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Pseudonimo: Francy
Pseudonimo: Francy
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile Dottore,
Che cosa strana mi è capitata. Ho scoperto che il mio ex fidanzato si sposa e da allora non mi do pace. Siamo stati fidanzati da ragazzini, è stato il primo vero mio rapporto, in tutti i sensi. Poi ci siamo lasciati dopo circa un annetto per ritrovarci a distanza di circa 12/13 anni tramite un social network. Ci siamo rivisti la sera stessa e siamo finiti a letto insieme anche se lui da poco stava frequentando un'altra persona.
La cosa è morta li (non per mio volere) e poche settimane dopo io ho conosciuto quello che sarebbe poi diventato il mio compagno da ormai quasi 5 anni e padre di mio figlio.
Il mio ex l ho sentito solo raramente via mail e sms i primi tempi e poi praticamente piu se non sempre sul social network dove vedo le sue foto e ciò che fa ma senza mai piu alcun interesse. Almeno finche non ho letto che si sposa...proprio con la ragazza con cui stava. Non penso ad altro, continuo a pensare che avrei potuto esserci io al posto suo e mi sembra anche di sentire la sua mancanza.
Non me ne faccio una ragione che una persona come lui sia giunta al matrimonio,,,e non con me. Che persona orribile sono? Mi riscopro invidiosa, gelosa proprio io che mi son sempre ritenuta fortunata e felice della mia vita. Ma perche?
Risposta del Dott.Zambello: Il quotidiano, per quanto sia fortunato e bello è pur sempre limitato e faticoso.
Noi siamo limitati, le persone che ci circondano sono limitate. Se non riusciamo ad accettare questo le possibilità di fuga nevrotica sono due: o facciamo un salto nel delirio e viviamo proiettati nel futuro che chiaramente non raggiungeremo mai e siamo fondamentalmente dei narcisisti, o ci immergiamo nel passato, destrutturandolo e cogliendone solo alcune parti e, siamo dei depressi.
Lei vive tristi sentimenti depressivi.
Aggiunto: Giugno 26, 2013
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Pseudonimo: Franco
Pseudonimo: Franco
Domanda allo psicoterapeuta:
Dr. Zambello, trovo la sua iniziativa estremamente utile per le persone che soffrono di queste malattie e le persone che stanno vicino a questi soggetti.
Ho 26 anni sono fidanzato da 6 mesi, con una ragazza 30 enne, e cerco di capire quali sono i suoi problemi, e come si potrebbe inquadrare clinicamente. A volte penso alla depressione solo che i suoi sono dei episodi (vorrei escludere il disturbo bipolare per mancanza di momenti maniacali). ogni 2 settimane, o anche a periodi piu’ lungi 1,2 mesi, ha dei giorni neri, apatia totale, 0 motivazioni, cattiveria con quelli che li’ stanno intorno soprattutto con me, io cerco di aiutarla, stando vicino, comprensivo etc, quando si riprende mi ringrazia facciamo dei piani per il futuro poi di nuovo arrivano i giorni dove non capisce piu’ niente. Lei si rende conto che un problema ce l’ha, ma si rifiuta in tutti i modi di parlarne. Non cerco aiuto per la nostra storia, ma per lei, mi rendo conto che con questi comportamenti ha perso tutte le persone care. So che mi ama, lo dimostra e’ una persona molto affettuosa a volte per poi cacciarmi via nei momenti neri. Fa un lavoro ben retribuito nonostante non ha ambizione manco in quel campo. voglio aggiungere anche che fin dall’età’ adolescenziale ha avuto dei problemi di obesità’, nonostante adesso sta molto bene. Come mi dovrei comportare , penso che a volte stando troppo vicino prende interesse in me come fidanzato. e soprattutto in che modo potrei consigliarli di farsi vedere da un psicoterapeuta?
Grazie,
Franco
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Franco,
il suo compito non è quello di “fare diagnosi” e tanto meno terapia. Quindi, se si accorge che ci sono cose nella sua ragazza che non le vanno bene, ha il diritto, dovere di digliele. Così, semplicemente come le ha scritte a me. Compreso il suo consiglio di farsi aiutare. La sua ragazza risponderà come crederà e lei valuterà, deciderà. Sappia che lei non si deve sacrificare, “il suo amore non la salverà”. C’è solo una cosa che può aiutare la sua ragazza: percepire, capire che per tenere lei deve cambiare, ma lei deve essere coerente con se stesso.
Aggiunto: Giugno 24, 2013
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Pseudonimo: Anna
Pseudonimo: Anna
Domanda allo psicoterapeuta:
Buonasera dottore, approfitto delle sua disponibilità per esporle un problema. Ho una nipote di 23 anni che all'età di tre è stata adottata da mia cognata. Devo dire che questa bambina ha sempre avuto problemi di relazione, però all'età di 21 anni è diventata madre di una bambina che attualmente ha tra anni. Purtroppo questa bambina non vive più con la madre; la ASL ha pensato di affidare la piccola al padre perché ritiene la madre anaffettiva e pericolosa. Le chiedo se è possibile che una madre con una storia personale di abbandono possa a sua volta abbandonare la propria figlia o non prendersi cura di lei? Potrebbe forse trattarsi di patologie relative alla sfera psichiatrica? L'amore materno e le cure parentali non sono forse istintive? Può consigliarmi qualche testo da leggere a proposito?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
nulla è più grande e pericoloso dell'amore della madre e poi, del padre. Se è vero che la madre sa essere tale naturalmente, la matura così l'ha programmata è vero anche che spesso, interferenze caratteriali della madre stessa o esterne possono creare grossi danni al bambino.
Chiaramente non so proprio niente di sua nipote.
C'è una letteratura immensa su questo tema, la teoria dell'attaccamento. Il primo libro che mi viene in mente:
"La relazione genitore-bambino. Dalla psicoanalisi infantile a nuove prospettive evoluzionistiche dell'attaccamento".
Editore
Springer Verlag
Aggiunto: Giugno 20, 2013
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Pseudonimo: Sam
Pseudonimo: Sam
Domanda allo psicoterapeuta:
Buonasera dott. Un paio di giorni fa ho farfugliato un po', le racconto la mia esperienza 6 anni fa con una ragazza ho avuto un rapporto e perché un po' insicuro ho preso del cialis, poi ho continuato a prenderli fino a quando senza medicinale ho fallito, i fallimenti si sono ripetuti e mi sentivo inferiore a lei sessualmente, pensavo solo a provare a darle piacere perdendo gradualmente il mio...mi sono recato da un andrologo che mi diagnosticò un blocco psicogeno ipotalamico e mi diede degli ormoni per sbloccarmi pur avendo ormoni nella norma e dicendomi che urologi e andrologi non capiscono niente perché era fondamentalmente un cosa organica questo blocco...se non risolto entrò 6 mesi si sarebbe incallito e sarebbe diventato irreversibile dando come sintomi depressione ossessioni nevrosi ecc.. Insomma da suicidio! Io non ho seguito quella strada perché colleghi suoi e altri andrologi non riconoscevano la sua idea..però in efetti quello che aveva detto si è' verificato sono senza libido depresso fobico ecc..lei mi può dare il suo autorevole parere e'psicologico o come dice lui lo stress blocca organicamente qualcosa nel cervello, ho letto che il blocco della libido da un recente studio francese e proprio lo spostamento di una micro membrana sotto l occhio destro?sto dicendo cazzata! Lei mi ha detto che ha risolto casi di blocco della libido instaurati anche da molti anni!grazie e scusi della confusione...un soggetto vittima di un blocco della libido sessuale riporta per forza patologie quali depressioni,nevrosi, isterie..perché io a questo punto me ne fregò del sesso mi basterebbe vivere senza sofferenze psichiche invalidanti,ansia paranoie ecc..grazie
Risposta del Dott.Zambello: Senta Sam,
io non sono, ripeto, in grado di fare diagnosi differenziale via internet. Ripeto, non sono un mago. Invece di rovinarsi la vita con pensieri e ipotesi inutili, vada da un collega che sia medico e sessuologo e si faccia seguire.
Un consiglio glielo posso dare: la smetta di farsi "menate" inutili. Si faccia seguire e, basta!
Aggiunto: Giugno 16, 2013
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentilissimo Dottore, sono alla ricerca di un psicoterapeuta Jughiano in zona Brescia. Le sarebbe possibile darmi qualche informazione?
Grazie tante.
Buona giornata
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora Veronica,
ci sono in Italia tre Società Psicoanalitiche Junghiane storicamente riconosciute, anche a livello internazionale e sono: l' AIPA, il CIPA e l'ARPA. Le prime due hanno le loro sedi a Milano e Roma, l'ARPA a Torino. A tutte e tre aderiscono soci da tutta Italia. Per quel po' di conoscenza che ho, non ricordo che l'AIPA abbia dei soci di Brescia però controlli gli elenchi in rete.
Aggiunto: Giugno 15, 2013
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Pseudonimo: Sam
Pseudonimo: Sam
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno dott. Volevo Chiederle se un blocco della libido sessuale e psichica in seguito ad eventi stressanti, fallimenti sessuali che ripetendo si hanna creato una vera e propria impotenza, separazioni ecc..si può' trattare anche se sono passati sei anni, poi non capisco la differenza tra blocco psichico, mentale da stress e depressione...alcuni terapeuti mi hanno trattato da depresso altri mi proponevano trattamenti per sbloccare l energia. Reiki, agopuntura....lei che ne pensa?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Sam,
come faccio a sapere, pensare, qualcosa su di lei? Non la conosco, dovrei essere un mago ma, la assicuro, non lo sono e né vorrei esserlo.
Tutti i casi di impotenza che ho trattato avevano una storia di tanti anni, alcuni oltre 20 anni. I risultati sono stati mediamente buoni, in alcuni casi ottimi.
Io non credo vi sia una terapia giusta a priori, la terapia è sempre soggettiva.
Aggiunto: Giugno 14, 2013
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Pseudonimo: Lea
Pseudonimo: Lea
Domanda allo psicoterapeuta:
IO non ho parole, ma tanto fastidio che esitano persone Gay? Io non capisco su quale base si pone il problema. . . Critichiamo le tribu’ africane e vogliamo insegnare loro la nostra civiltà evoluta, ma scherziamo? Evoluti? in cosa? Se questi pensano che l’omosessualità sia un problema e lo vivono come tale è peggio per loro, a differenza di questi individui affetti da omofobia molti Gay vivono serenamente magnifiche storie d’amore, L’omofobo e’ piu’ infelice del Gay che vive in un contesto discriminatorio, si si l’omofobo ha seri disturbi della sessualità perche’ non accetta la sua parte opposta al proprio sesso che madre natura le ha donato. . . e se la mettessimo su questo piano? e certo si darebbero sempre risposte referenziali, testi sacri, cakra e menate di questo genere, Essere Gay fa parte della vita che vi piaccia oppure no, se non accettate e soffrite per la presenza dei Gay beh io penserei a contattare lo psicologo :-)
Risposta del Dott.Zambello: Lea non fa una domanda ma considerazioni che condivido.
E' vero, l'omofobo ha "dei problemi" con la sua omosessualità.
Io non so se debba andare dallo psicologo, faccia un po' quello che vuole ma, sarebbe bene non facesse pesare le cose che non ha risolto sugli altri.
Purtroppo questo meccanismo è inevitabile nel rapporto genitore figlio.
Aggiunto: Giugno 14, 2013
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Pseudonimo: Nicole
Pseudonimo: Nicole
Domanda allo psicoterapeuta:
È vero Dottore, mi ha fatto riflettere la sua risposta.
Quindi secondo lei ignorare una persona cosi non vuole dire permetterle di insultarmi a suo piacimento? Nel senso..secondo lei c'è un punto oltre al quale non bisogna permettere a nessuno di andare o bisogna sempre e comunque sorvolare?
Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Si dice che la "forza" di Andreotti fosse segnata dal fatto che non aveva mai denunciato nessuno. Eppure, giusto o sbagliato che fosse, ne avranno ben dette tante di lui. Ciò non significa che "porgesse l'altra guancia", anzi, era arguto e spesso pungente.
La sua forza stava nel non polemizzare, mai.
Aggiunto: Giugno 10, 2013
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Pseudonimo: Nicole
Pseudonimo: Nicole
Domanda allo psicoterapeuta:
Dottore buongiorno.
Sono una 33enne felicemente convivente da sei anni e due bambini.
Siamo una famiglia normale,a volte si litiga, a volte siamo felici,a volte mal sopportiamo l'intromissione dei nonni, a volte li adoriamo. Unico neo: mia cognata. Sorella di mio marito.
Ha 43 anni ed è sola. Non un fidanzato, solo un paio di amiche trovate al lavoro ultimamente ma che tra un po' come hanno fatto tutte le altre spariranno. Ha vissuto fino allo scorso anno con i genitori. Ora vive poco distante da qui e nonostante da due anni non abbia piu rapporti con noi ci rende la vita un disastro. Èuna persona, secondo me, incattivita con la vita per i suoi insuccessi..ma piu passa il tempo e piu si inasprisce. Dalla sua bocca non escono mai parole buone, quelle volte in cui viene a trovare i genitori si sentono solo urla..è la classica persona ignorante che si crede medico,avvocato, psicologa ecc. La classica senza figli che saprebbe crescere i tuoi in un modo spettacolare e non da schifo come te, la classica che non ha un amico ma che si ritiene di compagnia. La classica che se entri in casa non ti saluta ma si ritiene educatissima.
La sua lingua biforcuta è davvero pungente. Fosse per me la vorrei allontanare anche dai bambini che sostiene di amare alla follia ma che non degna nemmeno di uno sguardo,neppure quando si è reso necessario il ricovero ospedaliero per uno dei due ha fatto una telefonata. Passa le giornate a parlar male di me, di noi, dei bambini. Oggettivamente mi dico...ignorala, ci pensa già la vita a metterla a posto ma mi creda,non è facile sentire e leggere ciò che questa persona dice e restarne indifferente. A volte mi creda,sono arrivata al punto di pensare di aver voglia di picchiarla.
Quando ho conosciuto mio marito i loro rapporti erano praticamente nulli, non ha mai accettato nessuna compagna del fratello tantomeno me. Ha passato i suoi anni a cercare di distruggere le sue relazioni. Ci ha provato anche con me finche non l ho affrontata a muso duro e da li non c siamo nemmeno piu salutare.
Non riesco piu ad ignorarla, deve (nel mio cervello) finirla, una volta per tutti. Spesso ci fa litigare coi nonni o cerca di mettere zizzania tra parenti. Non so piu che fare per arginare le sue cattiverie.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Nicole,
sappia che ogni pensiero, parola, azione che fa contro sua cognata, è un regalo che le fa.
Lei non ha nessuna possibilità di "cambiarle la testa", può solo fare una cosa: cambiare lei,
Aggiunto: Giugno 10, 2013
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Pseudonimo: Luca
Domanda allo psicoterapeuta:
Carissimo Dr. Zambello,
secondo Lei è così importante, e se lo è mi piacerebbe capire quanto, che un individuo oltre ad accettare serenamente la propria omosessualità, riesca pure ad esprimerla quotidianamente? E' così vitale fare il "coming out"? A me a volte pare proprio di sì, ho l'impressione che molti dei miei problemi siano la conseguenza di questa situazione. Più ci penso e più credo sia così. Trovo snervante mentire, ma tanto complicato ammettere il mio orientamento sessuale. E' questione di maturità? Non amo ostentare, ma mi piacerebbe tanto esprimere con disinvoltura per chi batte il mio cuore. C'è una terapia che mi potrebbe aiutare in questo? Voglio guardare in faccia il mondo intero e dire: Sì, sono gay.
Risposta del Dott.Zambello: Mah! L'importante è dire sono Luca e amo, sono capace di amare, amarmi.
Mi creda, non sottovaluto assolutamente, i limiti sociali e le difficoltà che derivano da una omofobia sempre attiva o, tanto più da un peloso liberalismo ma, non è vero che il problema degli omosessuali sia quello di fare o non fare "coming out". Anzi, le dirò che nella mia esperienza, spesso chi lo ha dichiarato, ha di fatto autolimitato la sua libertà. La sessualità ha bisogno di crescere libera. Si cresce sempre con fatica ma, a condizione di essere liberi. Nel momento in cui lei si auto-etichetta, rinuncia di fatto a molti spazi. Ha mai incontrato qualcuno che si è presentato precisando di essere etero? No, normalmente no, perché mai lo dovrebbe fare, perché dovrebbe precisare che gli piacciono le donne? Chi se ne frega! perché uno deve dire che gli piacciono gli uomini? Chi se ne frega!
Evidentemente il problema è un altro. E' il problema di volere, volersi bene e li, il "coming out", è solo una difesa.
Ho scritto diverse cose su questo tema. Alcune le trova anche nel sito: www.psicoterapiadinamica.it