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Pseudonimo: Annoiato
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Domanda allo psicoterapeuta:
Buonasera dottore, che cosa si può fare contro la noia che dura da tanto tempo? Le ho provate tutte, ma mi sembra tutto un palliativo, mi manca l'amore di un'altra persona, amare ed essere amato forse è la strada giusta, non riesco a trovare qualcuno con cui stare o che voglia stare con me e tutto mi sembra vuoto. Mi hanno detto una volta che bisogna imparare a stare da soli, ma mi sembra davvero una brutta cosa. La vita procede priva di senso, si nasce si vive e si muore, i genitori invecchiano, gli amici col tempo diventano sempre più abitudinari e non si può stare sempre assieme come da ragazzi. Vivere da solo mi sta rendendo depresso e sfiduciato, vorrei stare con qualcuno ma non riesco a trovare qualcosa o qualcuno con cui passare il tempo insieme, forse non sono abbastanza bello e allegro, ma sono cosciente di me e dei miei limiti e questa è una maledizione. Preferirei a volte essere incosciente e stupido, non così consapevole della vita.
Risposta del Dott.Zambello: Mi ricordo che quando ero giovane mi vantavo di dire che non mi annoiavo mai. In realtà non era vero. Avevo così paura di stare da solo che mi riempivo la giornata "di cose inutili". Prendevo tutto, leggevo tutto, stavo con tutti.. ero un bulimico di esperienze.
Ci ho messo così tanto tempo e fatica a imparare a diventare selettivo, a prendere ciò che mi piace, a frequentare le persone con le quali sto bene, a vedere e leggere le cose che mi interessano, risultato: sto tanto tempo da solo, mi piace e mi annoio un po'. Sono diventato forse anche un po' noioso e..."chi se ne frega".
Lei è giovane, è arrivato molto prima di me ad essere "selettivo" e in fondo a crescere. Ne sia orgoglioso. Si ricordi quello che scriveva Goethe in 'Massime e riflessioni': "Se le scimmie potessero arrivare a provare la noia, potrebbero diventare uomini".
Aggiunto: Gennaio 3, 2014
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Pseudonimo: tina
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Pseudonimo: Borderline
Pseudonimo: Borderline
Domanda allo psicoterapeuta:
Sono borderline. Oggi l'ho combinata grossa. Dopo una serie di attacchi verbali alla mia terapeuta, mi sono alzata a meta' seduta, ho pagato. Sono andat via. Piu' tardi ho tentato di ricontattarla via sms e telefonandole. Nulla. Non mi risponde piu'. Ora non so piu' neanche se mi ha scaricata o meno. Le ho scritto anche le mie scuse, ma e' sparita. Che faccio? E' giusto il suo modo di fare? Non si degna neanche di dirmi se e' finita
Risposta del Dott.Zambello: "Chiedete e vi sarà dato;
cercate e troverete;
bussate e vi sarà aperto" Dal Vangelo di Luca 11,
E' evidente che la sua terapeuta non vuole finire in croce e, le sembra abbia torto?
Aggiunto: Gennaio 3, 2014
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Pseudonimo: Ame
Pseudonimo: Ame
Domanda allo psicoterapeuta:
Buona sera,
sono una ragazza di 22 anni che ha sempre fatto fatica a gestire la propria emotività. Ultimamente mi capita spesso,nello svolgere qualsiasi tipo di attività praticamanuale, di sentirmi come "pietrificata" tanto da non fare nulla, una sorta di panico che mi congela e mi tiene in stallo. Mi è successo spesso lavorando come barista,sto preparando i caffè e tutto il resto, e mi blocco, sento come se ci fosse uno strato di separazione tra me e il mondo esterno. Questa sensazione mi pietrifica. Non so per quale ragione, ma questo comportamento lo associo alla figura di mio padre e ad una sensazione legata all'infanzia,ma non ricordo nessun avvenimento o situazione in particolare. Come si fa a tenere a bada il panico,o quanto meno a gestirlo,soprattutto in situazioni che non lo prevedono?
Grazie.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signorina,
lei non deve "tenere a bada" la sua paura ma, conoscerla.
E' "l'uomo nero" dei bambini ma che in lei è ancora presente.
Si faccia aiutare da uno/a psicoterapeuta, sarà per lei un vero investimento.
Aggiunto: Gennaio 2, 2014
Domanda allo psicoterapeuta:
buonasera Dr ZAMBELLO
da un anno ho avuto una bambina e il mio mondo é crollato.
Sono felice della presenza di mia figlia ma sono spesso nervosa, triste, insoddisfatta e scarico sul mio compagno che colpevolizzo per lasciare a me tutto il carico della bambina del cambiamento. IN REALTA LUI è collaborativo, sono io che sono spesso apatica, nervosa, non riesco piu a parlargli , a condividere, sono assorbita dalla routine nuova della bambina e sto male per questo senso di insoddisfazione. Vorrei poter tornare al prima quando eravamo io e lui , tempo in qui ero piu tranquilla avevo piu tempo per me, ma é un desiderio fine a se stesso perché non rinuncerei mai alla mia bambina. tuttavia non riesco a trovare un equilibrio i n questa nuova veste. dopo la nascita di mia figlia ho sofferto di forti attacchi di panico, curati con Xanax e Cipralex ancora in corso.La bambina ha un anno e io sono ancora in fase turbolenta. fortunatamente tutto il malessere fisico degli attacchi è quasi scomparso ..la cosa che poi mi disturba é questo senso di rabbia, frustrazione verso una situazione che non mi fa star bene e non so con chi prendermela
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
penso che lei potrebbe aver sofferto di depressione post-partum. Andrebbe indagato bene. Si dice che ad un parto seguono tre nascite e due possibili depressioni. Tre nascite, perché insieme al bambino nascono anche una madre e un padre. Due possibili depressioni, perché il percorso alla genitorialità può essere stressante e produrre disagio ai genitori.
La smetta di colpevolizzarsi, si rivolga ad uno psicoterapeuta e programmi con lui un percorso terapeutico non senza aver valutato bene la terapia farmacologica.
Se lei affronta il problema con uno spirito clinico, e non di colpa, vedrà che in sei mesi ne uscirà bene.
Aggiunto: Gennaio 1, 2014
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Pseudonimo: Erika
Pseudonimo: Erika
Domanda allo psicoterapeuta:
Salve Dottore,
E' normale, durante la pausa per le feste natalizie, sentire troppo la mancanza della propria terapeuta e sentire un sentimento di abbandono tanto da stare male e non gestire una forte ansia?
Risposta del Dott.Zambello: Direi che il transfert con la sua terapeuta funziona e ciò è buono. E' con la sua terapeuta che dovrà affrontare anche questo tema.
Auguri.
Aggiunto: Dicembre 31, 2013
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Pseudonimo: Gianpiero
Pseudonimo: Gianpiero
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno dottore, oggi dopo una crisi di mio figlio durata parecchio senza nessun motivo apparente, gli ho tirato uno schiaffo, senza neanche avere il tempo di pensarci stata una cosa istintiva se cos si pu dire, non riuscivamo pi a calmarlo e non riuscivi a tenerlo in braccio niente, aveva tutta questa rabbia e piangeva disperato senza tregua si buttava per terra disperatamente, e tutto ci non finiva pi nonostante gli le avessimo provate tutte. Alla fine ho reagito cos: gli ho tirato uno schiaffo e poi me lo sono preso in braccio lui si dimenava rigido, l'ho tenuto stretto forte finché non ha sfogato tutto e si calmato stremato dallo sforzo. Alla fine gli ho dato dei baci sulla guancia, lui ha 3 anni io 32, mi sono poi sentito in colpa per lo schiaffo, non so se ho reagito bene ma credo di aver sbagliato, ma difficile fare il genitore e la vita dura e ho paura che cresca solo in balia delle cavolate senza avere i piedi per terra. So di aver sbagliato vorrei chiederle un consiglio su come gestire questi momenti di crisi che loro hanno, ho come sentito che dovevo fare qualcosa per riportarlo alla realt che dovevo aiutarlo non potevo solo dire stai li da solo quando ti passa torna qua e cos l'ho stretto forte dicendo non la vinci sempre tu. Ho paura che lui perda la fiducia in me se incomincia a vedermi come una persona che pu fargli del male perché pi forte di lui.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Gianpiero,
non si faccia troppi sensi di colpa, non servono.
Si chieda invece cos'è successo oggi. Suo figlio verosimilmente l'ha messo alla prova, ha provato la sua capacità di contenimento e lei ha tenuto fino ad un certo punto, poi ha ceduto. Io non credo che uno schiaffo sia "male" sempre. Pure Cristo ad un cero punto non ce la fa più è "mena". Ciò che è importante è il messaggio che noi vogliamo mandare. Se il messaggio è: queste sono le mie regole e tu le devi accettare, si può discutere sulle regole ma sicuramente non perde autorevolezza, se invece lo schiaffo è il segno di una debolezza personale, è chiaro che come tale viene avvertito dal figlio.
Il problema è che delle regole ci devono essere. Il problema non è lo schiaffo o meno ma, "le regole". Lei e sua moglie, passerete tutta la vita a farle rispettare. Rispettare quelle regole condivise e la base per ogni altro tipo di rapporto. E' chiaro che queste devono tener conto delle esigenze, dell'età del bambino e delle sue caratteristiche psico-emotive. Ha ragione, non è facile; anzi.
Aggiunto: Dicembre 30, 2013
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Pseudonimo: Silvia
Pseudonimo: Silvia
Domanda allo psicoterapeuta:
Dott Zambello,
Uno psicoterapeuta della gestalt, puo' riuscire a farmi smettere di fumare? E in quale modo procede?
Risposta del Dott.Zambello: Non so se la Gestalt si fa carico di scopi come il suo ma, dovrebbe porre la domanda a uno della Gestalt. Personalmente, se questo è il motivo primario della richiesta, proverei con l'Ipnosi.
Aggiunto: Dicembre 29, 2013
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Pseudonimo: Giordano
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Pseudonimo: Miky
Domanda allo psicoterapeuta:
Dottore salve.Sono una ragazza di 25 anni che da anni combatte contro l'ansia.Questa non è mai la stessa, ma si evolve continuamente, dandomi un sacco di problemi e non facendomi vivere. E' proprio questo il punto: io non vivo, la mia vita è un continuo arrancare, aggrapparmi a non so cosa per cercare di stare un pò meglio,per poi ripiombare di nuovo nell'abisso. Quello che desidererei è solo un pò di durevole serenità, stare bene con me stessa, volermi più bene, avere un approccio positivo nei confronti della vita.Invece mi sento giù di morale, sempre insoddisfatta ed insicura di me, in una famiglia dove si litiga molto anche per futili motivi.L'ansia, questo forte malessere interiore, non nasce dal nulla, c'è sempre una causa.Credo che nel mio caso la famiglia sia stata la causa.Io e mio fratello abbiamo vissuto la nostra infanzia ed adolescenza sempre in tensione per quello che accadeva: i nostri genitori litigavano ogni giorno, alimentando un clima davvero irrespirabile, mio padre spesso beveva e si ubriacava, cadeva dalla sedia, trascinava le parole, se la prendeva con mia mamma(per fortuna solo verbalmente). Se questo accadeva mentre mangiavamo, subito mi saliva l'ansia e mi veniva da rigettare. Avevo paura che lui potesse fare qualche gesto inconsulto ed ero pronta a chiamare i carabinieri in qualsiasi momento...tutto ciò io e mio fratello lo vivavamo DA SOLI, eravamo solo noi 4, non abbiamo parenti dove viviamo, non c'era nessuno che ci potesse anche solo spiegare quello che succedeva, darci una parola di conforto.Conforto, calore umano...non chiedevamo altro.Mi a madre ha sempre subito passivamente quello che mio padre faceva, in verità cercava anche di parlare con lui, ma senza risultati.Oggi mia mamma è una donna vuota, senza speranza, senza entusiasmo, sempre nervosa e lamentosa, una donna che non stimo per niente, una donna che mi dà fastidio in tutto quello che fa, una bambina.Miopadre è un bambino litigioso che spende anche 12-20 euro al giorno solo di chiamate al numero delle cartomanti. I miei genitori sono dei bambini ed io e mio fratello abbiamo dovuto vedere cose e avere delle responsabilità che dei bambini non dovrebbero mai vedere ed avere.Anche mio fratello che, ha 24 anni soffre: è triste, è imbranato, insicuro, balbetta e tutto questo non è un caso.Io ho paura di tutto, ultimamente non mi sento mai bene,mangio con malavoglia, con forte nausea, mi vengono pensieri contro di me tipo che sono brutta, che ho la faccia grossa(non sono vere entrambe le cose)...ma mi faccio condizionare da questi pensieri, poi ho paura di mangiare con gli altri.Un 'altra cosa è che quando devo fare una gita, anche per pochi giorni, anche solo con il mio ragazzo, o comunque con persone amiche, già alcuni giorni prima mi inizia a salire l'ansia e la paura-di cosa, non lo so-mi prende la nausea, tachicardia, mi sento agitata, non ho voglia di mangiare, e tutto questo dura un bel pò...tra alti e bassi.All'inizio pensavo che andando lo stesso a queste gite nonostante l'ansia, facevo bene perchè era un modo per affrontare l'ansia e mi aspettavo qualche miglioramento...che non c'è mai stato.I viaggi ormai li temo, non sono per me fonte di allegria, ma di preoccupazione.Inoltre trascuro, specie in queste occasioni dove potremmo stare più insieme, il mio fidanzato che ne risente.Io vorrei pensare ad un futuro con lui, poi vedo queste cose e dico: ma come faccio?Se non riesco ad uscire fuori da questi problemi come farò poi ad avere una famiglia,se non sto bene prima con me stessa, se non mi amo abbastanza.Sto andando da una terapeuta,in passato ne ho cambiati diversi, ma non vedo grossi miglioramenti e soprattutto miglioramenti duraturi.Sono disperata, mi dia un consiglio, mi dica qualcosa.
Risposta del Dott.Zambello: Gentn.ma Signorina
lei ha vissuto a casa sua come Hänsel e Gretel ma al contrario che nella fiaba dei fratelli Grimm lei non crede che sia possibile "bruciare" la strega e vivere ricchi.
E' chiaro che non le sto suggerendo di bruciare suo pare. né vendicarsi in alcun altro modo ma, "uccidere" liberarsi dai vecchi mostri che lei si porta dentro.
I suoi genitori sono stati inadeguati? Può darsi ma ora, lei è libera, utilizzi quella esperienza come ricchezza non come trappola da restarci dentro.
Lei parla di psicoterapia, non so cosa sta facendo, né tanto meno chi è la sua terapeuta ma, ho l'impressione che anche lei sia vissuta come "la strega" cattiva.
Non ci sono più streghe cattive! Ci sono persone che la possono aiutare, se lei "esce".