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Pseudonimo: Cassandra
Pseudonimo: Cassandra
Domanda allo psicoterapeuta:
Beh, è esattamente quello che dico anch'io agli altri e proprio per questo motivo vengo spesso osteggiato e anzi mi dicono che la psicoanalisi è per i falliti e gli ingenui ecc. Purtroppo non conosco altre persone che condividano queste idee, comunque anche l'analista da cui sono andato per anni mi ha solo fatto parlare della mia vita personale, come farebbe qualunque amico, non si interessava alle mie letture o a queste considerazioni o non ci dava molto peso.
Risposta del Dott.Zambello: Non sono in grado di dare alcuna valutazione al lavoro che lei ha fatto con il suo analista.
Le auguro una buona giornata.
Aggiunto: Giugno 10, 2016
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Pseudonimo: Cassandra
Pseudonimo: Cassandra
Domanda allo psicoterapeuta:
Buonasera dottore
Ho un quesito da sottoporle. Spesso mi sento dire che sarei una persona "cattiva" perché non ho peli sulla lingua e non amo le ipocrisie. Amo cioè dire la verità perché penso che le bugie non aiutino, anzi. Tra l'altro da pessimista spesso intuisco cose che poi si realizzano, ma questa è un'amara soddisfazione. Ho fatto anche un lunga analisi ma le cose non sono migliorate affatto. Temo che le persone come me vivano proprio male al giorno d'oggi è forse anche in passato, e a niente serve essere gentile. La verità fa comunque male e se uno la dice è accusato di essere cattivo. Se non vedessi le cose, ma le vedo! Non so proprio come fare, lei ha qualche suggerim ti? Grazie in ogni caso
Risposta del Dott.Zambello: No, suggerimenti no.
L'unica cosa che le posso dire con una certa tranquillità è che lei si sbaglia. La verità non esiste. Ciò che lei vede e dichiara è solo una parte, piccolissima della realtà. Dietro a quella si nasconde un mondo, a volte parallelo a volte antitetico. E, anche quella è verità.
Lei dice di aver fatto una lunga analisi, avrà sicuramente avuto consapevolezza dell'inconscio, personale, collettivo. Cos'è l'inconscio se non "una verità nascosta e spesso diversa da quello che conoscevamo". Questo vale per noi ma, vale anche per gli altri. Sono i bambini, le persone semplici che pretendono e vogliono la verità, Socrate, il sapiente, era tale perché sapeva di non sapere, di non conoscere la verità.
Aggiunto: Giugno 9, 2016
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Pseudonimo: giorgio
Pseudonimo: giorgio
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dottore, e' da tempo che sto male, mi sento triste, depresso, demotivato e stanco. Ho deciso di farmi vedere da uno psichiatra, il mio medico sostiene che potrei soffrire di depressione. Vivo a Roma e non so proprio a chi poter chiedere consiglio su un bravo professionista in questo campo, visto che ce ne sono tantissimi e io non conosco nessuno.
Potrebbe darmi una dritta su un bravo/a psichiatra romano?
Grazie, buon lavoro.
Giorgio
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Giorgio,
non ho capito se lei cerca uno Psichiatra o uno Psicoanalista. Non è una questione di titoli ma di terapia che le verrà poi proposta. Lo Psichiatra cura con le medicine, lo Psicoanalista con la "parola".
In ogni caso io le posso dare indicazioni solo per la seconda opzione: Psicoanalisti.
le consiglio di vedere negli elenchi dell'AIPA, sono tutte persone medici o psicologi formati.
http://www.aipa.info/aipa.php?action=search_regione®ione=7
Potrebbe scegliere tra i soci Ordinari o uno che ha funzioni didattiche
Aggiunto: Giugno 6, 2016
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Pseudonimo: Sisifo
Pseudonimo: Sisifo
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dott. Zambello,
nel momento in cui le scrivo dovrei essere in seduta.
Ma il mio terapeuta ieri pomeriggio ha deciso di rinviarla dato che un altro suo paziente è libero solo nell'orario del mio appuntamento.
Se proprio ha ritenuto opportuno rimandare poteva benissimo farlo senza darmi alcuna spiegazione, come fa di solito (non è stato nemmeno furbo).
Insomma, invece di parlare con lui scrivo a lei, anche se non può servire più di tanto.
Risposta del Dott.Zambello: Poi, se vuole, lo dice anche a lui.
Aggiunto: Maggio 18, 2016
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Pseudonimo: PARERE MATRIMONIO
Pseudonimo: PARERE MATRIMONIO
Domanda allo psicoterapeuta:
gentile dottore ,
sono un uomo di 30 anni e mi sento anormale dagli altri. o meglio penso di essere assolutamente normale e razionale come persona soltanto che oggi sono immerso in un mondo regnato dal caos. vi spiego meglio: in quest’ultimo anno sono andato a diversi matrimoni di conoscenti, parenti e amici. io penso una cosa che è anche scritto nella bibbia: quando un uomo, e questo vale anche per la donna, si sposa deve fare famiglia propria, staccarsi dalla propria famiglia di origine per crearne una sua anche se ovviamente il vincolo affettivo con la propria famiglia di origine rimane. eppure vedo coppie che si sposano e ogni giorno stanno da mamma e papa’ oppure coppie dove si sposano e lei sta dalla mamma e lui buttato fuori da un bar come un eterno ragazzino. non capisco. ma l’ultima cosa che mi ha colpito e’ quanto segue. mi è capitato di andare a un matrimonio di amici e questi sapete cosa hanno fatto: gli sposi hanno deciso di non fare il viaggio di nozze da soli ma di rimandare tutto a quest’estate per farlo con una comitiva di amici. un’altra coppia di sposi non ha fatto il viaggio di nozze perché sempre questa estate vorranno farlo con i rispettivi fratelli e sorelle a seguito. ma secondo lei tutto questo è normale? non si deve creare anche un intimità nella coppia? Il viaggio di nozze non è anche una sorta di test dove ormai due anime che finora hanno vissuto soli si uniscono e cominciano a conoscersi nell’insieme e a volersi divertire da soli? tutti i casi che vi riporto sono casi in cui i nuovi coniugi non hanno fatto convivenza prima del matrimonio e quindi a maggior ragione dovrebbero essere felici di stare soli soletti. boh aspetto un vostro parere!
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signore,
leggendo la sua lettera così "bibblicamente" giusta mi è venuto un dubbio: non è che questo signore è invidioso dei suoi amici e vorrebbe sposarsi anche lui?
Mi perdoni, non la conosco.
Però, ritornando a quello che lei dice, ha ragione. I legami tra famiglia e figli sono sempre più fluidi e sempre più vischiosi. I giovani fanno fatica a diventare adulti e i genitori fanno sempre più fatica prima a sentirsi genitori, soprattutto padri e poi a riconoscere il figlio come "indipendente" da sé.
Detto questo, non bisogna però tranciare mai dei giudizi sugli altri. Ognuno ha il suo percorso, segue la sua strada.
Si ricordi vale il detto del popolo, alias di Dio, "Tra moglie e marito non mettere il dito".
Aggiunto: Maggio 1, 2016
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Pseudonimo: ANDREA
Pseudonimo: ANDREA
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dottore,
cosa rispondere, ad un colloquio di lavoro, alla domanda perchè non si è laureato in tempo?
Mi sono laureato fuori corso per problemi familiari, ma a volte se uno lo dice non sa mai la reazione della controparte.
Cosa consigliate di dire?
Risposta del Dott.Zambello: La verità.
conviene sempre essere se stessi, si prova meno ansia e si è più credibili.
Aggiunto: Aprile 23, 2016
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno,
ho un relazione da qualche mese con un ragazzo più giovane di me, senegalese io sono italiana. Queste differenze mi fanno pensare a volte che non è' semplice
la relazione ma poiché' mi piace molto ho comunque deciso di continuarla. Ho però dei dubbi circa alcuni comportamenti di questa persiana, che inizalmante mi ha corteggiata con estrema attenzione, poi è diventato più' chiuso, spesso decide lui cosa si fa, dove si va, se rimane a casa mia oppure torna a casa sua. Io inizialmente sono stata ad osservare, ma essendo io una persona che ha bisogno di rassicurazioni, e avendogli chiesto spiegazioni in merito al suo comportamento, alle quali risponde vagamente e mal volentieri, anzi sfugge al dialogo, ho iniziato a mettermi sulla difensiva. Questo ci ha portato ad un distacco maggiore, tanto che e' successo che si litiga senza litigare. L'altro giorno mi chiama dicendo che aveva deciso di partire per andare a trovare un amico a Roma, e che sarebbe tornato dopo una settimana. A me questo fa male xché' mi destabilizza e quindi gli ho detto che non sono più sicura di voler stare con lui, proprio perché non mi da' fiducia questo suo comportamento. Quando è tornato da Roma, mi ha cercata e ricorteggiata, come se niente fosse successo e ai miei lamenti ha risposto che aveva bisogno di staccare la spina e che tanto era certo che se mi avesse chiesto di andare io non sarei andata con lui. Mi è sorto il dubbio che questo ragazzo sia un po' narcisista, visto che mal volentieri da' spiegazioni dei suoi comportamenti quando prende decisioni da solo, anche se io invece ne ho bisogno, per lui ha sempre o quasi ragione lui, pensa che gli altri abbiano sempre dei difetti, compre spessissimo abbigliamento, scarpe e accessori per se, e' poco incline a fare cose nuove. Io gli voglio bene ma non sarei capace di gestire una relazione in cui non mi sento al sicuro. Mi puo aiutare a capire se i i miei dubbi hanno una ragione di essere e come eventualmente capire meglio in che relazione mi trovo? Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Annie,
perché chiede a me qualcosa qualcosa che lei ha capito bene?
Il suo amico, non cerca una relazione, non è capace di stare con un altro/a, o per lo meno non è capace di impegnarsi con lei.
Non trova assurdo che dopo solo due mesi questo ha "bisogno di staccare la spina" per una settimana?
Le piace? Ma cosa le piace? Forse, farsi trattare come un " oggetto ".
Aggiunto: Aprile 18, 2016
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Pseudonimo: Adriana
Pseudonimo: Adriana
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dottore, soffro di attacchi di ansia che credo derivino dal terrore dell'abbandono, perche' si ripresentano in tutte le situazioni in cui devo subire anche un minimo distacco, o in cui si verifica
un minimo cambiamento delle abitudini e della vita quotidiana che mi porti alla solitudine.
E' una cosa fastidiosa e molto invalidante, visto che in pratica o vivo nella catastrofe conclamata (l'abbandono, che può essere costituito anche solo dal fatto che mio figlio un giorno resti a pranzo fuori...) o, peggio ancora, nell'attesa
della catastrofe, che mi porta all'ipercontrollo delle situazioni
e delle persone a me vicine, e mi provoca uno stato di ansia permanente e depressivo e mi obbliga ogni giorno e ogni momento della mia vita a cercare di riprogrammare i miei equilibri esistenziali, in uno sforzo mentale
che mi stanca e mi deprime profondamente, e mi impedisce di vivere in modo autonomo e sereno,
Vorrei iniziare una psicoterapia e ho letto un po' di notizie in rete, ma non ho capito bene se in un situazione del genere sia piu' indicata una terapia breve strategica o una terapia
comportamentale o che cos'altro, cosi' ho pensato di chiederLe consiglio in materia.
La ringrazio anticipatamente dell'attenzione.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora Adriana,
lei lo chiede a me e quindi mi sento autorizzato a dirle quello che penso a riguardo del suo disagio.
Premetto che lei descrive bene quello che ha definito " terrore dell'abbandono" o sindrome abbandonica. Secondo me, questo "terrore" si è strutturato in lei quando era molto ma molto giovane, una bambina e se lo porta dentro da allora. Presumibilmente quando ha iniziato a soffrirne non aveva ancora un pensiero strutturato e la sua percezione del mondo esterno era, o assente o alterata, come in tutti i bambini. Ciò che si è depositato dentro di lei, non è un evento "storicamente" accaduto ma, ciò che la sua giovane mente, il suo corpo aveva registrato allora.
Pensare di rimuove quei ricordi interni con una "terapia breve" o con comportamenti "desensibilizzanti", li trovo dei progetti impropri e poco corrispondenti alle vere esigenze.
Personalmente credo che solo una psicoterapia dinamica possa "arrivare" là dove è iniziato il suo disagio.
Mi creda, in psicologia non ci sono scorciatoie. Non è possibile pensare di risolvere in pochi mesi quello che si è costruito in decenni.
Ciò detto, in psicoterapia la valenza più importante è il rapporto con il terapeuta. Se lei trova un/a psicoterapeuta che le da fiducia, si affidi a lui/lei e lasci perdere la sua tecnica.
Aggiunto: Aprile 18, 2016
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Pseudonimo: Mina
Pseudonimo: Mina
Domanda allo psicoterapeuta:
Buonasera Dottore,
la mia domanda è la seguente. Come fa il paziente a capire che la psicoterapia sta finendo?
Grazie
Risposta del Dott.Zambello: La sua e tutt'altro che una domanda semplice. La fine della psicoterapia pone infatti ai due protagonisti: paziente e terapeuta, tutta una serie di valutazioni e scelte.
Non sempre è possibile cogliere un risultato certo.
Ci sono comunque alcuni parametri che devono fare da regole, se pur empiriche
-Il paziente è pronto ad interrompere una volta raggiunti gli scopi.
- Sono calati o addirittura spariti i sintomi iniziali.
- Si sono modificate e ridotte le difese del Super-Io.
- Le relazioni interpersonali del paziente possono essere cambiate .
- Il paziente ha acquisito un reale senso di indipendenza.
- Il paziente ha acquisito una capacità di riconoscere ed esaminare i conflitti interni autonomamente.
Clinicamente vi sono poi casi in cui è bene che il paziente non si distacchi mai totalmente dal terapeuta.
Come vede, la valutazione è complessa e prevede, come in tutti i rapporti, una reale partecipazione di tutti e due i protagonisti.
Aggiunto: Aprile 7, 2016
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Pseudonimo: NATI
E-mail: Contatti
Domanda allo psicoterapeuta:
BUONGIORNO DOTTORE,
HO VISSUTO CON MIO COMPAGNO 14 ANNI DI CONVIVENZA,LUI E UNA PERSONA PIUTTOSTO PESSIMA,SOGGETTO ANSIOSO-DEPRESSIVO.NELLA VITA HA SUBITO DIVORZIO,PERDITA DI UN LAVORO GRATIFICANTE,MORTE DELLA MAMMA.DOPO TUTTO QUESTO SI SIAMO CONOSCIUTI NOI.ULTIMI TRE ANNI LUI HA PEGGIORATO,HA POCA AUTOSTIMA.IN APRILE IO SONO ANDATA A L'ESTERO.COME FACCI-EVO SPESSO.LO SO CHE LUI NON ERA TANTO CONTENTO,MA IO ERO STANCA AVEVO BISOGNO DI CAMBIAMENTO.NELLA MIA ASSENZA LUI SI SENTITO MALE ED STATO RICOVERATO IN OSPEDALE,POI E TORNATO A CASA,MA NON ERA LO STESSO COME PRIMA.STATO ACCOMPAGNATO DAI SUOI FRATELLI.VOLEVO PRECISARE CHE SUOI FRATELLI DI ORIGINE AGRICOLA,ME L'ANNO DETTO CHE NON DEVO STARE PIÙ CON LUI, L'ANNO FATTO DELLE PRESSIONI SUL DI ME,CHE HO DOVUTO ANDARMENE.LORO NON MI L'ANNO MAI ACCETTATA COME PERSONA,SONO PERSONE PIENE DI PREGIUDIZI,GIUDIZI,E PROIEZIONI DISTORTE SULLE PERSONE,SPECIALMENTE SUL QUELLE COME ME.IO E LUI SIAMO ANCORA IN CONTATTO TELEFONICO.DUE SETTIMANE FA HA VOLUTO ESSERE RICOVERATO AD UNA CASA DI CURA.(ULTIMA VOLTA ERA TRE ANNI FA).SONO ANDATA A TROVARLO,UN PAIO DI VOLTE,AD INSAPUTA DEI FRATELLI.GIORNO DOPO AVUTO UNA VISITA CON MEDICO PSICHIATRA,CHE LA DETTO DI NON FREQUENTARCI PIÙ,E CHE LUI DEVE CERCHIARE DI DIMENTICARSI DI ME.DA QUESTO PUNTO VORREI CAPIRE,PERCHÉ IL MEDICO SI BASA SULE OPINIONI DI ALTRUI-FRATELLI INVECE DI VEDERE IL FATTI,A CERCARE RISOLVERE PROBLEMA INVECE DI SOFFOCARLO.HO CHIESTO DI PARLARE CON IL MEDICO MA NON E TANTO INTERESSATO.
GRAZIE ANTICIPAMENE DELLA SUA RISPOSTA
NATI
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Nati,
non so proprio come sono andate le cose fra voi due, di una cosa sono certo che lei descrive il suo ex compagno in questo modo: LUI E UNA PERSONA PIUTTOSTO PESSIMA. Non so se lei ha ragione o meno, ma so che lei deve lasciare questo uomo. Continuare sarebbe un danno per tutti.