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Domanda allo psicoterapeuta:


Cos'e' necessario fare per cercare di guarire da una crisi nevrotica causata dal tipo di mansione che si svolge sul posto di lavoro.La cosidetta situazione di "bourn-out"?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo jim,
la sua domanda è retorica, ha in sé già la risposta: cambiare lavoro e mansione. Mi dirà che oggi non è possibile. Beh! allora è anche inutile porsi la domanda.


Aggiunto: Giugno 5, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile Dottor Zambello, ho 45 anni e, oltre al fatto che, nonostante il mio carattere aperto e cordiale, mi ritrovo sempre sola e depressa (motivo per cui sono sotto cura farmaceutica), mi capita ultimamente di sentirmi attratta solo da uomini "impegnati" e che sono molto più grandi di me.Per me mio padre non è mai stato un esempio "positivo", ma caso mai il contrario, quindi mi spiego questa mia tendenza col fatto che, avendo in genere paura delle relazioni, sia disposta verso situazioni che NON mi legano. Ma, pur rendendomi conto di cio', la mia tendenza non cambia...Come fare per uscire da questo circolo vizioso? La ringrazio in anticipo.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Reiko
mi sembra abbia coscienza che "il suo programma" è quello di non avere rapporti solidi. Ci riesce. Perchè lo fa, quali sono le motivazioni, paure di fondo? Non lo so proprio. Solo una terapia dinamica lo potrebbe aiutare.


Aggiunto: Giugno 5, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno carissimo Dottore,
Leggo spesso le Sue risposte e l'ammiro tanto per il tempo che,gratuitamente, dedica al popolo di internet. Le scrivo per un motivo forse un po' diverso dagli altri ma spero che riuscirà ugualmente a consigliarmi.
Mio figlio, 18 mesi, ha da poco iniziato ad avere il terrore delle mosche. Non e'p semplice paura ma vero terrore. La prima volta un paio di settimane fa. Una mosca gli e'p volata davanti e lui ha iniziato a piangere, urlare e disperarsi per almeno mezz'ora fin quando e'crollato addormentato. Pensavo si fosse trattato di un episodio sporadico..forse la Mosca gli era passata davanti inaspettatamente...invece no.
Oggi la scena si e'ripetuta. C'era una Mosca e nel momento in cui l ho visto un po' allarmato gli ho spiegato che una Mosca e'piccolina e carina e e'simile a una farfallina (quelle gli piacciono molto). Lui cercava di sorridere anche se si vedeva che era molto teso. Ad un tratto quando ha visto che la Mosca svolazzava di qua e di la e'p stato preso da un altra crisi di pianto e di puro panico. Nonostante cercassi di tranquillizzarlo parlandogli con calma e abbracciandolo non c' e'p stato verso. Ha passato circa due ore attaccato a me ogni secondo.
Da dove puo derivare questa paura che nessuno di noi ha e soprattutto, passera'? E'normale in bimbi cosi piccoli?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
si è normale: una mosca lo ha spaventato. Come? Non lo so, potrebbe essere in ogni modo. Una mosca che gli si appoggia sul naso, gli ruota vicino all'orecchio e mille altre situazioni. Lui che per prendere una mosca, cadde e si fa male e associa il male alla mosca etc.
Bisogna aspettare, aiutarlo con voi vicino ad avvicinarsi alle mosche ma poi, sottrarlo. Farlo piano, piano. Desensibilizzarlo alla paura.
Cercare di razionalizzare, serve a niente.


Aggiunto: Giugno 4, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Ma i Greci erano in grado di sopportare il dolore. Il Greco regge il dolore perché è nella sua etica sapersi governare nella sofferenza. Forse perché praticavano la filosofia. Sapevano che dovevano in un certo qual modo attribuire un senso alle cose che se senza senso diventano ingestibili. Oggi alle prime folate d'aria non ci reggiamo più bene sulle nostre gambe e appunto chiediamo aiuto anche agli psicologi. Non sono contro la psicologia o la psicoanalisi, ma secondo me non tutti gli psicologi possono fare questa professione, a volte ne vedo alcuni, amici o in qualche corso, si danno delle arie ma sostanza nulla. Non mi ispirano non gli racconterei neanche che mi è morto il gatto e perché poi dovrei, mi sembrano vuoti, ben vestiti con il loro titolo di psicologo ma appunto non mi ispirerebbero non sanno andare oltre.Ma ovviamente in tutte le professioni è così. Credo che un buon psicologo dovrebbe essere almeno un buon filosofo o avere un'anima filosofica e profonda. Invece molti mi sembrano belli che superficiali. E io non lo so credo che abbiamo perso la capacità di reggere il dolore. D'altronde una vita felice al 100% mi corregga se sbaglio è un'utopia. Nella vita arriverà per forza qualche dura prova qualche batosta. Non dico i nostri padri ma i nostri nonni lo sapevano bene e io ho 30 anni e quindi parlo per la mia generazione. Certo che fortuna avere il ricordo di un uomo nato nel 1913 che viveva ogni evento della vita reggendosi sulle proprie gambe.O forse avevano macchine mentali che li tutelavano dal vuoto dal non/senso. E gli adolescenti di oggi nei loro vestiti alla moda nella loro felicità che ostentano nella superficialità delle loro vite un po stupide in cui il regista è purtroppo il mercato mi sembrano quelli più a rischio, insomma per adesso sembrano avere tutto quello che vogliono perché mamma e papà comprano tutto. Ma la vita vera non è questa e prima o poi dovranno svegliarsi e vivere nella realtà che ahimé è anche molto dura. E quindi io ho smesso di cercare di fuggire o di risolvere il dolore,e quello che mi chiedo a volte è se ho intrapreso la strada giusta se è un modo giusto di trattare con la sofferenza o se questa vada elaborata di modo che quel dolore particolare si metta nel cassetto del passato e non dia più fastidio al presente. Una volta avrei cercato un qualcosa per stare meglio, ovviamente sono dolori psichici non fisici, magari un corso di questo o di quello una teoria orientale o un santone o uno di quei buffoni su internet che ti vendono i libro con strategie di marketing dicendoti tante belle frasi che sì sollevano il morale un giorno ma poi alla fine hai riversato nel libro proiezioni di guarigione irreali. E quindi ora non è che sono passivo di fronte al dolore, ovviamente come uomo ho cercato un senso, fortunati gli animali che possono vivere senza senso del mondo. E allora l' ho trovato nella cultura filosofica greca che non ci inganna forse come quella cristiana ma che tratta l' uomo da uomo senza speranze ultraterrene e quant'altro. I greci chiamavano l'uomo mortale. E allora mi astegno dal lamentarmi, né lo reggo in modo eroico perché see, sono solo un uomo non un Dio o un eroe,e quindi niente è parte della vita della pasta di cui è fatto l'uomo. Però chissà cosa avrebbe detto Jung.

Risposta del Dott.Zambello: Jung proponeva l'idea del "crogiuolo" come via alla individuazione. Mi sa che il crogiuolo é un aggeggio non proprio indolore. D'altra parte io non farei l'esaltazione del stoicismo che può diventare atarassia, mancanza di passione, ma della necessità di elaborare, capire il proprio dolore. La via che poi uno sceglie è strettamente personale. Non sia troppo severo rispetto a quei "belloni" vuoti degli psicologi. Che ne sa lei dei loro percorsi mentali?
Non generalizzi neanche troppo sui greci antichi, anche loro avevano il dio Algos era il dio dei dolori e figlio della Discordia, a sua volta generatrice della Notte.


Aggiunto: Giugno 3, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gent.mo dott. Zambello,
lei crede esista l'anima gemella?
La ringrazio e la saluto cordialmente

Risposta del Dott.Zambello: Spero di no.
Se per anima gemella si intende qualcuna/o che si rapporti "perfettamente" con l'altro/a, significherebbe che non si creerebbe il diverso, il nuovo, il non conosciuto ma soprattutto il potenzialmente creativo.


Aggiunto: Giugno 3, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


buonasera dottore, non so esattamente neanche io cosa voglio chiederle(cominciamo bene),però spesso mi capita di leggere questo guestbook e mi è venuta voglia di interagire. Apprezzo quello che fa, permette a molte persone di avere un riscontro credo...mi sento molto insoddisfatto della mia vita, ho avuto diversi problemi che non sto qui a raccontare, tra l altro sono da due anni e mezzo in analisi ....Vabbè ma qui divago.in certi momenti porto tutto me stesso nel futuro e mi appoggio a un immagine di me stesso migliore,cresciuto, un 'pò più felice', capace di gestire le 'cose della vita'.E' un ancora che a volte mi permette di andare avanti, a volte la giudico come una possibile scusa per non impegnarsi.Secondo lei questo pensiero è un illusione?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signore,
perchè non lo chiede al suo analista che la conosce?


Aggiunto: Giugno 3, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


Va.bene. non la disturbo piu ma. Secondo lei allora sono io che non voglio guarire? Allora non guariro mai nemmeno se e una cosa non conscia con in lavoro di analisi?grazie buon lavoro

Aggiunto: Giugno 2, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


E lei pensa che il mio preconscio sia apposto se nemmeno non c e una parte dell io Che si accorge di quelloche sta succedendo? All inizio me ne accorgevo male di quello che succedeva dei comportamenti miei e degli altri poisi e' staccato qualcosa come dalla mente e non si e 'accorta piu niente la mente secondo lri perché? Le ossessioni erano tante non c era verso fermarle e capirle e ls mente ha perso la parte cognitiva perché non mi crede Che anche parlando non c e 'nessuno presente che si accorge do farlo e di Vodafone dice la mia voce?

Risposta del Dott.Zambello: Le credo e credo che lei ci creda ma, questo non significa che sia vero.
Ora però devo interrompere qui il nostro colloquio. Questo non è il posto per fare terapia ma, so bene che a lei non importa molto, tanto, non mi ha neanche sentito.


Aggiunto: Giugno 2, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


salve e la prima volta che consulto un dottore on line spero in una risposta e spero di esprimermi al meglio possibile.dopo una dipendenza da droghe ho fatto il mio ciclo di metadone poi di suboxone finito tutto ho 40 ne son passati na 20 anche se non di seguito x completare tutto il ciclo dal usare stupefacenti e 10 anni circa tra metadone e suboxone,dico subito che dalla droga si puo uscire,altrettanto dal suboxone.....non e facile ma con la buona volonta' ci si riesce.detto cio' non so' perche sono entrato in una fase di depressione,non mi andava di fare niente non coltivavo piu' i miei hobby ect. non ho avuto pensieri suicidari seri,qualche volte mi e' passato x la mente ma mi passava subito.a questo punto ilmio problema e prettamente medicinale.grazie a dio ho gente che mi sta dietro sul serio dal sert. almedico di base fino allo psichiatra......spiego quello che mi sta succedendo:prendo al mattino una compressa di bupropione da 150 mg, e dopo pasto una compressa di xeristar da 30 mg(siccome gli antidepressivi sappiamo che all'inizio non sono facili il sert mi ha lasciato a 30 mg) al mattino tutto okla mia vita ha ripreso le sue funzioni ma quando arriva il pomeriggio che prendo la compressa di xeristar fino a sera mi viene fuori la stanchezza e le cose varie che non mi fanno vivere piu' la mia vita appieno.......(bevo un paio di bicchierio di vino a pasto niente di che...)allora mi chiedo sara' lo xeristar sara quel poco di metadone ma lo prendo al mattino subito dopo al bupropione,sta di fatto che ognuno mki da una risposta diversa.vorrei sapere un parere esterno dato che a volte c'è questa specie di lotta tra chi mi segue e mi vuole bene,ma che ognuno dice la sua,gradirei cosa ne pensa lei a proposito,e dire ai tanti ragazzi che si puo uscire dalla droga,a me è capitata sta' depressione me non so' se' è colpa della droga dato che ho smesso di mia volonta'senza costrizioni x cui non penso dipende da lei...forse dal fatto chimico del cervello,datto che dopo anni magari e venuto a mancare qualcosa....ho gia' detto tanto GRAZIE aspetto una vostra opinione,e grazie x quello che fate perche' internet se usato bene e una cosa buona...poi gratise OK! CIAO E GRAZIE!

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Pierre
non ho né competenze specifiche né personali per aggiungere un mio parere a quelli già espressi. Una cosa so di certo che, indipendentemente da dove uno "viene", qualunque sia stata la schiavitù, la libertà è una conquista che passa attraverso il deserto, la depressione. Auguri, mi associo al suo messaggio di speranza per tanti giovani


Aggiunto: Giugno 1, 2012
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Domanda allo psicoterapeuta:


sono 10 anni che prendo laroxil ultimamente il mio carattere ha subito dei cambiamenti forse dipende dall ansiolitico? e possibile che dopo molti anni il farmaco puo modificare il comportamento?la ringrazio cordialmente se mi da una risposta

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Victor,
credo che il suo carattere non dipenda proprio dal farmaco ma, sono certo che dopo anni quel faemaco non serva.


Aggiunto: Giugno 1, 2012
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