallida idea di che lavoro abbiate fatto in tutto questo tempo lei e il suo terapeuta, tenderei a pensare che la sua domanda riveli "una resistenza" che puo' superare solo con il suo terapeuta.
In analisi non ci sono contro-indicazioni, solo resistenze.
Aggiunto: Agosto 5, 2014
Domanda allo psicoterapeuta:
BUONA SERA DOTTORE.SONO UNA MOGLIE ORA MAI STANCA DEI TENTATIVI INUTILI DI MIO MARITO PER POTER RECUPERARE UNA QUALSIASI ATTIVITA SESSUALE. FRA DI NOI NON CI SONO PIù RAPPORTI ORA MAI DA ANNI EPPURE SIAMO GIOVANI MIO MARITO HA APPENA 38 ANNI EPPURE NEANCHE RICORDO PIù QUANDO è STATA L' ULTIMA VOLTA CHE ABBIAMO FATTO L'AMORE. SE LEI POTESSE AIUTARMI MI FAREBBE UN ENORME FAVORE. LA RINGRAZIO ANTICIPATAMENTE.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
credo che dovrà comunque aspettare ancora un mese; siamo in agosto e le attività professionali sono sospese.
Poi, lei chiede aiuto ma, dove abita? Ma, soprattutto, l'aiuto lo deve chiedere suo marito.
Aggiunto: Agosto 2, 2014
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno dottore sono Giuseppe da Venezia sono in cura da anni in un centro di salute mentale.
Mi hanno somministrato tantissimi farmaci da paura, adesso come cura sto assumendo : al mattino un prozac 30 gocce di en poi alle 18:00 30 gocce di en e alla sera un depakin da 500.
Tutto questo perché mi sono fissato di avere un male incurabile, per il motivo che soffro da anni di tre ernie alle cervicali molto dolorose che mi danno molti disturbi e allora il neurochirurgo che mi ha visitato mi ha prescritto dei farmaci per i dolori senza nessun risultato.
Desideravo sapere se posso smettere la terapia che sto facendo dal psichiatra e rivolgermi a un medico psicologo.
Per assumere qualche farmaco penso per il panico perché questo pensiero credo sia panico e tutto mi complica la vita anche per delle ernie cervicali perché mali incurabili mi anno detto da anni che non ne ho e io non riesco a toglierlo dalla mente addirittura mi irrigidisco e mi sento morire, praticamente il medico psichiatra mi ha detto che sono ipocondriaco.
Gentile dottore le chiedo gentilmente un suo parere ho 46 anni e non voglio più vivere così mi sembra di impazzire anche se mia moglie mi è sempre vicina tranne quando lavora.
In attesa di una vostra risposta vi ringrazio anticipatamente.
Grazie.
Risposta del Dott.Zambello: Caro Giuseppe,
lei ce l'ha un male, difficile da curare: l'ipocondria.
La psicoanalisi la può aiutare ma, mi creda, non sono sufficienti alcune sedute, bisogna che lei affronti una psicoanalisi fatta con uno psicoanalista.
Io non posso intervenire sulla sua terapia farmacologica, solo il medico psicoanalista che la prenderà in cura potrà decidere su questa.
Aggiunto: Luglio 31, 2014
Domanda allo psicoterapeuta:
come posso risolvere il problema panico ala guida su rettilinei
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Vincenzo,
c'è una regola di base nella scelta di una terapia ed è:
quando la fobia, disagio psicologico e sufficientemente contenuto, nel suo caso appare addirittura "puntiforme" e, non disturba l'Io, conviene aggredire il sintomo.
Tradotto, va benissimo una psicoterapia breve, anche dell'Ipnosi.
La valutazione però è demandata allo psicoterapeuta.
Aggiunto: Luglio 28, 2014
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Pseudonimo: berardino
Pseudonimo: berardino
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno Dott. mi scuso per non aver colto il senso della sua prima risposta; se può servire ad "alleggerire" la mia posizione, sappia che io non volevo assolutamente giocare, ma solo provare a capirne qualcosa in più. Le ipotesi, se fatte da persone competenti come lei, seppur non necessariamente corrispondenti a verità specifica, sono comunque interessanti perché plausibili e d'altra parte, non è forse vero che in questa vita, abbiamo più dubbi che certezze?
Cordiali Saluti
Aggiunto: Luglio 25, 2014
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Pseudonimo: berardino
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Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno Dott. l'ho disturbata l'altro giorno per una curiosità su un mio amico e la sua "abitudine" di guardarsi sempre attorno a tavola... ebbene, il punto è che non lo sa neppure lui!!è per questo che io gli ho promesso che avrei indagato per fornirgli una risposta. Ovviamente capisco bene che non conoscendo la persona è più difficile fornire una risposta certa tuttavia avrei piacere anche solo se volesse formulare qualche ipotesi.... la ringrazio moltissimo.
Risposta del Dott.Zambello: Signor Berardino,
la mia era si una risposta che mirava a sviare la domanda un po' suggestiva ma scivolosa.
Certo, è suggestivo fare ipotesi e anche se vuole, poco impegnativo. Ci possiamo mettere dentro di tutto ma a che serve?
Ma soprattutto, lei ha sbagliato specialista con cui giocare. Io faccio lo psicoanalista e come tale per forma mentis non faccio mai diagnosi, né prognosi, Immaginarsi se posso fare qualcosa di simile con una persona che non conosco e per interposta persona.
Mi sarebbe piaciuto che lei avesse colto dalla mia prima risposta che la domanda era per lo meno fuori posto.
Bene, ora glielo dico direttamente: si rivolga ad altri.
Aggiunto: Luglio 24, 2014
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Pseudonimo: santader
Pseudonimo: santader
Domanda allo psicoterapeuta:
Salve prof io volevo intraprendere una psicoterapia dinamica ma ho una domanda: il tipo di percorso viene intrapreso sopratutto con il dialogo?No perché ho fatto una volta una seduta da un buon psicoterapeuta però ho fatto molta confusione e come se volevo dire tutto in quel poco tempo ma alla fine non ho detto le cose più importanti che potevano risultare utili per lo psicoterapeuta e quindi per me.Un altra cosa quando si va dallo psicoterapeuta lei cosa consiglia bisogna avere un discorso preparato, ben preciso degli argomenti su cui parlare o si deve seguire l istinto?Grazie
Risposta del Dott.Zambello: La cosa "migliore" è andare per incontrare lo psicoterapeuta e verificare con lui se è possibile lavorare assieme su un progetto: il benessere del paziente.
Certo è difficile mantenere un distacco emotivo che permetta di valutare bene tutta una serie di variabili in solo 50 minuti.
All'incontro col terapeuta non è vietato niente, ognuno fa e si comporta come crede meglio.
E' compito del terapeuta, valutare, cogliere tutto ciò che viene detto e fatto in seduta. C'è però la consapevolezza da parte del terapeuta non solo dei propri limiti di comprensione ma anche della forte interferenza emotiva del paziente.
Per questo e altri motivi, io preferisco proporre sempre almeno 3 colloqui conosciutivi e solo alla fine di questi, decidere assieme, terapeuta-paziente se lavorare assieme, su cosa lavorare e come.
Aggiunto: Luglio 24, 2014
Domanda allo psicoterapeuta:
Salve dott Zambello.
Ho 28 anni . da piccola ho subito violenza psicologica da parte di miei compagni ( o comunque l'ho vissuta così ) per il mio aspetto ( perché ero rotonda) , e ho diversi traumi come uno in cui racconto una barzelletta e nessuno ride. mio padre mi picchiava fisicamente e anche con le parole dicendomi parassita andicappata prostituta( per la cultura del sud) fin dai 6 anni credo. quando avevo 18 anni mio padre ha scoperto un diario di mia madre dove lei scriveva la storia d'amore con un uomo ( mio padre e mia madre pero non avevano piu rapporti sessuali) .hanno divorziato non le racconto con che teatralità (ancora oggi litigano per la divisione della casa) io ero complice perché mia madre all eta di 16 anni mi aveva raccontato di questa storia . mio padre picchiava mia madre , mia madre è una personalità vittima non mi ascolta mai mi parla sempre di lei e dei suoi aneddoti di tutto quello che le succede. in piu è paranoica ha paura di una catastrofe imminente che potrebbe arrivare a me e a mio fratello e anche ipocondriaca.
Con mio padre adesso ho un buon rapporto , sono riuscita a superarlo a parlargli a chiarire e adesso non mi tocca piu. sono diventata piu forte. anche per il successo lavorativo che ho avuto in questi anni.
con mia madre invece ho un problema enorme. si lamenta sempre mi dice che sta male che ha problemi fisici e le cose che le ho scritto sopra.
Tutto questo mi provoca un problema nelle relazioni. ( intendo il mio passato e presente) Non mi sento libera ,mi sento controllata ( da me stessa) nel mio atteggiamento , penso con cura a come dire le cose agli altri, sono empatica ( o credo di esserlo) alterno momenti di timidezza a momenti di estroversione totale. faccio un lavoro che mi porta ad essere sempre davanti ad un pubblico . e per me è un ansia totale. Ma il mio problema piu grande è non riuscire ad essere me stessa con gli altri. Vorrei urlare far divertire e invece mi sento bloccata chiusa. sento che qualsiasi cosa dico mi giudichino ( quando sono io a giudicarmi forse) quando parlo con qualcuno penso alle mie facce e mi perdo i discorsi delle persone , così faccio finta. vorrei essere piu concentrata. la cosa sta diventando una paranoia , voglio esserne libera ma come? ho provato a non pensarci , ma ritorna spesso. ho passato 5 mesi della mia vita l anno scorso in cui stavo bene ,pensavomi fosse passata ( era conciso con un meraviglioso corso di teatro che feci) e poi di nuovo. adesso medito ripetendo una parola nella mente ogni giorno l ansia mi passa ne ho di meno . però la paura di non essere all altezza delle conversazioni c e sempre.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Lenina,
lei pensava che il "nemico" fosse fuori, gli ex compagni, il padre, un po' tutti e invece è dentro di sé, è se stessa.
Le ferite inferte dagli altri, cicatrizzano, ma quelle che ci infliggiamo noi, non si chiudono mai e rischiano di infettarsi.
Lo strano è che segue la matrice della madre. Lei ha introiettato dentro di sé sua madre e ripete lo stesso dramma, o commedia, come vuole.
La differenza con sua madre e che lei se ne accorge. non ha caso non la sopporta. Vede se stessa.
Lei ha più possibilità di sua madre ma, deve lottare di più. Molto di più
Aggiunto: Luglio 23, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dottor Zambello,
Sono una ragazza di 29 anni, nata con una patologia genetica che in età puberale mi ha precluso il normale sviluppo dei caratteri sessuali secondari, e so fin da bambina che non potrò avere figli se non tramite adozione.
Forse perché a causa della mia patologia non ho mai avuto un bel rapporto con il mio corpo, e mi rendo conto di non essere né bella né attraente, o forse a causa della mia infertilità; è come se mi fossi fin da ragazzina rassegnata all'idea di non poter avere nessuno accanto (un compagno, un marito...) e difatti, nonostante sia ormai arrivata alla soglia dei 30 anni, le mie storie sentimentali fino ad ora sono poco più che inesistenti.
Io nonostante tutto non vorrei rinunciare a costruire una famiglia, o almeno ad avere un compagno ma credo di avere sviluppato varie problematiche psicologiche che mi impediscono di relazionarmi correttamente con potenziali partner, in ogni caso appena percepisco che un'amicizia potrebbe andare oltre mi chiudo a riccio, mi sento sbagliata e ho paura di vedermi rifiutata. Inutile dire che questo mio atteggiamento tronca sul nascere tutte le già scarse possibilità di avere una relazione.
Vorrei poter superare questo mio problema, per questo le chiedo se dovrei considerare l'idea di intraprendere una psicoterapia e se sì di quale tipo.
Da vario tempo vorrei parlarne con il mio medico curante, ma ogni volta che mi riprometto di farlo mi manca il coraggio di affrontare l'argomento.
La ringrazio fin d'ora dell'attenzione e dei consigli che vorrà fornirmi
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signorina,
premesso che non è assolutamente vero che la "maternità" sia un fatto biologico, questo negli animali. Per l'uomo, maternità e anche paternità, hanno un significato ben più complesso.
Pensi che anche Gesù non ebbe figli biologici ma, non mi dirà che non gli si riconosce una Paternità.
Ma lei questo lo sa ma, sente che nel frattempo si sono internamente "incrostate" delle difficoltà che le tolgono la possibilità di avere un rapporto con Sé e poi con l'altro.
Io non so chi sia il suo medico di base ma, solitamente sono tematiche che non le competono.
Le consiglio di avvicinare un/a psicoterapeuta, per me, meglio con una formazione dinamica.