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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve dottore sono un ragazzo di 21 anni cascato in derealizzazione,depersonalizzazione e poi depressione a 16. mentre viveno no dei più bei periodi della mia vita essendo che stavo innamorandomi di una ragazza e sentivo una particolare pace interiore mai avuta prima.
all'arrivo di questa condizione ho sentito che la ragazza che qualche minuto prima era il mio sogno che avrei voluto far durare per sempre,mi era passata mi erano venuti dubbi a riguardo come se tutto d'un tratto la mia testa mi dicesse che lei non mi piacesse più.
col tempo non sentivo più gli affetti come prima anche i miei genitori.
col tempo mi ha seguito una psicologa per 3 anni poi. non essendo cambiato nulla ho fatto 10 sedute di "ipnosi" riuscendo anche a piangere.
IL PUNTO E'.. adesso ho conosciuto un'altra ragazza che non è della mia città è molto distante,d'accordo ma mi piace e lei per un mesetto è riuscita a non farmi pensare al mio disagio.Mai prima era successo. eppure mentre ero molto preso mentalmente ho avuto 2 giorni di tensioni rabbia e depressione interna ..speso mi capita,e non la sentivo più come prima. ma ho combattuto ed era come se non avessero senso,perchè son tornato ad avere sensazioni positive. ma adesso sono di nuovo con l'angoscia di non volerla.e perchè sono angoscaito al pensiero di non volere questa persona? se volessi togliermela dai piedi veramente,perchè a volte la vorrei co me? é un gioco mentale alla depressione?
Devo dar retta ai momenti negativi e lasciarla stare o quelli positivi,perchè i dubbi?
Scusi l'eccesso di domande ma questa cosa mi fa star male. conto su un suo parere Grazie infinite

Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Tiziano,
la ringrazio per la fiducia che ripone in me ma, penso di poter fare molto poco per lei. Le domande che mi pone, o meglio si pone, non hanno un risposta a priori. La deve trovare
lei, sperimentandosi, provando.
Le consiglio di farsi seguire sia farmacologicamente che a livello psicologico.
Lasci perdere l'ipnosi, è per lei "veleno".


Aggiunto: Gennaio 22, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buonasera dottore,prima di tutto vorrei ringraziarla per questo spazio,vedo che molta gente le chiede CONSIGLIO e Lei risponde sempre con equilibrio e gentilezz.in secondo luogo vorrei chiederle un consiglio io stesso.premetto che sono un ragazzo di 26 anni,studente,mediamente sano psicologicamente(almeno spero!),insomma un ragazzo normale,anche se un pò contorto.a 19 ho avuto una defaillance in ambito sessuale,e lo shock in autostima è stato tale che ho iniziato a "autoanalizzarmi" per cercare un rimedio e riconquistare la situazione ex ante(mera illusione)con libri di autoaiuto che spaziavano dalla npl al costruttivismo vario.un anno dopo questo problema è morta mia madre(unica mia caregiver)e ho traslato l'analisi in ogni ambito della mia vita.ora ho 26 anni,e grazie all'incontro di un amore vero,ho iniziato a capire la necessità di accettarmi e non cercare di conformarmi a norme esterne.ora però sono in vera difficoltà:sono ossessionato dall'analisi dei miei pensieri!passo ogni pensiero sotto la lente di ingrandimento,e questo non mi permette di accettarmi e credere che gli stessi valgano qualcosa!e come se una parte di me critichi sempre,e mai in senso positivo!sommi a questa attitudine che in questo periodo ho iniziato ad ammettere e conoscere la mia parte emotiva(mi ero congelato per sopravvivere alla scomparsa di mia madre).Lei che vede dottore?
grazie dell'attenzione

Risposta del Dott.Zambello: Fu un neurologo psicoanalista inglese che faceva parte del primo gruppo di collaboratori di Freud di nome Ernest Jones, morto nel 1958 che divenne poi un biografo di Sigmund Freud, a coniare un termine che spiega il suo meccanismo psicologico: razionalizzazione.
La razionalizzazione è per Jones un meccanismo di difesa dove il Super-Io lavora a rinforzo delle difese dell'Io nel tentativo di far apparire accettabili determinate situazioni della vita, allo scopo però di mascherare i conflitti interiori.
I meccanismi di difesa non sono di per sé patogeni, anzi, sono funzionali all'Io. Noi dobbiamo difenderci dalle pulsioni interne.
Il problema è il funzionamento di questi meccanismi. Faccio sempre l'esempio che mi sembra calzante: il sistema immunitario. Se noi non avessimo un sistema immunitario ben funzionante, moriremmo. Però se il sistema immunitario lavora più del dovuto, abbiamo delle manifestazioni allergiche, intolleranze e a volte anche malattie ed episodi gravi. Tornando allo psicologico, se i meccanismi di difesa lavorano troppo, noi rimaniamo mentalmente bloccati in una sovrastruttura, il Super-Io che ci impedisce di crescere.


Aggiunto: Gennaio 22, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


Salve prof indipendentemente da etero o omo,vivere la sessualità senza desiderare il coito o penetrazione, sia attiva che passiva, con una terapia si può trovare una soluzione che risolvi questo tabù? O è una componente sessuale destinata a rimanere così? SCUSI per la domanda poco chiara.

Risposta del Dott.Zambello: Ugo, se ho capito bene, lei parla di una sessualità dove il "massimo consentito", cioè che lei si consente, è la masturbazione. Se è così, il problema non è tanto nella penetrazione si o o penetrazione no, quanto nella incapacità a entrare dentro o farsi penetrare dall'altro/a, dove la penetrazione va ben oltre i genitali. Parliamo di capacità di entrare in empatia con l'altro/a. Si, su questo piano la psicoterapia può fare molto. Chiaramente non si tratta di "imparare" tecniche sessuali, ci sono ben altri posti per questo, ma, capire cosa impedisce un rapporto reale, completo: mente, corpo, anima.


Aggiunto: Gennaio 21, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


Grazie molte, dottore, la sua risposta è di grande aiuto e conforto morale per me. I miei migliori auguri per il nuovo anno e, in generale, per la sua attività, estremamente utile!

Aggiunto: Gennaio 21, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


A proposito della domanda di Francesco sull'incontro di domenica scorsa in Regione e l'omofobia, vorrei aggiungere qualcosa. L’omosessualità è un disturbo psichico. E basta. Non è né da condannare, né da difendere. E’ da curare. Ma finché sarà portata avanti questa campagna pro-omosessuali, non faremo altro che alimentare una errata visione di se stessi, degli eventuali problemi psichici, del rapporto uomo-donna, cosa che ha tante altre conseguenze a dir poco spiacevoli. Tra due uomini o due donne può sicuramente esserci un’amicizia estremamente intima; ciò che è patologico, secondo me, è la voglia di avere con l’altro rapporti che imitino quelli che comunemente si hanno con appartenenti all'altro sesso. L’ano è fatto per defecare: la voglia di qualunque altro utilizzo è innaturale e patologica.
Anche nei delfini si osservano rapporti di tipo omosessuale, certo, ma ditela tutta: avviene in condizioni di forte disagio e stress; tra gli scimpanzé bonobo avviene la stessa cosa, ma solo allorché si crea tensione e violenza nel gruppo. Il rapporto omosessuale per il puro piacere è una devianza del tutto umana.
Nella Grecia e nella Roma classiche i rapporti omosessuali erano comuni e “normali”, ha detto qualcuno. Ma gli uomini sceglievano, chi sa perché, gli “efebi”, ossia giovani imberbi e privi di peluria, che, cioè, in qualche modo ricordassero il corpo femminile. Gli efebi, dal canto loro, si limitavano a subire, quasi sempre per motivi di ordine economico.
Quanto a voler fare i modernisti e gli evoluti, anche le canne, si diceva, non fanno male. E poi? quanti morti abbiamo dovuto contare per smetterla di raccontare fandonie?

Risposta del Dott.Zambello: E’ interessante l’intervento di Marco. Traspare un livore che non era presente nell’intervento di Francesco e penso, neanche nel Forum sulla famiglia, benedetto da Maroni di domenica scorsa. Ma si, c’è stato un La Russa di turno che ha urlato “culattone” al ragazzo che chiedeva di parlare ma, chi lo prende sul serio La Russa? L’intervento di Marco invece è più spinoso, da sembrare un po’ fuori contesto. Infatti, è fuori contesto. Marco ha ripreso un commento pubblicato da lui o un altro il 19/04/2012 ad un articolo da me linkato dal Il Messaggero del 2011.

http://www.psicoterapiadinamica.it/2011/04/omosessualita-non-una-malattiama-non-tutti-gli-psicologi-sanno/

Ora, indipendentemente di chi sia Marco1 o Marco 2, si intravvede come l’argomentare sia poco dialettico e con elementi quasi fideistici.
Comunque, copio e incollo quello che avevo detto tre anni fa:
“Gent.mo Signor Marco,
io non ho la sua granitica certezza su come vadano le cose, tanto meno so cosa sia giusto o sbagliato a priori. In tanti anni di questo lavoro ho imparato a non giudicare né ad avere la pretesa di sapere cosa gli altri hanno bisogno. Nello specifico le assicuro che ho conosciuto tanti gay schiacciati dalla loro sessualità ma anche tanti, felici e maturi. Così come, etero liberi e adulti ma anche tanti “avvelenati” dalle loro paranoie. Non so se sono morte tante persone per le canne, forse molte più per gli alcolici ma, di una cosa sono certo: molte più persone vivrebbero felici se smettessimo di dara giudizi preconcetti su questo tema.”


Aggiunto: Gennaio 20, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


Gent. Dott. Zambello
Sono una studentessa di 21 anni carina, piuttosto intelligente, brillante negli studi e nel complesso dalla vita all'apparenza soddisfacente. Negli ultimi anni, nonostante in molti abbiano tentato di avvicinarsi a me, io da parte mia non ho fatto altro che allontarli con bugie segreti sms senza risposta appuntamento mancati ecc. In compenso ho rafforzato, fin quasi alla simbiosi, il rapporto con una cara amica molto debole insicura e dipendente, che ormai non fa altro che pretendere attenzioni esclusive, mal vedendo qualsiasi mia nuova possibile relazione. In questo scenario quasi apocalittico, mi è successo di conoscere un ragazzo con cui mi trovo molto bene e a cui ho esposto con chiarezza il mio stato. Lui ha reagito in modo comprensivo attento dolce e affabile, ma io ho il terrore di non riuscire a sostenere questo doppio ritmo 'di serietà'. Infatti mi divido tra amica e ragazzo, dormendo assai poco e trascurando in parte gli studi, con la continua ansia di trascurare qualcuno e di imporre una situazione spiacevole a questo povero ragazzo. So che la cosa giusta da fare sarebbe individuare i miei spazi e ripartire gli ambiti, ma mi sento incapace di dire di no...
Mi scuso per questo lungo sfogo, che si conclude con questa banale e forse poco utile domanda: cosa ne pensa?
Last but not least, le faccio i miei complimenti per il servizio che lei offre con tanto impegno..

Risposta del Dott.Zambello: Gentma Ada,
penso che lei sia un po' nei pasticci. Tende a creare attorno a sé, monadi che non le permettono di crescere, né lo possono fare gli altri.
E' difficile uscirne ma, lei ha sicuramente alcuni vantaggi: é giovane, intelligente e soprattutto, sente il limite di questo sistema.
Sono certo che troverà il modo per uscirne.


Aggiunto: Gennaio 20, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


Buongiorno, gentile dottore, tra i molti problemi che ho, uno mi sembra piuttosto grave. La mia nipotina, di quasi 9 anni, ha delle perdite di memoria preoccupanti in ultimi 2 anni. Da piccola aveva una memoria normale, anzi, molto buona. Ora, che deve formarsi il necessario bagaglio di conoscenze tramite principalmente la scuola, la questione diventa spiacevole. Solamente l'intelligenza (che ne ha parecchia) la aiuta, ma non può sostituire la memoria. Che devo fare? Lei crede che mi può aiutare?

Risposta del Dott.Zambello: Io no ma, le consiglio di portarla da un/a neuropsichiatra infantile per una valutazione oggettiva della situazione.
Smettetela di fargli notare eventuali deficit e prenotate, dopo averla informata una visita in una struttura ospedaliera universitaria.
Non si preoccupi, con buona probabilità si tratta di una interferenza della emotività.


Aggiunto: Gennaio 20, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


buongiorno dottore sono un ragazzo omosessuale e le volevo chiedere cosa ne pensa  del convegno tenutosi a Milano sulla famiglia che ha preso quella deriva chiaramente omofoba. Ancora una volta si è parlato di  curare i gay. Ho letto che un ragazzo autodefinitosi gay e  che ha chiesto la parola è stato subito allontanato. Ma lei crede che veramente sia possibile curare l'omosessualità? Io ho 21 anni e mi considero omosessuale ma sono molto turbato da ciò che sento dentro di me e da quello che vedo e leggo. Devo dire che anche i miei amici gay non mi aiutano molto. Mi sembra di essere diverso da tutti. Mi aiuti dottore, in cosa sbaglio? Lei è molto disponibile, mi piace il lavoro che fa. Grazie

Risposta del Dott.Zambello: Caro Francesco, penso che l’idea di “curare” l’omosessualità sia una cretinata che non ha nessun riscontro clinico ma che purtroppo continua ad essere detta, auspicata e praticata. E’ evidente che Associazioni come quella che accennava lei che si arroccano in difesa della famiglia a scapito di chi vive uno status affettivo sessuale diverso, negando a loro i diritti sociali elementari, quali quelli di poter vivere in coppia e etichettandoli come ammalati, commettono volontariamente un sopruso. Lo scopo e fin troppo evidente: politico. Mero calcolo di vantaggi elettorali. Basti che lei pensi che alcuni anni fa a difensori della famiglia si ergevano personaggi quali Casini e Berlusconi e oggi: Maroni, Formigoni con il prete condannato per pedofilia. Ma tutto fa brodo, basta che facciamo numero, alias, voti. E' servito a poco che anche Papa Francesco prendesse pubblicamente le distanze da questa poltiglia farisaica dicendo espressamente: "Se uno è gay e cerca il Signore, chi sono io per giudicarlo? Non si devono discriminare o emarginare queste persone, lo dice anche il Catechismo. Il problema per la Chiesa non è la tendenza. Sono fratelli". Purtroppo, c’è sempre un Amicone di turno che è più santo di tutti e scaglia la pietra, anzi sbatte fuori il ragazzo gay, non fa entrare in sala giornalisti in odore di omosessualità e si tiene il prete, pedofilo. Detto questo, penso che l’omosessualità, per rimanere in una metafora cristiana, sia una croce. Tutta la sessualità è per la verità una via difficile da percorrere, ma gli omosessuali trovano forse qualche difficoltà in più, non foss’altro per l’ottusità sociale di cui sopra.
Ho scritto abbastanza su questo tema e ho fatto anche un video, le lascio i link:

http://youtu.be/L9GooDFU_sI
http://www.psicoterapiadinamica.it/2011/10/marco-omosessuale/
http://www.zambellorenzo.it/psicoterapeuta/omosessualita-ragioni-sociali-e-psicologiche/
http:// www.psicoterapiadinamica.it/2011/04/lomosessualita-non-e-una-malattiama-non-tutti-gli-psicologi-lo-sanno/


Aggiunto: Gennaio 19, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


quando ci si accorge di quel vuoto, di quel nulla di cui siamo realmente fatti, che drogarsi, scopare, spendere, mangiare danno solo euforie che muoiono all’inizio lasciandoci soli, si ha talmente schifo di se stessi che non si può fare altro che suicidarsi o almeno tentarci. ho 17 anni, sono in cura da psicologi, psichiatri, ho preso e prendo attualmente psicofarmaci da quando ne avevo 13. ricovero in clinica. all’infelicità senza desideri non c’è cura. la morte sarà come provare una nuova droga, proverò sensazioni nuove. se c’è qualcosa oltre spero di non essere sempre tremendamente annoiata, come ora, nonostante i 9 che avevo quando ancora andavo al liceo, nonostante abbia tutto, una 38 di taglia e gli altri dicano che io sia davvero molto bella. non è mai abbastanza quando si è fatti per autodistruggersi. “chi e perché mi ha messo al mondo, dove vivo la mia morte
con un anticipo tremendo?”. solo con la morte si è liberi.

Risposta del Dott.Zambello: Mi dispiace Giuditta, perché le mie parale non colmeranno il tuo vuoto, ma vorrei assicurarti da padre, nonno che ti ha anticipato di oltre 40 anni che dopo il dolore, il vuoto che disintegra, c’è un senso, un piacere di esistere che non spiega il perchè delle cose ma ti permette di esserci. Io credo sia il nostro compito tentare di arrivarci.


Aggiunto: Gennaio 18, 2015
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Domanda allo psicoterapeuta:


buonasera, siamo una coppia di circa 50 anni, per mantenere il desiderio usiamo molte fantasie e solo in un paio di occasioni siamo andati oltre.
Quello che vorremmo sapere è se con l'ipnosi possiamo ritornare ad avere lo stesso desiderio dei nostri 20 anni e se lei puo' perdere alcuni dei tabu' che ha.
Grazie per l'attenzione
Paola e Carlo

Risposta del Dott.Zambello: Gentili Signori,
l'ipnoterapia, come ogni altra tecnica psicoterapeutica non dovrebbe mai mirare ad "inserire" alterare la volontà del paziente, anzi, dovrebbe "renderla libera". Se poi la fantasia è di ritrovare la passione dei 20 anni, bisogna che vi rivolgiate a qualche altra figura professionale o meglio, figuro. Rimanendo su un piano di realtà, vi consigliere di valutare obiettivamente qual'è il vostro livello di piacere e prestazioni senza mai prescindere dal fatto che siete assieme da tanto ed avete 50 anni. Se vi sembra che sia più che sufficiente, accettatelo riconoscendo che vi mancherà un po' di spinta ma avete acquistato sicurezza. Se invece il livello è a vostro parere insufficiente o potrebbe essere migliorato, fatevi seguire da un sessuologo.


Aggiunto: Gennaio 16, 2015
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Medico psicoterapeuta e psicoanalista


Dott. Renzo Zambello
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