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Pseudonimo: alice
Pseudonimo: alice
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile Dottor Zambello,
Le scrivo per chiederLe un consiglio. Da domani ritornerò a frequentare mio fratello e mia cognata, che ritorneranno nel nostro paese per le vacanze. Con mio fratello ho un buon rapporto, ci vogliamo bene e anche se non parliamo spesso di noi in modo molto intimo, ci comprendiamo con facilità, almeno, questo è quello che sento e non ci sono mai state discordie, discussioni o litigi. Il rapporto con mia cognata, invece si è in parte rovinato nel corso degli anni. In che senso ? Dopo una iniziale conoscenza positiva, fatta di accordo e benevolenza reciproca, da un pò di anni chiacchierare o discutere con lei mi ha procurato spesso stati di confusione con conseguenti forti disagi:anche la mia più banale osservazione o commento, rispetto ad un qualsiasi argomento, di qualsiasi natura, invece di essre accolta come una semplice opinione, anche da confutare o rifiutare, ma con pacatezza e desiderio di dialogo, dava avvio a loquacità polemiche, che travalicavano l'oggetto della discussione e mi parevano divenire dei malcelati attacchi personali che mi mettevano di cattivo umore, abbassavano la mia autostima, in momenti anche per me non molto facili, e soprattutto mi sembravano sia immeritati, sia inutili, perchè comportavano un dispendio di energie emotive, sia da parte mia che da parte sua, che invece avremmo potuto utilizzare per conoscerci meglio, migliorare il nostro rapporto, perchè comunque ci vogliamo bene, almeno io gliene voglio,come credo anche lei, invece di lasciarci entrambe sfinite e arrabbiate.
Questo nel passato. ( Io ho 58 anni e lei quasi 50, e ci conosciamo da più di trenta anni , anche se per la maggior parte dell'anno siamo lontane).
Ora mi è tutto un pò più chiaro. Io, con il tempo, penso di aver risolto molti dei mie problemi caratteriali, lei ci ha detto due anni fa di aver scoperto di essere affetta da una forma di disturbo bipolare. Mi sono informata, molti dei suoi atteggiamenti e comportamenti passati mi sono subito divenuti più comprensibili e ora chiacchiero con lei, tra l'altro persona molto informata, intelligente e direi " colta", con maggiore tranquillità, cerco di controllare le mie emozioni quando quelle che prima dentro di me chimavo le sue " cattiverie" riescono a centrare il bersaglio. Ma ancora,purtroppo può capitare, sia pure sempre più di rado, che le sue provocazioni, spesso incessanti, e a volte ancora più insistenti quando io non reagisco,mi colpiscano e mi facciano star male, sia per lei, visto che mi sembra che in quei momenti stia male, magari cerca di comunicarmi qualcosa, " chiede" qualcosa che io non so se riesco a darle, sia per me che che non sono riuscita a mantenere del tutto un " razionale" controllo. Ora la domanda: Devo discutere con lei quando mi rendo conto che la sua attenzione non è circoscritta all'ambito della discussione ( politica,letteraria, cinematografica... ), ma mi sembra diventare solo un pretesto per mettermi in difficoltà, o anche per esprimere il suo disagio ? Evitare di discutere mi eviterebbe cominciare quella ascesa di sentimenti che ci porterebbero poi a star male, ma allo stesso tempo mi sembrerebbe di " Non considerarla", di trattrla come una " Ammalata" con la quale non ci si può confrontare. E non voglio, sia perchè non è quello che penso e sia perchè le voglio bene. Vorrei solo che riuscissimo a star bene insieme. Come fare allora a chiaccherare con lei, cosa dire quando inizio a rendermi conto che la " raffica" di colpi iniziano a partire ? Tacere, evitando qualsiasi reazione e rafforzare la mia capacità di controllo? Allontanarmi? Esprimere a mia volta il mio disagio ? Ho anche provato quest'ultima cosa, ma mi sembra che aumenti il suo malessere. Allora ? Che fare?
La ringrazio per la pazienza e per l'eventuale risposta e ne approfitto per augurarle Buone Vacanze!
Risposta del Dott.Zambello: Signora Alice,
mi ha augurato "Buone Vacanze" e intanto mi infila una "raffica" di domande che mi impegnerebbero fino a settembre. Scherzo, però vorrei farle vedere, se ci riesco, come molto spesso le cose che ci danno fastidio negli altri, ci appartengano.
Non voglio di certo inoltrarmi nei cunicoli di un rapporto di oltre 30 anni, non potrei mai. Una cosa mi sento di consigliarle, è ciò che fa ogni buon analista quando si trova davanti a situazioni che non può né comprendere, né tanto meno dissolvere: tace. Non è un tacere superiore, mai il terapeuta pensa al suo paziente come ammalato che sarebbe tra l'altro una sciocchezza, è un tacere di comprensione, empatico, di attesa. Quando non sa cosa dire: taccia me non giudichi, se ci riesce.
Aggiunto: Luglio 20, 2013
Inserito da
Pseudonimo: Andrea
Pseudonimo: Andrea
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno Dottore,
Approfitto per chiederLe gentilmente un consiglio sulla situazione che Le sto
per riportare:
la mia ragazza soffre di depressione da molti anni,adesso,causa un periodo di
stress fisico e psicologico,ha avuto
una ricaduta anche se non “pesante” se così posso definirla.
Dal punto di vista relazionale ovviamente vedo e sento che non è piu quella
di prima,io ho paura che il tutto possa degenerare..
Vorrei parlarle ed affrontare la cosa per ottenere delle sicurezze che mi
facciano stare per lo meno sereno..
sbaglio?Comprometto ulteriormente se lo faccio? Mi potrebbe consigliare come
comportarmi?
La ringrazio anticipatamente se potrà essermi di aiuto,
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Andrea,
capisco la sua ansia. Capisco anche del suo bisogno di "chiarire" il vostro rapporto ma, forse, questo non è il momento.
Lei stia vicino e soprattutto faccia in modo che si curi. Poi, non tra anni ma, fra sei sette mesi, valuterete assieme, o, valuterà lei la situazione.
Aggiunto: Luglio 17, 2013
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile Dottore,
Ho 36 anni,disoccupato, sono della pv di Potenza,
La contatto, poichè volevo esporle le mie problematiche e darmi alcuni consigli in meriti,
Ho disturbi da attacchi di panico con relativa reazione ansiosa acuta e concentrata.L'aspetto più invalidante e che la paura e la crisi si ripeta.Ho la sensazione di perdere il controllo di me stesso, di svenire o di stare per morire.
Sono un ragazzo molto sensibile ed emotivo,
le paure poi cedono il posto alla preoccupazione per il mio futuro.Altri sintomi sono di allarme fisico che mi induce a mantenere la concentrazione sul problema.
Volevo intraprendere un percorso e capire che tipo di terapia potesse aiutarmi e ci vorrebbe per contrastare questi fenomeni.Attualmente dopo una parentesi a Milano alla ricerca di lavoro,caduta nel vuoto,deluso e anche un po scoraggiato, sono sceso giù dai miei a Potenza.
Volevo sapere se Lei conosceva o poteva consigliarmi qualche specialista qui su Potenza o anche su Salerno che da me dista un 'oretta di viaggio.
Nel ringraziarla dell'attenzione prestatami
La saluto cordialmente
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signore.
le consiglio anzitutto di rivolgersi al suo medico. Si faccia prescrivere un antidepressivo che abbia una buona efficacia anche rispetto gli attacchi di panico. Ce ne sono molti e funzionano.
Purtroppo non conosco nessuno su Potenza né Salerno.
L'unico collega è di Caserta, purtroppo è lontano:
Gaglione Giovanni
Via Fulvio Renella 77 8100 - Caserta 0823328427
Aggiunto: Luglio 15, 2013
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile Dottore,
la ringrazio per la risposta, probabilmente mi sono dilungata troppo nel dare una panoramica della situazione di partenza, la questione però non è nè la competizione con sua madre con la quale tra l'altro ho un bellissimo rapporto né valutazioni sulla relazione in generale che ad oggi dopo un inizio difficile è serena, equilibrata (tranne per il lato sessuale), piena di rispetto e di sentimento. Il problema sul quale le chiedevo è sul piano sessuale, le chiedevo semplicemente se secondo lei da professionista le problematiche di questa natura siano risolvibili con una psicoterapia o meno e se l'indirizzo psicodinamico sia il più indicato.
La ringrazio se vorrà rispondermi,
cordiali saluti
cordialmente
Risposta del Dott.Zambello: Vede Signora,
il problema non è quello se una terapia può o non può fare, ma se uno vuole o non vuole raggiungere una determinata cosa.
Ad esempio, per quello che capisco io, lei ha un buon desiderio sessuale e fantasie libidiche, suo marito no, o molto poche. Lei pensa che ci sia "una tecnica", una cura per dargli quello che non ha? Evidentemente no.
Perché lui no? Sarà un tema, se avrà voglia che affronterà in analisi ma, stia certa che l'analista e nessun altro terapeuta gli darà quello che non ha ma che soprattutto non cerca.
Aggiunto: Luglio 15, 2013
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile Dottore,
da tre anni ho una relazione con un uomo di 44 anni (io ne ho 35) che a causa delle dinamiche familiari ,madre morbosa che ha riversato sui 2 figli maschi le aspettative e la soddisfazione dei suoi bisogni d'amore non espletati dal rapporto con il marito e padre bambino che non è'stato una figura maschile di riferimento, ha tardato a maturare e a recidere il cordone ombelicale. Il nostro rapporto di coppia e'cominciato serenamente, lui e'una persona sensibile ma anche razionale io emotiva e molto aperta e nonostante diverse delusioni passate ancora fiduciosa nei confronti del mondo e dei sentimenti. Il mio fidanzato prima di me aveva avuto poche relazioni sentimentali ( era sposato con la sua mamma!!) e non avendo ancora spiccato il volo non sentiva dentro di se quella spinta a cercare qualcuno con cui condividere la vita ,vita che per lui si e'svolta quasi invariata e cristallizzata tra amici,palestra, etc etc .Quando la nostra frequentazione e'cominciata ho notato in lui una sorta di apatia nei confronti della vita,in pratica non riusciva a sentire emozioni rispetto a niente nonostante comprendessi che fosse una persona di grande sensibilita ma sicuramente una persona immatura e senza un'educazione sentimentale ,ovviamente con il tempo questo a portato a molti problemi all'interno della nostra storia dal momento che se da una parte lui cominciava a sentire la naturale tendenza ad una vita di coppia dall'altra la cosa lo spaventava terribilmente non avendo poi dentro di se la capacità di riconoscere e definire le emozioni che provava.
La sua ambivalenza ha portato nel corso del primo anno e mezzo ad un paio di rotture,adduceva ragioni insensate per poi tornare sui suoi passi ....,in pratica un eterno indeciso .... La nostra storia e'andata avanti con alti e bassi e devo dire che nel tempo lui e'davvero migliorato e sicuramente si e'reso conto di volere veramente costruire qualcosa di duraturo con una persona, e,proprio per "imparare" a stare in coppia ,per superare le dinamiche disfunzionali del rapporto con sua madre e a prendersi le sue responsabilità di uomo a novembre del 2012 ha anche cominciato una psicoterapia psicodinamica e da gennaio di quest'anno abbiamo cominciato a convivere,quindi sicuramente abbiamo fatto dei passi avanti! Sono molto contenta degli sforzi che sta compiendo nel suo viaggio con il suo psicoterapeuta ma vorrei farle una domanda alla quale per ora non sono riuscita a trovare risposta .Le ho fatto una panoramica generale per darle qualche indicazione sulle problematiche affettive del mio fidanzato che però ahimè si traducono anche nell'ambito sessuale ....Nei primi mesi non abbiamo avuto problemi nella sfera sessuale anche se notavo che contrariamente a quanto mi fosse capitato nelle relazioni precedenti non dava più di tanto importanza alla frequenza dei rapporti anche se questi erano per me molto soddisfacenti. Dialogando con lui e'emerso che in generale non fosse mai stato particolarmente interessato al sesso tanto che ha trascorso lunghi periodi della sua vita senza praticarlo. Questo aspetto mi aveva colpita molto anche perché inizialmente pensavo sbagliando che un uomo non avesse relazioni durature per poter "folleggiare " allegramente ,decisamente non e'il suo caso. Man mano che il tempo passava e il nostro sentimento reciproco cresceva i rapporti divenivano meno frequenti e notavo in lui una certa difficoltà ad avere i comportamenti "spinti" che aveva all'inizio. Oltretutto da sempre aveva avuto difficoltà a raggiungere l'orgasmo e avevo pensato che fosse correlato alla sua difficoltà di lasciarsi andare completamente alle emozioni....A questo si aggiunge il fatto che la madre ha sempre avuto una fobia verso il sesso e l'intimità ed e'riuscita a trasmettergli in pieno questa difficoltà in quanto per quanto lui sia molto molto affettuoso e "fisico " non riesce ad entrare in vera intimità ,per esempio quando avevamo rapporti si infilava quasi subito dopo la biancheria e non abbiamo mai fatto una doccia nudi insieme e cose del genere. Nel tempo i rapporti sono finiti del tutto, le rare volte che aveva una erezione la perdeva poco dopo la penetrazione,inizialmente ha provato ad allontanarsi adducendo una scarsa attrazione nei miei confronti anche se entrambi sapevamo la verità anche da lui poi ammessa. In generale non ha stimoli sessuali, ne ha sempre avuti pocho,ricorre alla masturbazione 1 volta al mese prorpio perché avverte dolore ai testicoli e non prova interesse per il sesso,addirittura l'altro giorno mi ha detto che se non esistesse sarebbe pure meglio..... Ora, sicuramente la psicoterapia ha dato in breve tempo moltissimi risultati dei quali mi sono molto stupita,molto più attento,più responsabile, meno egoista ,più maturo etc etc e so che stanno lavorando anche sull'ambito della sessualità . Giustamente il percorso psicoterapico e'suo e solo suo ,quando vuole condividere qualcosa ne sono contenta ma so che e'giisto che lui mi racconti quello che si sente di raccontarmi ma penso che forse sull'ambito sessuale sarebbe più corretto lavorarci in due...So che la psicoterapia ha i suoi tempi ma quello che vorrei chiedere e'questo, secondo lei in queste condizioni posso aspettarmi un miglioramento in questo ambito? Il tipo di problematiche del mio uomo sono risolvibili? Quanto può essere radicato il disagio per arrivare ad avere questo rapporto con il sesso? Purtroppo leggendo qua e la su internet mi sono imbattuta in teorie mediche che sostenevano che quando il "meccanismo" si inceppa in questo modo la situazione e'irreversibile .... Vedo che lui si sta man a mano riappropriando delle sue emozioni, adesso sente, osserva il mondo con entusiasmo, l'apatia e la noia (narcisismo?!) che lo attanagliavano stanno praticamente scomparendo,ora apprezza e fa apprezzamenti su tante piccole cose e io ne sono più che felice !! Sta anche sempre più maturando l'idea di un figlio, sta imparando ad essere responsabile per se stesso e quindi spero sarà presto pronto a prendersi cura anche di un piccolino...I bambini però non nascono sotto i cavoli....Stiamo facendo un percorso che e'stato difficile ma che ci ha portato a crescere e a migliorarci entrambi, ma se questo problema non si risolve non so come potremo andare avanti....Un'ultima domanda,ritiene che l'indirizzo psicodinamico sia il più indicato? Non sarebbe meglio affrontare il problema in 2 da un sessuologo che prescriva degli esercizi mirati? So che cercare di chiedere quanto tempo ci vorrà e'assolutamente stupido e non prevedibile ma ecco vorrei sapere se secondo lei sono problematiche che richiedono anni ,se è' difficile risolverle o se e'solo questione di tempo e di avere pazienza ....La ringrazio anticipatamente per l'attenzione,mi scuso per la lunghezza del mio post,le auguro una buona serata e le porgo i miei più cordiali saluti.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Sole,
ricordo una storiella che mi raccontava il parroco. Mi diceva, quando viene da me una suocera e mi racconta i peccati della nuora, io do sempre una doppia penitenza: la prima per lei, la seconda per la nuora.
Cara signora lei disquisisce sul narcisismo di suo marito, tra l'altro non ne so niente e, le sue conseguenti difficoltà comportamentali e sessuali ma, lei che aveva capito tutto questo, perché lo ha sposato? Pensava che il suo amore sarebbe stato più forte di quello di sua madre?
Ripeto, su suo marito non so niente e, non faccio il mago ma, lei, perché non chiede aiuto?
Aggiunto: Luglio 14, 2013
Domanda allo psicoterapeuta:
salve, scusi ancora il disturbo, solamente che anche mia madre dopo che le ho parlato della sua risposta mi ha detto se potevo chiedere a lei un'altra cosa. Anche lei in questi ultimi mesi è stata costretta a rivolgersi ad uno psicoterapeuta, il quale l'ha sottoposta a delle cure farmacologiche per una depressione ansiosa. In questi giorni ha sta terminando gradualmente la cura, la quale fortunatamente ha avuto un discreto successo, ora però si chiede se può ritenenrsi tranquilla o se può avere ricadute e quindi dover far ricorso di nuovo ai farmaci.
Risposta del Dott.Zambello: Signor Jorge,
con tutta la buona volontà, non conosco sua madre, non conosco che farmaci ha preso, non so che psicoterapia abbia fatto, tanto meno il medico che l'ha seguita, come potrei fare una prognosi?
Aggiunto: Luglio 12, 2013
Domanda allo psicoterapeuta:
salve ho 24 anni, io purtroppo sto vivendo un periodo in cui ho una costante paura della morte, paura che mi è nata in seguito a un lutto in famiglia (nonna) e ad una serie di altri eventi tragici (morte del papà di un mio amico). io non riesco più a condurre una vita serena e tranquilla in quanto il pensiero della mia futura morte, ma anche quella dei miei cari, è fisso nella mia testa e non riesco a togliermelo. sto prendendo un ansiolitico (bromazepam) prescritto dal mio medico da circa tre giorni e purtroppo non sto avendo effetti positivi. come posso ritornare alla vita di prima? vivere senza avere questa ossessione?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo jorge,
gli eventi "dolorosi" che lei ha vissuto ultimamente hanno con buona probabilità slatentizzato un nucleo nevrotico. Certamente io non so come sia strutturato questo nucleo e nemmeno perché abbia come oggetto la paura di morire o meglio che muoiano le persone care. Non mi spaventerei troppo. Cerchi si aiutarsi con l'ansiolitico e abbia un po' di pazienza. E' possibile che in un po' di tempo le cose ritornino come prima. Se così non fosse, valuti la possibilità di farsi aiutare da uno psicoterapeuta. In questo caso non ho dubbi che l'indicazione é per una psicoterapia dinamica. A proposito di nuclei nevrotici, sappia che non c'è persona al mondo che non ne abbia.
Aggiunto: Luglio 11, 2013
Domanda allo psicoterapeuta:
Mi associo al sentimento di Giovanni. Mancano i suoi articoli, Dottore, perchè rappresentano un appuntamento con se stessi, dove poter riflettere senza paura d'esser giudicati ma con la certezza d'essere ascoltati e capiti.
Perciò è un piacere sapere che presto rianimerà il suo sito con nuovi video e, soprattutto, che finalmente darà vita al suo Libro.
Buone vacanze Dottore, che siano fonte d'ispirazione.
La aspettiamo!
Risposta del Dott.Zambello: Grazie.
Aggiunto: Luglio 9, 2013
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Pseudonimo: alice
Domanda allo psicoterapeuta:
Questa volta sarò breve: grazie !