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Pseudonimo: chiara
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Pseudonimo: Sarah
Pseudonimo: Sarah
Domanda allo psicoterapeuta:
Buonasera Dottore,
Ho bisogno di un consiglio. Odio il mio lavoro, odio il lavoro in genere. Non mi fraintenda, non lo dico perchè odio lavorare o far fatica ma ho dei bambini piccoli che amo alla follia e vorrei essere una mamma casalinga.
So di essere molto fortunata in questo periodo di crisi ad avere un lavoro e oltretutto un lavoro part time molto ben pagato ma io muoio ogni giorno di più ad andarci.
Tra poco mi scadrà la maternità e dovrò rientrare, mi creda.. Non ci dormo la notte.
Non amo il genere di lavoro e non amo l'ambiente, l'idea di lasciare la mia casa e i miei figli per passare delle ore li mi deprime
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Sarah,
mi piacerebbe come ha fatto Umberto Galimberti, sabato scorso su D di Repubblica citare in un suo bell'articolo "L'ossessione del lavoro al tempo della crisi" il filosofo Jünger che diceva: "Viviamo in una nuova epoca, in cui il lavoro pervade ogni aspetto della vita e della realtà. E' l' epoca del lavoratore, caratterizzata dal dominio totale della tecnica. Se usata soltanto come strumento per il conseguimento del benessere economico e della sicurezza borghese, la tecnica porta alla massificazione e all' involgarimento...". Si potrebbe pensare che lei è una eletta che vive in sé questo stravolgimento degli ideali. E, credo sia anche così. Temo però che potrebbe esserci anche una certa pigrizia, fatica a diventare grandi. Non la conosco, mi perdoni, non è che le piace il ruolo di mamma-bambina?
Aggiunto: Dicembre 22, 2014
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Pseudonimo: marco
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Domanda allo psicoterapeuta:
Mi creda che si che sono invidioso ma non del loro grado di preparazione o dei loro atteggiamenti ma della fortuna che hanno avuto ad arrivare in alto non per meriti. É come avere invidia su chi ha vinto una Mercedes alla lotteria e profonda ammirazione su chi quella Mercedes l ha sudata lavorando.
Risposta del Dott.Zambello: Che ne sa Marco se se la sono meritata o meno.
Cerchi di arrivarci lei ad averla e poi, la userà come vorrà. Ma, stia attento... rischia di andare a piedi per tutta la vita.
Buon Natale.
Aggiunto: Dicembre 21, 2014
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Pseudonimo: marco cedronio
Pseudonimo: marco cedronio
Domanda allo psicoterapeuta:
E' vero quello che lei dice: Controbbatterli è impossibile visto che possono fare quello che vogliono. Il problema è mio nel senso che devo trovare un modo per farmi scivolare addosso i loro atteggiamenti non eticamente corretti. Ma il problema è ancora un'altro: essendo dedico al volontariato, anche in questo periodo festivo, vedere ragazzi sotto la trentina che vogliono snobbare lo studente, atteggiarsi a essere professorini, anche se non del tutto preparati, a farsi le scarpe l'un l'altro per primeggiare, mi da nello stesso tempo un senso di tristezza e di comicità. Un consiglio per cortesia. Alcuni di loro che hanno la mia stessa età si rivolgono nei miei confronti dandomi del tu. Io come devo rivolgermi nei loro confronti?
Risposta del Dott.Zambello: Gent.mo Marco,
tralascio l'evidente "invidia" di cui penso lei ne sia consapevole. Non deve fare dei grandi sforzi per trovare la via giusta: semplicemente riconoscere che loro sono dei docenti, professori. Come lo siano diventati, quale sia la loro preparazione accademica, e tanto più il loro comportamento etico, non è affar suo. Starà ad altri valutare queste cose. Lei deve solo riconoscere il loro ruolo, imparare e, Stop!
Ai professori si da del lei, sempre.
Aggiunto: Dicembre 21, 2014
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Pseudonimo: marco cedronio
Pseudonimo: marco cedronio
Domanda allo psicoterapeuta:
Ho 24 anni e mi sono iscritto al primo anno di università. Premetto che sono un ragazzo timido, chiuso con difficoltà nel parlare nel senso che se parlo, soprattutto con gli adulti, mi sento piccolo e mi blocco in quanto emotivo. Veniamo al mio problema o meglio al consiglio che vorrei da lei. Iscrivendomi al primo anno di università sto seguendo un esame dove la titolare di cattedra è una professoressa che viene poche volte a lezione e in sostituzione ci manda la sua assistente che è sua nipote. Fin qui niente di normale visto che siamo in Italia. Il problema è questa ragazza di 30 anni: una bionda tinta vestita rigorosamente di nero e griffata che urla in aula come una pazza per imporsi. Più volte sono stato, tra virgolette, aggredito da lei, in quanto se io, con educazione, chiedevo una spiegazione, lei urlava come una pazza: “ l’esercizio non me lo devi presentare così ma come dico io, questo lo devi dire così e colà ecc. Per non parlare poi agli orari di ricevimento: a fare la cretina in dipartimento con altri collaboratori di cattedra, ricercatori universitari sempre giovani e rigorosamente superbiosi. Non parliamo poi della professoressa: una donna che ostenta la sua ricchezza e che in aula parla dei suoi fatti personali. Il problema è che queste persone all’esame si divertono a bocciare e a mettere, sempre con la loro apparente tranquillità e superbia,in difficoltà i ragazzi.
Come controbatterli? Soprattutto come controbattere una donna di 55 anni che ostenta con gli atteggiamenti la propria ricchezza e parla del suo primogenito come un dio sceso in terra; come controbattere una ragazzina di 30 anni, intelligente sì, ma che ha avuto l’opportunità di stare dove sta anche per merito di conoscenze. Io nel mio piccolo posso solo dire una cosa. Ostenta chi è insicuro e presuntuoso; urla chi forza non ha e si deve imporre urlando!
Risposta del Dott.Zambello: Gentmo Marco,
capisco, nel senso che conosco la sua difficoltà. Mi sono iscritto all'Università che avevo 27 anni. Il primo anno che ho frequentato alcuni miei compagni delle scuole superiori non solo si erano già laureati ma stavano frequentando le specialità (in medicina dopo il 6° anno). Una mia insegnante di Istologia era più giovane di me. Le difficoltà ci sono state ma capii, non senza fatica che, erano mie. Non lo dico pensando che gli altri erano "perfetti", no, anzi ma, non li potevo cambiare, erano quello che erano. Ero io che dovevo trovare il modo per riuscirci. Mi creda, da quanto lei racconta, il termine "controbatterli" è fuori possibilità di riuscire all'Università. Forse anche nella vita. Non si tratta di combatterli ma di "portare a casa" tanto più possibile di quello che sanno e, superare l'esame.
Aggiunto: Dicembre 21, 2014
Domanda allo psicoterapeuta:
Mi scusi ma non capisco. Vuol forse dire che è attirata da figure materne? Sono stata una madre presente per tutte e due le mie figlie ma la maggiore non ha mai avuto di questi problemi. Si spieghi meglio se può . Grazie
Risposta del Dott.Zambello: Dottoressa scusi,
non faccio diagnosi e tanto meno terapia, qui.
Non so niente, né di lei e tanto meno di sua figlia. Le mie sono solo ipotesi teoriche, indicazioni. Se trovano riscontro, servono per cercare meglio, in caso contrario, finiscono qui.
Aggiunto: Dicembre 12, 2014
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Pseudonimo: Giuseppe
Pseudonimo: Giuseppe
Domanda allo psicoterapeuta:
Caro dottore, intanto la ringrazio per la sollecita (e utile) risposta; approfitto della sua disponibilità per porgerle un ultimo (spero!) quesito: nel riflettere con la mia famiglia su come meglio mi possa risultare il rientro a scuola ("meno traumatico" e il più veloce possibile), abbiamo stabilito sabato come data di rientro; mia madre ha pensato, come supporto, di rimanere vicino alla scuola almeno per alcune ore, in modo tale che io, "consciamente", sappia che i miei familiari mi sono vicini, e quindi possa sentirmi incoraggiato. Cosa ne pensa? Potrebbe essermi utile?
La ringrazio ancora per le risposte e le auguro buona giornata.
Saluti, Giuseppe
Risposta del Dott.Zambello: Faccia un regalo ai suoi familiari e se lo faccia anche a lei...li mandi a casa.
Buona giornata.
Aggiunto: Dicembre 11, 2014
Domanda allo psicoterapeuta:
Caro dottore,intanto grazie della celere risposta, vorrei chiederle tuttavia in che senso la "tematica" di mia figlia ha a che vedere col rapporto madre-figlia?
grazie
Risposta del Dott.Zambello: Dottoressa, mi chiede qualcosa che richiederebbe uno spazio ben più ampio che una risposta su un Guestbook.
Però, credo che anche lei ne abbia sentore la dove scrive: "...in questi anni aveva un grande trasporto per certe amiche, più grandi di lei, tutor...". Non le dice niente?
Aggiunto: Dicembre 11, 2014
Domanda allo psicoterapeuta:
caro dottore, sono una collega radiologa ma soprattutto mamma di una splendida 17enne che da qualche giorno mi ha rivelato la sua attrazione per le ragazze.avevo notato che in questi anni aveva un grande trasporto per certe amiche, più grandi di lei, tutor nei gruppi cattolici che frequenta ma consideravo la cosa una tappa di un percorso adolescenziale.ora me l'ha detto. però è come se chiedesse aiuto, se volesse uscire da questa situazione.insomma è confusa. e lo sono anche io. cosa dirle? come aiutarla?premetto che è una ragazza deliziosa,sensibile,altruista intelligentissima e piena di interessi, ma proprio per questo i ragazzini della sua età che pure le sono piaciuti non l'hanno mai corteggiata.e questo credo che sia un elemento determinante, mentre sua sorella maggiore è sempre stata con ragazzi ,molto ricercata e forse un pò "superficiale" da questo punto di vista.Grazie del suo aiuto.
Risposta del Dott.Zambello: Cara Collega,
lei sa bene che a quell'età li, tutto è molto fluido, soprattutto l'identità delle donne che secondo me, per maggiore sensibilità, si cristallizza meno che negli uomini.
Però, lei capisce che la tematica di sua figlia ha a che vedere presumibilmente sul rapporto fra voi due: madre-figlia.
Non penso certo a responsabilità alcuna ma, è così.
A mio avviso pur cogliendo con tanta empatia e amore il disagio di sua figlia, lei dovrebbe fare un passo indietro.
Aiuti sua figlia a chiedere un aiuto all'esterno, da chi vuole lei, e lei mamma, stia indietro.
E' difficile, lo so ma è veramente la via per aiutare sua figlia a cercare la sua strada, qualunque essa sia, purché sia sua.
Aggiunto: Dicembre 10, 2014
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Pseudonimo: TERESA
Domanda allo psicoterapeuta:
CARO DOTTORE TUTTI E DUE I MIEI FIGLI NON POSSONO AVERE SOLDI IN TASCA LI SPENDONO TUTTI ANCHE SE NOI IN CASA NON NAVIGHIAMO NELL ORO. SONO ORMAI GRANDI MIO MARITO E UN IMPIEGATO STATALE NON SIAMO DEI SPENDACCIONI E NON C è LO POSSIAMO NEMENO PERMETTERE LA RINGRAZIO
Risposta del Dott.Zambello: Gent.ma Teresa,
colgo il suo dolore nel constatare che i figli, a suo parere, non sanno gestire i loro soldi. Immagino che questo comporti una continua partecipazione da parte vostra come genitori.
E' un guaio. Non so proprio come potrei aiutarla. l'unica cosa che mi viene in mete ma del tutto generica, è che i genitori devono imparare a dire di no.
Un genitore non deve colludere con le scelte del figlio se queste le considera sbagliate.
Lo so, è dura ma, si vuole bene anche così: "punendo" i figli quando sbagliano.