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Domanda allo psicoterapeuta:


mi trovavo a bologna piazza Saragozza in alto il santuario di san luca da cui si dipanail lungo porticato del pellegrinaggio.avevo accompagnato mia moglie da uno psicoterapeuta.senza alcuna ragione cosciente una strana forza mi spinge a salire il monte con l'auto.ansimante e emozionato salgo ma era come se tutto intorno fosse strano.ho raggiunto la cima,sono entrato nel santuario e sono disceso fino alla piazza.una forza indefinibile mi ha spinto a continuare finchè incontro il cimiteromaggiore di bologna.li mi fermo e finalmente mi calmo.in 25 anni ho ho fatto tante supposizioni:lei da qusti dati può spiegare?grazie

Risposta del Dott.Zambello: Niente. Non dobbiamo dare troppa importanza a quei "soffi dello spirito" che ogni tanto ci invadono. Sono la prova che siamo avvolti dall'anima. Noi uomini non abbiamo i codici per decifrare il linguaggio di "Dio". Possiamo solo sentirne la presenza. Voler conoscere, avvicinarsi all'archetipo, ci espone solo a inutili rischi e pensieri onnipotenti.


Aggiunto: Giugno 6, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve, volevo chiederle una cosa, si tratta di una mia "ossessione". A scuola avevo un insegnante di Napoli come me, è identica a mia zia, mi faccio fantasia che lei sia mia parente, le voglio un mondo di bene! Non riesco a scordarla! Ogni volta che la vedo impazzisco! Mi vengono le farfalle allo stomaco, e quando la saluto, se lei mi saluta un po' così, piango perché mi fa star male. Non riesco a non pensarla, per me è come una mamma.. Ma non so perché sono così ossessionata da lei, così speravo avesse una risposta. Grazie mille.

Risposta del Dott.Zambello: Si che ce l'ho una risposta: lei voleva molto bene a sua zia e ne sente la mancanza.
Molto spesso carichiamo, vediamo o meglio, proiettiamo sugli altri, emozioni che noi abbiamo dentro e le "amiamo" o anche, "odiamo", se il transfert è negativo. Sono tutte cose che facciamo noi. Gli altri non centrano niente.
Lo so bene, da tempo mi capita spesso entrando in un bar o ristorante, essere avvicinato da qualcuno che mi dice: lo sa che lei mi è simpaticissimo, sembra proprio Babbo Natale. Mi creda, non ho nessun regalo né tanto meno simpatia per le renne.


Aggiunto: Giugno 5, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentilissimo dottor Zambello,
chiedo il suo consiglio per affrontare un problema di coppia: dopo circa cinque anni di fidanzamento, il mio amato mi confessa di non aver mai raggiunto l' eiaculazione durante rapporto con una donna, insomma che non ci riesce proprio, con tutta la voglia e la buona volontà. Questo lo sapevo, infatti con me non era mai accaduto. Una situazione del genere gli ha procurato un progressivo senso di inadeguatezza e frustrazione. Sospettavo questa "anomalia", ma per evitare ansie non gliel' ho mai fatto pesare perchè credevo ingenuamente che il problema avrebbe dovuto realizzarlo lui, poco a poco. Solo dopo, avrebbe trovato una soluzione E' una persona molto razionale, estremamente autocontrollata, su cui la famiglia ha poggiato troppo presto responsabilità. Suo padre è stato fuori casa per tanti anni, e sua madre, una donna meravigliosa, si è poggiata molto su questo figlio, il primo di tre.
Quanto a noi siamo una coppia allegra, molto legata, anche dal punto di vista spirituale, ci chiediamo consigli, ci supportiamo a vicenda, cerchiamo nonostante tutte le difficoltà degli ultimi anni di progettare un futuro insieme; ma di fatto questo "problema" ha lentamente eroso la nostra intimità.
Nei primi anni insieme, le cose andavano meglio. Lavorava continutativamente ed aveva una casa tutta sua; poi è arrivata la crisi, ha perso il lavoro, il padre è venuto a mancare per l' helzeimer, è tornato a vivere da sua madre e le cose sono precipitate anche per la nostra intimità.
All' inizio ho lasciato correre, ho capito che era un momento terribile e non ne ho fatto una tragedia ma poi, a poco a poco, è nata una distanza fisica e sono diventati un tabù anche i baci. Gli ho fatto capire prima velatamente, poi più volte in maniera esplicita, che questa situazione non era normale, che portava sofferenza ed era indice di "malattia nella coppia". Gli ho fatto capire quanto mi ha fatto stare male e questa ragione mi ha portato più volte al punto quasi di lasciarlo perchè non comprendevo il suo disagio e sio suo malessere. Questo "processo di convincimento" è iniziato un paio di anni fa fino a quando qualche mese fa avevamo ripreso una moderata intimità nella quale però lo trovavo molto a disagio, impacciato; così mi confessò ciò che le ho scritto precedentemente. Sono passati un paio di mesi da allora e nel frattempo ha racimolato un pò di soldi per le visite mediche: adesso è proiettato a risolvere questa situazione. E' stato in settimana da un andrologo, il quale gli ha riscontrato una ipotrofia testicolare e gli ha indicato una serie di indagini cliniche: ecografia, esame venoso (presenza di testoterone ecc) ed esame del liquido seminale. La settimana prossima dovrebbe procedere con questi esami e poi tornare dal medico. Penso che il controllo sia necessario, non so se le situazioni possano essere correlate, ma temo che ci sia alla base di questo problema una forte componente psicologica. Arrivo al dunque: poichè temo che l' andrologo possa ricontrare anche problemi di odine fisico, mi chiedo come riuscirà mai a gestirli. Per come lo conosco, temo che tornerà a chiudersi a ricchio e non voglio essere complice di un atteggiamento così poco sano.
Sono convinta che abbia bisogno di un supporto tipo psicologico, in ogni caso. Ieri sera ne parlavamo e mi è sembrato incline anche a questo tipo di percorso. Sta veramente molto male. Lei cosa mi consiglia di fare? Se è il caso, mi sa consigliare qualche buon terapeuta fra Caserta e provincia? Grazie davvero per la sua disponibilità e buonissima settimana, cordialmente,
Giovanna :!cry:

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Giovanna,
aiuti il suo ragazzo ad affrontare una cosa alla volta e anche lei si metta in questo atteggiamento.
Aspettate gli esiti dell'andrologo e poi valutate assieme, compreso la possibilità di chiedere un aiuto psicologico.

A Caserta c'è il Dott.re
Gaglione Giovanni
Via Fulvio Renella 77 8100 - Caserta
tel. 0823328427
gio.gaglione @ gmail.com

Dott.re Compagnone Massimo
Viale Michelangelo 17
Caserta
0823444724

Dot.ssa Virginia De Micco
Email:
vdm6396@virgilio.it

I dottori sopra sono tutti Psicoanalisti formati.


Aggiunto: Giugno 1, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Dottore son sempre io che le scrivo ( quell'amico del ragazzo con deliri)

Ha avuto un altro attacco dove addirittura vedeva cose che non esistevano.
Pensa anche che lui abbia dei poteri di far evitare incidenti muovendo le mani ..
Non vuole andare dallo psichiatra e le ho dato il suo numero.
Cosa devo fare d'altro?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signore,
non si faccia prendere anche lei da ansie onnipotenti.
Inshallah. Lei ha fatto ciò che poteva, ora, sarà ciò che "Dio vorrà".


Aggiunto: Maggio 31, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile dottore, vorrei chiederle un informazione per me importante.
Sto per iniziare una psicoanalisi, o almeno ho intenzione di farlo.
Ho letto, mi sono documentata un po', pero' non ho ben capito e sono molto indecisa fra psicoanalisi di tipo freudiano o junghiano...mi potrebbe spiegare le differenze e le diverse utilita'?
Quale delle due, secondo la sua esperienza, e' piu' utile e piu' adatta ad una, diciamo cosi', ricostruzione golobale della peronalita'?
Sono indecisa, penso sia una scelta molto importante e non vorrei sbagliare!
Grazie di cuoi per la sua attenzione

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Francesca,
lei chiede a me un parere tra la psicoanalisi freudiana e quella junghiana, temo non poter essere obbiettivo.
Le differenze poi teoriche e cliniche fra le due sono così profonde e strutturali che non posso certo riassumerle in una risposta.
Ho scritto diverse cose che lei potrà trovare sul sito ed ho fatto un video: La psicoterapia junghiana
http://youtu.be/fXlhyX6T-IU


Aggiunto: Maggio 30, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve dottore,
vorrei un'informazione o meglio un consiglio su come comportarmi su una determinata situazione. Come la maggior parte dei trentenni, ho 31 anni io, sono laureato in economia e inoccupato. La voglia di lavorare è tanta anche per uscire di casa e di rompere la monotonia che ti porta alla depressione. Ora che è quasi estate sto cercando un lavoro stagionale appunto per uscire di casa: cameriere, segretario di albergo, gelataio, bagnino per mettere in ordine sedie e ombrelloni sulla spiaggia, cuoco no perchè non so cucinare. Mando curriculum a destra e a simistra ma tutti mi rispondono con un secco no perchè non ho nessuna esperienza. Come posso far capire alla controparte che si ha davvero voglia di lavorare e di apprendere un mestiere? Il lavoro vedo che in Italia c'è ma i datori di lavoro, oltre ad offrirti un basso salario, non assumono se non hai esperienza.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Andrea,
grazie per la fiducia ma, non so molto del mondo del lavoro. Le mie ultime esperienze come dipendente risalgono a circa 30 anni fa. Però, se lei scrive a me, un senso ci sarà. E, mi vengono in mente due cose. La prima è che "l'esperienza" ha forse un significato un po' più ampio di quella a cui lei giustamente si riferisce. Voglio dire, non demanderei la domanda di assunzione solo all'invio di curriculum. Questa via vale soprattutto per le assunzioni in grandi società ma, nel lavoro a gestione "familiare" o poco più, chi assume ha bisogno di vedere, conoscere, il candidato. Ci vada di persona. Ricordo a Londra, non conoscevo una parola di inglese ma volevo lavorare, andai a cercare e mi imbattei, in un grande Hotel a 5 stelle con uno chef famoso che apprezzò molto, questo ragazzotto che "ruspava" per lavorare. Mi tenne con sé per 6 mesi e me ne andai io. La seconda cosa, gli altri, chi la può assumere, non è "la controparte". Con la controparte si entra inevitabilmente in opposizione, col datore di lavoro si collabora.
Non si scoraggi e, vedrà che troverà sicuramente. Auguri.


Aggiunto: Maggio 30, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Quante domande posso fare?Vede sono uno studente di storia dell'arte di 22 anni,ma anche artigiano,per questa materia ho dato il mio sangue,dato che sono un'po' malato,ma forse adesso sono riuscito a vincere,ha mai pensato di scrivere qualcosa sull'arte?In particolare sull'epoca del manierismo,perchè questa epoca è stata definita malata,definizione che ha dato il mio professore?Perchè non fa lezioni sull'arte?é un suggerimento.

Risposta del Dott.Zambello: Grazie. Anche a me piace molto lo studio dell'arte ma sono solo un piccolo studente.

Non ci sono limiti alle domande ma, lo spazio e anche il mio tempo è poco. Rimarrei strettamente alle tematiche del Guestbook: la psicoterapia. Qui poi, non si fa psicoterapia ma solo informazione.


Aggiunto: Maggio 27, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Grazie mille per le risposte,allora farò altre domande,è possibile diventare psichiatra e contemporaneamente psicanalista junghiano?Se si quanti anni di università occorrono?

Risposta del Dott.Zambello: Si, è possibile. Il percorso è un po' accidentato e lungo.
Medicina, (sei anni), psichiatria, (5 anni), formazione in una Società Psicoanalitica Junghiana che può essere l'AIPA, il CIPA o l'ARPA (minimo 10 anni).
Capisce che ho ragione quando dico che noi Psicoanalisti per fare questo lavoro, qualche "problemino" dovevamo averlo. Io, che forse ho qualche problemino in più, ho pensato di infarcirci dentro anche un corso di Psicografologia e uno di Ipnosi Medica.
Ma, questo è il mio lavoro.


Aggiunto: Maggio 27, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentilissimo dottore,
Sono un ragazzo di 27 anni e da sempre insicuro e ansioso. Vorrei chiederle se è possibile che un uomo perda l'attrazione sessuale nei confronti dell'altro sesso e perda del tutto il desiderio sessuale, o se, addirittura, è possibile che una persona possa non avere proprio questo tipo di desiderio.
Le pongo questa domanda poiché in passato ho cercato di avere un rapporto con una ragazza, anche se non ne sentivo il desiderio (il che è strano visto che era la prima per me) e ho praticamente fallito più e più volte...
Ora, dopo vario tempo e dopo essere stato lasciato (già da quasi un anno) dalla suddetta ragazza, ho avuto vari problemi riconducibili per lo più a ossessioni, o meglio, l'ossessione che il corpo delle ragazze non mi attragga, o ancora la paura di essere omosessuale.
La mia vita purtroppo si è tramutata in un inferno e non capisco perché non posso essere come tutti gli altri ragazzi che, al contrario di me, stravedono per il rapporto fisico..
Purtroppo anche secondo me in un rapporto il sesso è necessario, ma il problema è che non solo non ne ho mai sentito tutto questo grande bisogno, ma addirittura ora ho paura ed avendo vissuto situazioni che collegavano il sesso al dolore, ora invece di piacermi di più, ho ottenuto l'effetto contrario... addirittura non ho nemmeno più voglia di baciare una ragazza (cose che prima mi affascinava).
Esiste secondo lei un qualche modo per ritornare com'ero prima, o magari diventare un po più "sessuale"?
Grazie mille dottore!

Risposta del Dott.Zambello: Si, Daniele, lei può capire e recuperare molto della sua capacità di amare e di lasciarsi amare ma, a condizione che la smetta di pensare che il suo "problema" sia se le piacciono o meno le ragazze. Se ha più o meno desidero per loro.
Credo sia chiaro che è un falso problema. Lei deve anzitutto piacersi, recuperare o trovare, quella stima e amore per se stesso che è condizione indispensabile per amare gli altri.
Chieda aiuto ad uno/a psicoterapeuta.


Aggiunto: Maggio 27, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Egregio Dottore,
È possibile guarire da una fobia legata alla pulizia e
all igiene? Vivo malissimo e a volte faccio vivere male anche i miei familiari anche se faccio di tutto per nascondere e mascherare queste paure. Assumo ansiolitici ed antidepressivi.
Grazie per il suo prezioso supporto e ben accetti consigli. :o

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
non si impaurisca e affronti il suo malessere come un sintomo. Non è qualcosa che deve eliminare. La sua nevrosi è l'indicazione, il segno di qualcosa che deve fare, superare, elaborare.
Fin che non darà un senso al suo disagio, lei non allenterà mai il sintomo. Lui è un campanello di allarme ed è giusto "che suoni".
E' mia esperienza che quando la nevrosi è strutturata, pervasiva nell'Io, solo una psicoterapia dinamica può dare gli strumenti per allentare il disagio.


Aggiunto: Maggio 27, 2014
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Medico psicoterapeuta e psicoanalista


Dott. Renzo Zambello
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