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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno dottore,
volevo porle questo mio problema, io oltre ad essere omosessuale, o meglio dovrei dire gerontofilo in quanto sono attratto dagli uomini maturi, soprattutto se sono eleganti e vestono in giacca e cravatta, sin da piccolo ho avuto sempre una grande attrazione e un forte forma di feticismo per i portafogli da uomo in pelle, mi attraggono molto i portafogli grandi di pelle nera, mi piace il contatto con la pelle morbida e il profumo della pelle e del cuoio mi provoca sempre un'erezione immediata e un eccitamento irrefrenabile.
Nei rapporti con gli altri uomini, ho la necesità di avere tra le mani il loro portafoglio, possederlo mi fa sentire accettato e in forte intimità con il partner, se poi il portafoglio è particolarmente gonfio (non solo di soldi) riesco a rangingere anche più orgasmi a breve distana, per via del forte eccitamento.
Forse tutto questo le farà sorridere, ma convivo con questo mio feticismo da quando avevo 4 anni e ancora adesso quando vedo un portafoglio da uomo in mano a quale bel distinto signore, provo un incontenibile eccitazione e una morbosa curiosità e attrazione per quell'uomo avvolte esponendomi anche al ridicolo.
Volevo sapere da lei, se è possibile guarire dal feticismo, se è possibile liberarsi da questa incontrollabile passione e se devo invece assecondare questa "innocente" passione e chiedere ai vari partner occasionali di condividere con me il loro portafoglio per giochi sessuali?
Provo un po' di vergogna e di imbarazzo nel parlarle di questo mio problema, ma vivo un profondo conflitto dentro di me che non riesco a uscirne fuori da solo.
La ringrazio.

Saluti

Wallet (Franco)

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Wallet,
credo sia chiaro anche a lei che questa forma di feticismo verosimilmente risale a fantasie sessuali che lei bambino aveva concepito, quasi sicuramente, come ripiegamento a frustrazioni affettive provato rispetto a suo padre o un altro uomo per lei importante.
Ma, poco importa, ormai così si sono cristallizzate dentro di lei le sue potenzialità libidiche. Mi creda, non è poi una cosa così bizzarra. In fondo, al di la delle fantasie, la dinamica è più o meno sempre la stessa. Etero sessuali compresi.
La questione delle parafilie, non sono poi così importanti per il contenuto ma, su quanto queste bloccano la libido. Voglio dire, non c'è niente di male se lei per provare un orgasmo deve tenere in mano un portafoglio, il problema si porrebbe se tutte le sue fantasie si focalizzassero e finissero solo sul portafoglio.
Altra questione che però, solo lei può valutare è la compulsione. Cioè, al di là della tensione interna, riesce a contenere le sue fantasie o in alcune situazioni si sente sopraffatto?
E' chiaro che in questo secondo caso, il problema si porrebbe non tanto per le fantasie ma sulla sua incapacità a contenerle.
Se non ci sono particolari problemi sociali, non si preoccupi, giochi come vuole.


Aggiunto: Agosto 12, 2016
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Domanda allo psicoterapeuta:


Mi scusi se la disturbo mio figlio sofre di ipolare grave volevo sapere come deve essere aiutato la prego mi aiuti prende farmaci grazie

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signore,
penso che lei si riferisca ad una depressione bipolare. La depressione bipolare, come tutte le depressioni, prevede un intervento su più piani:farmacologico, psicoterapia e, quando necessario, medico.
Gli stabilizzatori dell'umore quali:Litio, carbolithium, depakin, sono tra i farmaci di prima elezione. Alla terapia farmacologica è cosa buona integrare una psicoterapia.


Aggiunto: Agosto 8, 2016
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Domanda allo psicoterapeuta:


Dottore ma io non le ritengo persone a cui non.dare fiducia ma.non trovo giusto alzare le mani su dei bambini come principio ma trovo ancora piu sbagliato farlo e negarlo dicendo poi che il bambino è bugiardo.
Penso, ma non.son sicura a questo punto che lo sia, che non sia giusto che mio marito mentre discute coi genitori dica loro cose dicebdo che A ME danno fastidio o che IO non voglio perché secondo me si vengono solo a creare sempre piu attriti che si potrebbero evitare

Risposta del Dott.Zambello: Fiducia... ma!
Non ne verrà mai a capo.
Non le viene il dubbio che i suoi bambini "giochino" un po'a fare le vittime, visto che avranno certo capito che sono al centro di tensioni.
Cosa c'è di più diseducativo di una situazione così, dove i bambini si sentono "onnipotentemente" al centro di tensioni tra genitori e nonni?
La smetta Signora. Lo vuole un consiglio? La prossima volta che un suo figlio le viene a raccontare che ha preso una sberla dal nonno, gliene ne dia una anche lei, aggiungendo: "te la sarai meritata".
Una sculacciata non ha mai fatto male a nessun bambino. Vivere in un ambiente disgregato e con tensioni continue tra gli adulti produce danni irreparabili.


Aggiunto: Agosto 3, 2016
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buonasera dottore, le scrivo in un pomeriggio molto difficile in cui avrei voglia di sapere se sono davvero cosi sbagliata e perché.
Sto con mio marito da 9 anni e abbiamo due bambini di 6 e 1 anno e mezzo.
Viviamo da sempre, contro il mio volere sopra ai miei suoceri. I primi anni sono stati orribili, continue ibtromissione perfino su cio che compravamo o sulle vacanze che facevamo.
Arriva il primo figlio e l'invadenza degenera. Entravano in casa senza preavviso, riprendevano me o mio marito se sgridavamo ilbambino..i rapporti tra me e loro son sempre stati tesi. Negli ultimi anni però probabilmente ci siamo abituati alla convivenza per me forzata..
Finche un giorno io ero in casa e mio figlio giu da loro e durabte un capriccio sento il nonno urlargli come un matto e prebderlo a sculacciate :!thinking:
Al ritorno di mio marito faccio presente la cosa dicebdo che avreo preferito che me lo riportassero su piuttosto che sculacciarlo.
Ma mio marito è il classico a cui non si puo dire niente si genitori perché li difende anche davanti all'inverosimile.
L'altro ieri sento il bambino (giu dai nonni)piangere e urlare e al suo ritoeno mi dice che ilnonno gli ha dato due sculacciate. Racconto l accaduto a mio marito il.quale chiama il padre chw nega l accaduto.
Ieri il bambino torna a casa e dice che la.nonna gli ua dato una sberla. La scena si ripete e loro.negano.
Io passo la.sera a litigare con mio marito che non faceba altro che difendere i nonni senza nemmeno preoccuparsi del xche il bambino poteva aver detto una cosa simile.
Oggi mio suocero incontra mio marito e gli dice di vergognarsi per il.fatto che non si fida dei suoi genitori e lui per tutta risposta dice che IO non sono loro figlia quindi posso.anche non fidarmi. Che io li vedo sempre dare cibo fuori pasto o schifezze, che se devono tenerli in casa li portano fuori e IO li vedo.
Morale loro, i nonni, li sentivo.inveire contro.di me.
Al ritorno mio marito ha detto che è stanco di esser messo in mezzo.e che i suoi pretendono.fiducia.
Che se il bambino dice di averle prese devo darex scontato che non sia vero.
Ma io giuro, non ho parole :!cry: se mio figlio mi dice di aver preso.una sberla io dovrei dargli del bugiardo.senza nemmeno.chiedere? Inoltrw nom.capisco questo darmi la colpa sempre di tutto. Tra l altro l esempio che ho fatto ieri a mio marito era che a differenza di tante nuore io non ho mai detto a loro.come gestire i miei figli,mai detto cosa dargli da mangiare, come vestirli e dove portarli e gli ho sempre lasciato la massima liberta anche quando vado che la bambina a mezzogiorno sta mangiando un biscotto prima della pasta e lui dice alla madre che io ho detto.che il problema è il biscotto?

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora,
quando si vive assieme, la prima regola è il rispetto dell'altro che passa attraverso la fiducia. Fiducia non è qualcosa che si mette in dubbio tutti i giorni. Fiducia è anche accettare che l'altro, come adulto abbia un rapporto educativo diverso rispetto al nostro.
In fondo, è il motivo per cui mandiamo i bambini a scuola. Non li mandiamo a scuola semplicemente ad imparare le tabelline o le capitali d'Europa. Questo lo potremmo fare già da soli. Li mandiamo a scuola ad imparare a stare con gli altri, con adulti e compagni diversi da quelli che trovano a casa. E' vero che questo poi è il motivo di una certa crisi della scuola, perché di fatto poi, esautoriamo come genitori, l'autorità dell'insegnante. Però, questo ci porterebbe distante. Tornando a lei, io non credo che lei pensi che i nonni sono dei sadici vecchi che violentano i suoi figli. Peraltro non si capirebbe perché i suoi figli ci vanno, è verosimile che abbiano metodi educativi un po' più ruvidi dei suoi ma, perché dubitare di loro, perché dubitare che il loro intervento faccia bene ai suoi figli?
La smetta di lamentarsi, oppure se pensa che effettivamente siano dei sadici, li denunci, venga via ma, se rimane lì, li rispetti.


Aggiunto: Agosto 3, 2016
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Domanda allo psicoterapeuta:


Perché, secondo lei, l'ipnosi non è indicata nella cura degli attacchi di panico?

Risposta del Dott.Zambello: Si tratta di un protocollo terapeutico che io condivido.
Molto spesso gli attacchi di panico, non sempre, sono l'epifenomeno di un comportamento isterico, una conversione in organo. E, contrariamente a quello che credeva Freud, l'isteria è legata ad una personalità border-line non nevrotica, come lui sosteneva. In una personalità border-line, è facilissimo incontrare nuclei psicotici che è meglio non svelare in una seduta ipnotica. Alias, si rischia di portare il paziente verso uno stato psicotico senza avere delle vere "ancore" da utilizzare in terapia.


Aggiunto: Luglio 31, 2016
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Domanda allo psicoterapeuta:


La ringrazio per la celere risposta e mi complimento per la dedizione con cui risponde a questa manica di 'spampanati' come me.
Mi sono spesso chiesta se la mia fosse solo possessività, ma io mi sento profondamente delusa. Mi sono sentita abbandonata dalla persona a cui mi ero faticosamente affidata. Il mio fidanzato vive una condizione di 'succubanza all'autorità', certamente collegata ad una storia di vita, che lo ha portato a non vedere, per evitare uno scontro con persone per lui di capitale importanza e paura, atteggiamenti per me umilianti. Non credo sia questa la sede per descrivere nel dettaglio cosa è avvenuto e non mi aspetto da lei più che un aiuto estemporaneo, magari ponendomi delle domande che non mi sono ancora posta. In generale penso che sia molto più semplice capire il disagio di una persona a cui vengono rivolti rimproveri fuoriosi, rispetto al disagio di una persona delusa da un abbandono velato.

Risposta del Dott.Zambello: Grazie a lei di leggermi.
Credo lei abbia capito qual è il senso delle mie risposte: porre domande e stimolare dubbi. Niente più.
Tornando a lei, mi porrei una domanda: Non è che tutta questa delusione, la gelosia e la conseguente rabbia abbia una sola eziologia, un suo narcisismo primario?
Se così fosse, come le dicevo l'altra volta, il suo compagno centra poco.
Con questo la saluto e le faccio tanti auguri.


Aggiunto: Luglio 27, 2016
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buonasera, le scrivo con un macigno sul petto. La relazione più importante della mia vita è entrata in un periodo di crisi profonda, caratterizzata da tanta ansia, enorme tristezza e rabbia distruttiva. Tutto è riconducibile ad un senso di sfiducia che provo verso il mio fidanzato, che accuso di vigliaccheria, in seguito a due eventi in cui persone a lui molto vicine (una parte della sua famiglia e la sua psicoterapeuta) mi hanno trattata in modo inqualificabile e lui non solo non mi ha protetta, ma a lungo ha negato il disvalore del loro comportamento. In seguito a questi accadimenti, io, dopo un periodo iniziale in cui ho tenuto tutto per me, ho sviluppato un forte sentimento di rancore, che si è manifestato all'esterno in scenate furiose quando sapevo il mio fidanzato in compagnia di queste persone. Ho cercato di contenermi e per un lungo periodo ho assunto un atteggiamento neutro, ma non tanto tempo fa sono riesplosa. Sono disposta a intraprendere una terapia di coppia, ma mi chiedo se invece non sarebbe più naturale accettare che le nostre reciproche debolezze non sono compatibili e ci relegheranno in una relazione tormentata ancora a lungo.

Risposta del Dott.Zambello: Premesso che non conosco lei, tanto meno il suo ragazzo e niente di cosa abbiano fatto le due persone "incriminate", mi sembra di cogliere un sua gelosia un po' sopra le righe.
Se questo fosse vero, per lei, non cambierebbe molto lasciare o meno il suo ragazzo, inevitabilmente si ricreerebbe la stessa situazione. La domanda è: perché soffre di "gelosia patologica", perché è così aggressiva?
Chiaramente non deve rispondere a me. Se ha voglia se lo chieda, magari con una psicoterapia. Meglio individuale.


Aggiunto: Luglio 26, 2016
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Domanda allo psicoterapeuta:


salve dottor renzo. Sono un trentenne del sud italia che da diversi anni sta cercando di trovare un lavoro al nord per crearsi una nuova vita visto che il sud offre molto poco per non dire nulla. In molti annunci di lavoro che trovo su internet, trovo come requisito: persona residenza in zona. Ma uno che si vuole spostare per lavorare e mettere radici in un posto migliore, cosa deve fare? Ad esempio in curriculum, come indicare al datore di lavoro che si è disposto a trasfersi definitivamente nella zona dove verrà assunto? Mica posso scrivere in un curriculum una residenza fittizia? Cosa mi consiglia!?

Risposta del Dott.Zambello: Mi scusi Signor Marco, il sistema ogni tanto si inceppa.
Avevo risposto anche a lei ma, non è stata pubblicata la risposta. Comunque, le dicevo che lei si confonde un po'. Io sono un medico psicoanalista, non lavoro nella produzione da 35 anni. Non so proprio che consigli darle.
Le faccio tanti auguri.


Aggiunto: Luglio 25, 2016
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Domanda allo psicoterapeuta:


Egregio dottore,
a seguito di evento di eiaculazione precoce risalente a circa 5 mesi fa con la mia compagna da 10 anni (ho anche un figlia di 6 anni), sono dapprima andato in crisi di ansia (pensavo di essere impotente mi masturbavo senza avere erezioni per controllare ecc) poi consultato un sessuologo mi capacitai tramiti esercizi di non avere problemi fisici.
Ad oggi però il problema non è risolto ho ancora eiaculazione precoce ma soprattutto sono molto giù.. penso tutto il giorno a questo mio problema e ormai ogni approccio con la mia compagna è divenuto solo uno strumento per provare la mia erezione e quindi ho sempre eiacul. precoce e nell'ultimo episodio erezione difficile e debole (penso troppo in quei momenti)
A questo punto il mio pensiero è ancora più concentrato su quest'aspetto tanto da portarmi a pensare ogni secondo di aver perso qualsiasi attrazione e possibilità di avere una vita sessuale normale.
Si è innescato un aspetto depressivo di fondo che mi ha cambiato come persona rendendomi triste tutto il giorno e ansioso dalla mattina appena sveglio.
La frustrazione è tanta..il sessuologo/psicologo mi dice di distrarmi lavorando o impegnandomi in attività ludiche ma la mia mente và sempre lì.
Vorrei tanto rivivere il sesso come un volta e liberarmi da questa negatività.
Possibile che un semplice episodio di eiacul. precoce abbia scatenato questa reazione a catena?
Non hon più stimoli in nulla e mi trascino al lavoro..
Non ho molto spesso speranza per il futuro avendo anche pensieri brutti.
La prego mi dia qualche parola di conforto ma soprattutto c'è la possibilità che io possa riavere un rapporto sano con la sessualità e con la vita e uscire da queste nevrosi?
P.S ho 36 anni vivo a Roma e sono incline a pensare troppo
Ne voglio uscire ma è come se fossi bloccato dalla mia mente.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Cicala,
la smetta di lamentarsi per nulla. L'episodio di eiaculazione precoce, centra poco. Lei verosimilmente è solo un po' depresso. Vada da suo medico, meglio da uno psichiatra e si faccia prescrivere degli antidepressivi. Vedrà che non solo si sentirà meglio ma migliorerà nettamente anche il suo tempo pre-eiaculatorio.


Aggiunto: Luglio 25, 2016
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gentile dottore, mi e' stato diagnosticato un disturbo bipolare di tipo II, e ancora faccio fatica ad accettare questa diagnosi ed a riconoscere che i miei consueti sbalzi di umore dall'euforia (quelli che io chiamo gli stati di grazia) alla depressione piu' nera (ma nera come la morte) non sono un fatto naturale, ma la conseguenza di questa malattia, che poi ho letto essere una grave malattia mentale, insomma...non lo accetto.
La psichiatra mi ha prescritto una cura a base di litio associato con antidepressivo.
Io pero' non penso di essere matta, e poi da anni sto seguendo una psicanalisi nella quale e' stato analizzato (sul piano psicologico) questo mio continuo andirivieni da quello che io chiamo il mio lato A a quello B.
Volevo chiederle: ma questo disturbo bipolare, secondo lei, e' molto grave?
E poi, e' compatibile con la psicanalisi?
Cioe', e' positivo associare la cura farmacologica all'analisi o e' controproducente? Non so, mi sento a disagio in questa nuova diagnosi che, pur fotografando una situazione vecchia di decenni, mi sembra stranamente nuova e ancora inaccettabile e non vorrei che mi facesse perdere tutti i risultati che finora ho ottenuto nell'analisi...
Insomma, sono discretamente confusa!
Grazie in anticipo dell'attenzione che vorra' dedicarmi.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signora Giorgia,
la separazione mentale-organico e viceversa, la trovo sempre un po' artificiale. L'uno si fa sentire sull'altro, in maniera indistricabile. Significa che se lo spirito soffre, anche il corpo soffre ma, se il corpo soffre anche "l'anima" ne risente. Sappiamo molto sulla depressione, anche a livello organico, sappiamo cosa succede e perché si è depressi. Vi è in questo disagio una chiara e conosciuta impronta organica. Così come per tante altre malattie, penso all'ipertensione. Lei dubiterebbe che un iperteso deve prendere gli antipertensivi?
Affrontare la depressione solo su un piano mentale è un inutile peccato di onnipotenza.


Aggiunto: Luglio 21, 2016
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Medico psicoterapeuta e psicoanalista


Dott. Renzo Zambello
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