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Domanda allo psicoterapeuta:


Egr. Dottore ZAMBELLO

Approfitto di questo SUO forum molto umile per chi , come me non ha il coraggio di metterci la faccia .
LA prego di illuminarmi ,da un anno quando mi corrico a letto il mio unico pensiero è la modalità su come spegnermi, quali cose burocratiche fare prime di andarmene ecc... ecc...., si dice che l'autospegnimento potrebbe lasciare segni indelebili ai figli e allora mi continua a passare per la testa un uscita di strada in auto solo.
Ho una specie di centrifuga in testa sulla mia sessualità , sono attratto dalle donne ,non sessualmente e anche dall'uomo per uomo intendo quelli che oggi etichettano come daddy ,anche rispetto il sesso maschile ultimamente provo ben poco .
Concludendo LE formulo la mia domanda chiedendole ....sono alla fine?

Sperando di vedere le cose dal Cielo in un altra prospettiva la ringrazio infinitamente.

UN ABBRACCIO
XXXXX

Risposta del Dott.Zambello: No, è solo depresso.
Se avesse il coraggio di abbandonare questo stato di pre- morte onirica e chiedere aiuto si accorgerebbe che ha ancora molto da camminare su questa terra. Magari, riacciuffando un po' di piacere ma soprattutto dare, fino a quando potrà.
Poi, come tutti, andremo altre ma, in pace di aver dato.
L'abbraccio anch'io.


Aggiunto: Dicembre 6, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno,
Vorrei raccontarle un episodio. Questa mattina siamo stati svegliati all'alba da mio suocero perchè la moglie non stava bene e mio marito li ha accompagnati all'ospedale. Dopo almeno 6-7 chiamate fatte per accertarmi della situazione mi son tranquillizzata. Tornata a casa mio marito mi ha detto che era tutto a posto e non era stato trovato niente di particolare (i miei suoceri son molto giovani, hanno 60anni). Passano un paio di ore e chiama mio papà al quale racconto le avventure della mattina. Subito mi ha aggredita dicendomi che avrei dovuto chiamare immediatamente i suoceri. Ho risposto che non avevo intenzione di chiamarli xché dopo una mattina in ospedale stavano probabilmente dormendo (abitano di fianco a noi e non sentivo alcun rumore in casa). Lui ha rincarato la dose dicendo che È inaccettabile il mio cportamento ecc. premetto che io trovo il suo inaccettabile. Coi miei suoceri non ci sono stati grandi rapporti. Dopo che hanno fatto di tutto per rovinare il mio matrimonio io li frequento solo il minimo indispensabile ma sempre con grande rispetto e nonostante questo diverse volte li ho sentiti parlar male di me. Mio padre che non ho mai frequentato troppo visto che si è separato da mia mamma quando io avevo 8 anni non è mai stato molto clemente con me. Proprio lui che ha fatto la guerra a mia mamma e a tutti i suoi parenti mi viene a parlare di relazioni coi suoceri? Ma mi prende in giro? Le giuro che in questi momenti lo odio, deve salvare le apparenze di cosa? Di chi non si è mai preoccupato per me nemmeno quando ero incinta. Ma le pare possibile che io a 35anni stia ancora male per questo giudizi, anzi, sentenze sputate sempre da mio
Padre????

Risposta del Dott.Zambello: Evidentemente, nonostante tutta la rabbia e gli sforzi per negarselo: suo padre per lei è ancora una persona importante. Va bene, non è mica obbligata a fare quello che lui dice, lo lasci dire.
Quello che le da fastidio non è tanto quello che lui dice ma accorgersi che lei è ancora legato a lui.
Non è mica un peccato!


Aggiunto: Dicembre 5, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Rifletterò sulla sua risposta . Però mi sorge spontanea un'altra domanda.
Se allora tutto questo è un fatto di identità, perché c'è questo bisogno di esibizionismo? Etero e non.

Risposta del Dott.Zambello: Forse perchè bisogna crescere, omo o etero che siamo.


Aggiunto: Dicembre 5, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno dottore,
ieri riflettevo su una cosa. Mi ècapitato di vedere video di ragazzi gay che chiusi nel bagno di una discoteca, si filmavano mentre discutevano con un interlocutore inesistente( la telecamera) .
Parlavan della loro " FROCIAGGINE " e tutto vertiva su discorsi sessuali.. tra cui una delle frasi era " POMPIN...?! NO ! BOCCHINI! "
Mi domando io, essendo giovane e gay, che necessità c'è nel fare tutto questo show esibizionistico nel quale ne va la loro identità segreta.. non è un modo per discriminarsi? .. E ancor più, perché l'anticultura che si scaglia contro il perbenismo borghese che non accetta l'omosessualità si esprime in questo modo? Vedo solo un deserto di nessuno che si mascherano da qualcuno per far della loro vita qualcosa che è molto vicina a un reality show.. Perché questa necessità?

Risposta del Dott.Zambello: Non lo so, forse perchè essere omosessuali non è semplicemente non essere etero. Essere omosessuali significa conquistare una propria identità che va ben oltre essere diversi o contro qualcun altro. Ciò vale anche per gli etero. Purtroppo ancora, molti etero si sentono uomini perchè non sono gay.


Aggiunto: Dicembre 5, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Preg.mo Dott.Zambello,
ho visto i suoi interessantissimi video su youtube e volevo ringraziarla perché mi é già stato di grande aiuto.
Mi chiedo se avesse dei suggerimenti da dare ai familiari di persone affette da qs patologie depressive .... perché di persona mi sto rendendo conto sempre più che il buon senso, la pazienza, la comprensione e tutto l amore del mondo non basta... a tenere saldi i nervi di fronte a tanta ostinazione della malattia.
Concordo quando sostiene che l anima non si può curare con le pastiglie, e che l affetto devoto di una sorella non ha certo la presunzione e l aspettativa di curare la patologia, ma meramente quello di conforto e supporto, compagnia in una quotidianità eterna e sempre uguale, che mette a dura prova e che lascia esausti.
Ma ciò che rende tutto esasperante oltre ogni ragionevole ed irragionevole tentativo di rendere più lieve la prova della vita da sostenere è lo scontrarsi con qs persona che oppone cocciuta resistenza a tutto.
Sento di far parte del problema a monte: sento che dietro il cd disturbo dell umore presumibilmente scatenato dalla recente scomparsa di mio padre, mio fratello abbia deciso di esercitare un controllo morboso ossessivo su mia madre ma soprattutto su di me, per cui approfitta di qls circostanza pur di garantirsi la mia presenza fisica al suo fianco, oltre ad esigere riscontri sui miei spostamenti.
Da circa 3 mesi è tornato a casa di mia madre ad abitare pretendendo anche la mia presenza, peraltro ingenuamente offerta prima di raggiungere qs consapevolezza; prima conviveva a casa sua con la fidanzata; dopo il recente ricovero per accertamenti di 10gg durante i qlnon è stato riscontrato nulla di ché, l abbiamo scortato a casa sua, come in origine e d accordo con il suo medico, ma lunedì per non star solo, visto che la fidanzata sarebbe andata a lavoro, si è fatto accompagnare qui, ma la cosa grave è che non è voluto tornare a casa sua conla ragazza a fine giornata, ma restare da mia madre a dormire!!!!
:!thinking: :!thinking: :!thinking:
Per ql che mi riguarda non posso più tollerare domande come:a che ora torni.? :!mad: sono esasperata lo so,!
Per qs la imploro di voler dare qlc suggerimento indicazione ragguaglio sul come rapportarci in famiglia a qs situazione penosa più grande di noi! :!cry: :!cry: :!cry:
Ringrazio con tutto il cuore.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signorina,
lei fa riferimento ad una situazione familiare dove i rapporti si sono strutturati nel tempo e dove con grande probabilità sono funzionali a esercitare o nascondere le nevrosi un po' di tutti. E' difficilissimo capire chi sia "vittima" e chi "aguzzino". Faccio una ipotesi, proprio solo teorica. Come facciamo a non essere certi che in fondo questo fratello, figlio, così nevrotizzato, non sia in realtà la valvola di sfogo di un'intera famiglia che agisce su meccanismi patologici? Se fosse così, il figlio non sarebbe "l'aguzzino" che continua a sadicizzare tutti, ma la vittima che non può uscire dal suo ruolo.
Fantasie. Lo so. Era solo per dirle che è difficile dall'esterno capire, impossibile se non si conosce, vive l'intera famiglia.
Anche per lei è impossibile capire qual'è il comportamento giusto. Può fare solo una cosa: sospendere il giudizio e sottrarsi il più possibile da quello degli altri.


Aggiunto: Dicembre 3, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Dottore, grazie a lei per avermi fatto capire che non c'è niente di cosi strano nel mio pensiero.
Vorrei dire a Robert che come vede la discriminazione sta ovunque. E sempre sulla bocca degli ignoranti. Verso un omosessuale, verso chi non ci vede nulla di male, verso chi ha un tatuaggio, verso chi ha la pelle di un colore diverso. Io spesso mi guardo allo specchio e mentre mi osservo penso che sarei la stessa anche se amassi una donna o se fossi nata in Africa, chissà se certe persone lo fanno.
Forse voglio troppo bene a mio figlio, come dicono i miei parenti, come se questa fosse una colpa ma le assicuro che nella vita ho sofferto davvero tanto il giudizio dei miei genitori e vorrei che mio figlio si sentisse libero di essere semplicemente ció che è.
Guardi, ho 35 anni e mio padre noto professionista in pensione non perde occasione di farmi notare che i figli dei suoi colleghi hanno raggiunto posizioni di prestigio. Io pur avendo studiando e pur avendo avuto le possibilità di realizzarmi professionalmente non l'ho fatto. Ho preferito scegliere l'amore di un uomo , semplice operaio, e di scegliere di essere mamma ed avere un lavoro part time che mi permetta soprattutto di occuparmi del mio piccolo. Ma sono felice cosi e tanto ma c'è chi non lo accetta. Ma vale la pena di vivere male per curare le insoddisfazioni degli altri? Io dico di no!!!


Aggiunto: Novembre 23, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Mi perdoni dottore se approfitto del suo forum per commentare le parole della Sig.ra Francy, leggerle per me è stato come ricevere una carezza dalla mia di Mamma, se fossi io quel bimbo sarei immensamente grato e orgoglioso di averla come Mamma e forse oggi non sarei così tormentato. Grazie Infinite.

Aggiunto: Novembre 22, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve Dottore,
sono la mamma di un bambino di 3 anni che amo più della mia stessa vita.
Giorni fa mi son trovata a discutere tra amici e parenti di omosessualità visto che un nostro giovane parente è chiaramente omosessuale.
Io, in tutta tranquillità, ho detto che se mio figlio da adulto mi dovesse dire di essere gay non troverei in questo nessun problema. Pensavo fosse cosa normale ma ho scatenato un polverone.
Penso che mio figlio diventerà un individuo a sè e non una persona che dovrà rispettare le mie aspettative e desideri e una volta cresciuto per me che ami un uomo o una donna che differenza può fare? non è forse vero che cresciamo i figli nella speranza che diventino persone buone, strutturate e oneste? mi è stato detto che non sono una buona madre se non mi preoccupo delle frequentazioni di letto di mio figlio e che non voglio il meglio per lui. Mia suocera mi ha perfino detto che dovrei andare da uno psicologo per questo.
Scusi dottore, le sembro cosi strana e sconsiderata?
Io penso che la vita è già abbastanza difficile di suo e che io non sono "nessuno" per rovinarla a chiunque sia, si figuri a mio figlio.

Risposta del Dott.Zambello: Grazie Signora,
condivido ogni sua parola.


Aggiunto: Novembre 22, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Dr. Zambello,
la mia sessualità io l'ho repressa, pensavo di poter condurre una vita sociale tranquilla e ho tralasciato quel lato da me tanto odiato. Cosa succede, adesso? Gli istinti anzichè placarsi a me impazziscono? Il percorso per una "individuazione" è assai lungo? La ringrazio di cuore per l'attenzione.

Risposta del Dott.Zambello: Meno male, dovrebbe essere per lo meno orgoglioso che "non si è spento".
Quanto tempo? Quello che le occorrerà per riuscire, non ad individuarsi ma, a sentirsi sulla strada per.
Però, questa è la fatica di tutti, ognuno con la sua "croce".


Aggiunto: Novembre 20, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gent.mo Dr. Zambello
La leggo spessissimo e mi piace molto farlo, mi interesserebbe molto un percorso di analisi con lei per capire meglio me stesso e come "funziono", ma soprattutto come sarebbe meglio che funzionassi per essere tutti i giorni, non dico felice, ma tranquillo, sereno. Imputo le mie insicurezze ad una questione personale non risolta, ad un mio senso di colpa, che poi "colpa" non è. Mi sono focalizzato su questo punto e non riesco ad uscirne. Non sono un ragazzino, ho quasi 50 anni, ma a volte è come se lo fossi. Mi sembra di aver accumulato abbastanza, di aver nascosto tanto. Voglio trovare un modo per essere fiero di me, ma fino a quando la mia testa e il mio cuore percorreranno due strade diverse a me sembrerà impossibile. Magari sembrerà una sciochezza ma giuro che non lo è per me. Accettare ma non essere contenti della propria sessualità può provocare tutto questo? C'è ancora una speranza per me? Pensavo di farla franca tralasciando e sottovalutando quel lato a me così poco simpatico? Cordialmente.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Robert,
Jung riteneva, un po' in contrasto con Freud, che ci sono due psicoterapie diverse che hanno contenuti e scopi diversi a secondo dell'età del paziente. Sostanzialmente diceva che il giovane uomo, fino ai 35 anni in terapia impara a gestire la propria sessualità e aggressività, poi, più tardi, dopo i 50 anni, quando gli istinti si saranno un po' placati, affronterà i temi legati alla individuazione.
Lei mi sembra proprio nei tempi "canonici" o, le dispiace non far più parte della prima categoria?


Aggiunto: Novembre 20, 2013
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Medico psicoterapeuta e psicoanalista


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