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Pseudonimo: Sognatore disperato
Pseudonimo: Sognatore disperato
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno dottore,
fin da bambino faccio parecchi sogni quasi tutte le notti, spesso strani e curiosi, qualche volta inquietanti; ho letto in passato molti libri di psicoanalisi per capirmi meglio e un po' per volta ho cominciato a vedere che i sogni hanno un significato; tuttavia, mentre la mia vita non va avanti per niente, i sogni continuano imperterriti; ho pensato che sia per questo motivo che la mia vita non va avanti, che devo risolvere qualcosa che non riesco però a capire fino in fondo, e allora ho chiesto aiuto a una analista per capire una buona volta che cosa mi vuol dire l'inconscio e se questo mi possa essere utile per cominciare a vivere davvero. Tuttavia... non ci sto capendo niente: l'analista dopo tanti anni che mi conosce non mi sa dire niente di utile né sui sogni che faccio, non abbiamo scoperto nulla di me o della vita in generale, non c'è stato alcun cambiamento nella mia vita che procede piatta e senza novità. Non so più che fare, pensavo di dover scoprire qualcosa di me ma forse mi sbagliavo, non c'è niente da scoprire e la mia vita è semplicemente vuota. Con gli altri mi trovo bene, ma alla fine per qualche motivo si interessano ad altro. Ho pensato che anche con l'analista succeda la stessa cosa, ma ovviamente quello è il suo lavoro, gliene ho parlato ma non mi ha detto nulla al proposito. Ho letto anche il Libro rosso di Jung e ho capito che Jung ha sviluppato un sistema filosofico per capire i suoi sogni e le sue visioni, ma lui almeno poi si è realizzato, io invece vedo che non mi realizzo in niente. Che cosa posso fare? Mi fa orrore l'idea di prendere atto che la mia vita si è sprecata in sogni irreali.
Risposta del Dott.Zambello: Sa che lei è proprio simpatico.
Lei ha capito di avere "un tesoro" ma non sa come spenderlo e per di più sembra che nessuno gliene importi poi tanto.
Penso a Van Gogh,lui aveva qualche problema più di lei ma, anche lui aveva deciso di stare in contatto col suo inconscio, risultato: non ha venduto neanche un quadro. Ora, lo sappiamo ma, lui è morto disperato.
C'è però una cosa che anche Jung aveva capito, anche se frequentava volentieri il suo inconscio: noi non siamo fatti per stare a contatto con l'inconscio. Siamo uomini, né animali né santi, almeno per il momento. Sulla storia dell'interpretazione dei sogni, si aprono grandi capitoli.
Non è questo lo spazio per parlarne.
Aggiunto: Gennaio 25, 2014
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Pseudonimo: ragazza depersonalizzata
Pseudonimo: ragazza depersonalizzata
Domanda allo psicoterapeuta:
grazie mille dottore per la sua risposta.. penso davvero di andare da un altro psichiatra, così per avere un secondo parere.. le ho chiesto dell'ipnosi, perché in molti siti internet (lo so che è sbagliato informarsi troppo su internet) la consigliavano nei casi di depersonalizzazione e derealizzazione, perché ideale nelle situazioni ansiose, per diminuire appunto l'ansia che innesca i sintomi dissociativi.. però se lei dice di no, ovviamente mi fido della sua parola.. secondo lei in casi come questi quale psicoterapia è da preferire? e sopratutto è una situazione risolvibile o bisogna mettersi 'l'anima in pace' e convivere a vita con questo disagio? la ringrazio molto per l'attenzione dedicatami..
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signorina,
No, l'Ipnosi proprio no. Non lo dico io, ma tutti i manuali "seri" di psichiatria e anche di psicoterapia ipnotica.
Quale psicoterapia? Quella dove si trova bene col suo terapeuta. Quanto durerà il suo disagio? Non lo so, non la conosco, anzi non so niente. Posso dirle che ho conosciuto situazioni, anche gravissime che sono regredite totalmente. Non si spaventi, si faccia curare e la smetta con internet.
Saluti.
Aggiunto: Gennaio 23, 2014
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Pseudonimo: depersonalizzazione 2
Pseudonimo: depersonalizzazione 2
Domanda allo psicoterapeuta:
carissimo dottore, sono la ragazza che ieri le ha mandato la lettera sulla depersonalizzazione, ancora non ho ricevuto una sua risposta, ma volevo chiederle se è possibile fare degli accertamenti per escludere problemi di altro tipo.. su vari siti internet ho letto che consigliano la risonanza magnetica, la spect e l'elettriencefalogramma.. lei cosa ne pensa? poi ultima domanda, secondo lei la depersonalizzazione può essere in qualche modo correlata al sistema vestibolare? perché qualche mese prima della dep, ho sofferto di giramenti di testa e nausea, e il mio medico curante mi ha curato con un medicinale per il sistema vestibolare.. volevo appunto sapere se c'è una qualche correlazione tra i due disturbi.. grazie nuovamente per l'attenzione e scusi il disturbo!
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signorina,
rispondo con un po' di ritardo perchè solo questa mattina mi sono arrivate le sue e mail. Lei mi fa molte domande ma sinceramente non so cosa rispondere. Su alcune questioni non ho dubbi: NO assoluto all'Ipnosi, non le serve e le potrebbe far male, il problema vestibolare, non capisco come potrebbe centrarci se non per aggravare una sensazione di disagio. Sulla diagnosi e terapie, non lo so, sospendo il giudizio, eventualmente andrei da un altro psichiatra.
Un consiglio spicciolo glielo posso dare: la smetta di guardare su internet e fare auto-diagnosi, non le serve, anzi, peggiora sicuramente la sua confusione.
Aggiunto: Gennaio 23, 2014
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Pseudonimo: depersonalizzazione.. tanta paura!
Pseudonimo: depersonalizzazione.. tanta paura!
Domanda allo psicoterapeuta:
carissimo dr Zambello.
Sono una ragazza di 20, che da tre mesi soffre di depersonalizzazione e inizialmente anche di derealizzazione.. tutto è iniziato il giorno in cui mi sono trasferita dalla mia città per andare a studiare fuori, frequento il secondo anno, quindi non era la prima volta che lasciavo casa.. ma sarà stato forse il fatto che con le vacanze estive mi ero riabituata a stare a casa, sta di fatto che appena sono arrivata a Milan ho iniziato ad avere forte nausea e giramenti di testa, ma non detti molto peso alla cosa.. il giorno dopo quando mio padre tornò a casa (ero stata accompagnata da mio padre perché avendo un piccolo problema al ginocchio non posso fare molti sforzi), iniziai a sentirmi male, ricordo ancora quel momento, avevo la tachicardia, senso di nausea, tremori, e piangevo perché ero dispiaciuta.. stanca andai a dormire sperando in un giorno migliore. purtroppo il giorno dopo di ancora peggio: avevo tanta ansia, mi batteva fortissimo il cuore, e mi sembrava di vivere in un sogno come se nulla fosse reale, nemmeno io.. preoccupata chiamai subito mia mamma e dopo tre giorni non vedendo miglioramenti decisi di tornare a casa per andare da uno psicologo.. mia mamma salì a Milano, mi prese e tornammo a casa.. andai subito lo psicologo che mi disse che era ansia da stress, forse dovuta ad un momento un po' carico di tensioni, andai per quattro settimane.. poi non vedendo miglioramenti decisi di contattare uno psichiatra.. secondo lo psichiatra mi trovavo in uno stato confusionale e ha deciso di aiutarmi prescrivendomi EN e LEVOPRAID.. adesso faccio la cura da più di due mesi (scalando sempre le gocce sotto consulto medico), la situazione è un po' migliorata, ma nulla di più.. i sintomi sono bruttissimi ed invalidanti, se ci penso mi sento male.. ho difficoltà a ricordare il mio passato (specialmente lo scorso anno a Milano), se ci penso mi sembra di non aver vissuto tutto ciò, ma di averlo solo pensato.. quando so benissimo che non è così, ma la sensazione è questa.. poi se mi guardo allo specchio ho difficoltà a riconoscermi, cioè so che sono sempre io, ma mi percepisco in maniera diversa.. poi mi sembra di vivere in un sogno, come se questo non fosse capitato realmente a me, mi sento un automa, un corpo senza anima, e ho tanta voglia dopo tre mesi di ritrovare me.. adesso sto andando da circa un mesetto da una psicoterapeuta cognitivo/comportamentale, lei mi ha parlato di ansia che ha raggiunto un livello di picco e mi ha innescato in modo automatico come un meccanismo di difesa la sintomatologia della depersonalizzazione.. sinceramente rispetto ad ottobre quando tutto è iniziato sto leggermente meglio, ma ho davvero tanta paura di non trovare più la strada del ritorno e di non ritrovare più me stessa, che anche con tanti problemi ho sempre amato la vita.. ho trovato il suo sito casualmente, ho letto un po' di lettere, ma non ho trovato nulla di simile al mio problema.. volevo chiederle secondo lei da cosa è sorto questo problema (visto che a casa mia stavo benissimo, solo un po' d'ansia per la partenza, ma nulla di più), e poi volevo sapere se in disturbi dissociativi come la depersonalizzazione può essere indicata l'ipnosi, se si, perché? per ultimo vorrei sapere se un quadro come quello che le ho raccontato può essere risolto o se dovrò convivere per sempre con questa sensazione che mi fa vivere a metà.. la ringrazio per l'attenzione dedicatami, mi scuso per la lunghezza del testo, ma ho voluto raccontagli tutto nei dettagli per farle meglio comprendere la mia situazione, anche se so benissimo i limiti di un consulto non diretto! buona serata, attendo una sua risposta!
Aggiunto: Gennaio 22, 2014
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Pseudonimo: barbara
Pseudonimo: barbara
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Pseudonimo: Mamma preoccupata
Pseudonimo: Mamma preoccupata
Domanda allo psicoterapeuta:
Ho una figlia di 28 anni che soffre di disturbo bipolare. E' iniziato tutto a 12 anni con le prime mestruazioni. Ha fatto molta psicoterapia da ragazzina, ma senza risultati. Attualmente stava discretamente con litio che prendeva da tanti anni, ogni tanto aveva comunque crisi, ma abbastanza leggere, quindi di sua iniziativa circa 3 mesi fa ha deciso di smettere senza consultare nessuno. Purtroppo è ricaduta e non riesce più a dormire nemmeno col minias, oggi è tornata dallo psichiatra del CSM e ha riiniziato il litio, vedremo. Sara' quindi una cura a vita? La ragazza abita con delle amiche studentesse, io e il padre ormai ci siamo abituati a convivere con questo dolore e con la preoccupazione constante, ma non ci siamo rassegnati a vedere "tornare il sole" nella vita di nostra figlia e della nostra famiglia. Ci sono delle novità nella ricerca? Che io sappia non ci sono in famiglia altri casi, attualmente ho letto che potrebbe essere stata causata da influenza della mamma in gravidanza, io effettivamente l'ho avuta al quinto mese, secondo lei può essere?
La ringrazio per l'attenzione e, in attesa di risposta, Le auguro buon lavoro.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora
gli stabilizzanti dell’umore, qual'è il Litio, sono farmaci che riducono il numero e l’intensità delle oscillazioni del tono dell’umore, sia in senso depressivo che maniacale nelle persone che soffrono di depressione bipolare. Purtroppo sono farmaci efficaci ma poco duttili e con effetti collaterali importanti se non usati in uno stretto range. Richiedono un continuo e attento monitoraggio. Negli ultimi anni sono stati studiati farmaci antipsicotici di seconda generazione per un trattamento farmacologico a lungo termine, soprattutto nel disturbo bipolare, ma i dati sono ancora contrastanti.
Sembra certo invece che l'evoluzione del disturbo si modifica sensibilmente sia come intensità che come frequenza di episodi bipolari se la terapia farmacologica é supportata da una psicoterapia.
Non sono assolutamente in grado di avanzare ipotesi sulla etiologia del disturbo. Conosco, ed ho seguito tanti casi e la sua apprensione che copre un senso di colpa mi sembra eccessiva. Queste persone, trovato un equilibrio farmaco-psicologico, fanno poi una vita normale.
Aggiunto: Gennaio 20, 2014
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Pseudonimo: rosa
Pseudonimo: rosa
Domanda allo psicoterapeuta:
ho un bambino di 7 frequenta la seconda elementare ed è molto in gamba.da un po di tempo ha degli strani atteggiamenti,mentre fa i compiti o mentre gioca o in altre situazioni,alza lo sguardo in alto e sembra come assentarsi,in quel momento non ti ascolta non ti vede,tutto dura una decina di secondi,poi ritorna in se e continua a fare ciò che stava facendo.sono molto preoccupata la prego mi aiuti.grazie
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
probabilmente non è nulla di importante ma, visto che lei nota un comportamento anomalo, conviene che faccia vedere il bambino a un neuropsichiatra infantile. Se lo specialista dovesse avere dei dubbi farà fare un EEG. Nel frattempo, se riesce, "non si fasci la testa"
Aggiunto: Gennaio 19, 2014
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Pseudonimo: Marco
Pseudonimo: Marco
Domanda allo psicoterapeuta:
Buonasera. Gli anni passano, sono stanco, e la speranza si affievolisce. Suona drammatico lo so ma non riesco a fare a meno di scivolare nel patetico. Però è la verità, non ce la faccio davvero più. Ho letto quello che hanno fatto altri per ristabilirsi da situazioni simili, nomi famosi, e persone comuni.Ma la loro soluzione è loro e loro soltanto, e l'arrivo della mia mia comincia a diventare statisticamente improbabile. Ma io sono soltanto uno qualunque, sono un bugiardo che per riuscire a prendere sonno deve scrivere i suoi problemi su un guestbook perchè ha paura di appestare con gli stessi le persone a cui vuole bene. Ed essere lasciato solo. Tanto per la cronaca,ho ventidue anni, faccio una psicoanalisi da 4.Studio psicologia e 'da grande' vorrei fare lo psicoterapeuta ( mi piace molto jung). Sto vedendo una ragazza, con lei sto bene ma so già che non funzionerà perchè non so gestire la mia parte 'malata'.E' tutto precario, e instabile. Ho letto qualcosa dei borderline, non credo di esserlo rispetto al quadro completo, ma mi rispecchio in quel vuoto enorme, in quella sensazione di non avere mai avuto delle cose che invece gli altri hanno, in quell' instabilità, identità poco definità. Non sono impulsivo grazie a dio e mi sembra di avere un buon grado di consapevolezza... ma vabbè magari mi sono solo fatto una diagnosi da solo e i borderline sono un altra cosa. Non capisco.
Comunque, per essere più pratico le faccio un esempio.. stavo parlando appunto con la ragazza che le dicevo di un episodio in cui avevo avuto una discussione coi miei genitori. Riguardo ai miei problemi e le mie difficoltà. Dopo che gliene ho parlato lei mi ha chiesto ' ma per esempio, tua madre non viene spontaneamente a chiederti come va,per parlarti, non riesci ad aprirti con lei?' Io ci ho pensato, e sul momento non avevo neanche un ricordo di una cosa del genere. Ero stranamente meravigliato che lei mi avesse fatto una domanda del genere, e ripensandoci ho capito il perchè: perchè questa è la differenza tra noi due. Lei ha avuto quel tipo di contatto, e io no. Quanto vorrei poterla amare, senza paura, con serenità, ma appunto, c'è questa 'differenza'. Non mi dica che a ventidue anni ho ancora una vita davanti, non mi dica che sto esagerando. Perchè l'unica cosa di cui sono sicuro è quest' irrequietezza, questo stato di precarietà, incertezza continua,paranoia, questo dolore che da cinque anni alternativamente mi accompagna sempre. Mi sento perseguitato dal fatto di dovere vivere. C'è questa canzone che dice 'Il cane dagli occhi neri ha chiamato alla mia porta/ Il cane dagli occhi neri ha chiesto di più / Sto invecchiando e voglio andare a casa / Sto invecchiando e non voglio più sapere / Sto invecchiando e voglio tornare a casa.'
Risposta del Dott.Zambello: Ma si, butti tutto all'aria. Distrugga questo fragile rapporto tra lei e la ragazza. Ricada nel nulla dove sentirà solo la sua anima piangere è potrà così struggersi nella nostalgia di riavere quello che lei poi ancora distruggerà.
Caro Marco, la smetta di cercare un "infinito" che non può avere e che sperimenta come il vuoto della sua anima. Accetti il suo "povero" quotidiano e si accorgerà come sia profumato.
Aggiunto: Gennaio 15, 2014
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Pseudonimo: Laura
Pseudonimo: Laura
Domanda allo psicoterapeuta:
Salve Dottore! Ho 35anni, un marito, un figlio di tre anni e uno in arrivo. Le scrivo perchè dopo una conversazione tra amici mi è sorta una domanda. Fin dalla giovane etÁ ho sempree amato stare sola.
Mi spiego meglio, avevo un bel gruppo di amici, uscivamo e ci divertivamo tantissimo ma poi io avevo bisogno dei miei spazi. Amo stare da sola, amo avere i miei momenti di solitudine. Quando mio marito mi dice che vuole portare il bambino a fare un giretto sono la persona piu felice del mondo, e non xche non li ami..anzi, ma ho proprio bisogno di quei momenti per ricaricarmi, per stare sola con me stessa.
Forse è perchè sono figlia unica di genitori separati e quando ero piccola mia madre si è sempre fatta la sua vita senza pensare troppo a non lasciarmi sola ma io in quella solitudine ci stavo anche bene. Avevo (ed ho) i miei libri, le mie canzoni, la vasca da bagno piena di schiuma. Mi ritrovo coi miei pensieri.
L'altro giorno mi son sentita dire che è una cosa tristissima ma io sono sempre stata convinta che per star bene con gli altri bisogna star bene innanzi tutto con se stessi, non è vero?
Quando la mia famiglia va a letto adoro stare ancora una mezzoretta sul divano da sola..che pace e che relax. Poi vado a letto vicino a loro e ritrovo il mio mondo, la mia gioia!
Risposta del Dott.Zambello: E' fortunata. Fa con naturalezza quello che tanti non riescono a fare per tutta la vita e forse neanche capiscono.
Bello.
Aggiunto: Gennaio 10, 2014
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Pseudonimo: MELANIA
E-mail: Contatti
Domanda allo psicoterapeuta:
La domanda che intendo porre è molto semplice: sto per ottenere un risultato importante per la mia vita , conseguire la laurea, dopo anni di studi e sacrifici , tuttavia non sono felice, ho solo una fortissima ansia dentro di me e provo una sensazione di estraneità tra ciò che accade all'esterno e il vuoto incolmabile che ho dentro.Mi sembra di vivere in una situazione irreale, fittizia , io sono un'attrice di un copione che non mi appartiene..
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Melania,
è difficile crescere e, nei momenti in cui ci accorgiamo che questo succede, l'ansia si fa sentire ancora più forte.
Una volta ebbi un paziente che riuscì a rimandare la discussione della tesi, già fatta, per ben 4 anni.
La quantità del disagio percepito soggettivamente, quanto questo interferisca sulla vita relazionale, sono le variabili che possono indurre a chiedere o meno aiuto ad uno psicoterapeuta.