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Pseudonimo: Andrea
Pseudonimo: Andrea
Domanda allo psicoterapeuta:
Sì li ho letti i libri, anche prima. Per questo sono andato in terapia, perché tutti quanti dicevano che si poteva migliorare ecc. La realtà poi è stata diversa, cioè che non si riesce a cambiare niente, anzi che non si "deve". So cos'è il transfert, ma non dovrebbe saperlo anche la mia terapeuta?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Andrea,
capisco, sento la sua "rabbia" che lei trasferisce su di me, sulla sua terapeuta, forse su tutti i terapeuti del mondo ma, lei ha una sola possibilità: chiarire queste tematiche con la sua psicoterapeuta.
Aggiunto: Marzo 26, 2014
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Pseudonimo: Andrea
Pseudonimo: Andrea
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno Dottore,
dopo molti anni di terapia ho capito che sono masochista e che nella vita soffro inutilmente, facendo tanti sacrifici che non mi portano a nulla. Capire questa cosa non mi ha però aiutato, ma mi fa soffrire, perché ormai la mia vita è rovinata e non so più come cambiarla. La mio terapeuta mi ha detto che non si pò cambiare il proprio carattere, solo accettarlo. E' vero? Ma allora perché non dirmelo subito? Invece mi ha illuso di poter cambiare e migliorare e dopo anni di sacrifici e denaro che avrei potuto spendere per divertirmi un po' e avere almeno dei bei ricordi sono al punto di prima, anzi peggio di prima, perché non ho più nulla. Perché non dite subito alle persone che devono accettare e invece le illudete di poter cambiare? Uno si risparmierebbe tempo e denaro e non si rovinerebbe il fegato per niente!
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Andrea,
mi porta una tematica transferale tra lei e la sua terapeuta, mi dia atto che proprio non posso dirle niente.
Però, non è vero che non possiamo crescere, "cambiare". Tutta la nostra vita deve essere protesa al cambiamento, alla realizzazione del Sé, all'individuazione junghiana.
E' possibile? Certo che si e, chi è riuscito è la speranza, l'ideale di noi tutti. Siamo circondati da eterni bambini, coloro che rimangono nella "grotta" di Platone ma, anche da tanti che hanno avuto il coraggio di uscire, crescere. La nostra struttura psicologica rimane la stessa, noi siamo così ma, ciò che prima era "negativo" diventa il polo di una energia nuova. La nostra "ombra" non è più spazio perso ma fonte energetica. Certo, questa è una esperienza che si acquisisce con la conoscenza interna.
Mi creda, non intendo che solo la psicoterapia aiuti a questo. E' uno degli strumenti.
Una nota a latere alla sua lettera: se lei voleva delle informazioni, bastava leggesse un libro. L'analisi è un percorso di ricerca condivisa con il terapeuta. Né l'uno né l'altro sanno dove stanno andando. Forse lei si sbaglia, non è arrivato, ha solo intravvisto qualcosa.
Aggiunto: Marzo 25, 2014
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Pseudonimo: rosa
Pseudonimo: rosa
Domanda allo psicoterapeuta:
Volevo porle una domanda..da qualche tempo di notte mi capita di svegliarmi e avvertire un tremolio che parte dalla testa per tutto il corpo ma se mi guardo le mani non tremano sembra quasi che sia interno.in concomitanza con questo da qualche mese sto usando l'anticoncezionale per una cisti alle ovaie e un byte ai denti perché ho una lesione alla mandibola che mi provoca un grosso fastidio alle orecchie.secondo lei di cosa potrebbe trattarsi tra qualche giorno dovrei fare gli esami per la coagulazione del sangue.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Rosa,
se il fastidio notturno dovesse aumentare si rivolga ad un Neurologo. Prima però provi con del Magnesio. Lo chieda in farmacia.
Aggiunto: Marzo 25, 2014
Domanda allo psicoterapeuta:
SALVE DOTTORE MI CHIAMO ENRICO HO SONO SPOSATO DA 28 ANNI
HO AVUTO UNA VITA DISTRUTTIVA CON ECCESSI DI USO DI COCAINA E DONNE
OGGI SONO LONTANO DA CASA DOPO UN LITIGIO CON MIA MOGLIE
LA QUALE NELL ULTIMO ANNO E DIMAGRITA ED ULTIMAMENTE AVAVA ATTACCHI DI PANICO
RICONOSCENDO TUTTE LE MIE COLPE VORREI SAPERE COME MI DEVO COMPORTARE?
E POI UN GIORNO MIA MOGLIE POTRA PERDONARMI?
SECONDO LEI AVREMO UN FUTURO INSIEME?
Risposta del Dott.Zambello: Gentmo Signor Enrico,
guardi che lei si è sbagliato: doveva rivolgersi ad un mago.
Mi spiega come potrei non conoscendo lei né tanto meno sua moglie e tutto il resto, rispondere alle sue domande?
Si calmi un po' e, c'è una sola persona che le può dare qualche risposta: sua moglie.
Aggiunto: Marzo 24, 2014
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Pseudonimo: Kati
Pseudonimo: Kati
Domanda allo psicoterapeuta:
Buonasera dottore, vorrei chederle un parere.
Dopo tante esperienze deludenti mi sono convinta che le persone sono in genere cattive. Non credo esistano persone davvero buone, forse qualche santo tipo Madre Teresa, ma se si conoscono a lungo le persone comuni dopo un po' mostrano i loro difetti e il loro egoismo - anch'io sono egoista ma cerco di non far del male agli altri - per cui non ci si può fidare di nessuno fino in fondo. Lei che ha molta esperienza con le persone è d'accordo o pensa che il buono si possa trovare da qualche parte? Grazie.
Risposta del Dott.Zambello: Si, nelle persone cattive.
Gent.ma kati, la sua lettura della realtà è vera, non c'è persona al mondo che sia "solo buona", e così, alcuna che sia "solo cattiva". Noi siamo fatti di un impasto che è a "immagine di Dio e del diavolo".
Siamo così, le sembra che quei santi degli Apostoli che Gesù si sceglie fossero diversi?
E allora? Bhe! Bisogna crescere. Che significa? Imparare nella seconda parte della nostra esistenza, dai 20 fino ai circa, 40, 50 anni a gestire le nostre pulsioni e accettare che siano fortemente ambivalenti, amore-odio, vita-morte, bene-male e così via e che, proprio questa ambivalenza è il motore che ci spinge avanti, come i poli di una batteria: negativo e positivo, Arrivare alla terza parte della vita, dai 55 in poi, a vivere la nostra vita all'insegna del donare. Impariamo che donare ci rende ricchi.
Il bene fa bene.
Aggiunto: Marzo 24, 2014
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Pseudonimo: marco
Pseudonimo: marco
Domanda allo psicoterapeuta:
Grazie della risposta, mi è stata di conforto.
Per il resto,continuerò a lavorare in terapia, e che dio m'assista.
Ah, oggi sono andato dal mio psichiatra e ho riferito anche a lui le cose che le dicevo. Mi ha prescritto un farmaco che si chiama 'olanzapina'. Dice che a bassi dosaggi è spesso usato per poter gestire situazioni come la mia, anche se è stato creato per disturbi più gravi. Lo conosce?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Marco,
la olanzapina è un farmaco un po' particolare. Io non l'ho mai usato ma alcuni miei colleghi ne parlano in termini positivi. Le sue caratteristiche, da un punto di vista clinico, è di essere "clinicamente eclettico", ma richiede un attenta posologia.
Aggiunto: Marzo 22, 2014
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Pseudonimo: Alessia
Pseudonimo: Alessia
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Pseudonimo: Alessia
Pseudonimo: Alessia
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno Dottore,
Fin dall'adolescenza mi e' stato riscontrato un disturbo di personalita' borderline. Dopo un anno di attuale psicoterapia e farmaci antidepressivi, oggi che ho 35 anni, comincio pian piano a non agire piu' la rabbia, tentativi di suicidio e impulsività. La mia domanda e' la seguente. Se un borderline viene recuperato, dopo anni di psicoterapia, puo' una volta che finiscebquel percorso, con il tempo, ritornare ad essere un borderline in forma accentuata come prima di andare in terapia o il pericolo nn sussiste piu' perche' si guarisce definitivamente? Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Alessia,
la letteratura parla di un processo "di guarigione" lento ma irreversibile. Presumibilmente lei vivrà, come tutti, le sue nevrosi ma senza che queste la pervadano senza lasciarle possibilità di scelta.
Aggiunto: Marzo 21, 2014
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Pseudonimo: marco
Pseudonimo: marco
Domanda allo psicoterapeuta:
buonasera dottore. ho ventidue anni. ho avuto una forte crisi depressiva qualche anno fa dovuta alla separazione con una ragazza. faccio molta fatica a comunicare con gli altri. controllo consciamente tutto quello che dico con un filtro molto forte. ho paura che passino cose brutte.non riesco a sopportare che qualcuno veda la mia paura, la mia tristezza, e tutti gli stati d'animo negativi.non ce la faccio proprio. devo sempre mettermi la maschera e fare finta. non riesco a farne a meno. devo fare finta di stare bene, di essere normale, di essere contento, devo rispondere a tono agli altri, devo apparire normale, e non lo sopporto più. sono sempre scollegato da me stesso in questo modo.non sono mai veramente me stesso.non dico mai quello che penso veramente, non mi comporto mai come sono davvero, e la cosa che mi spaventa di più è appunto la sensazione di averlo perso per sempre, me stesso.mi sembra di essere stato creato per gli altri.spesso uso le parole, le espressioni e i modi di dire degli altri. vorrei essere libero.mi sento in una gabbia.so che l'unico modo per venire a capo di questa cosa è affrontare la mia paura dell'altro. ma appunto quando mi apro con qualcun altro subito mi viene il panico. questa cosa negli anni si è allargata così tanto da estendersi a qualsiasi tipo di conversazione. faccio fatica perfino a parlare con la cassiera del supermercato.ho continui dolori alla testa. faccio fatica a fare cose che richiedano sequenzialità, ho sempre i pensieri confusi e accavallati su se stessi. ho uno psicoterapeuta dinamico da cui vado da qualche anno. lui è bravo, ma credo di essere io il problema. spesso mi sento ferito per le cose che dice anche se so che in effetti a ferirmi. proietto selvaggiamente su di lui tantissime angosce rabbie e pensieri che neanche io capisco.lui dice che il mio non è un problema cognitivo, ma emotivo. in effetti ho consapevolezza di quello che succede a livello razionale. a livello emotivo è un gran marasma.è brutto non potere parlare con gli altri sa? non ce la faccio più vorrei svanire nell'aria. davvero.è un inferno. in più mi sento spesso osservato, aggressivo. spesso ho delle giornate in cui ho paura di quello che potrebbe succedere nei prossimi cinque minuti. penso continuamente al suicidio e alla morte da anni. basta non ho piu voglia di fare questi discorsi. non mi sopporto. sono bloccato... capisco i drogati, sa li capisco. ho visto un film oggi, e uno dei protagonisti diceva questa cosa alla fine.'Per colpa di questa vita fottuta non sai mai cosa ti succederà dopo. Per questo che Nadine ha scelto la via più facile per uscirne. E' per questo che Daienne vuole continuare. La maggior parte della gente non ha idea della sensazione che proverà fra cinque minuti, per un tossicomane invece è diverso: lui lo sa. Gli basta leggere un'etichetta.'
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Marco,
non la conosco e ciò che le sto per dirle è il frutto solo di sensazioni che nascono da ciò che scrive: sta facendo un buon lavoro col suo terapeuta ma, soprattutto, ha le possibilità di uscire "dal pantano emotivo", marasma per usare il suo aggettivo, in cui si trova. Lei descrive una situazione che veniva definita da Winnicott come il "falso Sé". E' dolorosissimo ma, mi creda, proprio, il suo dolore è la prova che ce la può fare. Lei non lo sa ancora ma, saranno proprio queste esperienze dolorose che la renderanno forte e "ricco".
Aggiunto: Marzo 19, 2014
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Pseudonimo: alberto
Domanda allo psicoterapeuta:
salva dottore avevo una domanda riguardo i farmaci. qual'è la differenza tra antidepressivi e antipsicotici atipici a livello di durata di trattamento? mi spiego meglio: so che alcuni antidepressivi come gli ssri raggiungono un picco di 'efficacia' diciamo che dopo qualche mese si esaurisce portando alla remissione del farmaco. gli antipsicotici atipici funzionano allo stesso modo? seguono come dire un 'ciclo' o hanno un effetto singolo giorno per giorno?la terapia può anche durare anni?
Non so se mi sono spiegato è che su internet non trovo informazioni in termini a me comprensibili, grazie anticipatamente
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Alberto,
le premetto che non sono un farmacologo e le mie osservazioni sono solo personali ma ho riscontrato con una certa omogeneità di risposta che gli antipsicotici atipici che sono: Clozapina (Leponex), Risperidone (Risperdal)
Olanzapina (Zyprexa) Sertindolo (Serdolect)
Quetiapina (Seroquel) hanno mediamente un tempo di "funzionamento" post trattamento breve. E' chiaro che dipende molto dal disagio che è trattato. Ad esempio nel caso di depressione, se questa e parallelamente sostenuta da una psicoterapia, le cose potrebbero andare in modo molto diverso.