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Domanda allo psicoterapeuta:


Ma scusi dottore, perché pubblica le domande delle persone se poi rifiuta di rispondere? Per farsi pubblicità?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Lucia,
non è vero che non rispondo, anzi mi sembra d'essere molto disponibile. Non ho la "sfera di cristallo", non posso fare diagnosi, soprattutto di terze persone e chiaramente non posso fare terapia via email né tanto meno dare indicazioni farmacologiche. Ognuno di questi casi non solo lo vieta l'etica, ma anche il buonsenso e la legge.
Mi sembra comunque, dal feedback che emerge dalle oltre 4000 risposte che ho dato in questo guestbook, che il mio lavoro sia apprezzato e molte volte avvertito come utile. Non lo sarò per tutti e forse neanche per lei, facciamocene una ragione.


Aggiunto: Aprile 10, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve Dottore,
Le scrivo perché ho un dubbio atroce, di frequentare un ragazzo che soffre di narcisismo.
Ha 45 anni, ci frequentiamo da un po', ma non abbiamo mai avuto un rapporto sessuale completo e lui non si lascia andare quando siamo insieme e fra l'altro, dopo il rapporto scadente, si addormenta.
Mi cerca spesso a telefono, ma di incontri molto pochi, sembra quasi che trovi scuse per evitare di vedermi.
Ho l'impressione che preferisca stare da solo piuttosto che con me, parla poco di sé, preferisce ostentare ciò che fa e ciò che ha, perché così ha una visibilità impattante, in quanto è un valido professionista che può permettersi tutto.
Agli occhi degli amici, appare come il latin lover a cui cadono donne ai piedi, ma in realtà la maggior parte del tempo la trascorre in solitudine.
Ripete continuamente di essere molto stanco di avere sempre sonno perché lavora tanto e di conseguenza di avere poco tempo per me.
La domanda è: ma io posso aiutarlo in qualche modo chiedendogli di vederci più spesso? Lui potrebbe uscire da questo torpore se solo ne avesse volontà?
La ringrazio anticipatamente per la risposta.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Carol,
lei mi chiede non solo una presunta diagnosi su una persona che non conosco ma anche un programma terapeutico. Non le sembra un po' "bizzarro" questo?
Mi scusi, se avverte che lui è poco interessato a lei, almeno fisicamente, ma perchè lo frequenta, si vuole fare del male o pensa che il "suo amore lo salverà"?
Per finire, a 45 anni uno è un uomo maturo, o dovrebbe esserlo da un bel po' di tempo, non un ragazzo.


Aggiunto: Aprile 10, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno dottore,
ho fatto uno strano sogno in cui mi trovavo in quella che pensavo essere una scuola, che in realtà sembrava un chiostro rettangolare con un grande prato verde al centro, in cui camminavo; il prato sembrava anche una piscina per cui non so dire se fosse erba o acqua stagnante. Il sogno mi ha lasciato un senso di mistero. Dato che ho letto alcuni libri di Jung ho l'impressione che si tratti di un qualche sogno archetipico, ma non so decifrarlo. Lei ha qualche idea in proposito? Sa se l'immagine che ho sognato esiste in qualche religione o in qualche mito? Grazie.

Risposta del Dott.Zambello: Buon giorno Stefano,
non funziona, almeno per me, come lei chiede. Non si chiede al terapeuta il significato di un sogno come potremmo fare con la Cabala o la Smorfia. Il sogno per un terapeuta ha un valore solo all'interno di un rapporto terapeutico relazionale.


Aggiunto: Aprile 7, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Ho avuto un'infanzia difficile vivendo fino ai 9 anni nell'assenza di mio padre che era emigrato e nel frattempo ho avuto una grave ustione che ha coinvolto un seno,addome e coscia che mi ha complicato diciamo la vita. Quando la nostra famiglia si è riunita i miei litigavano pesantemente quasi tutti i giorni coinvolgendo soprattutto me nelle discussioni in quanto mio padre beveva molto ed incolpava mia madre della mia ustione,facendomi sentire inadeguata e che la loro vita sarebbe stata bella senza me e senza la mia ustione.
A 19 anni i rapporti a casa si sono appianati ed ho conosciuto un ragazzo di 29 anni con cui tuttora sto e che mi ama e mi appoggia incondizionatamente e dopo tanto anche i miei lo hanno accettato ed è come un figlio per loro.Il problema è che quando ho conosciuto il mio ragazzo ero in convalescenza da un intervento parziale di chirurgia plastica per l'ustione e avevo detto a tutti che invece stavo male per un altro intervento all'addome,così non so perchè con lui fingevo degli svenimenti ogni tanto quasi per vedere se vedendo che ero malata se ne sarebbe andato e invece è sempre rimasto accanto a me. Sono 6 anni che stiamo insieme,io mi sono laureata,ma non trovo lavoro...Ogni volta che sento che il suo affetto mi manca o che sto ansiosa o stressata,a volte anche se è tutto apposto,io fingo svenimenti e malesseri giustificandoli con cali di zuccheri o di pressione; o faccio finta di avere incubi mentre dormiamo...non riesco a uscire da questo vizio malato e non capisco il perchè non riesca ad esprimere i miei malesseri neanche a lui. Mi tengo quasi sempre tutto dentro...

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma jane89,
sia un po' indulgente con se stessa. E' difficile per tutti, soprattutto per un bambino/a accettare, vivere la sofferenza che lei ha descritto e così, con l'intelligenza di cui è capace l'inconscio, ha dato forma a questa, l'ha recitata, ha potuto visualizzarla sul corpo.
E' un meccanismo che utilizziamo spesso, "la conversione in organo", in lei c'è consapevolezza, volontà.
Il problema è la capacità di elaborare il dolore a livello mentale. A volte è così alto che "preferiamo" scaricarlo sul corpo, ma che colpa c'é? Certo, è possibile che la mente di quella ragazzina non potesse e che ora che è adulta si possa concedere molto di più ma, senza colpa e magari facendosi aiutare un po'.


Aggiunto: Aprile 7, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve doc,ho 36 anni e circa 10/11 anni fa ho avuto un'attacco di panico.Cosi' andai da un neurologo e mi prescrisse dei farmaci (paroxetina 20mg e xanax 10 gocce). Dopo circa 2 anni ero riuscita a lasciare i farmaci e stare bene . poi per un cafe' bevuto- avvelenamento da una moca di cafe' ossidata da parenti,mio marito ed io ci siamo sentiti male,e la guardia medica ci disse che venisse proprio da quella moca da cafe' (non usata da parecchi anni. cosi ho avuto una ricaduta peggiore.cosi da un psychiatra che mi aveva prescritto dei farmaci( nn mi ricordo i nomi) ma poi per la mia prima gravidanza mollai tutto.Durante la gravidanza nn stavo proprio bene ma potevo ancore resistere.6/7 mesi dopo il parto mi senti male e andai da un altro psychiatra x me molto bravo che mi dese altri farmaci ancora,non so di preciso ma abbiamo provato diversi farmaci.Gli ultimi farmaci che mi aveva prescritto prima che andasse in pensione sono stati Tavor 2,5mg e Cymbalta 60mg,che tutt'ora prendo.Devo dire che durante la cura con quest'ultimimi ho avuto un'altra gravidanza che mi fece sospendere soltanto il cymbalta,il tavor da 2,5 mg continuavo a prendere ugualmente.adesso ho 2 bambine straordinarie e sane. >Il mio problema adesso e' che vorrei smettere di prendere dei psychofarmaci o per lo meno ridurle e non so come iniziare.IL tavor 2,5mg lo prendo 3 volte al di' il cymbalta 60mg una al mattino.ho tentato da me a diminuire il tavor del mattino a meta' ed e' andata bene. poi ho continuato a prendere tavor mezza mattina 1 dopo pranzo e una la sera,il cymbalta da 60mg sono passata a 30mg. dopo gia' pochi giorni sono stata male e ho dovuto iniziare a prendere tutto da capo.credo piu' per paura di stare male.adesso vorrei sapere da lei,se il cymbalta si puo' aprire la capsula e togliere 2/3 palline richiuderla e poi prendermela per poter diminuire pian piano. Altrimenti mi aiuti lei e mi dia una mano come fare a diminuire e magari passare a quelle omeopatiche.
La ringrazio in anticipo
cordiali saluti.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Sabina,
non faccia pasticci, mi sembra che abbia sofferto abbastanza. Vada da uno psichiatra di fiducia, se non lo trova vada da quello dell'ASL e si faccia aiutare a smettere. Smettere è impegnativo e delicato come iniziare.
Io non posso dare consigli terapeutici via e mail.


Aggiunto: Aprile 6, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buonasera Dottore,
Ho un problema. Anni fa durante una cena mi sentii male tanto da perdere i sensi per ben due volte. Non trovandomi problemi fisici, sia il mio medico che lo psicologo a cui fui indirizzata da lui, mi curarono per attacchi di panico. Più che curarmi mi convinsero che il brutto episodio fosse un attacco di panico. Io, che ho sempre avuto la pressione bassa, fino ad allora ero convinta di aver avuto una congestione o comunque un episodio di semplice sincope.
Mi fecero analizzare la serata e arrivando da una settimana (e forse una vita intera) stressante decisero appunto che si trattava di un attacco di panico. E la paura mi venne seriamente. Poco dopo una gravidanza, paura,terrore di rivivere quel momento. Evitai ristoranti, luoghi affollati, posti non raggiungibili con la macchina e poi dopo circa tre anni dalla nascita di mio figlio iniziai a non avere più paura. Peccato che proprio qualche mese fa arriva una nuova gravidanza. I primi mesi, pur stando male fisicamente, ero davvero carica. Intenzionata a godermi questi momenti a casa il più possibile. Fino all'altro giorno..
Ho rischiato lo svenimento al supermercato. La mia pressione minima si aggira tra i 40 e i 45, prendendo integratori vari arriva massimo a 55. Il giorno dopo portando il bambino ad un controllo nuovo svenimento in ospedale.
La paura così mi é ritornata! Ora ho paura ad uscire da sola, ho paura di sentirmi male quando ho il bambino con me. Razionalmente capisco che é un problema molto frequente in gravidanza, succede a tantissime mamme in attesa, capisco che ho la pressione a terra ma poi la paura prende il sopravvento. A breve ho una visita e ho paura di sentirmi male e svenire e so che ci penso ancora un po' me lo faccio venire seriamente lo svenimento. Mi aiuti la prego..

Risposta del Dott.Zambello: Mi aiuti, è una "parola" grossa. Credo potrebbe smetterla di pensare che ha particolari disagi psicologici. Il suo è un problema fisico, direi normalissimo. Gli attacchi di panico non centrano proprio niente, niente.
Si protegga dall'evento, si faccia accompagnare, mangi della liquirizia ma, la smetta con la questione del panico e poi, quando sarà fuori pericolo, per la pressione, si diverta con la sua famiglia. Auguri.


Aggiunto: Aprile 5, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


salve dott
sn una donna di 30 anni .ero sempre paziente e mantengo la calma ma ho avuto tante problemi che provocano lo stresse tra figlio e mio ex e adesso mi agito subito perdo la calma . chiedo se qsto serve solo cose che fanno rilassare o ci vuole il psicologo
grazie

Risposta del Dott.Zambello: Io non so perchè pensa al rilassamento. Il problema è saper gestire le tensioni. Lei avrà sempre, come tutti, tensioni dall'esterno, queste ci disturbano, più o meno a secondo della nostra situazione interna.
In questo senso, lo psicoterapeuta la potrebbe aiutare.
Se poi cerca un modo per scaricare, vada in palestra, faccia ioga o se ne vada un po' in vacanza ma poi, prima o poi dovrebbe tornare.


Aggiunto: Aprile 5, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno, ho 46 anni, sono sposata ho vita normale, un figlio di 24 anni e una figlia di 9.
Ultimamente e sempre più spesso mi sento inadeguata, criticata e soffro di non essere sempre all'altezza di tutto e di tutti.
Piango piango e piango, penso sempre a cosa possono pensare gli altri di me, e questo non mi fa bene, sono sempre molto disponibile per tutti.
Che si un inizio di depressione? Ha qualche consiglio da darmi? Mio marito mi dice sempre di stare serena e di mandare al quel paese...
La ringrazio per la sua risposta

Risposta del Dott.Zambello: Si, potrebbe essere un inizio di depressione. Farebbe bene ad andare dal suo medico o meglio da uno psichiatra. Forse basterà una piccola terapia di antidepressivi per farle scomparire queste brutte sensazioni. Probabilmente a 46 anni si sovrappongono fisiologici squilibri ormonali. Non soffra inutilmente, chieda aiuto.


Aggiunto: Aprile 5, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Grazie dottore! Ecco, per usare meglio le proprie energie la psicoterapia non serve? Che cosa mi consiglia in alternativa?

Risposta del Dott.Zambello: No, no. Sarei sciocco se non pensassi che la psicoterapia può aiutare a conoscersi meglio e quindi, come diceva Jung, ad immettersi verso la via della individuazione, o realizzazione di Sé. Tappa che peraltro mai raggiungeremo, perché manterremo sempre una quota più o meno grande di nevrosi. Dico che non penso proprio che la psicoterapia sia l'unica strada. Anzi, per citare sempre Jung, l'arte è sicuramente una strada privilegiata. L'artista ma anche il cultore dell'arte come espressione di Sé è sicuramente avvantaggiando sulla strada della individuazione. Anche la ricerca spirituale. Tutto ciò che ci fa "uscire" da meccanismi narcisistici, può essere una buona strada per riconoscerci e vedere, rispettare, stimare, l'altro come diverso ma me.


Aggiunto: Aprile 5, 2014
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno dottore, vorrei sapere se con la psicoterapia si può diventare più egoisti. Mi spiego: vedo che le persone attorno a me fanno spesso ciò che vogliono nel bene e nel male senza problemi, mentre io mi sento molto altruista e spesso però ci rimango male. Poiché da solo non riesco a cambiare, vorrei sapere se c'è qualche modo per imparare a difendere meglio i propri interessi. Non voglio fare del male a nessuno, vorrei continuare ad aiutare il prossimo, ma vorrei fare un po' più di bene anche a me. Forse sono solo ingenuo, non lo so. Mi può aiutare? Grazie.

Risposta del Dott.Zambello: Fabio, non c'è bisogno che faccia la psicoterapia, basta che lei legga il Vangelo: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti » (Matteo 22,37-40)
Ha capito? Non si può amare gli altri se non si ama se stessi e più di se stessi. Se questo, ci sembra che avvenga, forse c'è un problema con il senso del Sé e non si tratta di diventare egoisti ma, imparare ad usare bene le nostre energie.


Aggiunto: Aprile 3, 2014
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Medico psicoterapeuta e psicoanalista


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