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Pseudonimo: tristezza
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Domanda allo psicoterapeuta:
Dottore ma io volevo un libro che trattano sulle figure paterne abusanti e perchè di questi comportamenti
Risposta del Dott.Zambello: In questo momento non mi viene in mente niente se non:
Un doppio inganno: l'abuso intrafamiliare
di Giuseppe Orfanelli , Valeria Orfanelli.
ma, è un libro per gli psicoterapeuti.
Lanciamo la domanda a qualche lettore, sperando ci dia qualche indicazione più precisa.
Aggiunto: Ottobre 17, 2015
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Pseudonimo: tristezza
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Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile,
vorrei chiedere se mi poteva consigliare dei libri da leggere riguardo l'argomento di cui vi ho scritto qualche email una settimana fa. Non chiedo informazioni riguardo al mio caso perchè sarebbe non professionale ma se è possibile leggere qualche libro che almeno una persona si possa informare.
Risposta del Dott.Zambello: Credo che il più bello dei libri che sono stati scritti ultimamente sul tema dei giovani, la famiglia e la difficoltà a trovare un futuro sia:
di Umberto Galimberti
L'Ospite Inquietante
Il nichilismo e i giovani.
Lo trova a 9€.
Aggiunto: Ottobre 16, 2015
Domanda allo psicoterapeuta:
Salve dottore.
Sono in cura per un disturbo ansioso depressivo.
Il neurologo mi ha prescritto dropaxin (paroxetina ) 20 mg (20 gocce a colazione e 20 dopo cena.)
E come benzodiazepina pasaden una compressa da prendere il pomeriggio. Solo che io, "impaurita" nel prendere un ansiolitico quotidianamente ho chiesto di prendere qualcosa al bisogno e mi ha prescritto tavor 1mg (sono già stata in cura 6 anni fa con la stessa terapia ottenendo risultati ottimi ma erroneamente ho abbandonato arbitrariamente dato che sentivo un miglioramento totale.)
A distanza di quasi un mese dall'inizio della terapia sento grandi miglioramenti anche se avverto ancora ansia soprattutto di pomeriggio E sera che mi porta a sentirmi confusa. Quando prendo tavor 1mg avverto un grande miglioramento.
Dopo quanto tempo si ha la remissione dei sintomi ? E non succede niente se prendo quotidianamente l'ansiolitico abbinato alla paroxetina fino a quando quest 'ultima Non fa il suo totale effetto?
Questi sintomi mi abbattono ma ho fiducia nella terapia .
Grazie
Cordiali saluti
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Bianca,
La terapia va bene, occorrono circa 40, 50 giorni prima che questa arrivi a regime. Un po' di pazienza.
C'è qualcosa di "strano" nella sua domanda. Pone a me che sono uno psicoanalista una questione squisitamente farmacologica. Da un punto di vista farmacologico si fa seguire da un neurologo che, anche se medico si interessa poco o nulla di tematiche psichiatriche. Non fa alcun accenno alla psicoterapia, il sospetto è: lei teme di avere problemi psicologici? Li sta negando?
Non mi risponda. La mia è solo "una provocazione". Buona giornata.
Aggiunto: Ottobre 14, 2015
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Pseudonimo: Mirco
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Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno. Le scrivo perché mi sta succedendo una cosa strana.. sono molti mesi che sogno tantissimo la notte faccio dei sogni molto lunghi conplessi drammatici. Anche se faccio un riposino al pomeriggio di un ora sogno qualcosa. Ormai mi sembra di conoscere abbastanza bene questi songni perché osservandoli e riflettendoci sembra che ripropongano le stesse tematiche. Per esempio sogno spesso un rapporto sessuale interrotto, non cominciato o mancato a causa di un rifiuto, di un sisagio del partner oppure perché i genitori miei o della ragazza interferiscono in qualche modo. Ma chissà che cavolo vuol dire? Sensi di colpa sessuali? Problemi con i genitori?In ogni caso sogno davvero troppo! Che fare??
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Mirco,
non è certo compito di uno psicoanalista interpretare un sogno fuori da un contesto di setting analitico. Però, è verosimile che lei viva una situazione in cui si sente molto fragile. Il mondo che la circonda è avvertito come ostacolante e frustrante.
Il perchè e come si è strutturata in lei questa presunta situazione non lo so. Solo in un rapporto terapeutico potrebbe essere letta.
Aggiunto: Ottobre 12, 2015
Domanda allo psicoterapeuta:
salve dottore ,ultimamente soffro molto per tutto il male che vedo nel mondo sugli animali ,e non solo sono sensibilissima ai complimenti e hai rimproveri ..in poche parole piango sempre sia in bene che in male,il mio dottore di famiglia miha consigliati 10 gocce di daparox e va meglio ...ma come le diminuisco ricomincia il pianto ...sono un carattere sensibile alle cose storte nel mondo ...piango ma reaggisco ...certo piango anche in presenza di estranei se mi prende come commozione e discussione ...e il mio patner incomincia a farsi domande se per caso e' lui ..o altro ...io una cosa devo dirla ...devo lasciare il vecchio per lui e questo mi fa stare tanto male ....ma con la sensibilita verso le cose brutto lo sempre avuta ..grazie in anticipo
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Cristina,
i motivi psicodinamici che la portano a questa ipersensibilità chiaramente non li conosco. Sono d'accorso con il suo medico che intanto lei metta una "pezza" con il Daparox, poi, quando vorrà affronterà una psicoterapia-dinamica.
Aggiunto: Ottobre 11, 2015
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Pseudonimo: tristezza.
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Domanda allo psicoterapeuta:
Si sono svuotato ma svuotato perché in me c è ancora un bambino di 3 anni che spera che venga incoraggiato da mio padre a crescere e a diventare un uomo. In psicologia si dice che i figli potranno essere meglio dei loro padri se da questi sono stati amati e rispettati. E sempre in psicologia si dice che un padre offre ai propri figli quello che lui nella propria vita non ha avuto. Eppure non mi spiego il perché quando io da bambino volessi praticare uno sport o fare un qualcosa di banale come tutti gli altri bambini, lui mi ostacolava nel farlo: non si tratta di soldi, penso sia una scusa da lui usata, perché, ad esempio, mandare un figlio in una palestra non è un salasso. E poi, quando ho subito tentativi di violenze fisiche e verbali da mio zio, suo fratello, quando io ero bambino, non è mai intervenuto, anzi diceva che mi inventavo tutto. Caro dottore quanta rabbia e rancore c’è in me. Eppure, dietro consiglio di un sacerdote, sto provando a staccandomi da lui e non a non dipendere da lui ma mi è difficile. Ogni cosa che voglio fare, interviene lui con i suoi scatti di ira e il suo denigrare. Si tratta di atti della mia vita quotidiana semplici come andare in palestra, andare a mangiare una pizza da solo perché non ho amici (amici che io non ho in parte voluto perché avevo vergogna di questo pseudo padre, d’altronde la mia famiglia agli occhi della comunità doveva parere e deve sembrare normale), uscire a fare una passeggiata col motorino visto che non guido la macchina, oppure pulire una scarpiera o mettere un po’ ordine casa visto che mia madre non è amante dei lavori domestici: mi lavo e mi stiro i panni da solo per farmi capire. Non riesco a capire questo remare contro il figlio. Caro dottor, c è rabbia perché io come figlio mi sento un fallito perché non sono stato capace di farmi amare, gli ho portato rispetto non cercando altri padri avendone la possibilità di attaccarmi ad altri figure maschili, però ad oggi la mia salvezza, appunto come dicevo prima, è staccarmi da lui mentalmente anche se sono costretto a vivere nello stesso tetto. Però come dicevo se voglio farmi una vita autonoma, lui si intromette sempre e dice che sbaglio o non sono capace oppure mi dice che certe cose o attività non sono per me: ecco perché sono svuotato. Come controbatterlo? E poi visto che avrei la possibilità di andare in un consultorio familiare senza pagare, lo consiglierebbe? Con che tipo di psicologo parlare?Loro sono tenuti alla privacy
Risposta del Dott.Zambello: Gli Psicologi sono tenuti al segreto professionale come i medici. Non abbia timore. Non importa che indirizzo teorico ha lo psicologo, intanto si faccia aiutare poi, maturerà e sceglierà quello che più le piace.
Auguri.
Aggiunto: Ottobre 9, 2015
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Pseudonimo: tristezza
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Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile Renzo,
non ho il coraggio di scrivere questo messaggio per un forte senso di vergogna che ho perché al sud i panni sporchi si lavano in casa e perché le famiglie più disastrate vogliono sempre dare una buona immagine di sé all’esterno.
Però se ora sto lottando contro me stesso per scrivere questa lettera e perché mi sto autodistruggendo per il troppo bene voluto a mio padre. Premesso che ho 30 anni, vivo ancora in casa perché uscire di casa e trovare lavoro oggi è molto difficile, comunque le scrivo perché vorrei avere un consiglio su come comportarmi. Mio padre è stato ed è tutt’ora un uomo violento nei confronti della propria famiglia e nei confronti di me che sono il primogenito. Le scrivo adesso, a mezzanotte, per riportare un episodio accaduto un’ ora fa. Beh io dormo in una poltrona letto in una stanza da pranzo perché viviamo in una casa piccola e avere una cameretta o uno spazio per me, per i miei genitori era ed è uno sfizio più che dare uno spazio adeguato per far crescere il proprio figlio. Beh oggi pomeriggio ho messo un po’ in ordine la stanza da pranzo dove io dormo perché era piena di polvere (mia madre è restia a fare i lavori domestici) e togliendo la polvere ho fatto un po’ di pulizie: non ho toccate le cose di mio padre perché lui essendo molto disordinato quando poi non trova le cose dà la colpa a me però ho buttato via un po’ di cose vecchie, inutili e irrecuperabili come scontrini della spesa di 5 anni fa che lui conserva tutt’ora, volantini di pubblicità di supermercati, pile vecchie arrugginite, cd rotti che non si possono recuperare, giornali impregnati di polvere perché messi sulla cristalliera così come scatoli vecchi vuoti, sempre impregnati di polvere.
. Beh sapete cosa ha fatto: è andati a recuperarli nella spazzatura con tanto di urla contro di me. Io sono istruito, non si tratta di scontro generazionale però il suo modo di fare non è tollerabile. Non è tollerabile scatti di ira e parole forti per una semplice pulizia di polvere. Io del suo passato so poco perché lui non ha mai voluto parlare della sua infanzia e adolescenza. So che lui è nato in una famiglia povera, cosa che tra l’altro lui non ha mai voluto accettare quando ne parliamo a casa, so che lui ha vissuto una vita con un padre assente e denigrante verso se stesso e la propria madre, madre che lui ha anteposto sempre alla mia di madre, ha però avuto la fortuna di guadagnare tanto senza un titolo di studio adeguato facendo un lavoro di prestigio e onesto. Vorrei capire però perché lui continua fortemente a denigrare me stesso. So per certezza che il suo denigrare non è da attribuire ad una mia mancata realizzazione nella vita perché io nella mia di vita non ho scelto nulla visto che ha deciso tutto lui- Però quando si tratta di fare l’uomo e di prendere decisioni importanti, lui non è uomo e scappa nel prendere una. E’ sempre pronto a denigrare il proprio figlio, a fare il sapientone e a saper tutto lui, e a comandare tutti. Un esempio: mio fratello più piccolo che fa un lavoro saltuario voleva offrire con i soldi del suo lavoro una cena per festeggiare il suo compleanno e lui non ha voluto. Lui per me non è stato un padre, mi ha dato solo un letto e un pasto a tavola. Chiedo come controbatterlo per recuperare un pò di autostima e formare il mio io? Cioè non è possibile che io non posso avere un hobby perché lui mi denigra se seguo una passione, non è possibile che io una tantum non posso andare a mangiare una pizza fuori casa e lui a puntare il dito che ho sperperato soldi. E’ vero, io non lavoro e per mia dignità a lui chiedo poco però non si vive di solo cibo e di un letto.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signore,
mi piacerebbe poterle dire qualche parola "di conforto" ma non posso, tradirei la fiducia che lei mi dichiara scrivendomi. Lei ha tanto sofferto e ne sono certo, vive una situazione affettivamente molto povera. Ma, mio caro ragazzo, a trenta anni non ci si può sentire sconfitti dalla vita.
Lei non esiste, si è svuotato su su padre. Per lei esiste solo lui e chiaramente lo detesta.
E' li, da trent'anni che chiede a suo padre di riconoscerla, darle affetto, stimarla. Sappia:non avverrà mai. Lei deve smetterla di pensare che "lui è ingiusto e cattivo". Lui è quello che è, ha la sua storia, le sue colpe, le sue difficoltà e le sue grandezze. E' lei che deve realizzare se stesso e non può chiederlo a suo padre.
Quindi, o lei trova in sé la forza per riscattarsi, rinascere, uscire, esistere o, imploderà nella rabbia e fallimento.
Credo che questa forza le ce l'abbia.
Aggiunto: Ottobre 9, 2015
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Pseudonimo: Gio
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Domanda allo psicoterapeuta:
ha ragione solo che prima che trovo uno psicoterapeuta valido ... fossi a Milano sarei venuto volentieri da lei a parlarle lei mi sembra una persona molto valida...ma ci sono tanti stupidi in giro con una laurea in psicologia e purtroppo ne conosco ... per cui non sono andato da nessuno
Non so se lei lavora via skype o se mi potrebbe vedere 2 volte al mese, io organizzandomi potrei magari può aiutare a trovare un po di autostima.
cmq ha ragione devo fare un po di silenzio anche se avevo tanto bisogno di sfogarmi e non è semplice
bgiornata
Aggiunto: Ottobre 8, 2015
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Pseudonimo: Lyssavirus
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Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile dott. Zambello
Mi dispiace, non era mia intenzione porle una domanda così teorica. Non lo avrei fatto se avesi saputo a cosa andavo incontro. Non sono una psicoterapeuta e lo studio della psicologia non mi interessa, tantomeno mi interesso di PNL, anche se so a grandi linee di che si tratta.
Solo, ho dovuto mio malgrado fare i conti con questo tipo di teorie perché fino a poco tempo fa ero in cura da un terapeuta cognitivo-comportamentale che riformulava ciò che dicevo ogni volta che provavo a esprimere la rabbia o la tristezza che sentivo. Io non lo so se fosse giusto o sbagliato il suo agire, ma l'unico effetto che sortiva era farmi arrabbiare ancora di più.
Ne abbiamo discusso per circa un mese, ma non avevo certo il potere, né l'intenzione di fargli cambiare le sue convinzioni.
Per questo motivo ho deciso di interrompere la terapia, perché con questi presupposti non riuscivo a parlare liberamente con lui.
Forse sbagliavo, ma non mi sentivo accettata per quello che ero e che sono, perché purtroppo il tipo di linguaggio che usiamo, e le emozioni che proviamo, fanno parte di noi.
Risposta del Dott.Zambello: Appunto. Vede che poi spunta fuori il comportamentismo.
Ripeto non è che lei abbia ragione o torto e stessa cosa vale per la sua terapeuta. Semplicemente la sua terapeuta risponde con gli strumenti che conosce e che avete concordato di utilizzare nel momento in cui lei le ha chiesto aiuto.
Lei pone una questione a cui io sono molto sensibile: l'informazione del paziente. Il fatto che il paziente, per quanto può, possa conoscere cosa sta chiedendo al terapeuta. La diversa risposta terapeutica tra un terapeuta e l'altro sia per quanto riguarda la formazione e per l'indirizzo teorico. Di tutto ciò c'è poco ed anche poca volontà da parte delle istituzioni. Ma, tant'è che è così. Lei, faccia buon uso della sua esperienza terapeutica, non "la butti" se ne serva per cercare e scegliere quello che è suo, le appartiene. In fondo potrebbe essere una vera esperienza di crescita: andare oltre ma, senza rabbia e rancore.
Aggiunto: Ottobre 8, 2015
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Pseudonimo: Dinamite
Domanda allo psicoterapeuta:
Buongiorno dottore.
Io sono inseguito da un fallo enorme , sia nelle mie perversioni sessuali che nei miei sogni .
UN'ossessione a tratti più o meno intensa , ma veramente pesante per il mio benessere .
Esistono psicoterapeuti che lavorano con ssn?
Ne conosce qualcuno a Milano ?
Risposta del Dott.Zambello: No ma, presso ogni ASL o Ospedale, ci dovrebbe essere un servizio di psicoterapia.