Domanda allo psicoterapeuta:
buonasera dottore,
ho dei problemi di erezione,cosa devo fare? sessuologo o psicoterapia?
quanto dura la terapia??
essendoci già stato non mi è servita ah niente......
cosa devo fare
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Giovanni,
non è possibile risponderle non conoscendola. Potrei risponderle da chi la aiuta.
O meglio, dipende da che tipo di disagio ha, come ragiona e come è strutturato dentro di lei. Non c'è una cosa meglio dell'altra.
Aggiunto: Settembre 14, 2012
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Pseudonimo: F
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Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dr. Zambello, sono una ragazza di 22 anni. Ho interrotto a marzo una psicoterapia che durava da un anno e mezzo per mancanza di risultati. Un mese dopo vengo ricoverata in ospedale per disturbi vari e mi viene fatta la diagnosi di sclerosi multipla. Secondo me non è una coincidenza il fatto che sia "scoppiata" dopo la fine della psicoterapia, in più è da sempre che faccio una vita stressante. Inutile dirle che sono a pezzi, ho persino meditato di vivere un anno facendo tutto quello che vorrei fare prima di morire e poi suicidarmi. Sono distrutta al pensiero del futuro. Oggi per esempio sono stata a letto tutto il giorno: ho constatato amaramente che non ho più voglia di vivere. Mi sento fregata dalla vita. Navigando in Internet sono venuta a conoscenza del dottor Hamer che ipotizza che dietro ogni malattia vi siano conflitti psicologici. Le vorrei chiedere cosa ne pensa. Ha avuto esperienza con persone malate di sclerosi multipla?Io ritengo che il mio stato psicologico abbia avuto un ruolo chiave nel farmi ammalare e quindi sarei interessata ad approfondire il discorso Hamer. Conosce il recapito di qualche medico hameriano?La prego mi dia un consiglio.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma signorina,
ho conosciuto tante persone con la sclerosi e, al di la del fatto che sostanzialmente non hanno cambiato qualità della loro vita, mai una volta ho pensato che erano "responsabili" della malattia cle gli aveva colpiti.
Mi sembra un po' medioevale questa relazione sofferenza fisica con responsabilità, nel medioevo morale, ora psicologica.
Lasci perdere. Concentri la sua attenzione nel curarsi e programmando la sua vita. Ha solo 23 anni e davanti a sé ha ancora oltre 70 anni. Mi sembra aver capito che ha delle tensioni psicologiche non risolte, chieda aiuto, indipendentemente dalla sclerosi.
Aggiunto: Settembre 14, 2012
Domanda allo psicoterapeuta:
salve dottore sono un uomo di 37 anni sposato con due figli
da circa un anno ho problema di deficit erettivo per lo piu oltre ad avere una scarsa sensibilita al pene e erezione alternata,ho assenza di desiderio,non ho stimoli anche vedendo un film piu spinto,ho eseguito esami ormonali tutto ok.da premettere che sono un po ansioso ho la mente che pensa a tante cose contemporaneamente,la mia mente non e' libera dormo poco,per questo tempo fa sono stato da uno psichiatra il quale mi prescrisse alprazig di mattina e citalopram di sera ma ho per coincidenza ho iniziato ad avere questi problemi dopo aver assunto questi farmaci.tali farmaci li ho sospesi da circa 10 mesi ma nessun miglioria.lei dottore cosa mi consiglia di fare grazie
Risposta del Dott.Zambello: gent.mo Massimiliano,
vada da altri medici e non perda la fiducia. Mi creda, lo dico con esperienza professionale, il suo problema é risolvibile ma deve farsi seguire da uno psichiatra e da un andrologo.
Aggiunto: Settembre 14, 2012
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Pseudonimo: Vere
Pseudonimo: Vere
Domanda allo psicoterapeuta:
Buonasera
so che tutto si gioca nel rapporto paziente -terapeuta, e che è fondamentale che il paziente sia sincero e manifesti i suoi stati d'animo. io ho proprio voglia di dirne quattro e anche otto al mio terapeuta, perché mi irrita molto con i suoi atteggiamenti; il fatto che mi senta frenata dipende secondo lei dalla mia educazione (è pur sempre un estraneo) oppure è colpa delle resistenze? vorrei sapere se, esclusi ovviamente gli insulti, posso sfogarmi con lui come farei con una persona della mia vita "reale". magari ci ci sta portando astutamente lui (potrebbe essere?). grazie e mi scusi per la mia petulanza, ma sento di essere arrivata a un punto morto della terapia.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
lei gliene può dire anche sedici, non cambia la sostanza. Il terapeuta dovrebbe cogliere il suo sfogo come una segno di una reale difficoltà a realizzare un rapporto.
Spero, credo che lui non ne farà una questione personale.
Aggiunto: Settembre 12, 2012
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Pseudonimo: figlia maggiore
Pseudonimo: figlia maggiore
Domanda allo psicoterapeuta:
Perchè a una mamma (47 anni) di un ragazzino di 11 anni sofferente di tic nervosi e moglie di un uomo che la insulta quotidianamente, viene consigliato dal suo psicologo 1. di portare in seduta la propria mamma (76 anni) 2. di andare tutte le sere ad abbracciarla
La mamma in questione ha 76 anni, ha subito nella vita vari traumi, asportazione del seno, marito accanito giocatore che a un certo punto ha un ictus, il figlio maschio che segue le orme del padre giocandosi quasi tutto uno stipendio da operaio via internet.
La figlia maggiore si sta separando dal marito e sta facendo di tutto per tranquillizzarla, ma il tutto è stato reso vano da quando la figlia minore ha voluto coinvolgerla nella sua terapia. Così continua a piangere con la figlia maggiore chiedendo quale possa essere stato il suo errore per i fallimenti dei propri figli.
E alla figlia maggiore non solo resta che persistere nel tranquillizzare la propria mamma, ma anche se stessa.
A questo punto la domanda obbligatoria è: come è possibile che un psicoterapeuta possa consigliare di devastare ulteriormente l'animo di una donna di 76 anni?
Grazie, cordialmente
La figlia maggiore
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
l'idea di "psicoterapia", secondo la scuola psicodinamica, esclude ogni intervento al di fuori del setting, cioè paziente-terapeuta. Molti psicologi e psicoterapeuti lavorano diversamente. Quando si sceglie di lavorare con uno psicoterapeuta bisognerebbe informarsi ed essere coscienti del suo metodo.
Aggiunto: Settembre 10, 2012
Domanda allo psicoterapeuta:
Salve Dr. Zambello.
Mi porto dietro una situazione di disagio che perdura da molti anni e che solo recentemente ho cominciato a capire. Cerchero' di esprimerla in modo sintetico. Forse, Lei potrebbe aiutarmi a sentirmi meglio. Tutto ha avuto origine dall'idea che mi ero fatto di me stesso di essere inadeguato, indegno di avere dalla vita gratificazioni. Oggi ho 55 anni, ho moglie, figli e conduco una vita, in apparenza ordinaria, ma in effetti che non mi soddisfa.
Colloco a quando avevo 25 anni un episodio importante della mia vita, che pero' io non seppi o volli condurre a mio vantaggio. Conobbi una ragazza. Mi piaceva molto e ci frequentammo per molto tempo. Ma io, per quel mio senso di inadeguatezza che avevo, mi comportai in maniera contraria ai miei desideri. Non le confessai mai che la amavo.
Eppure, avremmo potuto stare bene insieme. In quel periodo della mia vita, ero come frenato nel mio modo di vivere. Quando mi resi conto di questo, ormai era troppo tardi.
Ho poi seguito una strada diversa, ma non era veramente quello che desideravo.
Oggi penso continuamente al passato, a quello che avrei potuto fare e non ho fatto per una stupida idea che mi ero messo in testa. Oggi non sono contento della mia vita.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Augusto,
a 55 anni non si può continuare a chiedersi come sarebbe stata la sua vita, se. Non lo sa, non lo saprà mai. Nel frattempo ottiene un'altro risultato: continua a "non vivere", sospendere, rimandare.
Ha ancora tempo. Chieda aiuto ad uno psicoterapeuta. Nel suo caso non ho dubbi a suggerirle una terapia junghiana.
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Aggiunto: Settembre 10, 2012
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Pseudonimo: giovanni
Pseudonimo: giovanni
Domanda allo psicoterapeuta:
salve, sono un ragazzo di 24 anni, ho avuto un abuso sessuale da piccolo, avevo circa 6 o 7 anni, non sono stato violentato ma quasi..sono stato ovviamente un ragazzino insicuro ma coscientemente non mi pesa più questa cosa, solo che la mia insicurezza mi porta a non vivermi le cose che i ragazzi fanno, tipo le ragazze..però 3 decido di intraprendere una relazione con una ragazza ma dentro di me non sentivo nulla, io scambiai questo per un semplice "forse non mi piace", successivamente ho incominciato ad avere un ansia strana..poi si trasformò in panico, paura di aver paura, paura di tutto, sentivo un rifiuto per lei impressionante, troppa paura ..ho vissuto convinto che dovevo trovare la ragazza giusta o le cose che mi piacessero ma mi accorgo che sono succube completamente di questo stato, non avevo nessun impulso emotivo, vivevo di pensieri e paure, di finte sicurezze, senso di distacco dalla realtà..dopo tre anni a combattere succede che improvvisamente con una ragazza riesco a sentire qualcosa, e sento come un aprirsi lo stomaco e la mente, mi sentivo anche stupido per aver sofferto per nulla, tutto quello che vivevo era una farsa, una sorta di sicurezza, però assurdamente invece di agire ho pensato troppo e piano piano sono tornato nella mia "mente", però decisi di fare un passo con la ragazza, e di nuovo ho rivissuto l'inferno di 3 anni fa, non posso vederla, sento la la testa scoppiare se provo ad avvicinarmi a lei, ma come intenzione celebrale parlo, panico ecc..adesso io sono cosciente di quello che sono veramente, della libertà di vivere, ma non riesco a visualizzarla, non ho impulsi emotivi, anzi mi sembra che io abbia deciso di stare in questa situazione, e le cose positive sono una minaccia, ho paura della realtà, paura di vedermi normale, ma a livello che mi si spappola il cervello, più passa il tempo e più vado indietro, mi sono distaccato, non partecipo con me stesso diciamo, come se non volessi accettare o affrontare la realtà o qualcosa, ma dentro di me, e abbia creato questa farsa, che mi da sicurezza ma so perfettamente che non sono io, come un drogato insomma..ora mi sento sempre strani formicolii in testa soprattutto quando il pensiero della realtà si presenta..la mia domanda è: ci può essere anche la possibilità di una disfunzione endocrina tipo? oltre al problema psicologico intendo.. se si può fare anche qualche esame insomma, perchè sento strani mal di testa, ..ora l'ansia e il panico sono una sciocchezza per me ormai, li conosco bene, mi accorgo che sono solo la conseguenza di qualcosa che non riesco ad affrontare o accettare dentro di me, solo che non la individuo, anzi sembra che non ci possa nemmeno entrare in questo "qualcosa", appena ci provo sento strizzarmi il cervello e chiudere lo stomaco, sarà che ho preso un altro colpo di paura e mi sono chiuso a livelli bestiali.... so di non essere stato molto chiaro ma grazie lo stesso per una eventuale risposta!!
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Giovanni,
credo di aver capito. Lei si pone due problemi: ho subito un trauma, questo mi ha portato ad avere rapporti difficili soprattutto con le donne fino ad una certa età, poi mi sembrava di averlo superato ma, si ripresentato e non so neanche bene come sia strutturato dentro. Quali siano le dinamiche vere e, si chiede, non è che magari ho qualche disfunzione fisica?
Premesso che io so solo quello che lei mi ha scritto, escluderei la possibilità di problemi ormonali ma, la può sempre facilmente controllare. E' invece più comprensibile il suo comportamento psicologico alla luce del trauma. Sappiamo che questo si instaura in antiche strutture celebrali quali l'amigdala e la risposta all'esposizione "pericolosa" segue vie che nulla hanno a che vedere con il pensiero e tanto meno la volontà. Per esperienza clinica ma anche per ciò che viene pubblicato, la via possibile è quella psicoterapeutica. Per quello che capisco io, meglio psicodinamica.
Lei ha ragione quando dice che forse ha lasciato passare un po' troppo tempo, ma lei è giovanissimo ed ha tutte le possibilità per uscirne e vivere libero.
Aggiunto: Settembre 9, 2012
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Pseudonimo: Jelly
Pseudonimo: Jelly
Domanda allo psicoterapeuta:
Buonasera,
su indicazione di mio fratello, le ripropongo la domanda che le avevo fatto qualche giorno fa nel caso non le sia arrivata.
Mio figlio di quasi 9 anni ha mostrato negli ultimi mesi una certa fragilità emotiva a casa, a scuola e nella attività sportiva anche se in modo diverso. In famiglia abbiamo notato soprattutto la sua ipersensibilità nel rapporto con il fratello di 12 anni e una certa alternanza di momenti di pessimismo ad altri di sovraeccitazione senza controllo (urla e ha comportamenti esibizionisti). A scuola le maestre che lo conoscono da anni hanno osservato nelgi ultimi mesi la stessa mancanza di equilibrio emotivo notata a casa oltre ad alcuni comportamenti di sfida; sono rimaste anche colpite da alcune storie drammatiche che ha scritto a scuola in cui la conclusione tragica è spesso causata da un 'errore' del protagonista (è chiaro il riferimento a se stesso anche se le situazioni non sono reali). Nella attività sportiva ha manifestato molta difficoltà nell'accettare le sconfitte della sua squadra. Ha una certa riluttanza a sottoporsi alla competizione anticipando la propria reazione esagerata in caso di sconfitta('poi urlo e mi dispero e non va bene'). Vorrei precisare che sia a scuola sia nello sport il rendimento è brillante; anche la vita sociale è normale e ha un buon rapporto con gli amici. In occasione dell'estate uno degli amici (di un anno e mezzo più grande) ha condiviso con noi una vacanza e si sono verificate le stesse dinamicbe osservate in famiglia con reazioni da persona 'ferita' a provocazioni che sembravano nella norma. Al contrario in una vacanza con zii, papà e cugino piccolo ha avuto un comportamento esemplare. Alla fine dell'anno scolastico la scuola ci ha consigliato di farlo seguire e ci ha indicato il nome di un suo collega psicoterapeuta junghiano. Mi domando se lei ritiene che questo approccio sia indicato nel caso di mio figlio.
grazie
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
è possibile che suo figlio inizi a fare i conti con i primi turbamenti edipici. L'incertezza ma la voglia di "vincere", di essere il primo e conseguenti paure. Certo, un aiuto psicoterapeutico lo aiuterebbe sicuramente, ad una condizione che il terapeuta abbia una formazione specifica per l’età evolutiva.
Personalmente non penso sia importante la formazione junghiana ma che sia un analista e formato per lavorare con i giovani.
Se vuole lei può vedere tra gli indirizzi dell'AIPA o della SPI:
http://www.aipa.info/
http://win.spiweb.it/soci_sito/soci.asp
P urtroppo i colleghi della SPI non hanno indicato la loro formazione, bisognerà eventualmente chiederlo via e mail
Aggiunto: Settembre 8, 2012
Domanda allo psicoterapeuta:
Salve, vorrei chiedere cosa ho e come fare a curarmi, ho il terrore di addormentarmi da quando avevo 9 anni in corrispondenza alla nascita di mio fratello, il fatto che interrompo la veglia e non sono più cosciente mi costringe a non dormire anche se sono morta di sonno. Quando ero più piccola a volte avevo attacchi di ansia credo..pianto, tristezza, palpitazione forte, respiro affannoso, tremolio, frequenza di andare a urinare. Ora ho 20 anni e Per un anno ho vissuto fuori casa lontano dalla mia famiglia, avevo una coinquilina con cui dividere la stanza e il problema non si è presentato che una sola volta.eRO TALMENTE STANCA CHE NON VEDEVO L'ORA DI STACCARE LA SPINA MA Ora sono tornata di nuovo a casa e il problema si è ripresentato. persino 2 giorni fuori col mio ragazzo non mi hanno tolto questo terrore. Che sia l'ambiente familiare a rendermi cosi problematica? cosa devo fare e se si ripresentasse anche quando tornerò a vivere fuori?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signorina,
lei racconta una sintomatologia caratterizzata da elementi di ansia, quasi panico con fantasie di tipo ipocondriaco. Tutto questo si focalizza nella difficoltà ad addormentarsi. E' evidente, credo, anche a lei che l'insonnia è l'ultimo sintomo di un disagio che sta a monte. Focalizzarsi, combattere l'insonnia, sarebbe veramente come curare la febbre senza saperne la causa.
Che può fare? Quello che si fa , con buon senso quando si presenta qualsiasi tipo di disturbo. Se questo è invalidante lo si affronta a monte, non a valle, se è solo un po' fastidioso, si sopporta magari sedando un po' i sintomi.
Aggiunto: Settembre 8, 2012
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Pseudonimo: F
Domanda allo psicoterapeuta:
Grazie dottore per la sua risposta. A prescindere dalla mia sclerosi multipla, che tipo di psicoterapia mi consiglierebbe?
Risposta del Dott.Zambello: Una psicoterapia psicodinamica, meglio una psicoanalisi.