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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve dottore volevo chiederle se fosse normale che una ragazza a 34 anni fosse ancora vergine e praticamente da quando a sviluppato non si è mai toccata o avuto desiderio sia di se stessa nel toccarsi che desiderio di fare sesso con qualcuno la cosa che mi ha più colpito che quando gli ho sfiorato l'orecchio con il dito si è rivoltata in mal modo ed ho scoperto che le tipiche zone che dovrebbero essere di piacere tipo " essere baciata sul collo o sulle orecchi ecc" in realtà gli da tantissimo fastidio come se avesse invertito il piacere per fastidio é stata anche fidanzata per 1 anno e praticamente a parte il classico bacetto sulle labbra il resto non si tocca ed in fatti se ne è andato. Sembra indottrinata che lo deve fare solo dopo il matrimonio ma in realtà a parlarne sembra che il pisello gli faccia schifo come gli farebbe schifo anche toccarsi o toccare io chiaramente gli o definito la situazione in questo modo che sposare una come te è come darsi la zappa sui piedi . Io e lei siamo molto amici siamo nati nello stesso posto e ci raccontiamo tutto ma mi dispiace vederla morire così. Dimenticavo che 6 anni fa è stata operata ad un tumore alla tiroide e penso che possa incidere sul suo stato fisico!?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo jek,
io no so se la ragazza di cui lei parla sia "normale" o meno. Ognuno ha i suoi problemi ma anche valori, cose positive. In ogni caso, noi dobbiamo valutare se sono corrispondente alle nostre aspettative e bisogni. Nell’eventualità non lo fossero, non le scegliamo ma non abbiamo nessun diritto a svalutare gli altri. Nel suo caso mi però mi sembra di cogliere il dispiacere di un amico per un'amica che suo modo di vedere si sta consumando inutilmente. Non lo so. Teoricamente potrei pensare ad una nevrosi isterica ma, non lo so. Se vuole aiutare la sua amica, le consigli di chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta.


Aggiunto: Febbraio 7, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Scusi se le chiedo un altra cosa io sono curato da un neuropsichiatra e psicoterapeuta che con farmaci punta a farmi passare la depressione dicendomi che la sessualità viene una volta debellata la depressione.io mi chiedo, ma se il problema nasce dagli insuccessi che mi hanno portato all impotenza e poi mi sono depresso quale strategia e giusta?so che essere impotente mi fa impazzire, le richiedo una cosa e possibile che una coppia viva senza sesso? La mia ragazza dice che non importa...saluti

Risposta del Dott.Zambello: Signor remo,
lei mi chiede un giudizio sulla strategia terapeutica del suo terapeuta. Non posso, non lo so, non la conosco ma, comunque, la disquisizione prima o dopo è un po' inutile. Chi le impedisce di prendere dei farmaci funzionali per l'impotenza e nel contempo fare psicoterapia e curarsi per la depressione?


Aggiunto: Febbraio 4, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buonasera dott. Ho 37 anni e sono prigioniero tra depressione ed impotenza psicogenesi e possibile secondo lei rompere il circolo vizioso o devo rassegnarmi a restare un depresso impotente, ho letto su una enciclopedia che i caso di successo sono rari! Cosa mi consiglia? Grazie tante

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Remo,
non mi risulta che i casi di successo siano rari, comunque sia, non mi sembra che a 37 anni lei abbia tante scelte. Lei é nel pieno della sua maturità fisica e libidica e, non si può certo concedere di sprecare tutto. Vada da un sessuologo, meglio se medico e chieda aiuto. La via che intravedo come possibile prevede almeno due tappe: il superamento del sintomo impotenza e poi, la questione depressione. Non è detto che quest’ultima sia la conseguenza della presunta impotenza. Comunque, si faccia aiutare da uno specialista ma, non rinunci.


Aggiunto: Febbraio 4, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve sono una ragazza di vent'anni, iscritta al secondo anno della facoltà di ingegneria. Scrivo per chiedere aiuto, per risolvere il mio problema.
Da quando mi sono iscritta all'università non riesco più a trovare la concentrazione, mi distraggo ripetutamente e le ore trascorse sui libri non sono produttive al 100%.
Al liceo sono stata una studentessa modello, perseveranza e continuità nello studio, medie alte, borse studio, grandi soddisfazioni.
Per me lo studio e la buona riuscita personale sono da sempre stati motivo di realizzazione e impulso alla crescita, e ora mi ritrovo a non capire le cause di questo malessere, ormai generalizzato, quasi un affaticamento mentale costante, con conseguente spossatezza fisica. Amo leggere, essere informata sulle scoperte scientifiche, ho scelto io e consapevolmente la mia facoltà, so quello che vorrei fare, ma non riesco a capire perchè resto a guardare la mia vita e gli eventi scorrermi davanti agli occhi senza batter ciglio, senza fare nulla.
Non ho neanche più voglia di uscire, di curarmi particolarmente, a dispetto delle attenzioni e della precisione che caratterizzavano prima la mia persona.
Sto attraversando dei periodi particolari, non felici, ma non sono più in grado di scindere le cose, cioè di proteggere e non lasciare intaccare la sfera dello studio.
Sto perdendo completamente la voglia di studiare, e il mio studio è così vuoto e impersonale, tanto da non condurre ai risultati ambiti.
Apro il libro, programmo la mia giornata, ma mi perdo in futili distrazioni e divagazioni e continuo a procrastinare. Sono come immersa in un abisso di totale apatia, mi sto spegnendo come una candela. Non mi riconosco più ormai, è come se la mia persona fosse stata sostituita, o meglio svuotata di ogni cosa, ogni interesse. Ho solo un peso costante sullo stomaco. La notte ho frequenti incubi, mi sveglio più volte tremando, come di paura. Non so cosa mi stia succedendo. So solo che vorrei un aiuto per capire e per ridare al mio studio un senso, per riportarlo sul piedistallo, vorrei fosse ancora il mio rifugio, vorrei ancora trovare le ragioni per andare avanti, la pace e serenità in esso, come nei tempi d'oro accadeva. Vorrei aprire il libro e perdermi in esso, dimenticando tutto il resto, amandolo nella sua interezza.
La ringrazio anticipatamente, e la prego di rispondere per aiutarmi ad uscire da questo torpore, gliene sarei davvero grata.
Cordiali saluti.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Lirthia,
non so se quello che le dirò le piacerà ma, per quello che capisco io, non è finita per lei “ l’età dell’oro” ma, dell’illusione, della idealizzazione: “dei piedistalli”. Bene, meglio. Ora se vuole ha la possibilità di vivere in un mondo reale, dove, lo dico al futuro Ingegnere, non ci sarà mai una resa del 100%, mai nessuna macchina e tanto meno l’essere umano, produrrà al 100% delle sue potenzialità. Nel mondo reale, non c'è il piacere del risultato massimo che, non si raggiunge per definizione ma, della sfida, del miglioramento, della ricerca. Il suo problema è proprio lo scarto tra l'illusione e la realtà e non coglie il potenziale reale. Se ne faccia una ragione, ben venuta nel mondo degli umani.


Aggiunto: Febbraio 4, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve Dottore,
io sono una ragazza di 23 anni, studio all’università e da qualche mese ho un problema che ormai credo che sia riconducibile a uno stato depressivo infatti ho degli sbalzi d’umore molto forti, apatia, sonnolenza e ho assunto un comportamento negativo verso molte cose che prima mi appassionavano molto. Inoltre ho un altro problema che credo sia legato alla mia condizione psicologica ho una strana tendenza a mentire, anche alle persone a cui tengo, le menzogne sono quasi spontanee e per lo più mirate a non dare dispiacere alle altre persone. Io ormai la trovo una cosa snervante perchè mi ha causato alcuni problemi, anche gravi, con la famiglia e con il mio fidanzato. Non so quale sia la causa precisa di questo comportamento, ma credo sia riconducibile al fatto che mia madre è una persona molto protettiva quasi al limite dell’essere impicciona e ha sempre avuto molte pretese nei miei confronti. Lei cosa ne pensa e cosa consiglia? La rigrazio per l’attenzione, distinti saluti

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Martina,
non so neanch'io quale sia la causa della sua "necessità" a raccontare bugie, sappia comunque che é una necessità, una difesa dell'Io. A poco serve che lei si faccia dei sensi di colpa, l'Io, per il momento, si difende così. Certo, non so né io né lei "cosa teme" ma, è verosimilmente così: lei racconta bugie per difesa. Le possibilità sono che passando il tempo, crescendo, queste difese si abbassino. Se lei si accorgesse che invece di diminuire si strutturano invadendo la sua vita relazionale, lei può chiedere aiuto. Chiedere di scoprire, capire e superare con uno psicoterapeuta questi meccanismi. Mi sembra certo che solo una psicoterapia dinamica può aiutarla a fare questo


Aggiunto: Febbraio 4, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gent.le Dottore,
non so bene cosa fare con la mia situazione. Ho 20 anni appena compiuti e sono sempre andato bene negli studi, ma adesso ho appena cominciato l’università e ho un blocco orribile. Adesso, periodo di esami, passo giorni interi chiuso in casa nel tentativo di studiare, ma sono talmente agitato che vado in giro per casa, così per il momento, anche se ho fatto solo due esami, ho ottenuto risultati per me deludenti così sto andando in depressione. Mi sento inadeguato: mio padre, morto quando avevo 17 anni, mi ha sempre spronato a impegnarmi perché vedeva nello studio la mia unica possibilità di emergere. Ho scelto un corso di laurea scientifico proiettato praticamente a senso unico sulla ricerca e con prospettive occupazionali basse quindi la maggior parte della mia gente vede il mio come un accanimento inutile, quando ero entrato in lauree a numero chiuso più spendibili. Solo che se fossi costretto a lasciare il corso non avrei più voglia di fare nessun altro corso e con il diploma di classico non potrei assolutamente fare nulla. Ho avuto un momento di buco nero così già un anno e mezzo fa quando capii di essere omosessuale e innamorato di quello che all’epoca era il mio migliore amico e non mi vedevo più con un futuro, pensando che sarei finito a 40 anni senza una famiglia. Ci ho messo l’ultimo anno intero di liceo e solo con l’aiuto di alcune amicizie a uscire definitivamente da quella situazione e a riacquistare fiducia nel futuro, ricominciando a sognare di studiare quello che mi piaceva fino a farne una professione in futuro. Adesso dopo i primi due mesi della mia prima relazione, e sembrerebbe tutto perfetto, ricomincia tutto. Sono sempre da solo in casa perché mia madre ormai ha una vita tutta sua con un nuovo compagno e amicizie frivole e, adesso che sono a casa a studiare, aspetto che lui mi venga a trovare come una nuova boccata di ossigeno, così mi sento inadeguato per la mia dipendenza e perché ho paura di non riuscire a ottenere voti alti all’università, mentre lui ha tutti 30 e lode tondi tondi. Avevo già vagliato in passato l’ipotesi della psicoterapia e adesso la sto riesumando nuovamente, passando in cerca di consiglio

Risposta del Dott.Zambello: Caro Marco,
la vita l’ha un po’ provata e gli ha posto una serie di difficoltà. Lei mi sembra tenere e, bene e soprattutto è giovanissimo. Certo, ha bisogno di capire, fare esperienza, rafforzarsi. Chieda aiuto ad uno psicoterapeuta. Le consiglio uno/a con formazione dinamica.


Aggiunto: Febbraio 2, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve Dott.Zambello
Questa mattina mentre ero al lavoro incontro una signora Delle pulizie della mia ditta che mi guarda e mi dice.. "sbaglio o siamo ingrassate? O forse sei incinta?" ci son rimasta molto male, perche' sarà anche vero che sono ingrassata ma ho avuto un bambino e la gravidanza mi ha anche portato problemi di tiroide. Non ho ritenuto affatto necessario giustificarmi con la signora quindi l'ho liquidata velocemente con un sorriso dicendo..si è vero sono ingrassata.
Quanta voglia pero di risponderle male e frasi del genere sono all'ordine del giorno.
Secondo lei cosa spinge la gente ad usare cosi poco tatto e a permettersi certe confidenze anche con chi mantiene le distanze? A volte mi dico che probabilmente invece di essere gentile ed educata con le persone dovrei imparare ad essere scomoda e scorbutica cosi forse certe frasi non si permetterebbero di dirle.
Non le nego che ci son rimasta davvero male.sono a dieta e soffro davvero nel guardarmi allo specchio e non piacermi. Pensano veramente che ci sia bisogno di far notare ad una persona che è ingrassata? La persona stessa ci arriva da sola. Comunque le chiedo, qual e' secondo lei l'atteggiamento migliore con questi individui?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
dice che ci sono delle persone che sono insensibili se non addirittura aggressive, cosa ci vuole fare? Pensa di poterle cambiare? O vorrebbe essere sempre li pronta a rispondere con uguale aggressività o magari un po’ di più così “rendere pan per focaccia”. Ma lasci perdere e, se ce la fa, pensi che sono “problemi loro”.


Aggiunto: Febbraio 1, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


buongiorno dottore,
ho lasciato mio marito per molti suoi atteggiamenti sbagliati,anche se a momenti,nel senso che c'erano periodi che stava bene e altri che andava fuori di testa.poi ho scoperto che soffriva di un disturbo di personalita',ma non me la sono sentita di stagli accanto,forse per rabbia...sempre per rabbia ho avuto una "relazione "con il suo migliore amico,adesso finita perche' i miei genitori sono venuti a conoscenza di questo e mi hanno messa alle strette.adesso il mio ex sta bene, anzi e' un uomo meraviglioso sia come persona che come padre,ma sono molto combattuta se ritornarci insieme,lui me lo ha fatto capire in tutti i modi che vuole riprovarci,abbiamo anche dei figli.sono combattuta,perche' lo ho abbandonato proprio nel momento in cui lui forse aveva piu' bisogno di me,l'ho tradito e non ho il coraggio di ammetterlo,continuo a colpevolizzarlo di tutto , non assumendomi le mie responsabilita',ho degli alti e bassi con lui,a momenti sto bene e altri lo odio,ma lui e' sempre li' pare non voglia arrendersi.lui adesso e psicologicamente stabile io un po' meno.tendo a dare la colpa agli altri di quello che probabilmente e' solo colpa mia.i miei figli stanno soffrendo tanto perche' lui e' un padre davvero bravo.non so che fare,mi aiuti a capire.grazie in anticipo per il suo lavoro.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Lucia,
non ho gli strumenti né la possibilità di entrare in dinamiche familiari e personali così complesse. le consiglio di chiedere aiuto ad un/a psicoterapeuta. Dovrà valutare se intraprendere una terapia di coppia o individuale.


Aggiunto: Gennaio 30, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


salve dottore,
con la separazione da mio marito i miei figli sopratutto il piccolino di 3 anni mi sta dando grossi problemi le maestre hanno notato che il bambino e' cambiato spesso diciedi voler fare pipi',la fa' anche a letto.abbiamo fatto gli esami ma non e' risultato niente(forse per fortuna)ma a questo punto mi chiedo da cosa dipende?forse una questione psicologica?cosa posso fare?grazie.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
si certo, è possibile che il figlio risenta dell'allontanamento del padre. La cosa migliore sarebbe che voi due genitori, al di la dei vostri problemi di coppia, manteneste dei momenti in cui state assieme, tutti assieme, non mentendo ma, padre e madre che si prendono cura, “assieme” dei figli. Capisco che a volte possa essere difficile se non impossibile ma, i figli non hanno colpe, né ne devono sentite le difficoltà dei genitori.
Se la situazione dovesse continuare, chieda aiuto ad un neuropsichiatra infantile.


Aggiunto: Gennaio 28, 2013
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buona sera dottore, tra pochi mesi avrò 50 anni e dall inizio dell anno sono caduta in una depressione molto forte.Gia nel 2006 avevo avuto una brutta crisi. Vengo da una storia molto complessa con madre in perenne stato di depressione ,la quale, secondo il mio modesto parere ma anche secondo quello piu" autorevole del suo dottore, non vuole uscire. Io ho avuto diversi problemi abbastanza gravi di salute,di salute di un mio figlio, economici e chi piu" ne ha piu" ne metta. La mia sarebbe una storia molto lunga, ma in breve il mio attuale problema viene dal fatto che non riesco ad accettare di avere 50 anni. Penso che a questa eta" la vita sia finita. Mi sono passati 12 anni e non me ne sono accorta sopraffatta dai problemi.Sono gia" uscita da stati depressivi ma questa volta non vedo soluzione. Non ce la faccio.Mi può aiutare e che ne pensa ( mi sto curando con farmaci da sempre e nonostante questo ci sono ricaduta).

Risposta del Dott.Zambello: Gentile Signora,
la capisco, pensi che io da pochi mesi ho compiuto 60 anni.
Eppure, da almeno 10 ho capito che ogni età ha i suoi vantaggi, gliene do atto, anche qualche dolore. Ci ho messo 60 anni ma ora, mi creda, ho capito che è giusto così. E' troppo faticoso e bello vivere, per rinunciare alla memoria e al vantaggio di anche una sola giornata.


Aggiunto: Gennaio 27, 2013
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Dott. Renzo Zambello
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