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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve Dottore,
Mi chiedevo.. Ma un uomo di scienza come
Lei può essere anche un uomo di chiesa o una cosa esclude l'altra?
Inoltre mi domandavo se lo studio della psicologia puó essere una valida alternativa alla terapia. Cioè secondo
Lei
Essere studiosi della psiche umana aiuta a vivere meglio?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Francy,
visto che lei mi chiede delle cose personali, le rispondo a titolo strettamente personale. Non credo che la mia esperienza sia generale. Ognuno di noi ha il suo percorso. Vale anche gli psicoanalisti.
La mia storia è sicuramente legata alla psicoanalisi. Avevo forse 17, 18 anni quando “decisi” che sarei diventato uno psicoanalista. Poi, le cose andarono in maniera ben più lenta e faticosa di quanto a quell’età immaginavo ma, avevo capito che quella era la mia strada. E’ stata una gran fatica, sono arrivato ad esserlo a 45 anni. Ma, non potevo fare altro. Sia chiaro che non penso proprio che l’unica via per tentare di realizzare se stessi sia l’analisi, anzi, è quella forse più lunga e tortuosa. Alla sua domanda se è possibile realizzare se stessi senza fare analisi, la risposta è sicuramente si, certo. Se invece lei si chiede se è possibile fare una autoanalisi studiando psicologia, psicoanalisi o altri testi sul tema, la risposta è sicuramente no. L’analisi è il risultato di un rapporto. Se non c’è un rapporto psicoanalitico, paziente-terapeuta, non c’è analisi. Conosco colleghi psicoterapeuti preparatissimi, con una cultura invidiabile ma, non sono degli psicoanalisti, non hanno una formazione psicoanalitica, non hanno fatto una analisi personale e tutto ciò che serve per diventare psicoanalisti. Fanno altro, anche bene ma, non psicoanalisi.
Non credo di essere un uomo di scienza, sono un curioso pragmatico che cerca di coltivare la sua anima così come la descriveva Hillman che riperdendo Sant’ Agostino la definiva : " un cavernoso deposito di passioni" e agiungerei, la dove c'è Dio e, anche il diavolo. Però, come scriveva il poeta irlandese William Butler Yeats in Sailing to Byzantium "...l' uomo è ben misera cosa,/giacca stracciata su uno stecco, a meno/che l'anima non batta le mani e/canti, canti più forte/ ad ogni strappo nella sua veste mortale,/ né vi è altra scuola di canto che studiare/ i monumenti della sua magnificenza..." .


Aggiunto: Luglio 10, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno Dottore,
Le scrivo perché sono davvero arrabbiata. Ho vissuto da sola con mia mamma fin da quando ero piccola poichè i miei erano separati.
Mia mamma si è sempre data alla bella vita, fidanzati, balere, locali, vacanze ecc ecc Io lasciata a dormire dalla nonna materna o dalla zia con pianti e disperazioni e con la consapevolezza (fin da piccola
) della guerra con mio padre anche x questi motivi.
Ho un figlio ora che non ho mai lasciato nemmeno una sera da quando è nato, ha 4 anni. Mi rendo conto che il mio passato mi condiziona molto sulle scelte attuali ma voglio far vivere a mio figlio un ambiente famigliare sano, sereno e felice.
Oggi parlando con mia madre viene casualmente fuori il discorso e le ricordo di quando ai tempi dormivo dalla nonna. La risposta è stata.. E perchè mai tu dormivi la?
Perchè tu non c'eri!
Lei: io??? Ma figurati e dove andavo???
Io: uscivi, andavi a ballare e mi cacciavi la anche se non volevo
Lei.. Mah proprio non ricordo.
Che tristezza dottore pensare che non si è nemmeno pentita degli anni che mi ha fatto passare. Che amarezza scoprire che secondo lei è stata una madre modello.
So che dovrei fregarmene ma sapere che non solo non si rende conto ma nemmeno ha il ricordo della vita triste che mi ha fatto passare mi delude immensamente e mi fa sentire davvero umiliata.

Risposta del Dott.Zambello: ent.ma Signora,
perché umiliata? Vorrebbe che sua madre si battesse il petto e le venisse chiedere scusa. No, non lo faceva quando lei era bambina e non lo fa ora. Sua madre usa, inconsapevolmente meccanismi di negazione e rimozione. Sono ricordi cancellati. Se proprio le fa piacere, sappia che lo fa, inconsciamente, perchè il ricordo le darebbe troppo "fastidio".
Però, finché lei pensa a questo e purtroppo si comporta con il suo bambino tenendo in qualche modo conto del suo vissuto, lei non ne uscirà mai. Sua madre ha cancellato ma lei continua a ravvivare un "fuoco interno" che avrebbe dovuto spegnersi almeno alcuni anni fa, quando è nato il suo bambino.
Perdoni, dimentichi anche lei. Si salverà la vita e non passerà veleno ai suoi figli.


Aggiunto: Luglio 6, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno Prof.38 anni di prigione sono molti quindi al 5°ho deciso di darmi da fare personalmente dopo anni di psicoterapie e farmaci (Cassano Nardone terap.breve-etc.)conclusioni ammesso che piu predisposti sono geneticamente coloro sensibili ansiosi etc.nel mio caso e altri il problema e'stato il primo evento 2-3-4 vicini attacco fisico che si e' successivamente portato sul psico.Come ben lEI sa il Locus Ceruleus dopo tutto passaggio sistema limbico Amigdola compresa risulta come camera fotografica impressionato negativamente da tale evento e quindi come un microchips continua a mandare al sistema simpatico etc...continuamente nel momento paragonabilita messaggi negativi che introducono ansia,evitamento e panico se ci si spinge oltre.IL PANICO non arriva come un fulmine ma e'sempre dettato da un pensiero negativo legato a rappresentazioni patologiche es.PA bassa - bradicardia - gastriti o ernie etc....In attesa dialogo porgo distinti Saluti -Guido menegozzo Vicenza

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Guido,
si, la sua è la teoria che spiega il comportamento di "attacco e fuga" negli animali ma anche nell'uomo.
La differenza è che mente gli animali hanno solo quello, noi siamo tanto, tanto più complessi e, tecniche che lavorino prevalentemente su quel sistema antico mi sembrano riduttive.
Auguri.


Aggiunto: Giugno 20, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buonasera Dottore,
Le scrivo perchè, anche non sapendo spiegarmi cosa effettivamente non vada, necessito di risposte che mi calmino l'animo.
Sono una ragazza di 23 anni, studentessa, vivo con mia madre e mio fratello di 35 anni. Con quest ultimo non ho alcun rapporto ormai da molti anni...l'ho allontanato perchè mi sentivo oppressa nel dover sempre essere comandata nella mia vita soprattutto sentimentale. Sento di dover garantire anche al mio ragazzo una storia vissuta con tranquillità e senza pressioni. Come va, va.
Ora posso dire che le difficoltà che vivo non siano ne più nè meno di quelle di molte altre persone.
In me hanno un effetto, posso chiamarlo di vittimismo (non nel lamentarmi con altri, ma dentro mi dò la colpa della situazione venutasi a creare).
So di avere le capacità di riuscire in quello che faccio, ma ogni volta che provo ad esprimere la mia opinione con altri, non mi sento mai capita ma sempre contrastata. Non so se questa è solo una visione mia distorta, ma la vivo malissimo. Mi chiudo in me stessa e divento scontrosa. Ciò allontana chi mi è accanto.
La domanda che piu spesso mi pongo d'altro canto è: perchè non riesco ad essere affabile? non riesco ad instaurare rapporti di amicizia duratura...vado bene per un po, poi noto che subentra disinteresse (ho paura che pure questa possa essere una distorsione della mia mente...come capirlo?)
Sorrido spesso, rido, cerco sempre di essere gentile e disponibile...passo per debole, persona con cui scherzare, ma con scherzi che dopo un po si trasformano in un peso, e che vedo come mancanza di rispetto...e non so come reagire...e mi incolpo di esserne stata io la causa...non sono rispettabile? ripenso spesso con una stretta allo stomaco, a molti episodi anche piccoli del passato, in cui non ho reagito come avrei dovuto, mi sarei dovuta difendere...sento di essere la prima a non rispettarmi.
Tendo inoltre ad annullarmi per il mio lui, ma quando non ricevo le stesse attenzioni, mi pento...Ci amiamo quindi ritorna presto tutto tranquillo e mi sento rasserenata...ma basta poco per far crollare tutte le mie certezze.
Vivo in un inquietudine che non so spiegarmi...
Vorrei sapere cosa ne pensa. Non mi sono mai rivolta a nessuno.
La ringrazio in anticipo

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Herge,
premesso che le sue inquietudini sono normali, comuni. Lei vede le sue incertezze e le sembra che le altre, gli altri siano felici, più fortunati ma, le assicuro da nonno, con un po' di esperienza, non è così. Ognuno di noi ha le sue difficoltà, magari diverse, un po' più nascoste ma, non c'è nessuno che non faccia i conti con le sue nevrosi. Certo, la sua età è un'età particolarmente complessa per il plus di stimolazioni in una struttura della personalità fisiologicamente incerta.
Lei poi racconta di una sua particolare difficoltà: accettare i propri limiti e pensare, essere certi che potrà crescere, senza fantasticare cose "onnipotenti". Ciò in cui deficita è il piacere della quotidianità, dei rapporti semplici. Ha bisogno di sognare, fantasticare e intanto "veste abiti non suoi" e mangia rabbia.
Semplicità.
Le auguro di riuscire a trovare un equilibrio, se si accorgesse che le risulta difficile, chieda aiuto ad uno psicoterapeuta, meglio con una formazione psicodinamica.


Aggiunto: Luglio 4, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile dottor Zambello lo psicanalista sa le stesse cose che sa lo psicoterapeuta?Tratta il paziente allo stesso modo in cui lo tratta lo psicoterapeuta?Ha studiato gli stessi libri che ha studiato lo psicoterapeuta?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Petrus,
la invito anzitutto, se le interessa il tema, a vedersi il mio video proprio sulle differenze tra psicoanalisi e psicoterapia:

https://www.youtube.com/watch?v=RZSqApRzoGI

Comunque, la differenza non è sul numero di libri, conosco psicoterapeuti e anche psicologi coltissimi ma, sulla formazione. Lo psicoanalista deve essere uno psicoterapeuta che intraprende una formazione psicoanalitica: analisi personale, analisi didattica, supervisioni etc, etc. Tempo di formazione psicoanalitica medio: circa 10 anni dopo la specialità.


Aggiunto: Giugno 30, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


io sono stato abbandonato mia madre e morta mio padre vive in franciaaaa di origine sono palermitano aspetto sue notizzie

Risposta del Dott.Zambello: Io sto bene, grazie.


Aggiunto: Giugno 26, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve,ho 41 anni e' da militare sono stato congedato per crisi depressive,da giovane(prima del militare) ho avuto qualche problema,anche se non in forma totale con le dipendeze(canabis e acidi).Appena congedato iniziai una cura con una Psichiatra che mi curo' con i farmaci e terapia cognitivo comportamentale,ero piuttosto disturbato,panico,episodi dissociativi,fobie autolesive e depersonalizazzione/derealizzazione,nel 2000 dopo essere stato lasciato dalla mia donna ho iniziato a bere,nel 2009 ho smesso di bere perche ho avuto qualche problema(non grave)al fegato,dal 2006 al 2010 ho fatto una terapia gestaltica,e dal 2010 ho iniziato un analisi con una Psicoanalista junghiana con la quale mi trovo bene,ho risolto molte cose anche se non sono arrivato in fondo,l'unica cosa che forse non riusciro' ad affronatre mai e' allontanarmi da solo da casa,attualmente la situazione e' migliorata,se devo andare in un posto ci vado,ma al momento il mio range d'azione e' 20 km,sogno un giorno di poter fare un viaggio da solo..la mia domanda e':E' possibile che ,dato che il picco di queste crisi depressive ce lo' avuto da militare,percio' lontano da casa,la memoria traumatica entri in azione?oppure ci sono delle ragioni piu' profonde che non ho ancora capito?
Grazie

Risposta del Dott.Zambello: Gent,mo Signore,
lei ha lavorato tanto su se stesso e conosce anche un po' gli strumenti terapeutici, quindi saprà che solo all'interno della terapia lei potrà trovare la spiegazione, soprattutto "quella ultima".
Auguri, mi sembra che abbia fatto un gran lavoro.


Aggiunto: Giugno 27, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve dottore, sono un ragazzo di 25 anni,ho sempre avuto una vita sessuale regolare,senza alcun problema di sorta,ma da qualche anno,ho iniziato a diminuire drasticamente il tempo della prestazione sessuale. Due anni fa mi è stata riscontrata una lieve infiammazione prostatica,ma non so dirle se le due cose coincidano(nei tempi).
Grazie anticipatamente per la risposta!

Risposta del Dott.Zambello: Quando la prostata, la principale ghiandola dell'apparato riproduttivo maschile, si infiamma, si parla di prostatite. E' un evento che colpisce circa il 10 % della popolazione maschile sessualmente attiva. E' stato accertato, che tra prostatite ed eiaculazione precoce c'è un rapporto diretto, che sembra quasi indissolubile. Se da un lato l'eiaculazione precoce è un sintomo della prostatite, dall'altro la prostatite è a sua volta una delle cause di eiaculazione precoce. Insomma, questi due disturbi camminano di pari passo.
Si può guarire du prostatite cronica, anche se è un po' "rognosa". Fatto questo, vedrà che scomparira anche l'eiaculazione precoce. Si rivolga ad un urologo,


Aggiunto: Giugno 26, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve Dr. Zambello, ho 23 anni e vivo uno stato di depressione a fasi alterne da circa 5 anni, alterno infatti periodi, più o meno lunghi, in cui sto bene ad altri in cui ho una ricaduta.. Fino alle scuole medie ero piena di vita, poi ho avuto qualche attacco di panico, ma nulla di preoccupante e sono andata avanti tranquillamente con la mia vita fino ai 18 anni quando ho iniziato ad avere attacchi di panico un pò più forti, ma come le ho scritto in precedenza non sono mai durati abbastanza fino ad ora.. Sono più di quattro mesi che la mia vita è diventata impossibile. Quello che ha portato agli attacchi delle scuole medie e quello che ho avuto a 18 anni erano legati ad alcuni film che avevo visto, mentre quelli che ho adesso sono legati alla scomparsa di un’amica di mia mamma. In poche parole ho una paura folle della morte (anche il fatto della lapide al cimitero mi terrorizza) e faccio molta fatica ad accettarla. Il mio dottore mi ha prescritto dei farmaci che ora non prendo più. A 11 il mio bisnonno è morto, ma non ho fatto una piega, ora non riesco più ad andare avanti. Ci sono giorni in cui sono felice, altri che non faccio che pensarci alla morte. Le scrivo perchè vorrei avere un consiglio da lei, un modo per affrontarla o un supporto. Grazie mille in anticipo

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Pamela,
penso lei capisca che se questo stato di ansia si è strutturato in anni, non sarà certo possibile superarlo con un “consiglio”.
Lei deve chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta. Sappia che la terapia sarà abbastanza lunga ma, mi sembra di intravedere i presupposti per una riuscita.


Aggiunto: Giugno 22, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve dottore…ho 28 anni e soffro di depressione credo sia dai tempi del liceo…circa sette anni fa ,alla fine del mio primo anno universitario,ho cominciato ad avere attacchi di panico,e disturbi di ansia,tuttto partiva dal fatto che nn sapevo cosa volevo veramente dalla vita e se avevo scelto la strada giusta(studiavo ingegneria).questa cosa mi assillava e mi portava tanta ansia…purtroppo all’ansia si sono aggiuti anche disturbi ossessivi,riguardanti la paura di perdere il controllo,avevo immagini e pensieri ricorrenti di me che uccidevo mia madre o uno dei membri della mia famiglia,naturalmente evitavo distare da solo con loro e di toccare coltelli o possibili oggetti con cui far del male.Cosi decisi dichiedere aiuto ,ho conosciuto un bravo psichitra che mi ha curato con laparoxetina e i risultati li ho avuti ,nn avevo piu d.o.c.,ansia quasi zero eanche lumore era risalito..purtroppo ho cercato di continuare gli studi ma ancora oggi nn li ho terminati,e ancora nn ho trovato una mia strada e una compagna…DA un’anno a questa parte,ho un’altra volta forte ansia ,e soprattutto mi sento molto depresso,quindi sempre stanco ,senza volgia di fare, uscire,e tutto il resto dei sintomi legati alla depressione…ancora oggi sto continuando lacura ,la mia preoccupazione nasce dal fatto che i sintomi depressivi mi durano una settimana piu o meno ,poi per due o tre settimane sto bene epoi si ripresentano…il mio dottore mi ha aumentato un po la cura ma le cose vanno sempre uguale,lui dice che il problema èanche legato al fatto che non ho ancora nessuna certezza lavorativa ed affettiva…per il momento io sto solo male e voglio uscirne,ho paura di avere un disturbo depressivo maggiore,inoltre ho intenzione dicominciare anche un percorso con uno psicologo in parallelo ,lei cosa ne pensa,e soprettutto riuscirò mai avivere serenamente,come potrò mai avere una storia con una ragazza con la patologia che ho ,quale ragazza puo volere una persona con iproblemi che ho io e rovinarsi lavita,ecome potrò essere un buon padre un giorno, essendo un ossessivo???la ringrazio per ladisponibilità,distinti saluti domenico

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Domenico,
credo che la scelta di una una psicoterapia parallela a quella farmacologica, sia la cosa migliore.
Visto che lo chiede a me, le consiglio però una psicoterapia dinamica. Il terapeuta che la segue dovrebbe essere uno psicoanalista. Le dico questo perchè non credo che lei abbia qualcosa di organico, il suo disagio potrebbe essere un disturbo di personalità. Se fosse vero, l’unica psicoterapia che ha gli strumenti per arrivarci e la psicoanalisi o psicoterapia dinamica.


Aggiunto: Giugno 21, 2014
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Medico psicoterapeuta e psicoanalista


Dott. Renzo Zambello
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