Domanda allo psicoterapeuta:
Caro Dr Zambello,
Il mio scriverle è sia per aggiornarla, sia per renderle noto che lei era stato l'unico a dire di guardare i denti, e questo è un complimento, ed era la cosa poi più semplice col senno di poi, e questo non è stato fatto , fino a cinque giorni fa ero ancora qui che indicavo il dente e persino il mio medico di base ottimo medico e amico, mi diceva ' va beh, si vedrà , vedrai di toglierlo quando ti sentirai, sarà morto chissà da quanto', i neurologi che non davano importanza ' la diagnosi resta di emicrania ', insomma una cosa ben strana, nemmeno con me che dicevo che mI era accorta di questo dente, nessuno voleva 'vederlo'. Le scrivo ovviamente anche per avere una sua opinione alla luce dei fatti. I fatti sono che dopo mesi di dolori forti , come lei stesso riporta con il riferimento storico dei romani, salti fuori che proprio li avevo un dente in necrosi, chissà da quanto. Ciò mi ha comportato onestamente uno stress notevole puramente fisico ( in genere coi dolori da pulpite la gente si reca il giorno stesso e si procede, per me si parla di mesi ), quanto psichico.
A questo punto io spero vivamente di aver 'estirpato ' la causa dei miei mali, non posso credere sia un caso aver trovato proprio quel dente nel lato dolente, così come mi ha detto il chirurgo, e così come appare probabile .se si vedrà essere una forte concausa ma non l'unica causa, mi terrò quelle definite emicranie catameniali. Dal punto di vista post estrattivo mi segue il chirurgo orale e ho sentito proprio lui poco fa per aggiornarlo e chiedergli, e tutto procede fin troppo bene, non ho mai avuto nemmeno i tipici dolori post estrazione, men che mai le complicanze che possono insorgere nelle 48 ore successive all'intervento, ho solo ora dolori e risentimenti migranti vicino all'occhio, naso, prima lo zigomo, insomma cosa che rientrano nella norma mi ha detto , dicendomi anche che ci vorranno tre settimane dall'estrazione per vedere il discorso dei dolori che avevo, quanto legati a questo dente, che ciò avviene per chiunque dall'estrazione in poi, figuriamoci per me che sono tutta infiammata da mesi in sede trigeminale. Dicevamo sorridendone della mia pretesa di rimettermi sempre subito in sesto dopo ogni cosa , immediatamente.
Che dire, ci sono stati errori da parte di chiunque mi abbia seguita, e da parte mia. Mi resta solo di aspettare questo periodo per vedere se fosse tutta qui la causa, poiché basta aspettare e vedere se 'tolto il dente , tolto il dolore ', come tutti mi hanno detto. Non saprei, le scrivo per essere incoraggiata ? Quindi a questo punto qualcosa evidentemente 'si è rotto', e non mi riferisco al dente :D .
Non vivo serenamente questi giorni, come se avessi messo tutta la forza in questi mesi,fino al giorno dell'estrazione, in cui era andata solo in visita dal chirurgo, che appena vista mi ha detto che era assolutamente da estrarre, ed io gli ho detto di farlo in quel momento, e così è stato. La coazione a ripetere degli eventi esterni è che è una costante che ciò che mi fa male non venga vista dal di fuori, nemmeno se lo indico , alla fine....e qui metto i puntini di sospensione, perché se devo vedere profondamente la mia vicenda , uscendo dal punto di vista prettamente meccanico del dente , la vedo così ad oggi. Questo glielo racconto perché sicuramente le interesserà più di un dente tolto :D
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Dottoressa,
la deluderò ma, "mi interessa" di più il suo dente. Vede, io sono convinto come lei che tutto è psico-fisico e che non c'è un dolore che abbia solo una eziologia. Però devo seguire il linguaggio del corpo e, qualunque sia il motivo iniziale, una volta che la sofferenza si è somatizzata, non ho più alcuna possibilità di recuperarla a livello mentale. L'entropia è troppo alta. Le terapie psicosomatiche sono delle grandi cavolate. Pertanto, tornando al dente, lei non si deve interessare tanto del perché a monte ma, a curare la sua bocca. Lo so che mi ha detto che l'hanno visitata, le hanno tolto il dente rotto etc, ma, la mia impressione è che lei sottovaluti il "fisico", il linguaggio del corpo. Ad esempio, le ho chiesto: che antibiotici prende e come? E ho affermato, nel suo caso sono obbligatori ma, lei ha glissato.
Ora, è evidente che non mi deve rispondere. Cerco solo di trasmetterle ciò che mi sembra di capire: deve curarsi meglio.
Aggiunto: Settembre 8, 2015
Domanda allo psicoterapeuta:
Si, le dissi che in passato avevo effettuato visite e ortopanoramica, che dal punto di vista denti e quello gnatologico non avevo nulla, ma molto prima dei miei dolori. E ricordo che mi avevo consigliato una visita ora perlomeno da un dentista, lei è stato l'unico a dire : guardatele i denti, infatti ! Perciò le scrivo. Il problema è che dopo che ci siamo scritti non mi sono recata poiché seguita in o articolare da uno dei neurologi che mi diceva che era assolutamente Emicrania, e pensavo quindi di essere approdata alla diagnosi. L'ho fatto perciò solo ora, perché ho visto io che era un dente. Quindi di strano c'è questo, mesi senza sapere del dente. Ora, risolto estraendolo, le mie domande per lei: posto che quindi mi hanno visitata per bene ormai riguardo ai denti e dente del giudizio a parte estratto è tutto a posto , lei anche pensa che la causa dei miei dolori fosse la pulpite ? Che avvertivo, come dolore, alle emiarcate e occhio sinistro ? ( lato del dente estratto). Pensa ci vorrà tempo , visto che ho estratto cinque giorni fa, per vederlo ?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Dottoressa,
lei mi chiede una valutazione clinica che come ben sa non posso fare.
La pulpite è un dolore che a volte può diventare invalidante e difficilmente riferibile. Spesso mi è capitato di avere il paziente che accusava un dolore all'arcata inferiore e invece c'era un dente in pulpite nell'arcata superiore. E' chiaro che in questo caso le cose si risolvono con la diagnosi del dentista e la fiducia del paziente che "crede" al medico.
Si dice che al tempo dei romani, molti casi di suicidio fossero legati all'insopportabile dolore che provavano in caso di pulpite all'ottavo, soprattutto nell'inferiore.
Di certo sono stati trovati teschi che presentano otturazioni di piombo fuso che veniva versato in bocca, a dimostrazione di quanto insopportabile fosse il dolore che questi poveretti provavano.
Non ho capito se lei sente ancora fastidio dopo un po' di giorni dall'avulsione, perchè in questo caso sospetterei una infezione post avulsione.
Ha fatto una cura di antibiotici? Gli antibiotici nel caso suo sono obbligatori e, che antibiotici ha preso?
Capisce che sono tutte valutazioni cliniche dalle quali devo proprio sottrarmi.
Aggiunto: Settembre 8, 2015
Domanda allo psicoterapeuta:
Caro Dr Renzo Zambello,
Le scrivo per aggiornarla del mio problema di cui avevo parlato con lei proprio qui nel sito ( non riesco a trovare il caso il consulto , troppo indietro nel tempo, ma lei sicuramente riesce ), si ricorderà dei miei forti dolori alle emiarcate ( incisivi soprattutto ) e all'occhio,tutto al lato sinistro.
Mi rivolsi poi ad un paio di neurologi esperti di cefalee, tra l'altro molto bravi, che mi diedero la diagnosi di emicrania, poiché i dolori oltretutto erano in concomitanza con il flusso mestruale ( anche se nel tempo sono venuti meno in concomitanza). E comunque mi dissero che l'emicrania ha sede anche in quelle zone, ( ma mi sembra che più che altro si 'irradia' . ) Fermo restando che so quali dolori sopraggiungano durante un attacco che emicranico che sicuramente ho provato , lo trovavo diverso, ma mi hanno detto che ci sta di avere diversi attacchi. Hanno comunque escluso la nevralgia del trigemino essenziale, non avevo punti trigger, la sintomatologia a scosse, vero, ma io continuavo a parlare di 'sede trigeminale', delle terminazioni insomma delle branche. Acquisite tutte le informazioni neurologiche e con grande lavoro da parte mia sul versante psichico, i dolori sono stati tenuti sotto controllo ( non ho mai preso farmaci, mi diedero profilassi con magnesio e triptani da prendere ad attacco, mai presi perché ormai indolori erano sopportabili) e sono andati quindi scemando, perlomeno non erano lancinanti come in particolare in un paio di mesi , in cui non hanno seguito l'andamento in relazione con il ciclo e quello notturno, poiché seguivano anche questo , serale - notturno, e nei mesi in cui erano insopportabili ho visto che erano pulsanti e che aumentavano da supina e da eretta passavano queste 'fitte'. Ultimamente presentavo strane nevralgie ai denti ai molari dell'arcate superiore e sentivo come chiudendo la bocca non collimassero più con quelli inferiore e l'ottavo mi faceva un pochino male nel toccare il molare inferiore. Ma nessun medico mi disse nulla facendolo rientrare in un indolenzimento. Cominciai ad avere anche l'occhio gonfio , sempre con il flusso mestruale.
Ora arrivo ad oggi. Le lascio immaginare il mio sconforto di nove mesi. Pochi giorni fa ho accusato malessere generale, febbriciattola, pensai al ciclo poiché lo avevo, ma mi accorsi di ulcerazioni in alto nelle mucose della bocca, a quel punto mi sono accorta di avere il dente del giudizio superiore rotto proprio dal lato sinistro dei mie dolori ! Andata dal medico di base mi ha confermato, e sono andata poi da un paio di dentisti a chiedere. Fatta l'ortopanoramica , in breve, l'ottavo era addirittura in necrosi. Ed era di suo asintomatico, io non soffro del cosiddetto mal di denti, mi accorsi quando ebbi delle carrette anni fa, vero anche che non ho mai avuto nulla ai denti, sono molto sani. Morale, i dentisti consultati mi hanno detto che il dente era terribile, era 'morto' e da estrarre immediatamente. Così ho fatto giovedì , andando da un bravo chirurgo orale ( avevo paura visto il 'mio caso' ), ed in due minuti mi ha estratto.
Tutto va nel migliore dei modi adesso dopo l'estrazione, ho avuto praticamente nessun dolore post estrazione ( l'unica cosa in questi giorni sono indolenzita dal trauma, non in sede, dolenzia tra occhio e naso, zigomo, doloretti migranti.
Ora, scusandomi per la prolissità ma ho voluto riassumere tutto , anche perché Lei mi è sembrata la persona indicata, vista la mia stima per tutto, e se non ricordo male , psicanalisi a parte di cui abbiamo parlato a volte, oltre ad essere anche medico mi sembra sia dentista e gnatologo, e comunque immagina dove io voglia arrivare. E' possibile che nessuno mi abbia guardato i denti in nove mesi? Vista la sede dei dolori. Ora, non penso sia un caso aver trovato il dente proprio in quel lato, e comunque una volta estratto il chirurgo orale ha visto che vi era anche granuloma. Penso di aver trovato la causa o almeno la forte concausa e sto aspettando di vedere l'andamento, ad oggi non ho quei dolori , quando me l'hanno estratto avevo le mestruazioni.che ne dicano i neurologi il chirurgo mi ha detto che senza dubbio il dente era spina irritativa, se non proprio la causa. Lei cosa ne pensa di tutto ? Ho letto che la pulpite reca tali dolori e non è così localizzabile, e ho trovato tutto corrispondente ai miei dolori.
Normalmente la gente dopo un giorno di dolore da pulpite va a devitalizzare o a togliere , io sono stati nove mesi ! Altra domanda : per ora mi sono rimaste quelle che penso essere piccole fitte da 'bruxismo' all'incisivo inferire sempre sinistro, poiché per la tensione in questo periodo ( ultimi mesi ) serro anche di giorno per la tensione, e sono ogni dolente sopra all'occhio sinistro, e ho qualche acufene. I miei dolori forti che riconoscerei dopo l'estrazione per ora non li ho più, ma sono passati nemmeno 6 giorni, pensa dovrò aspettare a verificare , vero ?
La ringrazio dell'attenzione al 'mio papiro ' :D e delle risposte che vorrà fornirmi, un abbraccio.
Robi
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Dottoressa,
ricordo bene il suo disagio, i dolori tipo nevralgia del trigemino, le visite da due neurologi etc. era l'8 maggio di quest'anno. Se lei ricorda, le consigliai una visita da un odontoiatra gnatologo. Lei mi rispose che aveva fatto la visita e una panoramica e non risultava niente, tutto era apposto. Oggi risulta che aveva un ottavo in pulpite e un granuloma. E' tutto un po' strano. Chiaramente non posso fare delle valutazioni obbiettive, posso solo darle delle indicazioni: si faccia valutare bene dal punto di vista odontoiatrico.
Aggiunto: Settembre 8, 2015
Domanda allo psicoterapeuta:
Egr.Dott.Zambello,
Sono Giuseppe, ho 36 anni, sposato con 2 figli.
Da oltre 10 anni soffro di ansia (agorafobia e attacchi di panico) ovviamente anche anticipatoria.
Ho fatto psicoterapia per quasi 2 anni senza grandi risultati, anzi, sono anche peggiorato.
Non faccio uso di farmaci in quanto ne ho letteralmente paura, adesso sto approcciando una psicoterapia fenomenologica con un dottore nel mio paese.
Volevo chiederle se questo,ti po di psicoterapia è adatta a riavere il mio problema che mi ha reso quasi del tutto limitato e limitante per la mia famiglia.potrebbe aiutarti a capire se fa per me?
Se questa terapia non fosse adatta mi ritroverei a sedare altro tempo è davvero non posso permettermelo.
Ringraziandola anticipatamente la saluto cordialmente.
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Signor Giuseppe
le basi teoriche dell'indirizzo fenomenologico sono una sintesi fra la filosofia di Edmund Husserl e di Martin Heidegger e la psicoanalisi freudiana. Può essere un buon approccio, soprattutto per gli attacchi di panico.
Però, al di la dell'indirizzo teorico, ciò che fa la differenza in una terapia è il rapporto paziente-terapeuta. Se si instaura, vada tranquillo ma, se non funziona, lasci, cambi.
Aggiunto: Settembre 6, 2015
Domanda allo psicoterapeuta:
Salve dottore,sono separata ed ho un figlio.
Ho avuto una relazione di due anni con un collega più piccolo di me.
Questa relazione mi ha segnato molto in quanto mi sono sentita usata manipolata. La relazione è andata avanti di alti e bassi più volte mi sono sentita inutile e trattata come una disperata che non poteva permettersi di meglio, situazione di comodo?
Non riesco a metabolizzare la fine di questa relazione nonostante sia stata io a volerla chiudere forse perché non riesco a credere che non ci sia stato un minimo di sentimento da parte di questa persona.
Prego voglia indicarmi una strada per porre fine a questo ricordo.
Risposta del Dott.Zambello: Non centra niente il collega. Probabilmente "ad essere" usato è stato lui. E' verosimile che anche lui ci abbia messo del suo ma il problema è lei stessa. Lei non si ama, non si piace e cerca di compensare con rapporti con sfumature sadiche.
Gli altri non centrano niente, sono usati. E' lei che deve trovare il rispetto per se stessa.
Aggiunto: Settembre 5, 2015
Inserito da
Pseudonimo: tony
Pseudonimo: tony
Domanda allo psicoterapeuta:
grazie per il suo consiglio, non nego che mi sconforta in quanto mi sono rivolto a diversi sessuologi e mi hanno fatto capire che la remissione di un blocco della libido e tenace e resistente alle terapie, e studi miei personali dicono che portano alla distruzione lentamente....non mi e' chiaro il motivo del coinvolgimento della sfera emotiva in tutti gli aspetti...ricordo un noto professore come mi ha fatto capire la rarita di superare...lei che ne sa una piu del diavolo in materia me lo conferma...ho due splendidi figli che mi cercano e io non posso nulla...non so perche le scrivo, ma possibile che non si possa convivere con questa patologia, i miei figli penseranno che non gli voglio bene...se le viene un idea...ha mai trattato un caso simile grazieinfinite
Risposta del Dott.Zambello: Non solo io ma un po' tutti gli psicoanalisti ormai da anni vediamo persone che hanno disturbi come il suo.
Molto spesso sono persone che hanno tentato diversi approcci terapeutici, compreso quello farmacologico fino ad intuire quai sempre per vie traverse che la strada possibile è quella psicodinamica.
Aggiunto: Settembre 1, 2015
Inserito da
Pseudonimo: Tony
Pseudonimo: Tony
Domanda allo psicoterapeuta:
Buonasera egregio dott. Da anni soffro di un blocco della libido e disfunzione erettile ho quarant anni....non le dico il calvario, per la depressione e le ossessioni in seguito sviluppate...sono stato anche in una clinica dove hanno tentato di tamponare i sintomi del blocco dovuto tanti hanno fa nell insistere ad avere rapporti che fallivano causando i traumi continui e costringendo il mio cervello a difendersi bloccando la mia sessualita che provocava traumi....la mia domanda e' questa perché con un blocco della libido sessuale si perde anche emotivita'? Vorrei sentire affetto per i miei figli, famiglia perché diventato impotente anzi assesuati solo il pensiero di un erezione mi fa sudare ormai, perché bloccata la libido si blocca l emotivita? Impotente con disperazione lo affronto ma senza emozioni non ce la faccio più'....è poi come curare un blocco della libido che tutti mi curano per ciò che causa....con farmaci che bloccano ancora di più....ho letto su un sito del dott walter la gatta che capiva il discorso ma....
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo signor Tony,
Non ho capito io il discorso della gatta del Dott. Walter, comunque il blocco della libido " è una cosa seria " e lei lo sa bene. Non credo vada affrontata solo su un piano funzionale o farmacologico ma, affrontando le cause che sono nel 90, 95% ti tipo psicologico. Sperare di risolvere un problema organico che ha una eziologia squisitamente psicologica solo con farmaci, è un errore.
Ora, se questo che le dico a lei procura dolore, lo capisco, però, se mi crede, si apre una nuova speranza, anzi possibilità.
Vada da uno psicoterapeuta, meglio psicodinamico con una buona esperienza come sessuologo e ne parli con lui.
Aggiunto: Agosto 23, 2015
Domanda allo psicoterapeuta:
buona sera dottore volevo chiedere un consiglio avendo subito anche un trapianto di rene durato 4 anni faccio la dialisi da 25 anni ho problema impotenza ho provato viagra da 50mg non e successo niente, poi ho provato levitra da 10 mg e non e successo niente non vorrei fare più cilecca cosa mi consigliate ho 60 anni oppure non devo avere piu rapporti grazie
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Elio,
Credo che lei abbia ancora delle possibilità ma, solo un andrologo o urologo possono valutare obbiettivamente la situazione e consigliarla.
Aggiunto: Agosto 22, 2015
Inserito da
Pseudonimo: meg
Pseudonimo: meg
Domanda allo psicoterapeuta:
Salve dottor Zambello,
cercherò di essere breve, mi piacerebbe che lei mi desse uno spunto di interpretazione.
Ho concluso da poco una nuova esperienza lavorativa: sono partita con qualche timore ma mi sono proposta di buttarmi e mettermi in gioco. E' stata davvero dura perché dovevo lavorare molto nelle relazioni interpersonali e riconosco di avere delle difficoltà. Durante questo mese ho avuto crisi d'ansia e di pianto dovute anche alla difficoltà di comunicazione con il mio diretto superiore. Ho affrontato la questione direttamente e ho chiesto supporto medico. In questa mia richiesta ho trovato forse qualcosa più che un rapporto professionale. Questa persona mi è stata molto vicina, in maniera anche affettuosa e premurosa. Solitamente sono molto diffidente ma in questo caso le mie difese erano forse troppo basse e credo di avere interpretato in maniera diversa questa disponibilità all'aiuto. Ad un certo punto c'è stato uno scambio e io mi sono sentita nella condizione di preoccuparmi per questa persona, credo che le mie attenzioni facessero comunque piacere, anche se sono sempre stata cosciente del fatto che lui fosse fidanzato. Ho evitato per quanto potevo di stargli troppo vicino anche se ad un certo punto ho provato qualcosa per lui. Al momento non so ancora definire che cosa, so solo che credo lui cercasse attenzioni di altre ragazze e ha tradito la sua ragazza anche fisicamente. So solo che mi sono sentita presa in giro, tanto che ho scoperto che lui intratteneva relazioni anche con altre. In sostanza credo fossi nella sua lista, anche se con me è sempre stato molto sincero e si è confidato. Non ho capito questa sua ambivalenza: voleva la mia amicizia e ora che io non l'ho più cercato nemmeno lui lo fa. Il mio diretto superiore è intervenuto dicendogli di comportarsi bene con me, purtroppo ne sono venuta a conoscenza dopo e mi sono completamente staccata da lui. Ci sono momenti in cui mi manca e momenti in cui mi considero una perfetta ingenua e vorrei delle risposte, senza contare che provo anche rabbia per come sono stata trattata. Sto cercando di elaborare e di non farmi sentire né di fargli delle domande ma a volte è davvero dura. Che cosa ne pensa?
Risposta del Dott.Zambello: Penso che si è ripetuto ciò che la natura da millenni racconta: un maschio in calore che cerca femmine con cui accoppiarsi. Non c'è pensiero, non c'è una morale in questo, solo l'istinto.
Certo lei può dire che è poco o pochissimo, che vuole altro ma, questa è la sua evoluzione, elaborazione. Lui risponde solo agli istinti più primari.
Usa per questo il suo potere di capo, infarcisce il suo bisogno di aspetti un po' più evoluti: tecnica, evoluzione della specie.
Non ci pensi, non si rammarichi troppo e non sia troppo severa né con lui né con se stessa: è tutto molto naturale.
Cerchi solo di non confondersi, di non generalizzare, non tutti gli uomini sono così ma soprattutto cerchi di capire bene cosa cerca lei.
Aggiunto: Agosto 18, 2015
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Pseudonimo: Maya
Domanda allo psicoterapeuta:
Gentile Dottore,
Ho terminato da poco una psicoterapia durata 4 anni, che mi ha ridato la vita. Ora Le chiedo se sia opportuno o meno iniziare tra qualche mese una nuova psicoterapia con un indirizzo differente, per fare un ottimo lavoro su di me o se, invece, un paio di volte l'anno dovrei andare dal mio vecchio terapeuta per tenere sempre stabili i risultati eccellenti
Risposta del Dott.Zambello: La sua è una domanda interessante anche da un punto di vista teorico oltre che clinico. Le dico subito che i pareri sono molto diversi. La vecchia scuola di psicoanalisi prevedeva che una volta finita la terapia, il paziente non dovesse più contattare il terapeuta per almeno 5 anni. Ci sono oggi, anche nel mondo psicoanalitico, analisti che danno appuntamenti ai propri pazienti a distanza di mesi dopo l'ultima seduta, proprio allo scopo di verificare e rafforzare il lavoro fatto.
Personalmente dico sempre ai miei pazienti a fine analisi che loro potranno contattarmi ogni qualvolta ne sentissero la necessità. Le risposte sono diverse, alcuni ritornano, altri non li vedo più.
Dipende un po' dalla struttura della persona e un po' dai bisogni. Ora, io non so proprio come lei sia strutturato e cosa abbia fatto col suo terapeuta, però, teoricamente possiamo dire, se lei pensa che ci sia ancora qualcosa in lei che potrebbe evolvere e che deve crescere, allora avrebbe senso intraprendere una nuova analisi ma, se ha l'impressione di aver fatto un lavoro sufficiente e completo, lo rinforzi andando una tantum dal suo terapeuta, previa disponibilità di questo.