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Pseudonimo: Laura
Pseudonimo: Laura
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno Dottore,
Sono una 35enne con una vita normale, un lavoro sicuro, un figlio che adoro e un compagno. L'unica nuvola nera è rappresentata dai miei genitori. Due 60enni molto giovanili che si odiano. Separati da 27 anni ancora si odiano. Lei capisce che con l'arrivo del bambino le occasioni di incontro si sono moltiplicate. L'anno prossimo con l'inizio della scuola materna ci saranno recite e spettacoli. La cosa da fare, secondo me, sarebbe invitarli e far gestire a loro i loro disastrosi incontri. Si,a parole. So che sarebbero in grado di rovinare ogni occasione con urla e litigate. HO passato una vita a sentirmi mortificata per questi episodi e non tollererei mai che rovinassero un solo minuto di vita di mio figlio con queste vecchie e ormai pietose storie. Lei come si comporterebbe?
Inoltre mia madre vive ancora nella casa coniugale. Casa che mio padre vorrebbe vendere. Con tutti i torti che attribuisco a lui credo qpche questo sia nel suo pieno diritto. Peccato che mia madre faccia orecchie da mercante. Sono già accaduti forti scontri a causa di questo motivo e so che prima o poi ne accadranno altri. L ho già avvisata del fatto che non voglio essere mai piu messa di mezzo...chi è causa del suo male pianga se stesso ma ora (e ripeto, ho portato rancore a mio padre x le varie cose fatte) sono arrivata al punto di non sopportare nemmeno mia madre x questo suo modo superficiale e egoista di affrontare la cosa.lei come si comporterebbe ?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora Laura,
credo che li manderei nel deserto dei Gobi. Lo immagino freddo e distante a sufficienza perché non facciano altri guai. Difenda con forza il suo bambino. Lui non ha bisogno di conoscere dei guerrieri rancorosi ma dei nonni che gli vogliono bene e lo rispettano, evitandogli pietose scene.
Aggiunto: Giugno 9, 2013
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Pseudonimo: Giovanna
Pseudonimo: Giovanna
Domanda allo psicoterapeuta:
Buon Giorno Dottore, sono una nonna di 67 anni, non direi felice ma contenta si. Contenta dei miei due figli, un maschio e una femmina. Sposati, un buon lavoro, tutti e due con due figli maschi. Quattro cari nipoti che adoro. E vengo alla domanda. Due settimane fa, eravamo io il figlio, la nuora uno dei nipotini, il più grande, 18 anni e un suo amico nella casa in campagna. Al pomeriggio, i genitori erano andati a fare un giro e i due ragazzi si erano messi in una stanza a giocare con il computer. Io facevo un po' i lavori di casa. Ad un certo punto, senza nessuna intenzione di controllare nessuno, entro in una stanza che per la verità pensavo vuota e vedo mio nipote che stava facendo sesso con il suo amico. Sono rimasta di pietra, anche loro. Ho fatto una fatica enorme a non urlare, mi ha preso come una paura una angoscia, mi sembrava che il cuore mi scoppiasse. Non ci avevo proprio mai pensato che fosse possibile. Ora mi rendo conto che proprio non volevo vedere. Più tardi mi ha avvicinato mio nipote e mi ha detto: nonna, non dire niente ai miei genitori. Non ti preoccupare ci penso io. Mi sentivo, mi sento morire. Non sapevo cosa dire. Non ho detto niente, mi si sono riempiti gli occhi, gli ho fatto una carezza e gli ho dato un bacio e sono andata via. Dottore mi si è rotto il cuore. Non so cosa fare. Cosa devo fare? Gli devo parlare, devo dirlo a mio figlio? Mi aiuti dottore. Grazie tante.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Giovanna,
ricordo un paziente ormai quarantenne, omosessuale che per tutta la vita aveva combattuto per trovare un equilibrio interno ed esterno rispetto una situazione affettiva sessuale che io considero non modificabile ma soprattutto normale. Che differenza c'è amare un uomo o una donna? Nessuna. L'importante è essere capaci di amare. Questo paziente che aveva fatto tanta fatica diceva: sa dottore, io ho trovato una sola persona che veramente mi ha aiutato e fatto capire quali erano le cose importanti quando da giovane stavo male, mia nonna. Lei, quando succedeva qualcosa che mi disturbava, soprattutto con mia madre che non accettava la mia situazione, mi prendeva da parte e mi diceva: Marco, fregatene! L'importante è che tu stia bene. Questa semplice frase mi faceva sentire una sua complicità, comprensione, empatia che mi aiutava tantissimo.
Credo anch'io che la nonna avesse di fatto aiutato molto il mio paziente.
No, "non tradisca" suo nipote ma, soprattutto guardi la realtà con molta speranza. Non c'è niente di anormale. Cerchi l'amore, non il "peccato".
Aggiunto: Giugno 8, 2013
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Pseudonimo: Andrea
Pseudonimo: Andrea
Domanda allo psicoterapeuta:
Dottore Zambello, il mio medico mi ha prescritto l'Inderal perché sono ansioso e qualche volta tremo tutto ma ho visto nel biglietto che c'è all'interno che è un farmaco per la pressione alta.
Secondo lei si è sbagliato? Cosa devo fare, la prego mi risponda presto.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Andrea,
non è mio compito valutare le terapie dei colleghi. Ciò nonostante, puramente a titolo teorico, l'Inderal o meglio Propanololo è un farmaco importante e complesso che ormai da anni trova impiego in psichiatria. E' vero, all'inizio era usato prevalentemente come antipertensivo ma ora si sa di certo che funziona molto bene soprattutto nelle situazione di ansia, depressione con somatizzazioni. Forse il suo caso. Se non si fosse asineggiato troppo avrebbe visto dopo le prime righe, nelle indicazioni che c'è scritto quello che le ho appena detto.
Aggiunto: Giugno 7, 2013
Domanda allo psicoterapeuta:
dottore sono un paziente affetto dal precoce o 47 anni e non riesco ad avere un rapporto che duri 15 secondi se e mia moglie dura anche 10 minuto a il resto non va come posso fare o una ragazza di 29 anni ma godo subito devo solo lavorare io senza usare il pene se no e un disastro
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Alf,
non si dia per sconfitto. Vada da un urologo e verifichi che non ci siano problemi fisici. Se, come nella stragrande maggioranza dei casi non ci fossero, valuti la possibilità della cura farmacologica e di un supporto psicologico. Le assicuro, glielo dico per esperienza professionale, è possibile avere grandi risultati ma, deve farsi aiutare.
Aggiunto: Giugno 6, 2013
Domanda allo psicoterapeuta:
Buonasera Dottore.
Mi sono innamorata per la seconda volta e penso che per la seconda volta stia diventando "dipendente" da questo amore.
Poiché so bene che questa dipendenza mi fa star male e soprattutto porterebbe alla mia rovina e a quella del rapporto a cui tengo moltissimo, per tanti motivi (vedi gelosie, insicurezze, etc..), desidererei ricevere da lei un "buon" consiglio per potermi tranquillizzare e vivere bene con questa persona che mi vuole molto bene. (Ho 50 anni..) o ho bisongo di andare in terapia??
La ringrazio molto anticipatamente e buon lavoro!
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Patri,
quando l'amore non ci libera, non ci fa crescere ma, come sente lei, ci rende "dipendente", ci schiaccia paradossalmente su sensazioni mortifere, evidentemente c'è qualcosa che non funziona. Cosa? Lo dico teoricamente, non la conosco, è molto probabile che l'oggetto dell'amore in questo caso, non sia l'altro/a ma noi stessi. Vediamo nell'altro/a immagini di noi idealizzate e ce ne innamoriamo. E' il narcisismo primario. Narciso non si staccò più da quell'oggetto di cui si era innamorato: se stesso.
Aggiunto: Giugno 5, 2013
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Pseudonimo: Francesca
Pseudonimo: Francesca
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno Dottore,
Sono mamma di un bambino di due anni e mezzo e penso spesso al fatto di avere un altro figlio.
Ciò che mi preoccupa è la paura della depressione Post parto. Col primo figlio non l'ho avuta fortunatamente ma ho provato per qualche giorno quell'orribile sensazione di rifiuto del bambino e della paura di potergli fare del male. Ho paura che quindi col bambino grande che mi da molto da fare, con i suoceri invadenti e onnipresenti e tutto il resto io ci possa cascare.
Perchè, mi chiedo, in italia non si pensa ad un'assistenza gratuita per le donne pre e post gravidanza? Secondo lei non sarebbe utile? Io penso che un po' di terapia farebbe bene a chiunque ma personalmente non posso permettermi di pagare 80 euro a settimana per un'ora si seduta. E la cosa mi dispiace molto...
Lei cosa ne pensa?
Risposta del Dott.Zambello: Che ha ragione. Però, non so dove lei abita ma, nelle grandi città, conosco Milano, è facile trovare gruppi di preparazione al parto, seguiti da gente preparata dove la spesa è veramente minima.
Provi a informarsi e, non esageri con le paure. Non servono e, distorcono la realtà.
Aggiunto: Giugno 5, 2013
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Pseudonimo: ettore
Pseudonimo: ettore
Domanda allo psicoterapeuta:
salve dottore.la mia domanda è la seguente, come si fa a capire se una persona ha dei nuclei psicotici? per molto tempo ho temuto di soffrire di questo tipo di disturbi. ora va un pò meglio ma ho a volte l'impressione che sia una sorta di 'finta calma'. inoltre sembra sempre che gli altri siano sani e integrati mentre io rimango il diverso. anche se nessuno vede questo disagio, perchè non riesco a fare altro che mantenere questa assurda facciata di positività. mentre solo da solo riesco a essere vero.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Ettore,
il termine “nucleo” l’ha introdotto lo stesso Freud parlando di “complesso nucleare” a proposito del complesso di Edipo. Successivamente Glover nella Psicologia dell’Io ha elaborato un modello dinamico secondo cui l’Io comincia a costituirsi partendo da un certo numero di nuclei separati che si strutturerebbero durante lo sviluppo fino a formare una entità continua e unita. E’ l’Io che lo stesso Freud definiva separato dall’Es da “una pelle”. Da queste immagini, metafore, se ne deduce che il nucleo psicotico è qualcosa, nel comportamento nella struttura della personalità di non integrato, quasi bizzarro. Devo dire che nella mia esperienza non ho trovato mai nessuno, anche la persona più equilibrata che non avesse, forse, dei nuclei psicotici che però non interferivano sull’Io.
Però, ciò che lei descrive non sembra riferirsi a questi meccanismi ma a quello che Winnicott chiamava “falso Sé”. Siamo nel campo delle nevrosi, non psicosi.
Aggiunto: Giugno 4, 2013
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Pseudonimo: filippo
Pseudonimo: filippo
Domanda allo psicoterapeuta:
buongiorno dott.,
da qualche mese assumo cabolithium da 3oo 3 comp. al gg., ma da un po' di tempo noto segni di impotenza. puo' dipendere dall'assunzione del litio?premetto pero' che vengo fuori da un divorzio quindi probabilmente nn ci sto molto con la testa. cmq ci terrei a sapere qualcosa in piu' riguardo il farmaco.grazie.
Risposta del Dott.Zambello: Il cabolithium fa parte di un gruppo eterogeneo di composti utilizzati nella prevenzione e nella terapia degli Episodi Maniacali e Depressivi. E' un farmaco efficace, funziona bene, ha un limite: uno stretto range terapeutico. Personalmente ma anche dalla letteratura non conosco casi di effetti collaterali del farmaco sulla potenza sessuale.
Aggiunto: Giugno 4, 2013
Domanda allo psicoterapeuta:
Salve sono Rita ho 42 anni purtroppo,e sono disabile- carenza di calcio-nn cammino..ma nn gli scrivo X questo,gli scrivo perché X la prima volta sono molto triste nn riesco a voltar paggina sull'amore premetto ke prima del 2009 in amore nn ho mai sofferto,poi da questa data fino ad oggi ho creduto a un ragazzo ke ora a 36 anni.a lui,Andrea gli piaqui tantissimo e stupidamente credetti ke mi amasse,io lo amato in pieno..ho amato X la prima volta i suoi difetti e solo ora so che nn si deve amare così..ora di questo bellissimo sentimento ne sto pagando le conseguenze perché purtroppo io lo amo ancora e nn mi spiego il perché,so solo che lui sta facendo la sua vita da menefreghista come lui stesso dice e io sto in camera a piangere,nn più X il motivo che nn stiamo più insieme dal 2012 ma ke lo amo ancora e nn vivo più come prima..nn mi riconosco più ero una donna Serena e ora nn lo sono piu..chissà lei,cosa può dirmi oltre ke da sola mi sto dicendo;volta paggina!.. Ma nn ci riesco ke ingranaggio si È rotto dentro di me che sto cercando di riparare da sola???? E una domanda stupida ma gliela devo fare..perché l' ho conosciuto.. X soffrire in amore,visto ke nn avevo ancora sofferto?? Mi può aiutare per favore..nn sono mai stata così disperata in amore.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Rita,
si è rotto, forse uno specchio, quello narcisista. E' per questo motivo, credo si dica che rompere uno specchio porta disgrazia per sette anni. E' la rottura di meccanismi nevrotici, dove mi creda, lui, centra poco. E' vero, questo comporta un dolore acutissimo ma, se ne esce, sarà molto più forte, reale, di prima.
Se da sola non ce la fa e se il suo narcisismo glielo consente, chieda aiuto a qualcuno, psicoterapeuta.
Aggiunto: Giugno 2, 2013
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Pseudonimo: Andrea
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile Professore, sono un uomo di 35 anni. Mi definisco un uomo ma potrei essere un'ameba, una pietra, una pianta. Il ruolo di uomo lo hanno definito gli altri e io cerco, con fatica, dolore di recitarlo tutti i giorni. Ho imparato, ce la faccio. Capisco cosa mi chiedono, quale ruolo devo recitare e, io recito. Poi, al buio, alla sera quando nessuno più vede, quando gli spettatori se ne sono andati, resto solo, vuoto, il nulla. Per questo vorrei essere un'ameba, almeno lei ha una consistenza e forse uno scopo. Io sono solo vuoto. Dolore.
Non so perché sto scrivendo a lei, non so neanche se mi capisce. Comunque Grazie di avermi letto.
Risposta del Dott.Zambello: Gentile Andrea, e io invece credo di conoscere quel vuoto che "le urla" dentro, il dolore lancinante per qualcosa che non c'è e che vorrebbe con tutto se stesso.
Perché, vede Andrea, se lei "conosce" il vuoto, vuol dire che ha conosciuto ciò che ora le manca .
L'analisi non da niente che uno già non abbia ma le permette di "conoscere" perché soffre e, forse, cercare nella giusta direzione.