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Pseudonimo: marco
Pseudonimo: marco
Domanda allo psicoterapeuta:
buongiorno dottore. mi vengono in mente per la maggior parte brutti ricordi, e faccio delle fantasie molto sgradevoli. grande valore la spontaneità per me, è bello stare con la gente quando sei te stesso. però se spontaneamente da dentro mi arrivano solo ansie... è difficile stare con gli altri, così.
Risposta del Dott.Zambello: Intanto lei non mi dice quanti anni ha. Poi, valuterei bene la possibilità di fermarsi ad ascoltare un po', meglio, il suo inconscio. Forse c'è qualcosa che le vuole dire.
Aggiunto: Gennaio 25, 2013
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Pseudonimo: alessandro
Pseudonimo: alessandro
Domanda allo psicoterapeuta:
buonasera...
quando guardo le persone felici mi sento molto male.invidia, ma è molto viscerale, profondo come sentimento. come se guardando loro vedessi la felicità del mio passato, che adesso non c'è più.
ho ventuno anni, e mi manca la mia ex ragazza da morire.l'ho lasciata io quasi un anno fa.lei per mesi diceva che le mancavo tantissimo mentre io non volevo vederla. un codardo, l'ho lasciata per paura di andare avanti con lei, per la responsabilità che cresceva, anche se la cosa non mi è molto chiara. per mesi non ci ho più pensato, anche se ci sono stato male, per me lei conta molto. adesso lei ha più e meno superato la cosa, poco tempo fa ci siamo rivisti, siamo stati bene insieme. mi sembra che mi abbia dato molto fastidio il fatto che lei stesse smettendo di pensarmi,e anche per questo ho voluto rivederla.le ho chiesto di rimetterci insieme, lei era molto combattuta, ma non vuole, dato anche il fatto che viviamo in diverse città.mi sembra anche che mi associ al fatto di stare male, e che abbia paura comprensibilmente di tornare in quel brutto periodo che ha passato per causa mia.
io sto molto molto male, non sento altro che rabbia,dolore, colpa e rimpianto e una forte gelosia.vorrei riconquistarla ma mi sento sconfitto.sento che non troverò mai più una persona con cui starò così bene.Il responsabile di tutto questo sono io diamine.
lei consiglia a tutti uno psicologo, io ce l ho già, analista come lei. mi manca anche lui anche se lo vedo regolarmente,una o due volte a settimana.uno dei miei desideri più grandi era potere vivere le mie emozioni, e avere il coraggio dei miei sentimenti.eppure a volte penso che preferirei non provare più niente.
"Mi piacerebbe ci fosse qualcuno a cui poter chiedere consiglio.Qualcuno che non mi faccia sentire un cretino per essermi aperto e che proverebbe a spiegarmi tutte le insicurezze che mi tormentano da circa,cosa sono 25 anni.Vorrei che ci fosse qualcuno che potesse spiegarmi perchè non ho assolutamente più alcun desiderio di imparare.Mentre prima avevo così tanta energia e sentivo la necessita di cercare per chilometri e settimane qualunque cosa fosse nuova e diversa.Entusiasmo."
Questo è kurt cobain. Sento lo stesso, ma mi sembra di stare perdendo fiducia. Non ho nè stimoli ne voglia voglia di fare uno stracavolo di niente.solo un pò di pace vorrei.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Alessandro,
forse, anche se un po' esagerata, c'è una certa somiglianza tra quello che lei dice e kurt Cobain. Il geniale e sfortunato cantante soffriva di "dipendenza". I meccanismi che lei descrive rispetto alla sua ex sono meccanismi di "dipendenza". Comunque non sono le etichette che ci aiutano ma, capire, elaborare, superarle dentro e, gliene do atto, è faticoso. Lei però ha un analista che vede una due volte alla settimana, affronti con lui questo "demone".
La smetta poi di "bestemmiare". A vent’anni, poco più, non si può usare espressioni come: "Non ho ne stimoli ne voglia di fare uno stracavolo di niente". Il dolore, le difficoltà non ci possono allontanare dalla realtà e, la realtà é che lei ha davanti a sé una vita.
Aggiunto: Gennaio 23, 2013
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Pseudonimo: Lena
Pseudonimo: Lena
Domanda allo psicoterapeuta:
Gent.mo dott. Zambello,
innanzitutto devo ringraziarla per disponibilità che dimostra a noialtri perfetti sconosciuti. Ultimamente soffro sempre più spesso di ansie immotivate, pensieri che ricorrono ossessivi (ne ne risolve uno e ne compare un altro), e un senso di oppressione al petto. Per ora non sono gravi ma comincio a preoccuparmi. Una delle sue precedenti risposte mi dà molto da pensare (ansia come sintomo di un disagio più profondo).
Ho già fissato un incontro preliminare con uno psicoterapeuta. Perché le scrivo? Perché sento il bisogno di un incoraggiamento. Ho già abbandonato una terapia.
Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Lena,
perché no? Certo che glielo posso dare un incoraggiamento. Lo faccio non per "dovere" ma perché credo, da quel poco che lei scrive, che il suo inconscio "spinga" a trovare una soluzione. Il problema, forse, è che lei vuole tenete tutto sotto controllo. Dice anche a me cosa "devo fare", risponderle e, non sa che forse, la soluzione per il momento non la conosce proprio.
Aggiunto: Gennaio 22, 2013
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Pseudonimo: Luca
Pseudonimo: Luca
Domanda allo psicoterapeuta:
salve. ho letto l'articolo, il secondo quello su gianni. credo anche io che la vergogna non sia il problema fondamentale.piuttosto che è un problema di identità, se si intende che non so quello che voglio, quello che posso avere, cosa mi piace, quale è il mio posto, cosa provo...una base sicura..
poi era interessante quando dice che scoprire l'imbroglio (l'investimento eccessivo del genitore) porta a cocente delusione.ho ventun anni è utile questa informazione?
In realtà quello che sta ancora maturando è un’immagine di sé sufficientemente integrata e adulta per poter comprendere la possibilità di tollerare il senso del limite.
Persone come Gianni sono sofferenti per essere stati sottoposti ad un dominio ed essere state asservite al narcisismo altrui, hanno provato angoscia, depressione, per questo è fondamentale ricostruire e scoprire se stai attraverso una rigenerazione narcisistica, il supporto di un involucro qualificante.
Anche questo mi sembra interessante.
Non so come effettivente si possa andare a creare questa e devo dire che ci ho pensato tantissimo, mi facevo domande sulla quello che succedeva in psicoterapia.Mi faceva stare anche molto male. Il mio analista diceva che non dovevo perchè ' rallentava il processo'.e quindi...?
Risposta del Dott.Zambello: Signor Luca,
non entro, non ne avrei proprio la possibilità, nelle dinamiche di una psicoterapia. Queste le deve risolvere all’interno del rapporto con il suo terapeuta.
Aggiunto: Gennaio 22, 2013
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Pseudonimo: Luca
Pseudonimo: Luca
Domanda allo psicoterapeuta:
salve dottore. ho molti momenti in cui ho paura di impazzire, e in quel momento mi dico sono pazzo, sto impazzendo,ho paura di avere una psicosi, e la mente vaga cercando nelle mie esperienze prove a favore di questa tesi.temo di perdere il controllo, di cadere in pezzi come un bicchiere incrinato.faccio una psicoterapia dinamica da qualche anno. ho paura che questa paura mi sommerga. faccio molta fatica a parlare di queste cose ad aprirmi, ci provo e mi blocco, la gola si chiude e non riesco a parlarne. in più ho come paura di essere scoperto, come di essere visto 'nudo' metaforicamente parlando, e mi vergogno molto sia delle mie paure sia di queste sensazioni. E molto tempo che sono consapevole di questo, e mi dico 'beh allora dovrai parlarne, parlane con il tuo terapeuta' ma non ci riesco,mi viene il panico e l'ansia quando ci provo, ed è sfiancante, quasi da perderci la speranza.Come se questo male con il tempo mi volesse togliere un pezzo di me, poco alla volta.Solo ogni tanto avverto qualche sprazzo di luce, dura poco però..e poi piombo in questo stato, tipo un vuoto molto doloroso.Sento anche di stare cambiando, di essere diverso da quando è cominciata...però....c'è sempre questo però...qualcosa mi sfugge sempre.E' una via crucis,solo che alla fine non si sa se c'è la resurrezione.. so di essere molto drammatico, ma non lo so ho questa vena tragica, lo dice pure il mio psicologo, ma che posso farci, mi viene da parlare così...sembra una recita teatrale la mia ma io non recito, mi sento davvero così. chissà perchè..
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Luca,
non penso proprio che lei stia recitando, penso che questa sia la sua realtà, o per lo meno, quella che lei sente,ora.
Credo di capire a cosa lei si riferisce, non certo nei contenuti, che non la conosco ma nella modalità.
Ho scitto un articolo su questo, se non l'avesse letto
le do il link:
http://www.psicoterapiadinamica.it/2012/04/la-vergogna-in-psicoter apia/
e:
http://www.psicoterapiadinamica.it/2010/08/psicoterapia-%e2%80%9 cil-buco-nero-della-vergogna%e2%80%9d/
Aggiunto: Gennaio 22, 2013
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Pseudonimo: Tiger Man
Pseudonimo: Tiger Man
Domanda allo psicoterapeuta:
Egr. Dott. sulla mia domanda inerente la pedofilia mi ha risposto scrivendo che di base c'è del narcisismo definendo
l'attività sessuale con i bambini come avente lo scopo di "sostenere" una fragile stima di Sé. Mi chiedo: ma il Narciso non ha invece una grande stima di se??tanto è vero che gli altri (persino i bambini nel caso di pedofili) sono inglobati in propria funzione.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Tiger Man,
lei confonde l'aggettivo "narcisista" così come viene comunemente usato nel linguaggio di tutti i giorni che è sinonimo di egoismo, vanità, presunzione con il sostantivo "Il narcisista" in psicologia. Quest’ultimo soffre di un grave disturbo della personalità con le caratteristiche che le descrivevo.
Non sempre, anzi, al primo narcisista, quello del linguaggio comune, corrisponde un disturbo di personalità.
Sulla questione poi della capacità "fagocitante" del narcisista, mi permetto di "glissare", è una questione veramente complessa che proprio non riesco a sintetizzare qui ma, mi creda, coloro che "fagocitano” gli altri, a qualunque livello si trovino, non sono mai dei "forti".
Aggiunto: Gennaio 21, 2013
Domanda allo psicoterapeuta:
Egregio dottore,
da profana le chiedo cosa intende per "liberazione dei nuclei psicotici".
L'ipnosi potrebbe portare alla luce aspetti patologici della personalità?
Risposta del Dott.Zambello: Si, con la differenza di ciò che avviene durante una psicoterapia dove queste parti dicotomizzate, separate,(nuclei psicotici) della personalità, vengono contenute e si aiuta il paziente ad integrarle. Nell'ipnosi, sono lasciate a se stesse mancando gli strumenti terapeutici per elaborarli.
Sia chiaro che parliamo di situazioni generali che prescindono assolutamente lei che non la conosco e, i singoli colleghi ipnotisti che magari sono bravissimi.
Aggiunto: Gennaio 20, 2013
Domanda allo psicoterapeuta:
Egregio dottore,
sono una ragazza di 27 anni,soffro di attacchi di panico.Mi sono documentata su internet e sono finita a vedere su youtube alcune sue interviste,fra le quali una in cui lei dice che l'ipnosi non è utile,anzi sconsigliata nei pazienti affetti da attacchi di panico.Dato che da anni mi sottopongo a psicoterapia tradizionale senza benefici e mi domandavo se l'pnosi potesse essermi utile in alternativa alla psicoterapia,vorrei sapere perchè essa non è indicata in questi casi.
Grazie anticipatamente.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
gli attacchi di panico, secondo la psicodinamica, non sono "la malattia" ma un sintomo di un disagio più profondo. Se ci fossero problemi di personalità, è possibili che l'ipnosi liberi uno o più nuclei psicotici.
Aggiunto: Gennaio 20, 2013
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Pseudonimo: otto
Domanda allo psicoterapeuta:
vorrei dei consigli per aiutare mia filia di 15 anni, che soffre di attacchi d'ansia legati alla scuola (1° anno liceo) è una ragazza che si impegna molto con buoni risultati ma non si accontenta mai, e da qualche mese, ha paura la mattina ad affrontare la scuola, perchè l'ansia la fa stare male. Tutto è cominciato con un voto più basso di quanto lei si aspettava in una materia, ma adesso ad ogni verifica o interrogazione si fa prendere dal panico, non riesce a dormire, piange, e chiede aiuto perchè sta male. Lei si è appoggiata molto a me che la spingo giorno dopo giorno a tenere duro, ad andare a scuola in modo da vincere le sue sfiduce, ma adesso lei mi risponde che è stanca di stare male e non ce la fa più. Grazie confido in un suo aiuto.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
ho l'impressione che si sia verificato "un errore nella trasmissione" tra lei e sua figlia. Il risultato è che sua figlia si sente amata in funzione al suo risultato a scuola. L'unica che che può modificare la falsa percezione di sua figlia è lei.
Chiaramente non è sufficiente dirlo ma, crederci e, trasmetterlo.