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Domanda allo psicoterapeuta:


Dottor Zambello,sono un ragazzo di 23 anni,che ha subito tante ingiustizie nella vita,e che è in cura da uno psichiatra con una cura farmacologica,e in cura anche da uno psicoterapeuta.Non sono stato costretto da qualcuno ad andare dai miei dottori ho scelto io di andarci,perchè conoscevo la mia malattia,e mi sono consegnato io di mia spontanea volontà ai miei dottori senza dire niente ai miei genitori.Purtroppo vivo con dei genitori pessimi che mi maltrattano urlando sempre contro di meanche se gli altri dicono che non sono maltrattamenti per me lo sono,questo mi fa stare male da 5 anni.Da qualche anno ho spesso pensieri suicidi,nel 2012 i miei genitori dopo un'anno che stavo a casa malato dissero che non potevo stare senza fare niente così mi iscrissero a forza all'università.Poi io mi convertii e iniziai ad amare l'università,purtroppo però da quando prendo alcuni di questi farmaci,ho dei frequenti vuoti di memoria,e tutto ciò che studio lo dimentico,questo ha messo a rischio anche la mia carriera universitaria.Di recente sono stato a un convegno di lettura veloce,dove il professore che la insegna ha lavorato anche con dei balbuzienti, e ha detto che la lettura veloce mi permetterebbe di non avere problemi di memoria.Così ho proposto ai miei genitori di pagarmi questo corso,non hanno problemi monetari,percepiscono una buona pensione,potrebbero chiedere un prestito.Io continuo ad andare male all'università e loro mi dicono che se continuo così mi toglieranno dall'università,il corso hanno negato di farmelo fare.Ma se loro all'inizio hanno voluto lo studio come possono pretendere che adesso che io mi sono stabilizzato molli tutto?Vorrei trovarmi un lavoro per potermi pagare il corso,e poter rimettere a posto la mia vita,i miei genitori potrebbero impedirmi di lavorare coartando la mia libertà?Sono loro schiavo?

Risposta del Dott.Zambello: Signor Poster,
non vorrei essere scortese ma, veramente non posso continuare questo dialogo con lei.
Qui non faccio terapia, né do consigli di alcun tipo, quindi, capisco il suo disagio ma veramente devo chiudere questo rapporto. Se più avanti avrà delle tematiche generali di psicoterapia le potrà proporle, per il momento chiudiamo.


Aggiunto: Agosto 17, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


Grazie.

Aggiunto: Agosto 16, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


Ho capito,però ho la sensazione che potrebbe dire di più.Chi è esperto nelle dinamiche dell'abbandono,dei sentimenti umani,più degli altri,può elevarsi sopra gli altri non sentendo dolore quando gli fanno del male?Se lo desidera?

Risposta del Dott.Zambello: Non vorrei trasformare questo spazio in un luogo dove si fanno delle chiacchiere. Lo dico perché quello che dice potrebbe esser vero ma anche completamente falso. Ho visto gente afflitta da gravi lutti che hanno saputo trasformare in saggezza la loro esperienza altri sono inaciditi come un vino all'aperto. Non bisogna mai generalizzare o per lo meno, non mi interessa.
Con questo chiudo la mia partecipazione a questo tema.


Aggiunto: Agosto 16, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno Dottor Zambello,le volevo fare un domanda,ma gli uomini che hanno studiato tanto,e soprattutto che hanno studiato psicanalisi,psichiatria e quindi sono consacrati a queste discipline,sanno respingere e distruggere le malignità che gli altri esseri umani gli fanno,come le calunnie ei tradimenti?Essendo eruditi?Ieri sera leggevo che lo psichiatra italiano Servadio diceva che quando una malignità è tanto grande,c'è di mezzo il diavolo,quindi anche lui sapeva cos'era la malignità!E conoscendola da medico avrebbe saputo respingerla.E poi lei parlava di sacri testi per l'elaborazione del lutto,quindi comportamentalismi di difesa.Quindi gli eruditi di psicologia studiando il bene e il male,sanno respingere il male meglio dei comuni mortali?Grazie mille.

Risposta del Dott.Zambello: Ma no, non ho nessuna intenzione di rifarmi o invocare testi sacri, intesi come religiosi. Usavo impropriamente quella espressione riferendomi, come spesso si fa, ai testi fondamentali in quella determinata disciplina. Così come per un Avvocato i testi sacri sono i codici o per un Ingegnere che ne so, il manuale di costruzione etc.
Credo che Servadio fosse un uomo di fede, credeva nel diavolo e giustamente da qualche parte ne avrà visto l'opera.
Non so quale sia il comportamento dei colleghi rispetto alla maldicenza. Abbiamo però le lettere tra jung e Freud sul caso Sabrina Spielrein, non mi sembra che i due tenessero un distacco emotivo da asceti.


Aggiunto: Agosto 15, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


salve dottore,

sono stata lasciata da 3 anni ma ancora quando mi capita di rivedere, per caso, il mio ex sto male: tachicardia,agitazione e ansia.
Così come i sintomi che ho provato quando ho saputo la notizia.
Mi passeranno mai? Anche perchè non riesco a rifarmi una nuova vita con gli uomini.
Sono davvero disperata.

Grazie

Risposta del Dott.Zambello: Un po' di motivi per essere "disperata" ce gli ha.
La clinica dice che sono due anni il tempo massimo per uscire da un lutto. Dopo tale tempo il lutto si cronicizza e, non c'è più niente da fare.

Questo è quello che legge sui "sacri testi", in realtà è mia esperienza che le cose non vanno proprio così, perché, il problema che c'è di fondo che la clinica non dice è, chi è l'altro. Se l'altro è effettivamente uno/a all'esterno di noi sul quale avevamo investito progetti, provato emozioni etc, allora, nel momento in cui l'altro/a, per motivi x, non c'è più, abbiamo tempo 2 anni per recuperare in noi quello che avevamo investito nell'altro/a e, iniziare una nuova esperienza. Ma, se l'altro/a erano una proiezione narcisistica, in realtà non era altro che parti del Sé, allora le cose sono molto più complesse. Ciò che in realtà cerca, ha bisogna, ne sente la mancanza in maniera irrinunciabile, è lei stessa.

Ho l'impressione, la mia è solo una impressione che in realtà lei stia cercando e abbia bisogno di trovare se stessa..
Si faccia aiutare. Vada da un/a psicoterapeuta ma, con una formazione psicodinamica.


Aggiunto: Agosto 13, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buonasera ho visto che pubblicato la mia domanda,ma non è puubblicata risposta.

Risposta del Dott.Zambello: E' sotto.


Aggiunto: Agosto 12, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno Dottor Zambello,volevo farle alcune domande: ci sono persone nel mondo diverse dal normale che per lunghi anni,un lungo periodo della loro vita o addirittura tutta la vita, decidono di usare su se stessi una forma di autolesionismo mentale grave,come decidere di fare cose che non si voleva?come decidere di insultare una persona amica,ripetendo questa azione per molti anni con molte persone, anche se non lo si voleva?é possibile che queste persone anche in situazioni in cui sono innocenti,cioè non decidono di fare loro la mossa sbagliata,insultando qualcuno senza motivo,vengano maltrattati da sconosciuti,che non conoscono il loro autolesionismo, e queste persone autolesioniste decidano di autoboicottarsi non difendendosi dagli insulti e dalle infamie?é tuttavia possibile che persone con tanta malvagità autodistruttiva abbiano dei talentie possano svilupparli?Grazie anticipatamente.

Risposta del Dott.Zambello: Personalmente credo si possa vivere in tutti i modi. Ho conosciuto persone che dopo aver dissipato una vita ad avere rapporti sessuali di ogni tipo, alla fine, mi dicevano: ma lo sa che neanche mi piaceva.
Però mi guardo bene di riferire qualsiasi valutazione, considerazione a chi che sia, al di fuori di un rapporto terapeutico. Parto sempre da un assioma: non sappiamo niente degli altri e, poco, pochissimo di noi.


Aggiunto: Agosto 12, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve Dottore sono Simona, LE scrivo per avere un suo riscontro, ha da gennaio di questo anno
che soffro di depersonalizzazione e ansia, tutto è cominciato da un lavoro risultato per me distruttivo,
ero stressatissima, stanca, piangevo sempre, mi sentivo oppressa ma anche presa dal senso del dovere e non mollavo,
andavo avanti ma sentivo davvero di esplodere fino a quando decisi di lasciarlo dopo l'arrivo della
depersonalizzazione che mi mise in ginocchio.
Prima di ciò però mi ero imbattuta in pensieri assurdi,
avevo come la sensazione di non credere in Dio, pensieri ossessivi che mi facevano stare male e che provavo
in tutti i modi a scacciare ma non ci riuscivo, almeno per un anno ho avuto questi pensieri così frustanti
poi un giorno dopo aver visto un film di una suora (già ero entrata in depersonalizzazione) mi è venuta una
strana paura di dover farmi suora, così tutto in una volta, un pensiero che è entrato nella mia mente distruggendola e facendomi paura. Ma la cosa strana che nella mia mente si ripete solo quella parola, so a priori che non si tratta di una chiamata o cose gel genere perchè se nò sarei stata presa da una gioia, invece tutto ciò mi fa stare malissimo, è un pensiero costante dal mattino alla sera, io non voglio, non mi è mai piaciuta questa vita, sono fidanzata e amo il mio ragazzo, ma apparte questo io lo sento che questo pensiero non è mio,mi impaurisce, mi butta giù di morale non mi fa vivere. Ci sono momenti che non ci faccio caso
che mi sento bene e sono tranquillissima ma quando ci ripenso cado di nuovo giù, da ciò ho dedotto che sono pensieri legati all'ansia, alla paura, come devo fare? Io voglio solo che questi pensieri spariscano come sono spariti
quelli sull'incertezza di Dio,(infatti al tempo stesso li consideravo paurosi, frutto dell'ansia generalizzata) scomparsi del tutto, proprio da questo mi do un pò di forza pensando che forse è solo un periodo buio. E spero anche di superare la depersonalizzazione che ormai da 6 mesi mi
affligge. E' spuntata dopo aver fatto la tinta ai capelli, sentivo l'esigenza di cambiare mi vedevo trascurata soprattutto per il lavoro che facevo e appena mi sono vista in quel modo non mi sono riconosciuta più, devo dire che in passato dopo un altro periodo di stress abbastanza travolgente mi capitava di soffermarmi allo specchio e non riconoscermi, ma questioni di attimi e poi tornava la pace adesso invece non è stato così. Ho provato pure ad andare da un psicologo ma non è andata a buon fine perchè non mi sentivo a mio agio e come si relazionava con me e con i miei problemi e disturbi, mi sentivo presa in giro.
Lei cosa mi consiglia? Mi dica qualcosa ho davvero bisogno di rassicurazioni. Mi scusi anticipatamente per il disturbo
e per questa lettera scritta così di getto perchè sono davvero esausta, aspetto una sua gentile risposta,
Cordiali Saluti.

Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Signorina,
credo che lei deve muoversi su due piani, quello farmacologico e quello psicoterapeutico
Deve trovarsi uno psichiatra di fiducia che l'aiuti e intraprendere una psicoterapia , però con un/a psicoterapeuta psicodinamico.


Aggiunto: Agosto 8, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


mi chiamo ester ho ascoltato il suo cideo sulla rabbia mi ci sono riconosciuta , quando avevo paura della mia rabbia e in maniera onnipotente credevo chissa che succedesse quando laesprimrvo. ora e' questo il punto io lamia rabbia continuo ,pur facendo analisi da anni, a esprimerla in maniera agrresiva e naturlamente poi mi sento male mi colpevolizzo perche non mi piacio come la esprimo. ma io non conosco altra maniera. mi puo suggerire un metodo? non se se ha ricevuto la mia pr3cedente e. mail, ma io eswendo a roma , non posso fae sedutre analitiche con lei e il che mi piacerebbe molto perche lei mi corrisponde, le avevo chiesto se c'e' a roma un suo collega come lei intendo al suo stesso livello empatico. se si mi potrebbe dare cortesemente il nome e telefono? grazie ester

Risposta del Dott.Zambello: La ringrazio Ester. Non entro nel merito della gestione dell'aggressività. E' un tema che richiede molta fatica e ricerca. Solo all'interno di un rapporto terapeutico uno può "capire" la sua giusta misura. Certo il problema dell'aggressività è un problema grosso, forse, oggi è il problema. Anche a livello sociale.
D'altra parte se noi non impariamo a gestirla questa si trasforma, si somatizza, diventa la depressione.

Le avevo già risposto per quanto concerne il collega a Roma.
Premesso che non se ne parla prima di settembre, provi con:

Dott. Carta Stefano
Via Madonna dei Monti, 91 00184 - Roma


Aggiunto: Agosto 5, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


buonasera vorrei porle un quesito io soffro di depressione che e' stata causata dalla morte di mio padre per un incidente in camerun nel 1985,e da quel goirno mi e' stato detto che ho coongelato il dolore ed e' vero ogni tanto p come fosse morto da poco non riesco a lasciarlo andare,piango sovente perche' penso lontano da noi senza cellulare, a febbraio e' mancata anche la mamma ,mi sembra di non aver niente nonostante le mie figlie e mio marito mi amano ,come fare per questo lutto che non ho mai elaborato la ringrazio buonanote

Risposta del Dott.Zambello: Buon Giorno Signora,
l'espressione che lei usa: "ho congelato il dolore" mi sembra esprima bene ciò che le succede. Non si elabora il dolore, non si prende atto che la vita passa, è passata e, lei è altro.
Ho l'impressione che questa sia la sua difficoltà<. vedere accettare non tanto ciò che non c'è più ma, la realtà. Lei fa fatica a crescere. Ha congelato, vive un'immagine di sé di un tempo. Lei ripete drammaticamente nel reale "Il ritratto di Dorian Gray".
Chi la può aiutare? Una analisi, una psicoanalisi.


Aggiunto: Agosto 3, 2015
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Medico psicoterapeuta e psicoanalista


Dott. Renzo Zambello
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