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Pseudonimo: Syndy
Pseudonimo: Syndy
Domanda allo psicoterapeuta:
Ci siamo conosciuti , una forte attrazione sessuale . A letto eravamo una bomba , lui un paio di volte ha fatto cilecca . Ci siamo frequentati x 4 anni ma ci siamo visti molto poco perché eravamo tutte e 2 impegnati . Con i nostri partner ci siamo lasciati ma lui di me ora non n'è vuole più sapere. Mi domando se magari non aveva paura di questa cosa che era più forte di lui
Risposta del Dott.Zambello: Può darsi ma, forse qualche cosa che non andava nel vostro rapporto c'era già.
Ne prenda atto.
Aggiunto: Novembre 2, 2013
Domanda allo psicoterapeuta:
Come accettare il tutto nella vita?
Ho 40 anni, gay da una vita,prediligo persone piu mature di me perche ho sempre avuto una carenza avvettiva da parte di mio padre. Passa il tempo ti accetti come gay...poi non basta a 30 scopro di essere hiv pos...
Scoppiamo mille paure... crisi interiore enorme. Piano piano torni alla vita nornale ,visto che con le cure uno sta bene, di riappropri della tua vita e via avanti.
Il mio lavoro d infermiere non ti aiuta all'inizio vedi molte persone morire di cancro e uno si rapporta alla sua malattia.
I contolli chiaramente li fai in un altro ospedale per non fare sapere la tua malattia hai colleghi che ti potrebbe discriminare.
La vita va avanti sono passatti 10 anni da quando ho saputo dell hiv, cerco di dare il massimo hai pz perche so quello che vuole dire essere con una malattia cronica
lavoro a tempio e ho un feed beck positivo dal mio lavoro
Penso dottore che questa sitazione o l accetti o ti suicidio. Io lo accettata perche amo ancora la vita e riesco a tirare avanti godendo delle piccole cose e vedo in ospedale gente che sta peggio di me.
MA SE LEI AVESSE UN COSIGLIO LE SAREI LIETO
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Alex,
che consiglio le devo dare? E' lei che può dare testimonianza di saper vivere, crescere nonostante il dolore, le difficoltà.
E' lei che ha imparato a conoscere e rispettare la sofferenza degli altri, perché ha accettato la sua.
Grazie, credo che molte persone la vorrebbero ringraziare.
Aggiunto: Novembre 1, 2013
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Pseudonimo: Chiara
Pseudonimo: Chiara
Domanda allo psicoterapeuta:
Mi aiuti Dottore, come si guarisce dagli attacchi di panico? E secondo lei si puó guarire?io mi immagino il cervello come una spugna e mi dico che se ha imparato a fare certe cose (attacco di panico) potrà anche imparare a non farlo più.
Vivevo cosi bene, senza pensieri e senza recinti. Quei recinti che ora mi perseguitano.
Ci sarà un angolo in cui mettermi se sto male? La macchina sarà abbastanza vicina se devo andare via? C'è una via di fuga? Ecc,ecc..non ho piu voglia di vivere cosi ma cosa ci posso fare...
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Chiara,
conosco il suo dolore, paura e spavento ma, non rinunci a sperare. E' possibile guarire dagli attacchi di panico.
Però non deve pensare che lo può fare da sola e che deve solo imparare come, che deve solo metterci volontà.
Bisogna farsi aiutare e lei deve decidere a chi chiedere aiuto.
Può rivolgersi ad un farmacologo, ad un comportamentista o ad uno psicoanalista.
Dipende da cosa cerca.
Se ha voglia si legga il mio articoletto:
http://www.psicoterapiadinamica.it/2013/09/attacchi-di-panico/
Aggiunto: Novembre 1, 2013
Inserito da
Pseudonimo: Francy
Pseudonimo: Francy
Domanda allo psicoterapeuta:
Dottore, buongiorno.
Leggo spesso che dice alle persone che le chiedono consiglio di cercare di icicatrizzare le ferite del passato. Di non permettere che quelle ferite interferiscano nella vita quotidiana facendoci vivere nel passato.
Ma come si fa? Mi aiuti a capire la prego.
Anche io, come tantissime altre persone a quanto vedo, ho passato un'infanzia e adolescenza orribile a causa dei miei genitori. Se ne sono lavati sempre la mani di me, troppo impegnati a farsi la guerra e odiarsi.
Come tutte (o quasi) le ragazzine che vivono queste realtà famigliari son passata dai problemi alimentari ai ragazzi sbagliati. Dalla ricerca di ricevere amore a tutti i costi ai problemi di ansia, rabbia e nulla autostima.
Ora sono adulta e con un compagno buonissimo e un bambino che adoro. Ma non riesco ad andare avanti.
Penso alle cattiverie dei miei genitori..a quando mio padre mi diceva che sarei stata sempre e solo una fallita o a mia madre che è stata sempre assente pur di rifarsi una vita con il suo compagno.
Li odio quando parlano di come andrebbero allevati i figli, li odio quando mi dicono..vengo a trovarti. Amano da morire mio figlio e son felice di questo ma vedo che ora, 60enni, vorrebbero essère piu partecipi nella mia vita ma io sto bene cosi..forse anche per egoismo ma penso sempre che quando avevo bisogno di loro non ci sono mai stati. Penso di aver avuto degli attacchi di panico, spesso sono molto ansiosa, la scorsa notte mi son svegliata perchè mi sembrava di soffocare.
Mi rendo conto di non essere una persona "risolta". Come fare per superare gli anni passati? Secondo lei risolvendo quello che rappresenta il mio passato risolverei anche tutti i problemi di ansia e panico?
Ho visto giorni fa sul web il video di un uomo senza gambe ne braccia. Insegnava la gioia di stare al mondo, la gioia di vivere e mi ha commosso. Possibile che io non riesco a godermi ció che ho e lui si gode anche ció che non ha? Nei momenti difficili penso a quel video...
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Francy,
conosco una sola via per uscire dalla trappola del risentimento e della rabbia: il perdono.
Non sono un prete, non mi riferisco a valori cristiani che pur sono tanto maturi, parlo di un perdono psicologico.
Esso passa attraverso l'elaborazione di quanto è accaduto, ma anche attraverso la capacità di riconoscere la "sua colpa". Lei mi dirà che colpa ha una bambina/o se i genitori non la amano? Evidentemente nessuna ma, come fa un bambino/a a capire che i genitori sono inadeguati. Non lo può capire e tenterà di capirlo, senza mai riuscirci, più tardi. Intanto si instaura la colpa: "Se non mi vogliono bene, vuol dire che non me lo merito".
Quando si parla di perdono, ci si riferisce soprattutto ad un perdono di sé. Gli altri, i suoi genitori, cosa le importa? Sono ormai solo due maturi signori, esterni a lei.
Aggiunto: Novembre 1, 2013
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Pseudonimo: bo
Pseudonimo: bo
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dott senza ricordi non saremmo niente.Il problema è quando sono tutti brutti.Mi hanno trattato molto male e per di più come se tutto fosse normale.MI hanno fregato non si può dimenticare tutto...E nemmeno ricordare tutto...ma le ferite ci sono.Ma si possono superare queste paure?
Risposta del Dott.Zambello: Si, senza negare il passato ma senza vivere nel passato.
Lei ha bisogno di vedere il presente e scoprire che c'è la speranza: lei.
La psicoterapia non aggiunge nulla alla sua vita se non la possibilità di utilizzare quello che lei già ha.
Aggiunto: Ottobre 28, 2013
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Pseudonimo: Laluna
Pseudonimo: Laluna
Domanda allo psicoterapeuta:
Ringrazio molto per la sua risposta. Di certo la possibilita' che il tutto si muova sotto una spinta narcisitica sussiste. Ci sto pensando da molto tempo, cercando di vedere dove e' la linea che divide un narcisismo patologico dalla spinta verso l'autorealizzazione. Ritrovo me stessa in alcuni dei tratti del narcisista ma decisamente non mi sento di mancare di empatia e nemmeno di sentire che tutto mi e' dovuto. Da un punto di vista, questa spinta mi ha salvato dagli abissi degli eccessi, dalla droga, dall' alcool, dal sesso portati agli estremi. Mi sono rotolata nel fango per molti anni, decisamente svalutando me stessa anziche' il contrario. Mi hanno salvato degli angeli che hanno attraversato il mio cammino e che mi hanno offerto alternative. Mi sono buttata nello studio con sacrifici tangibili per riuscire a lavare via le ferite infette. Adesso mi sento "piu completa" "piu tranquilla" ma sono lontana dal dire di essere "arrivata". E' solo la fine di un primo lungo percorso durato quasi 20 anni di intenso lavoro su me stessa, appunto non ancora terminato. Mi interrogo spesso se il mio costante "volere di piu" non mi lascera' davvero con solo un pugno di mosche, ci rifletto, cerco di mediare. Ma allora cos' e' l' evoluzione personale? Puo' esistere senza un po' di narcisismo? Credo la psicoterapia mi aiutera' a trovare dlle risposte. Nel frattempo, sono tentata di pensare che almeno icaro, vicino al sole ci e' arrivato. :)
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Laluna,
lei lo sa che Icaro, nel mito, fugge dal labirinto costruito da Minosse, proprio perché il padre Dedalo gli costruisce due ali che gli avrebbero permesso di volar via.
Dedalo si raccomandò con Icaro di restargli sempre dietro durante il volo, di non strafare e soprattutto di stare attento a non avvicinarsi troppo ai raggi del sole perchè, le ali, attaccate alle spalle con della cera, potevano staccarsi in quanto il calore avrebbe sciolto la cera. Come non detto, Icaro durante il volo, provando piacere si allontanò dal padre e raggiunse i raggi del sole che sciolsero la cera e lo fecero precipitare nel mare, dove morì.
A quanto pare, abbiamo la possibilità di uscire "dalla caverna", salvarci ma, la nostra dimensione è quella che ci obbliga a "rimanere con i piedi per terra". Il resto, fantasie pericolose.
Auguri.
Aggiunto: Ottobre 28, 2013
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Pseudonimo: Laluna
Pseudonimo: Laluna
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile Dott. Zambello, ho 35 anni, una vita complicata alle spalle ma vissuta pienamente, a volte follemente, trasportata dalla sincronicita' . Ho lavorato sodo, ottenendo piu di quello che le mie umili origini avrebbero lasciato intravedere. Ho amato tanto, anche persone sbagliate, ma senza rimorso. Ho scavato il mio inconscio anche con le droghe, ho pianto, mi sono disperata, ho urlato, sono viva. Ho due splendidi bambini, un gatto, una carriera appena iniziata ma che promette bene perche' sono riuscita a guadagnare il lusso di inseguire la mia passione. Mi sento bene, piena, con la voglia di mettermi in gioco per altre persone. Il problema? Da quasi un anno non amo piu' il mio compagno, padre di uno dei miei figli. Il rapporto e' entrato in un loop vizioso in cui la sua personalita' dipendente ormai mi soffoca. La sua compiacenza rancorosa e assenza di volonta' crea il vuoto attorno a me. Mi sento trasformata nella stessa madre punitiva dalla quale e' scappato, mi sento defraudata dal ruolo di compagna e donna. Detesto ormai constatare di essere molto piu' forte caratterialmente e mi manca la possibilita' di appoggiarmi a qualcuno. In questo modo anche io sono di nuovo sola contro il mondo, ruolo conosciuto ma che oramai mi sta stretto... I bambini lo adorano. Non si litiga nemmeno perche' comunque avrei io il sopravvento. Non riesco a fare l' amore perche' sono stanca di dirigere il teatro. I bambini sono piccoli, si puo' andare avanti come amici stanchi. Ma io non sono stanca, brucio di interessi e voglia di vivere, di tornare a viaggiare per il mondo, di trovare un amore piu' maturo adesso che sento di aver spezzato le catene del passato che decidevano per me. Ho voglia di innamorarmi, avrei voglia di un uomo alla pari o meglio di me in termini di consapevolezza di se stesso. Sono stanca di fare la mamma a degli adulti. Il mio compagno ha accettato di consultare uno psicoterapeuta, i problemi non sono solo in casa, questa dipendenza gli nuoce anche sul lavoro. E cosi' vado avanti. Una nuova vergine, sublimando gli istinti studiando e continuando a scavare in me stessa, amando i miei figli e la vita. Per il momento non cerco nemmeno uomini, quasi quasi,non mi interessano nemmeno, adesso vorrei trovare un compagno per lo spirito. So che arrivera'. Cosa volevo chiedere ... Secondo lei, una personalita' di tipo dipendente, con una bassissima consapevolezza di se e tendenza a una negazione che puo' totalmente distorcere la realta' puo' modificarsi con una psicoterapia? Mi chiedera' e mi sono chiesta perche' ho scelto lui? Mi sono risposta che serviva cosi' , sono stata una delle tante bambine che hanno dovuto accudire una madre assente per depressione e abusi. Sono rimasta intrappolata nel mio ruolo, ma io so che ormai per me questo gioco e' terminato. Pensa che l' universo si mettera' in moto per farmi ottenere anche questo?
Grazie e scusi per il discorso forse sconnesso.
Risposta del Dott.Zambello: No, no, lei parla chiaro. Non so se è così chiara anche con se stessa.
Ad esempio, si è detta che ciò che la spinta fino ad ora è stato, forse, un bisogno narcisistico.
Il bisogno di realizzare un'immagine bella di Sé e anche "gli amori bambini" servivano a questo. Poi, inevitabilmente quegli oggetti, immagini, l'hanno delusa e lei ripartiva. Anche ora, è pronta a ripartire per altri investimenti. Reali o proiettivi?
No, non risponda a me. Neanche la conosco ma, se lo chieda prima di alzare sempre più l'asticella.
Se tutto si muovesse su una base narcisistica, rischia di trovarsi prima o poi, sfracellata a terra come Icaro.
Aggiunto: Ottobre 28, 2013
Domanda allo psicoterapeuta:
ho 22 anni. Ho un passato orribile alle spalle, una madre alcolizzata che ne è uscita esattamente 2 anni fa grazie a me. È stata alcolizzata per 15 anni della mia vita, è riuscita così a rovinarmi l'infanzia e l adolescenza.
Ho visto cose che bambine di 7 anni non dovrebbero mai vedere.
Premetto che le voglio bene ora che il disastro è superato, però non perdono l'affetto mancato gli abbracci il volermi bene sinceramente, tutto questo non l'ho mai vissuto.
Ho visto mia madre portare uomini che non erano mio padre a casa, ho visto mia madre fingere di morire per farmi un dispetto.
I miei sono separati da quando avevo 8 anni però vivo nella stessa casa. Ho dovuto nascondere mia madre al mondo perché io me ne vergognavo e mio padre non lo voleva far sapere a nessuno.
Ho ricordi di mia madre che provava a soffocarmi con un cuscino all'età di 7 anni, ricordo le volte che portava uomini a casa e quello che faceva con loro convinta che io e mia sorella stessimo dormendo.
Andava a letto con loro e io sentivo tutto, ricordo una volta che aspettavo mia mamma che andasse a dormire e rimasi sveglia ad aspettarla; perché le volte che era sobria andavo a dormire nel suo letto. In ogni caso, aspettavo e non arrivava più era l'una, decisi di alzarmi e controllare cosa stesse succedendo in salotto, vidi mia madre seduta sul divano e un uomo di fronte a lei senza pantaloni e mutande, tutto questo visto attraverso la fessura della porta.
All'epoca non seppi definire l'atto.
Fatto sta che gli anni sono passate e troppo altre cose sono succede considerando che ora come ora sono una persona insicura, non riesco ad amare e lasciarmi andare con nessun ragazzo. Cercò nelle donne l amore e l'affetto, non ne sono attratta, ma non mi spigò questo mio modo di provare a cercare anche solo di farmi abbracciare; perché so che mi sentirei appagata per lo meno la mia anima.
Vorrei avere la stessa sensazione con un uomo ma purtroppo non riesco a starci. Mi sento mancare il fiato mi sento subito di qualcuno, quando invece vorrei avere il mio spazio, che poi mi porta a distaccarmi da loro dopo poco.
Ora io no so a cosa sia dovuto e non so neanche se mi dovrei appoggiare a qualcuno. Adesso voglio ' bene' a mia madre però da lei non voglio più affetto, non riesco ad abbracciarla sinceramente e con amore.
Cerco di mandare avanti la mia vita per quello che si pone, senza fare progetti che io stessa so di non riuscire a mantenere.
Però anche se il passato è andato, non passa gironi che qualcosa non me lo ricordi è frustrante, è un peso e un dolore immenso che sto reprimendo e non so più come affrontare e superare quel dolore, qullla senzazione di mancanza. Spero lei possa aiutarmi o consigliarmi! in ogni caso la ringrazio in anticipo.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Nati,
lei racconta che l'amore che avrebbe dovuto scaldarla, abbracciarla e farla sognare si è trasformato in pericolo, in tradimento, angoscia quotidiana. Quella madre che avrebbe dovuto salvaguardarla dal mondo e aiutarla ed entrare in esso è stata invece salvata da lei.
Nati, non ci sarà mai più né donna né uomo che potrà compensare anche parzialmente quelle ferite. Quei vuoti resteranno tali. Ciò che deve difendere sono proprio le sue ferite. Deve evitare che si "infettino", che si lacerino, ch interferiscano tutti i giorni nella sua vita. Lasci che cicatrizzino e poi vada oltre. Viva da donna libera, capace e, utilizzi quelle ferite non per sperare o odiare, nessuno sa e nessuno è responsabile veramente. Le utilizzi per conoscere se stessa, gli altri e anche per coltivare un giusto orgoglio di sé.
Aggiunto: Ottobre 27, 2013
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Pseudonimo: Eros
Pseudonimo: Eros
Domanda allo psicoterapeuta:
Mi perdoni dottore, volevo chiedere un ultima cosa, una mia amica per disturbi psichici, cioè' ha paura di avere un tumore ha presi una xanax e si è' calmata intorpidita aveva una sensazione di benessere....io che soffro da anni di ossessioni, paura della paura e anni di tensione psicoemotivo ho provato a prendere 3 mg di colpo per ottenere i benefici da lei provati....beh, non mi hanno rilassato neanche un po', come se non avessi preso quasi nulla, si un po' meno ansia, ma.....cosa potrebbe significare? Che il mio sistema nervoso e' terribilmente danneggiato? O che forse assumendo100 mg di fevarin alla mattina sono abituato... Per alleviare un po' di sofferenza e tensione devo farmi di morfina cavolo? Non ci sono tanti psichiatri veramente in gamba, lo sento, ma sento che lei lo è'...mi dia un autorevole considerazione ....grazie
Risposta del Dott.Zambello: La ringrazio per la fiducia ma, mi creda, non posso dare indicazioni farmacologiche.
Aggiunto: Ottobre 26, 2013
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Pseudonimo: Titty
Domanda allo psicoterapeuta:
Stimatissimo Dottore,
Le racconto una cosa. Due episodi..simili. A distanza di qualche anno uno dall'altro.
Mi trovo al ristorante al termine di una cena. Entrambe le volte..la prima col fidanzato dell'epoca, la seconda con amici.
La prima volta ero al tavolo da sola e inizio a sentirmi strana. Forse il vino, penso. La testa pesante, un senso stranissimo. Un bisogno impellente di sdraiarmi, appoggiare la testa. Inizio a bagnarmi i polsi per riprendermi, non riesco a stare seduta, mi sento svenire, ho la nausea. Mi alzo per andare al bagno ma dopo aver barcollato fin davanti alla porta finisco in terra svenuta.
La seconda volta sono fuori dal ristorante e mi accingo ad accendere una sigaretta ma scopro che mi da fastidio e la butto. Sento la mia amica parlare e la sua voce la sento sempre piu lontana. Stesso bisogno di sdraiarmi, ciondolo, vedo tutto nero, sudo freddo e mi sento svenire. Ho quasi bisogno di svenire per potermi riprendere. Accorrono gli altri che spaventati cercano di farmi riprendere ma per me sono solo voci lontane, non riesco a tirar su la testa. Li sento dire che sono grigia in volto e sudata fredda. Pretendo di alzarmi per andare in bagno, mi viene da rimettere, entro e nel mezzo della sala svengo. Mi rialzo e svengo di nuovo. Arrivo al bagno e finalmente mi riprendo. Arriva l'ambulanza che mi prova la pressione 110/80.
Per me, che vivo con la pressione sotto i piedi è stranamente nella norma. Penso a una congestione, non ho mai avuto la sensazione di stare per morire o per avere un infarto. Ma di stare malissimo si.
Il medico di base mi parla di attacchi di panico e mi manda da uno psicologo che mi fa parlare del mio passato (poco felice) e vi attribuisce le cause. Da quel momento sono passati altri anni e io vivo nel terrore di riprovare quelle sensazioni. Ció che mi frena e limita è la paura. Anni dopo frequento un altro medico..secondo lui non si è trattato di attacchi di panico ma la paura ormai si è impossessata di me!
Secondo lei di cosa si è trattato? Si arriva al punto di svenire per gli attacchi di panico?
Risposta del Dott.Zambello: No. E' verosimile che non siano stati degli attacchi di panico ma episodi di Sindrome Vagale.
Il resto sono state solo delle sovrapposizioni psicologiche: la paura.
Si controlli bene la pressione, eviti di appesantire in alcune occasioni lo stomaco. Se non si sente bene chieda di sdraiarsi e alzi le gambe.
Tra i trattamenti medici consigliati per chi soffre di questa sindrome c'è la Manovra di Valsalva che prevede una compensazione forzata dell'orecchio attraverso una pressione interna che si ottiene tappando il naso e facendo pressione sulle orecchie. E' lo stesso esercizio che si fa quando si è in aereo o si fa apnea.